giovedì 16 novembre 2017

Seconda chance per la segretaria

Avete mai sentito la frase dai toni speranzosi: "Si chiude una porta, si apre un portone"?, presumo di si. Ebbene, sembra proprio adeguata ad una mia esperienza passata che voglio narrarvi. Ma andiamo con ordine. Il mio nome è Lena. Con il duro impegno e la gavetta ero passata da semplice cameriera a segretaria di un'importante struttura alberghiera. Tutto sembrava filare liscio come l'olio, non avevo più nè debiti nè problemi di liquidità. Ma gli imprevisti nella vita sono sempre dietro l'angolo, si sà. Il mio capo reparto, dr. Renato Lepre, all'improvviso cominciò a fare il cascamorto con la sottoscritta. Avrei anche potuto starci in fin dei conti a quella corte galante e al tempo stesso serrata se non fosse comparsa sulla scena Elena, la sua gelosissima consorte snob. Quel furbacchione di Lepre non aveva menzionato affatto di essere sposato con l'intenzione palese di mirare ad un appagante extra coniugale. Quando Elena fiutò il pericolo intorno a sè, iniziò ad esercitare pressione sul marito remando naturalmente contro di me affinchè fossi cacciata via dal lavoro. Il risultato fu che Lepre contattò Rossi, il direttore generale. Quest'ultimo, non senza imbarazzo, mi diede il benservito e fui licenziata su due piedi. Che gran carognata, pensai. Mesi e mesi di impeccabile condotta lavorativa vanificati di colpo da una stronza gelosa. L'angoscia mi prese di brutto, ritornarono gli incubi del fitto e di tutto il resto delle spese da pagare. Ero disperata, non sapevo dove sbattere la testa: come uscire da quella situazione incresciosa? Intravidi il baratro ma il fato volle darmi una chance. Rincontrai per caso un mio vecchio spasimante di nome Rodrigo, un imprenditore di successo. In passato aveva già provato un paio di volte a portarmi a letto senza però riuscirci. Quando mi vide sconvolta chiese spiegazioni ed io gli raccontai l'accaduto. La preoccupazione non mi abbandonava, continuavo a ripetergli:"E adesso come faccio? Come risolvo? Dannazione!". Lui mi tranquillizzò, mi invitò a casa sua per un drink. Continuai ad esser nervosa, agitata, preoccupata, ma lui a un tratto cominciò a sfiorarmi le labbra con le sue affermando:"Tranquilla, me ne occupo io dolcezza, ci penso io...". Quelle parole mi rianimarono di colpo, mi sentì davvero considerata, sapevo bene che poteva aiutarmi concretamente volendolo. Cercai di oppormi al suo corteggiamento delicato, in principio, ma poi finì per cedere. E così ci baciammo. Abbracciai Rodrigo con entusiasmo, quasi a volerlo ringraziare. Lui, per tutta risposta, mi accarezzò la gamba, mi spogliò piuttosto in fretta. Finì col palparmi da dietro le tette e da lì io cominciai a perdere i sensi. Mi inginocchiai e gli propinai un godurioso bocchino, poi lui mi piazzò sulla scrivania. Allargai le cosce e lasciai che mi leccasse la passera. Slinguazzava alla grande e a quel punto ebbi un primo intenso orgasmo. Poi mi chiavò sulla scrivania a missionaria dandomi baci di tanto in tanto. Il suo bel cazzo duro e voglioso fece sussultare la mia passerona calda e bagnata. Continuò a trapanarmi da dietro, poi lui salì sulla scrivania ed io mi misi sopra di lui a cavalcioni lasciandomi impalare perbene. Durante la fantastica cavalcata disse che mi avrebbe dato un lavoro se avessi risposto sinceramente ad una domanda. Mi chiese se ci sarei stata con Lepre se non fosse intervenuta la moglie. Nemmeno io conoscevo esattamente la risposta a quella domanda impertinente ma mi piacque pensare di sì, inoltre sapevo bene che era proprio ciò che lui voleva sentirsi dire in modo da considerarmi più troia del normale. Mi inginocchiai e gli segai il pisello sostenendo che ci sarei stata con l'ex capo reparto. A quel punto Rodrigo, ampiamente soddisfatto, si lasciò andare ad una calda e copiosa venuta inondandomi la bocca di sperma e sorridendo sentenziò:"Assunta!".   
















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