lunedì 24 settembre 2018

Vendetta ritardata

Sono Maria, una bionda piuttosto attraente, anche se non ho più 18 anni. Le fantasie sessuali della gente sono tante, alcune più note, altre meno. Di sicuro tra le prime, per un uomo, figura quella di farlo con due donne. Direte voi, ma questo cosa c'entra adesso? Ebbene, lasciate che vi spieghi. Ero fidanzata con Marco, un ragazzo più giovane di me, da ben 4 anni. Non è un adone ma ha un bel cazzo, giusto per intenderci. Conosco le debolezze degli uomini ma non pensavo che lui, ad un tratto del nostro rapporto, si fosse fatto, di punto in bianco, l'amante. Sono impiegata ed esco la mattina presto. In genere sto fuori tutta la mattinata e rientro verso l'ora di pranzo. Quel fatidico giorno tornai a casa molto prima del solito per via di una riparazione d'emergenza agli impianti elettrici dello stabile dove lavoro. Con enorme sorpresa beccai il mio ragazzo a giocare con una tipetta più giovane di me, tale Caterina (il suo nome lo appresi soltanto in seguito). Mi prese uno scatto di rabbia ma riuscì in parte a tenerlo a freno. La curiosità di vedere cosa facevano quei due monelli prevalse su tutto. Lasciai che continuassero, anzi li pregai di farlo, poi decisi di entrare io nel gioco: passi (forse) cornuta, ma mai in bianco! E che diamine! Si profilò inaspettatamente un bel triangolo per la gioia di quel porco di Marco ma anche di noi donne, tutto sommato. Io e lei gli succhiammo il cazzo a turno. Poi la palpai un pò prima di farla scopare con lui, sotto il mio sguardo attento. Mentre l'uccello del traditore la penetrava pensai bene di leccarle la figa. La sentì gemere a più non posso e venire. Poi salì in groppa a lui e mi impalai sovente sul suo cazzo che mi penetrò a lungo. Sul punto di venire indicai a lei di prendergli l'uccello in bocca. Mi intrigava l'idea che lui schizzasse in bocca a quella troia. Dopo le corna non volevo farlo io: doveva essere lei, puttana sottomessa, ad umiliarsi bevendo lo sperma. Caterina, in ginocchio, ricevette un bel fiotto di nettare di cazzo e a quel punto fui pronta a godere anch'io menando la passera con le dita, mentre lui mi slinguazzava i capezzoli. Caterina mi fissò con aria serena, convinta di essere entrata nelle mie grazie. Ma, d'improvviso, le mollai un sonoro ceffone da lasciarle il segno delle dita sulla guancia dandole pure della sgualdrina. Marco mi guardò stupito precisando:"Pensavo ci fossimo già chiariti...", risposi:"Si, come no!" e gli assestai un bel calcio nelle palle. Sorridente abbandonai la stanza lasciando i piccioncini da soli e malconci. Vi chiederete, perchè tutto ciò? Bhè, le corna non le perdono, ma mai rinunciare a una bella chiavata! Ihihihi.















0 commenti:

Posta un commento