lunedì 9 ottobre 2017

Ormoni impazziti, approcci inauditi

Guardate la prima foto per farvi un'idea di quanto sia gnocca la sottoscritta. Mi chiamo Monica, sono segretaria d'ufficio. Questa storia riguarda me e i miei cari colleghi di lavoro, Ugo e Nicola. Da quando ci assunsero nello stesso reparto entrambi mi guardavano con occhi dolci. Sono abituata a certe sensazioni, gli uomini mi osservano dappertutto e di continuo. Ma quei due sembravano più gentlemen di altri, più delicati, per così dire. Soprattutto Nicola cominciò ad essere un pò più insistente con messaggi e chiamate ai quali io puntualmente non rispondevo. Vedendo quanto fossero entrambi presi da me mi dispiaceva quasi di sceglierne uno tagliando fuori l'altro. Inoltre questa situazione in cui pendevano dalle mie labbra mi dava quasi un senso di eccitazione. Ma si sà, gli uomini hanno certe esigenze, e spesso sanno controllarsi meno delle donne. Tuttavia non credevo che si lasciassero andare al punto in cui effettivamente arrivarono. Li sentì confabulare e li spiai dietro la porta. Restai a dire poco stupita quando vidi Ugo propinare un succulento pompino a Nicola. Li lasciai fare per alcuni minuti, poi mi presentai davanti a loro. Nicola cercò di mascherare l'imbarazzo dicendo in un primo momento che si trattava di uno scherzo, o roba simile. Ma era talmente eccitato che poco dopo ammise la verità. A quanto pare Ugo aveva sempre avuto queste fantasie nascoste ed aveva trovato in Nicola l'occasione giusta. Che cosa accadde? Bhè che non si fermarono al pompino eh no! Li osservai tutti nudi scopare a pecorina, davanti ai miei occhi. Poi a missionaria, proprio sopra la scrivania! Non avrei mai immaginato che fossero arrivati a quel punto. Ammettiamo pure le tendenze gay latenti di Ugo, ma Nicola? Alla fine gli piaceva pure a lui! Scoparono con foga sempre crescente. Salirono entrambi sulla scrivania per una trombata a pecorina da urlo. Scettica sugli approcci omosessuali iniziai a provare un sottile, intenso piacere al punto che la fica mi si bagnò completamente. In quel frangente mi venne il desiderio malizioso di umilarli, mi spogliai restando in perizoma, tacchi e autoreggenti per il gusto sadico di fargli vedere le mie grazie (come una gustosa tavoletta di cioccolato da non poter assaggiare), quelle essenze femminili negate che li avevano torbidamente condotti a giocare tra loro. Percepirono la provocazione, mi dettero della puttana, della troia, ma le vere troie erano loro, incapaci ormai di rinunciare a quella cavalcata interminabile. Ugo era vergine e Nicola il buchetto glielo aveva proprio sfondato! Come mi aspettavo Nicola arrivò vicino all'orgasmo, sfilò il cazzo dall'ano del collega e gli schizzò copiosi fiotti di sborra in bocca! mmm! che porcata! Avrei voluto sditalinarmi come una pazza e sfogare anch'io ma mi controllai: non volevo mostrar loro che mi piaceva ciò che avevano appena fatto (poco male, mi sarei toccata dopo con calma a casa ripensandoci). Preoccupati mi chiesero di fare silenzio sulla vicenda ed io mi comportai da amica mantenendo il segreto. Se lo scoprisse il direttore allora si che li trombererebbe per davvero licenziandoli in tronco; onestamente non sono stronza fino a questo punto... Finchè tutto resta segreto, quando rimaniamo soli soletti in ufficio, io sono sempre la loro amica guardona...
















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