venerdì 11 marzo 2022

Diaboliche donzelle

Mi chiamo Carmen. Sono poche le amiche di cui potersi fidare oggigiorno, una di queste è senz'altro Marina. E' più bella e giovane di me. Ci conoscemmo diversi anni fa dal parrucchiere e tra noi nacque subito una simpatia. Intanto io sposai Dario, credendo che fosse l'uomo della mia vita. Per circa 5 anni la situazione andò avanti piuttosto bene nonostante la mia gelosia, peraltro giustificata. Quando uscivamo, Dario ammirava spesso le altre donne, un pò come la maggior parte degli uomini. Devo ammettere che mi dava fastidio e andavo in agitazione. Poi, però, il nervoso passava presto dato che non lo beccavo mai a provarci concretamente con un'altra. E dunque, in buona sostanza, filava tutto liscio. Ma più passava il tempo e più percepivo in lui il desiderio di cercare la complicità con altre persone. Non sono la donna più bella del mondo e nemmeno più tanto giovane, questo è vero, però non amo essere presa in giro! Sapevo che a Dario piaceva Marina, era palese. Ma finchè fosse restato al suo posto, avrei chiuso un occhio. D'altra parte, lei è una bellissima donna bruna che non passa inosservata. Il sangue al cervello mi salì quando proprio Marina, incapace di tirare un colpo basso alla sottoscritta, dato il lungo e forte legame di amicizia, rivelò di essere stata importunata da Dario. Lei non mi ha mai mentito, per cui ero certa che dicesse la verità. Mi crollò il mondo addosso per alcuni minuti. Poi pensai di rifilare una lezione a quel bastardo di Dario. La fedele Marina divenne complice in questa sorta di vendetta a sfondo erotico. Dario ci trovò entrambe in provocante lingerie. Dopo il 'due di picche' incassato da lei, sperava di risolvere il tutto ed uscirsene brillantemente con un triangolo. E certo! Quale miglior soddisfazione di fottere due donne insieme. Forse ci poteva anche stare, ma avrebbe dovuto porsi in modo totalmente diverso nei miei confronti. La strada giusta non era certo approcciare la mia migliore amica per tentare di farsela a mia insaputa! Per pochi minuti gli facemmo quasi intendere di voler stare alle sue fantasie. Poi, però, ribaltammo opportunamente la situazione. Essendo due contro uno, ci fu facile spogliarlo e scaraventarlo sul letto. Gli abbassammo anche i boxer e iniziammo a giocare col suo cazzo usando solo le mani. Naturalmente mostrammo entrambe le fighe ma lui poteva semplicemente guardare senza peraltro toccare. Dario aveva fatto male i conti: voleva rendermi cornuta e, nel contempo, trattare da puttana Marina! E invece no! Divenne lui la nostra puttana! Sottovalutò la solidarietà femminile e il fatto che Marina ci tiene davvero per me e restò fregato, per così dire. Ci trastullavamo le fighe e gli smanettavamo il cazzo insultandolo. Ma il gioco di mani lo portò comunque ad una notevole eccitazione. Volevo di più! Pretesi che esclamasse di essere una troia e la mia amica mi dava manforte per farglielo dire ad ogni costo. Sul punto di raggiungere l'orgasmo, si autodefinì troia davanti ad entrambe. Marina intanto incitava a proferire altro ancora. Eccitata dalla situazione, aumentai la velocità della sega mentre la mia amica teneva fermo il cazzo ormai scivoloso. Dario godette e cominciò a sborrare a fiotti lasciandosi ulteriormente andare a ciò che piaceva sentire ad entrambe. In preda all'orgasmo affermò di essere la nostra grandissima puttana. Quello fu solo un assaggio della vendetta, per giunta anche piuttosto dolce. Il seguito presentava risvolti ben più inquietanti. Io e Marina saremmo uscite a trombare con altri maschi e, spesso e volentieri, li avremmo portati pure a casa in modo che lui, a quel punto cornuto, avrebbe potuto osservarci fottute a meraviglia da altri senza poter intervenire, se non con un atto di puro autoerotismo. Marina aggiunse che magari, il futuro cornuto, avrebbe potuto leccare lo sperma degli altri maschi dai nostri corpi. All'inizio ci dette, ovviamente, delle 'pervertite malate'. Ma, in seguito, finì per piegarsi a quelle torbide condizioni e subire ciò che, in fin dei conti, nemmeno gli dispiaceva poi così tanto...

fallo



















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