sabato 19 agosto 2017

Una torbida vacanza in Grecia

Mi chiamo Danilo. E pensare che... quella vacanza in Grecia ad agosto sarebbe dovuta essere, per me e mio cugino, la consacrazione come sciupafemmine. Appena lasciati con le rispettive ragazze eravamo sicuri di rifarci con le bellezze locali. L'idea di base una sola: divertirsi con le donne. Sin dai primi giorni sia io che Marco notammo quanto fossero disinibite le ragazze del posto. Nascosti dietro le rocce spiammo con stupore certe gran gnocche darsi da fare con gli uomini a suon di pompini succulenti e scopate goduriose già alle prime luci dell'alba. Pensavamo di far strage di donne ma ci sbagliavamo di grosso. Bloccati a mille dalla timidezza non riuscimmo a beccare nemmeno una rappresentante del gentil sesso. I giorni passavano e la delusione cresceva di pari passo con la tensione e l'eccitazione: il bel posto, il bel mare, ma senza riuscire ad andare in fica con quel ben di Dio disponibile, e ciò solo per un nostro fottuto blocco interiore. Continuavamo solo a spiare come guardoni arrapati disperati ma senza riuscire ad approcciare nessuna di quelle fighe. A metà mese eravamo ancora in bianco finchè una notte accadde tutto, torbidamente. Stavamo nel letto nudi a parlare di quanto fossimo incapaci di riuscire con le ragazze, poi ci addormentammo di colpo. Nel bel mezzo della notte mi svegliai voglioso, a cazzo duro. Marco stava dormendo. D'istinto lo baciai, non semplicemente sulle labbra, gli misi proprio la lingua in bocca. Lui si svegliò di colpo e, un pò confuso accolse quel bacio proibito (tra cugini di primo grado!). Cominciammo a limonare, sapevamo che sarebbe stato l'unico modo per godere ma probabilmente ci piaceva davvero, oltre i nostri fallimenti con le donne. Lo accarezzai, il suo cazzo si indurì a meraviglia ed io cominciai a succhiarlo con gusto. Lo imboccai tutto, poi gli saltai sopra e, a missionaria, lo inculai nel buio della notte sentendo le sue urla di dolore miste a piacere. Mi eccitava l'idea di sverginarlo, sapevo che il suo buco era immacolato fino a quel momento e io lo stavo violando. Fu una chiavata stupenda, dolce e a tratti energica, continuammo a baciarci e a scopare finchè mi rilassai venendo copiosamente nel suo culo ormai spanato. Ma poi fu lui a condurre il gioco, mi disse:"Voglio farti io adesso!". E così mi trapanò messo sul fianco, mi fece toccare il cielo con un dito mentre all'orecchio mi dava impunemente della troia, e non aveva certo tutti i torti. Gustai a lungo il suo cazzo che mi sfondava il culo, che mi sverginava, poi lo sfilò e volle darmela in bocca la panna: un fiume di sborra mi allagò il volto rendendomi troia oltre ogni limite. Per quella volta ci appagammo ma il gioco continuò tutte le notti fino al termine della vacanza, per altre 2 settimane! Fu quasi spiacevole rientrare a casa e raccontare bugie agli amici riguardo alle conquiste femminili, peraltro mai realizzate. Eh si, della figa non avevamo sentito nemmeno l'odore, a differenza del cazzo di cui avevamo fatto piena indigestione!       
 
tante fighe in spiaggia...



 ma poi...






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