mercoledì 12 aprile 2017

La vicina scroccona

Il mio nome è Alessia (la ragazza bionda). Questo racconto necessita di una prefazione. In primo luogo parliamo della sottoscritta. Abito da sola in un monolocale posto al secondo piano di un palazzo piuttosto fatiscente. Per vivere mi arrangio dando ripetizioni di inglese agli studenti. Con gli uomini ho avuto varie storie, poche importanti. Proprio in quelle che contavano mi hanno sempre cornificata. E dunque, contrariamente ai sogni di mia madre, il matrimonio non è mai arrivato. Dopo le innumerevoli delusioni amorose cominciai a guardare l'orizzonte sotto una prospettiva diversa fino a considerare possibili le relazioni, non soltanto amichevoli, con persone del mio stesso sesso, ovvero le donne. Rimorchiai alcune signore mature, molto più grandi di me, per lo più casalinghe deluse all'ultima spiaggia. Con loro sperimentai l'ebrezza del sesso al femminile: puro e semplice sfogo senza particolari coinvolgimenti sentimentali. Una vita piuttosto monotona, tutto sommato, se ad un certo punto non fosse entrata in gioco Mirella. Molto spesso gli incontri più interessanti avvengono per puro caso. Mirella si trasferì in fitto in un appartamentino posto proprio sotto il mio, ossia al primo piano dello stabile. E' difficile non notare una brunetta così bella, alta e sexy. Ricordo molto bene il giorno in cui la conobbi, mi disse sorridendo:"Piacere, io sono una nuova inquilina, Mirella". Spesso bussava alla mia porta per chiedere qualcosa mentre stavo dando ripetizioni agli studenti. Una volta le mancava il sale, una volta lo zucchero, una volta il bagnoschiuma. Diciamo la verità, Mirella rompeva parecchio i coglioni. Tuttavia risultava difficile dirle di no, dopo aver visto i suoi bei sorrisetti, in più non intendevo essere acida con una nuova arrivata del condominio. Ma poi le richieste aumentarono, mi chiedeva i passaggi in auto. Lo faceva con naturalezza, del tipo:"Hey, mica ti dispiace darmi uno strappo in farmacia?". Mirella iniziò a diventare martellante, mi chiedevo come facesse a non rendersi conto di quanto effettivamente rompesse. Un giorno mi chiese di accompagnarla all'appuntamento con uno dei suoi tanti spasimanti. Stizzita le risposi:"Ma non poteva venirti a prendere lui?". Lei spiegò:"No, no, lo conosco appena, ci voglio parlare un pò prima di salire in auto con lui...". Aspettammo un pò ma il tipo non si presentò all'appuntamento, le diede buca (e ciò risulterà determinante) e così non ci restò altro da fare che tornare indietro. A quel punto ne approfittai per sfogare un pò la rabbia accumulata e gliene dissi quattro a Mirella. Le feci notare che era un egoista, un'approfittatrice opportunista. Tuttavia più la guardavo e più mi piaceva. Pensai sempre più a lei sessualmente. Allungai una mano sulle sue cosce, le carezzai, poi proposi un drink da me. Mirella mostrò un'espressione perplessa e preoccupata, del resto come darle torto: prima la mia incazzatura, poi la mano sulle gambe e infine l'invito a bere un drink... Ad ogni modo rientrammo a casa. Parcheggiai l'auto e salimmo da me al secondo piano. Si rese conto di aver esagerato con le richieste, troppo continue, e così esclamò:"Credo proprio di aver bisogno di bere un drink bello forte". Non mi dispiaceva affatto, così si sarebbe lasciata andare di più:le offrì un whisky. Appena ebbe finito di bere proposi:"Sù mandane giù un altro!", poi presi anch'io un bicchierino e lo riempì col Glen Grant. Le tensioni cominciarono ad allentarsi, ridevamo come due cretine ma io ero un pò più lucida di lei. Alzarle il vestito fu quasi naturale. Ebbe un sussulto quando le palpai il culo con decisione. Era scettica su ciò che stava accadendo ma, complice l'alcol, più tendente a rilassarsi che a reagire. In men che non si dica le feci aprire le gambe e le leccai stupendamente la patata. Poi mi misi dietro di lei che ancora faceva obiezioni. Sapevo bene che non era mai stata con una donna. Le slinguazzai le natiche. Mirella disse che mi assecondava quasi per scusarsi dell'accaduto (e cioè di esser stata una scroccona compulsiva) ma poi, presa dall'eccitazione incalzante e incontrollabile, e resasi conto che volevo sesso senza mezzi termini, ammise chiaramente che ci sarebbe stata ad un gioco da troie. Se ne stava bella nuda a pecorina mentre le slinguazzavo la passera e fu così che rapidamente raggiunse l'orgasmo. Poi fu pronta a leccare la sua prima fica, a ricambiarmi e lo fece così bene che le venni magnificamente in bocca. Leccandole il collo la sgrillettai a dovere conducendola per la seconda volta al culmine del piacere: la bella Mirella se ne venne ancora, sotto il mio sguardo compiaciuto. La brunetta, ormai pienamente coinvolta nel gioco saffico, non disdegnò affatto di leccarmela ancora da dietro minuziosamente. Le sue calde slinguazzate mi portarono a godere nuovamente e intensamente regalandole ancora caldi sughi figali in bocca. Fu davvero un modo estasiante di fare pace. Dopo quella volta Mirella non è cambiata per nulla, continua puntualmente a chiedere favori, ma  ha imparato molto bene a sdebitarsi concedendomi spesso la sua amorevole topa...  
















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