lunedì 13 luglio 2020

Inganno fatale prima parte

Salve, mi chiamo Gianni e ho appena compiuto 18 anni. Da pochi mesi sono stato assunto in un'agenzia immobiliare. Non amo particolarmente questo incarico ma la mattina raggiungo volentieri il posto di lavoro da quando mi hanno affiancato Adriana come collega, una splendida ragazza più grande di me. Osservando le foto potete constatare da soli quanto lei sia sexy ed affascinante. Diciamo la verità, per lei ho proprio perso la testa, mi basta sentire il suo profumo inebriante per andare subito in escandescenza. Tuttavia, quando si segue troppo l'istinto, si finisce per ragionare meno o per non farlo affatto e lì sorgono i casini. Dopo questa premessa veniamo al racconto vero e proprio. Ammetto che ero diventato fin troppo insistente con lei. Non mi bastava vederla durante le ore lavorative, starle accanto. Il mio intento era di uscirci fuori dal lavoro, ovviamente. Ma purtroppo feci male i conti. Le ripetevo praticamente ogni giorno di venire a cena con me ma lei glissava con un sorriso. Proseguì a corteggiarla imperterrito finchè arrivò, finalmente, una sua risposta secca e non certo positiva, disse: "Diamine Gianni! Finora ho cercato di soprassedere ma sei un pò troppo insistente per i miei gusti. E poi sono già impegnata, è meglio che lasci perdere". Replicai da idiota, come spesso fanno gli uomini:"Ma io ti amo, non posso stare senza di te!". Lei rispose:"Mi vedi tutti i giorni, puoi avermi come amica, accontentati!". La discussione terminò lì. Quel suo no mi aveva frenato relativamente, tornai alla carica alcuni giorni dopo, le dissi:"Senti Adriana, per me possiamo frequentarci lo stesso, anche di nascosto, visto che sei fidanzata". Adriana mi guardò stupita, poi replicò:"Non molli tu eh? Sei intraprendente, lo ammetto, ma come ti ho già spiegato che ho un uomo e non lo tradirei mai, fattene una ragione!". Passarono altri giorni di relativa quiete. Poi tornai di nuovo alla carica, insistevo perchè non riuscivo a schiodarmela dalla testa, purtroppo. Da sfigato le proposi:"E dai una volta sola, non lo saprà nessuno, mi tolgo lo sfizio così non ti disturbo più...". Adriana mi guardò e rispose:"Ma dico, sei proprio fuori di testa? Ci sono tante donne cazzo! Trovatene un'altra". Ma io nn accettavo il suo no. Divenni quasi un bavoso maniaco sessuale. Le palpavo le cosce in ufficio e lei mi toglieva puntualmente la mano. Questa situazione morbosa si protrasse ancora per mesi finchè un giorno, inaspettatamente, Adriana mi fece una proposta incredibile che mai mi sarei aspettato di sentire lontanamente: "Senti Gianni, sono veramente stufa di questa situazione, mi capisci? Dai, è roba da ragazzini! Siamo in un ufficio, non puoi fare queste cose, insidiarmi di continuo. E poi... se il capo ci becca sai come finisce? Che un giorno o l'altro ci sbatte fuori a tutti e due. E io non voglio perdere il lavoro per una stronzata. E allora ho pensato una cosa... Domani è Domenica, non si lavora. Ci vediamo a casa mia, così ti darò ciò che desideri una volta per tutte. Ma una e una sola volta, e poi mi lascerai in pace". Mi sembrò di aver vinto il superenalotto e così risposi:"Ma è fantastico!". Tuttavia avrei dovuto capire che mi stava ingannando dal modo in cui sorrideva. Ad ogni modo, l'occasione era troppo ghiotta per farsela sfuggire. Non feci spuntare nemmeno le 9 e mi presentai a casa di Adriana sicuro di raccogliere finalmente un bella "ricompensa" a tutti i miei sforzi di corteggiamento. Ma mi sbagliavo di grosso! Anche se devo ammettere che l'inizio fu molto promettente. Si tolse subito la vestaglia e si mostrò come mai avrei potuto osservarla in ufficio: reggiseno, calze nere sorrette da reggicalze rosso, perizoma e tacchi neri. Il rosso si mescolava magnificamente con il nero per offrire una seduzione a dir poco estasiante, specie per uno come me che, in tutta onestà, non scopava da un secolo. Avevo l'acquolina in bocca ma il sogno erotico fu spezzato di colpo dal sopraggiungere, sulla scena, del suo uomo! Pensai subito: "Dannazione! E questo che diavolo ci fa qui?". Purtroppo quei due erano d'accordo. Lei voleva vendicarsi del fatto che le avevo rotto le scatole così a lungo ed a aveva evidentemente raccontato tutto al partner Insieme volevano umiliarmi. Lei si inginocchiò e cominciò a spompinare con gusto il compagno, un tipo piuttosto dotato, tra l'altro. Rimasi interdetto per un pò, non sapevo cosa fare, cosa dire. Pensai di scappare, tanto ormai avevo fatto solo una gran figura di merda da sfigato. Se fossi stato furbo lasciato perdere quando lei mi disse di essere fidanzata e invece io no, testardo, a insistere come un coglione in una situazione difficile. Questo è ciò che pensai in quel frangente. Ero sul punto di lasciare l'appartamento ma i loro commenti beffardi, lo sguardo da troia di lei mi convinsero a restare ad osservare la scena che si fece sempre più interessante. Tirai fuori il cazzo che divenne bello duro guardando lei che spompinava e lui che le leccava la figa. Quando si misero a scopare mi umiliarono ancora una volta ma io ero troppo eccitato per fermarmi. Mentre lei veniva e lui le sborrava tutto sul culo, non potetti fare a meno di smanettarmi sempre più velocemente e schizzare a mia volta. Fin qui devo dire che non fu affatto male, ebbi l'impressione di aver guardato un bel film porno dal vivo con la mia protagonista preferita. Avevo quasi messo da parte il mio amore per lei ed avevo goduto il momento. Ma a quanto pare quei due erano più maliziosi e bastardi di quanto potessi immaginare e volevano, in qualche modo, farmela pagare. Mi avevano dato una sorta di "carota", come si suol dire, ma, di lì a poco, mi avrebbero offerto l'altro lato della medaglia: il bastone! (nel vero senso della parola!).
















FINE PRIMA PARTE

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