martedì 6 marzo 2018

Grazie dottoressa!

Mi chiamo Miranda. A un certo punto della vita, con un matrimonio alle spalle, una separazione e numerose avventure da single, cominciai, pian piano, a non avere più grande interesse verso gli uomini. Nessuno degli spasimanti riusciva ormai più a sedurmi, ad "accendermi" realmente a livello sessuale. Fu così che, in piena confusione mentale, decisi di ricorrere ad un aiuto psicologico. Sfogliando sull'elenco trovai un cognome che mi colpì, "Belletti", e così decisi di chiamare. Mi rispose una voce femminile, il che mi tranquillizzò. Con una donna sarebbe stato senz'altro più facile confidarsi. Premetto che, fino a quel momento, non avevo mai considerato le persone del mio stesso sesso eroticamente attraenti. Tuttavia, già dalla prima seduta, mi resi conto che la psicologa, di nome Arcadia, era, oggettivamente, un'affascinante e sensuale mora. Arcadia non era soltanto bella ma anche intelligente e preparata. Seduta dopo seduta cercò di comprendere le mie difficoltà ma, al tempo stesso, si generò una sottile e velata carica erotica tra noi. Lentamente entrammo in buona confidenza dialogativa. Grazie alle sue domande mirate, arrivai a scendere nei minimi dettagli dei rapporti che avevo avuto in passato e, quando lo facevo, lei si leccava puntualmente le labbra. Non sapevo esattamente cosa stessimo facendo ma la situazione mi intrigava particolarmente. Arrivai al punto di gradire oltremodo quelle sedute, pur non avendo risolto, in sostanza, il mio problema di fondo. Mi ero ormai quasi arresa quando inaspettatamente, un pomeriggio, la dottoressa Arcadia decise di risolvere a modo suo la situazione con una terapia del tutto particolare. Ero stesa sul classico lettino del terapeuta. Cominciò a parlarmi di sesso alternativo, ero confusa ma intrigata, le rispondevo a malapena ad occhi chiusi. All'improvviso lei si avvicinò furtivamente e mi accarezzò lentamente una gamba. Provai un brivido di piacere, lo ammetto. Poco dopo mi ritrovai la sua lingua in bocca. Fui colta da mille sensazioni, pensai perfino di sognare ma era tutto vero, stavamo slinguazzando! Non avevo mai baciato una donna in vita mia. Arcadia, con fare audace, si mise addirittura a cavalcioni sù di me! Mi strapazzò un pò i capezzoli e a quel punto cominciai a sentirmi vogliosa e bagnata come non capitava da molto tempo. Mi mostrò il suo bel seno incitandomi a leccarle i capezzoli. Lo feci con cura e provai un desiderio ormai sempre più crescente. Arcadia mi spogliò con disinvoltura, poi tolse i suoi indumenti. In pratica rimanemmo entrambe solo con i tacchi e le mutandine. La dottoressa allargò le mie gambe e cominciò a saettare la sua lingua calda nella figa ormai bagnatissima. Godetti come una matta, poi lei volle fare il cambio. Ero un pò titubante ma lei mi spinse la testa contro la figa e così mi ritrovai il suo frutto caldo e umido in bocca. Leccai da principiante ma mi venne abbastanza bene e naturale. Nella stanza cominciai a sentire un odore forte di sesso e di essenza delle nostre fiche vogliose che mi penetrò nel cervello. Sempre su quel lettino della perdizione, la dottoressa mi fece mettere a pecorina. In quella posizione si diede da fare a leccare la fica minuziosamente e a lungo. Godetti profondamente e venni intensamente nella sua bocca. Ma non finì certo lì! Arcadia, carica e vogliosa, si mise sopra di me in modo che le nostre passere andassero a contatto. A quel punto iniziò a muoversi affinchè le stesse si strofinassero tra loro: una frugata pazzesca che culminò in un mio nuovo formidabile orgasmo. Dai tremori mi accorsi che se ne venne anche lei. In pratica avevo fatto sesso con la psicologa e mi era piaciuto da matti. Ma lei, con molta diplomazia, disse che faceva parte della terapia e sembrò quasi voler far intendere che le sedute erano terminate. Ma io le dissi chiaramente di aver ancora bisogno di aiuto e così la "terapia" proseguì. Se precedentemente ero confusa, dopo sapevo bene cosa volevo: far sesso con lei. Diventò una specie di droga, di ossessione, non potevo più fare a meno di lei. Parlavamo sempre meno e facevamo puntualmente sesso, ogni dannatissima volta. Quasi ci godevo a pagarla come si fà con le puttane, o forse la puttana ero io, o forse lo eravamo entrambe, chi lo sà. Ma questo bel duetto erotico al femminile era destinato a finire miseramente. Avrei dovuto aspettarmi sorprese da una donna così bella ed intrigante. Quando la vidi in dolci atteggiamenti con un uomo (un cliente venuto allo studio prima di me) andai su tutte le furie dalla gelosia. Aspettai che il tizio andasse via, mi avvicinai a lei e la schiaffeggiai due volte dandole esplicitamente della puttana e corsi via sconvolta da quella dimora. Bhè, l'incazzatura poi passa, si sà, ma, per merito di Arcadia, ho riscoperto le emozioni erotiche: grazie dottoressa, mi hai proprio guarita!                 






      








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