giovedì 10 febbraio 2022

Giovane gay per tre porche mature

Mi chiamo Milena (nella prima foto, la donna al centro con la minigonna nera). Gisella (vestita di blu) e Monica sono le mie più care amiche. Ormai non abbiamo più vent'anni ma la voglia di vivere nuove esaltanti esperienze è rimasta intatta. Le relazioni non vanno sempre a buon fine, questo si sà. Nello specifico, non durano quelle nostre con gli uomini di turno. Dopo alcune delusioni, e la "carenza di pisello" per tutte noi, ci decidemmo a varcare il confine dell'eterosessualità. Eh già, avete capito bene! Al principio fu strano ma poi, pian piano, ci abituammo a provare piacere tra di noi, ossia lesbicando. Ci toccavamo, ci leccavamo e raggiungevamo l'orgasmo tra donne. Come dessert andava più che bene ma, ogni tanto, il desiderio di cazzo turbava tremendamente le nostre menti vogliose. La voglia di essere sfondate da un palo di carne tornava puntualmente e perentoriamente a galla. Il caso volle che un giovane studente universitario, di nome Piero, venisse ad abitare, in fitto, proprio sul mio pianerottolo. All'inizio non conoscevo i suoi gusti, le sue abitudini. La sera, però, sentivo provenire dei gemiti da quell'appartamento. Pensai subito che invitasse delle ragazze a casa. Successivamente, conoscendolo più a fondo, venni a scoprire che Piero era gay e che approcciava sessualmente con i colleghi di studio. Fu proprio lui a confidarsi con me e a rivelare certe situazioni intime personali. In pratica diventammo amici ed io, nel frattempo, mi invaghì di lui. Ne parlai con Monica e Gisella e, quelle porcelline, mi suggerirono di organizzare un incontro erotico di gruppo, un bel quartetto, nonostante lui fosse gay. Ero un pò scettica ma l'idea sembrava intrigante e così lo invitai a casa mia dove c'erano già Monica e Gisella. Piero non parve così desideroso di conoscerle ma si sà che le donne ne sanno una più del Diavolo! La sfacciataggine delle mie amiche, "adornate" con tanto di minigonna, calze autoreggenti e tacchi, esattamente come la sottoscritta, risultò decisiva. Gli dissero in chiare note che a me lui piaceva e lo stuzzicarono opportunamente affinchè toccasse il mio grosso seno. Approfittando dell'atmosfera piacevole ed intrigante che si stava creando, scoprì del tutto le tettone in modo che lui potesse leccare i capezzoli. Lo spogliamo rapidamente. Gisella afferrò il cazzo tra le mani che appariva ancora moscio. Ci pensò quella porcellona curvy di Monica a dare una svolta decisiva alla situazione prendendo il cazzo in bocca ed esibendosi in uno dei suoi migliori pezzi di repertorio sessuale: il pompino! Gisella, la più magra delle tre, fu lesta ad afferrare il cazzo e piazzarlo dritto nella mia bocca: era proprio l'occasione giusta che aspettavo! Il pene di Piero non poteva restare inerme a quelle vogliose e reiterate attenzioni di bocca. E così cominciò palesemente ad indurirsi. Lasciai la gioia dell'uccello a Gisella che lo spompinò alla grande. Piero, ormai sedotto, con i freni inibitori al minimo e l'eccitazione al massimo, godeva con la bocca semiaperta. Accogliendo il suggerimento prezioso di Gisella, senza peraltro lasciare che lo ripetesse due volte, infilai la lingua in bocca a Piero alla ricerca di un bacio focoso. Anche il ragazzo si sorprese nel corrispondere un "limone" del genere. Evidentemente la libidine aveva oltrepassato qualsiasi considerazione relativa all'orientamente sessuale. Sta di fatto che ci baciammo a lungo con passione. Monica prese il posto di Gisella a spompinare. A quest'ultima, evidentemente, non bastava il cazzo in bocca, lo esigeva anche nella fica. E così saltò sopra al giovanotto lasciandosi ingroppare a meraviglia a candela mentre io continuavo indisturbata a baciarlo. Monica, intanto, leccava le tette di Gisella. Finalmente arrivò il mio turno di cavalcare l'asta e fu semplicemente delizioso anche perchè Monica mi leccava le tettone. Piero, un gay divenuto Don Giovanni in un giorno, scopò Monica sul divano. Mi assicurai personalmente che l'uccello entrasse adeguatamente nella vagina della mia amica. La trombata non durò a lungo perchè Monica proseguì nuovamente con la bocca a succhiare l'asta. Intanto io giunsi in prossimità della vagina di Gisella che allargò prontamente le gambe per farsela leccare. Non ce l'ha depilata ma a me piace lo stesso: leccai dapprima il pelo e poi scesi più in basso per accarezzare il clitoride con la lingua. Gisella andò proprio in estasi e rimase a gambe spalancate: appena in tempo per farsi sbattere a missionaria da Piero, ormai in preda alla libidine acuta! Monica, pure lei in calore, trovò il modo di emulare l'amica e, alla pecorina, si lasciò trapanare dall'uccello duro e instancabile del nostro amico maschio. In quel frangente, Monica ammise di essere in astinenza cronica di cazzo da tempo immemore e si lasciò spanare a dovere la vagina mentre mi fistava a ritmo frenetico con le dita. Naturalmente, in quel contesto lussurioso, raggiunsi l'inebriante orgasmo. Piero non ne poteva più, voleva esplodere! Sfilò il cazzo dalla passera slabbrata di Monica e si masturbò velocemente per alcuni secondi prima di innaffiare le mie tettone e quelle di Monica con copiosi getti di sperma bollente. Monica, alle nostre spalle, ammirò quella abbondante eiaculazione. Dopo quella splendida giornata, all'insegna dell'appagamento sessuale di gruppo, Piero ospita ancora i suoi amici e, la notte, io continuo ad udire voci di maschi che ansimano provenienti dalla sua abitazione. Però, quando Monica e Gisella vengono a trovarmi, proviamo sempre a fargli un colpo di telefono. Non si sà mai, come si suol dire: "Tentar non nuoce!" Se è libero, un paio di botte viene a darle anche ai nostri buchi...

sesso a quattro




















0 commenti:

Posta un commento