domenica 25 luglio 2021

Spinsi la mia amica tra le braccia del padre

Mi chiamo Assunta, sono una moretta piuttosto carina col seno piccolo. Daniela, una bionda tettona, è la mia miglior amica. Andavo a trovarla almeno un paio di volte a settimana e, come può capitare nei discorsi tra donne, parlavamo spesso di bei ragazzi, di cazzi duri etc... Carlo, un pensionato, è il padre di Daniela. Rimase vedovo dopo il decesso della moglie Eleonora, la madre della mia amica. Mi resi subito conto che il sig. Carlo è un gran porco amante delle ragazze giovani. La "conoscenza" tra me e lui cominciò così: di nascosto da Daniela mi passava qualche carta da 20 euro e io lo sbocchinavo. Proprio così: denaro in cambio di sesso, come una zoccoletta. Non mi dispiaceva, non sono una santa e qualcosina di soldi fanno sempre comodo a chiunque. Pian piano subentrarono anche le carte da 50 euro e così gli concessi anche la figa. In realtà lui ci godeva a scopare e, onestamente, anche io. Tuttavia sentivo che lui ambiva a qualcos'altro, come se io non fossi esattamente il suo tipo ma solo una puttanella da battaglia con cui svagarsi. Un giorno si lasciò andare ad una confidenza che aveva anche il sapore di una sorta di richiesta di aiuto. Mi disse: "Cara Assunta, ti ringrazio per le attenzioni che hai per me ma io ho un chiodo fisso. Sò che è sbagliato avere certi pensieri ma... sono eccitato a mille da mia figlia Daniela. Impazzisco per le biondine tettone e per lei in particolar modo. Solo che non oso propoglielo. Ho bisogno del tuo aiuto, dovrai lavorarla ai fianchi, cercare di convincerla che ci possa essere qualcosa di intimo tra padre e figlia". Dopodichè allungò quattro banconote da 50 euro. Ne raccolsi soltanto due, non sono così venale, diamine! Dopotutto l'idea di portare Daniela a certe trasgressioni mi eccitava non poco e, allo stesso tempo, avrei reso felice quel zozzone del padre che però, con la sottoscritta, si era comportato come un prezioso benefattore. Dovevo lavorare un pò Daniela ai fianchi, tutto qui. Cominciai a convincerla partendo, come si suol dire, alla larga. Le spiegai che i ragazzi sono belli ma che, in realtà, i maschi maturi possono offrire ad una fanciulla molte più emozioni ed attenzioni, tessendo poi gli elogi del padre che etichettai come un uomo sexy ed affascinante. Reiterai questi discorsi diverse volte in maniera tale che si convincesse sempre di più. Poi, trascorso un mesetto, le raccontai di avere una relazione col padre senza menzionare la contropartita economica che puntualmente ricevevo. Le confidai che nessun ragazzo mi faceva godere così. Daniela mi guardò in modo strano, non si aspettava di certo una situazione del genere. Sul principio andò, come previsto, in escandescenza, inveì contro di me: "Troia! Ti credevo una vera amica!!! Come hai potuto? Proprio con mio padre dovevi andare a fottere?". Sorridendo risposi: "Che ci posso fare, è troppo affascinante, quasi irresistibile oserei dire...". Dopo un pausa di alcuni secondi aggiunsi: "Bhè, peccato che la donna dei suoi sogni è un'altra...". Curiosa da morire chiese: "Davvero? E chi diavolo è costei?". Risposi ad istinto: "Lui è innamorato di te, gli ricordi tanto la moglie defunta ovvero tua madre...". Daniela, sconvolta, rispose: "Cosaaa? Non posso crederci!!! Gli voglio molto bene, è vero, ma tutto ciò praticamente impossibile da realizzare, sarebbe un dannato incesto!!!". Mantenni la calma e le proposi: "Almeno vieni a vedere come lo faccio con lui, non sei curiosa?". Replicò: "Un pò lo sono ma a te non dà fastidio?" Ribattei sicura: "Ma no figurati, mi fà piacere che sia presente anche tu...". Daniela finalmente sembrò persuadersi di poter essere quantomeno 'spettatrice'. Indossai le mie fide autoreggenti nere e i tacchi e convinsi anche lei a mettere un bel paio di calze e i tacchi per l'occasione spiegandole: "Dai, tuo padre sarà contento di ammirarti in versione così sexy, almeno questo glielo devi poverino...". Daniela rispose: "E va bene dai... forse hai ragione, infondo che mi costa. La perdita di mamma lo ha scioccato più del dovuto mi sà...". Andai dal sig. Carlo, gli comunicai che Daniela sarebbe stata con noi. L'uomo, raggiante, mi piazzò l'uccello dritto nella fica. Daniela non tardò ad entrare nella stanza. Osservando la scena si era eccitata non poco. Non fu difficile esortarla, in nome dell'amore, ad imboccare l'uccello paterno ormai in piena erezione. Carlo andò davvero in estasi ricevendo le insperate attenzioni orali da parte della bella figlia. Anche a me eccitava notevolmente che lei lo sbocchinasse. Dopodichè ripresi a scopare con il padre a candela. A Daniela piaceva vedermi in quel modo con il padre, quasi se ne fece una ragione. Durante la galoppata la porcellina mi leccò anche un pò il seno: fu gradevole. In quella circostanza mi resi conto della natura non del tutto etero della ragazza. Ad ogni modo, continuai a galoppare sul cazzo duro di Carlo e intanto cercavo di spingere Daniela a fare la stessa cosa. Lei era titubante, diceva che io potevo trombare con lui, essendo un'estranea, ma lei no. Però poi non resistette alla tentazione e, finalmente, montò sul genitore e prese anche lei il randello nella fregna. Più scopava e più si scioglieva e ci prendeva incredibilmente gusto. L'uomo, deliziato dai movimenti sensuali della figlia, desiderati da tempo, raggiunse l'estasi profonda ed eiaculò copiosamente schizzando in bocca ad entrambe. Io, da gran golosa accolsi la maggior parte del seme. Mentre la sborra fuoriusciva, rivolgendomi a Daniela, sottolineai quanto avesse fatto bene a rompere i tabù. Dopo quella volta, prendemmo l'abitudine di scopare in tre. Ma, di nascosto, in segno di "riconoscenza", il padre continuava a sganciare qualche banconota in favore della sottoscritta. Dopotutto è merito mio se ha ottenuto, in via definitiva, le amorevoli attenzioni della figlia (oltre le mie che già aveva, naturalmente). Giusto qualche spicciolo, niente di che. Ve l'ho detto, non sono una venale!

brunetta














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