mercoledì 27 dicembre 2017

Seduzione fatale via web

Mi chiamo Mike. Con il ruolo importante di capo designer, all'interno di un'azienda di progettazione, non potevo certo lamentarmi. Inoltre non mi mancava il sesso. Le belle e disinibite segretarie d'ufficio erano infatti molto disponibili. Soldi e donne dunque: cosa chiedere di più? Eppure mi mancava qualcosa. Le belle e provocanti colleghe andavano bene per qualche scopata al volo ma nulla più, non certo per una relazione ben definita, coinvolgente ed appagante sotto ogni aspetto. E così, insoddisfatto, iniziai a chattare utilizzando un sito di incontri in cerca di una donna diversa dalle solite. Fu proprio in questo modo, e in questo contesto, che conobbi una persona con nickname "Eva". La chat mi prese tanto, mi assorbì totalmente dal momento che, la persona anonima con cui chattavo, sembrava fatta apposta per me: interessi e hobby comuni, feeling caratteriale, attrazione erotica. Per molto tempo non si parlò mai di incontri, forse per non spezzare quella magia che si era creata. Una sorta di relazione virtuale stava prendendo decisamente piede. Poi, dopo alcuni mesi, "Eva" si sbilanciò. Cominciò a dire che certe belle cose avremmo potuto viverle di persona, da vicino, non stando seduti dietro un computer. Essendo stato stregato dai modi ammalianti di questo "soggetto cibernetico", accettai con entusiasmo l'invito convinto di incontrare una sensuale lei. L'appuntamento mi fu dato di notte, in una villa fuori città un pò inquietante in pieno stile film horror, per intenderci. Provai un pò di paura avvicinandomi al cancello ma mi feci coraggio e bussai al nominativo sul citofono che mi era stato dato. Non rispose nessuno ma il cancello si aprì elettronicamente ed io entrai. Percorsi il viale e bussai finalmente alla porta. Anche qui stessa situazione: la porta si aprì e dietro non c'era nessuno. Incuriosito la richiusi dietro di me ed entrai dentro. L'ambiente era decisamente buio, illuminato a malapena da alcune candele sparse qui e lì. Ad un tratto udì una voce femminile dai toni sensuali sentenziare queste parole:"Benvenuto caro, entra pure nella stanza alla tua destra". L'atmosfera mi spaventava ma la curiosità prevalse. Aprì la porta ed entrai in uno stanzone buio. Non si vedeva praticamente nulla. Fui tentato di uscire da lì ma la porta si chiuse automaticamente senza che potessi farlo. Dopo alcuni minuti sentì delle mani accarezzare il mio corpo. Chiesi:"Eva, sei tu?", e aggiunsi:"Guarda che se è uno scherzo non è affatto divertente!". Ma quelle mani erano forti, decise, mi spogliarono in men che non si dica. Con il jeans praticamente calato sentì una lingua calda leccare la mia intimità anale. Provai piacere, lo ammetto, e affermai:"Eva, sei davvero disinibita come immaginavo". Ma la sensazione di vivere un'avventura erotica con una sconosciuta finì di colpo raggelata dalle parole autoritarie di un uomo:"Eva non esiste, sono un uomo e sono omosessuale attivo, ti conoscevo di vista, mi piaci e morivo dalla voglia di scoparti". Sconvolto e preoccupato iniziai a farfugliare qualcosa, tipo:"Ma che diavolo sta succedendo? La prego accenda la luce, ci dev'essere un equivoco". Ma non ebbi sufficiente modo di agire dal momento che lui, tenendomi saldamente per i fianchi, mi sbattè il suo cazzone durissimo nel culo! Avrei voluto morire, mi sentì davvero male. Avevo sempre scopato donne in vita mia. Mi sentì coinvolto in una situazione surreale. Ma il mio "Stalker" non si fermava, continuava a pompare con decisione nel mio culo raccontando dettagli, spiegò:"Sò tutto di te, conosco ad una ad una le colleghe che ti sei scopato, sei un porco, un puttaniere da strapazzo. Ma nessuna di quelle troiette ti potrà mai amare come me, ricordalo...". Da questa frase intuì che si trattava probabilmente di una persona vicina al mio ambiente di lavoro, magari qualche impiegato di un ufficio presente nello stesso stabile dell'azienda. Ma smisi di ragionare perchè i suoi modi duri e dominanti si mescolarono ad una torbida dolcezza che cominciò a coinvolgermi. Ormai quel tarello nel culo faceva sempre meno male e aveva lasciato decisamente spazio al piacere. Si, lo ammetto, iniziai a godere di brutto a prenderlo nel culo e lui se ne rese prefettamente conto. Stare nelle mani di uno sconosciuto che abusava del mio corpo senza esitazioni mi mandò letteralmente in estasi. Mi girò in tutte le posizioni, mi chiavò a piacimento. Al culmine dell'estenuante e prolungata scopata scaricò tutto il piacere dentro di me: un flusso caldo e copioso di sperma mi inondò totalmente il sedere al punto che lo sentì scorrere fin dentro il corpo. Provai un'estasi profonda mentre lui me lo menava. Schizzai a mia volta a fiume mentre quel gran porco, soddisfatto e compiaciuto, mi leccava libidinosamente un orecchio. Poco dopo aver assaporato l'orgasmo mi ritrovai da solo. La porta si aprì, le luci finalmente si accesero ma lui non c'era più, era sparito nel nulla. Mi rivestì, apprestandomi a uscire dalla villa. Poco prima di lasciare quell'abitazione tetra, sentì la sua voce sentenziare:"Finalmente grazie a me hai conosciuto la tua vera strada, quella dell'amore inebriante. Le sgualdrinelle che frequenti non ti daranno mai tutto ciò, tienilo ben a mente. Ti troverò io, stà tranquillo, ci incontreremo ancora io e te...". Lasciai la villa, entrai in auto e scappai via assorto tra i pensieri in uno stato d'animo combattuto, mezzo eccitato, mezzo impaurito dalla situazione. Di cosa potevo lamentarmi? Volevo una relazione appagante e l'avevo appena trovata. In realtà la immaginavo con una donna, non certo con un uomo, ma in fin dei conti sono dettagli, non vi pare?

Dapprima era la figa...








                          
Poi uno sconosciuto lo cambiò profondamente...




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