Mi chiamo Gina. Lavoro come segretaria in una nota Azienda che si occupa di prodotti alimentari. Riscontrai a mie spese che, nella vita, ci sono dei legami particolarmente torbidi e morbosi. E pensare che Alessandro aveva insistito tanto per conquistarmi. Credevo che fosse un ragazzo tranquillo, senza fantasie perverse ma, pian piano, mi resi conto della sua vergognosa ossessione per la madre Teresa (che, tra parentesi, è la mia datrice di lavoro). Parlava sempre di quella donna e iniziò a farlo anche durante i nostri momenti di intimità. Realizzai che non riusciva a godere senza menzionare lei. Stupidamente, decisi di discutere di questo delicato argomento proprio con Teresa e ciò, in qualche modo, non fece altro che aggiungere benzina sul fuoco e sgretolare definitivamente il mio rapporto con lui. Eh sì, perché quella troia, invece di trovare la vicenda decisamente anomala e sbagliata, ne trasse motivo di vanto, orgoglio e libidine per stare al centro dell'attenzione. Teresa divenne sempre più disponibile col figlio. A me disse semplicemente che non ero brava a letto, che non scoprivo abbastanza spesso le cosce, le tette, il culo e soprattutto la passera per soddisfare le voglie erotiche impellenti del giovane. La signora ribadì questo concetto con arroganza mostrandomi la sua topa con sfacciataggine acuta facendo intendere che il ragazzo pendeva dalle sue labbra (quelle della figa evidentemente!). In seguito, circa un mesetto dopo, beccai Teresa ed Alessandro insieme sul lettone di casa loro in atteggiamenti inequivocabili. Restai evidentemente schifata ma non troppo sorpresa perché immaginavo già che, un andazzo del genere, così torbido e morboso, avrebbe potuto portare solo all'incesto, nella versione più trasgressiva, quella tra madre e figlio. Bisogna tuttavia ammettere che si percepiva in modo palese il feeling esistente tra quei due porci, un mix micidiale di complicità e attrazione fisica che scatenarono, di fatto, la bollente e sfrenata passione sessuale. La curiosità di osservare le loro gesta intime si rivelò perfino maggiore della sensazione di schifo che provavo. Eh sì, osservai con attenzione mentre lui mi rendeva cornuta con quella troia della genitrice. Avvertì sensazioni di torbidissimo e profondo piacere, misto alla rabbia, allo sdegno e alla vergogna. E pensare che cominciarono ad interagire in modo così naturale, quasi innocente, con un semplice bacio, come quello che avviene tra due fidanzatini. Poi, però, lui cominciò a leccarle i capezzoli, a strusciarle la figa col filo della mutanda. La fistò, la sditalinò, prima che lei cominciasse a sbocchinarlo alla grande. Proprio in quel momento decisi di farmi avanti, dopo che ero stata a spiare. Teresa non perse certo la sua sfacciataggine, dall'alto del suo piedistallo. Poi, i due si misero addirittura a scopare. Lei gli stava sopra a cavalcioni operando proverbiali movimenti di bacino mentre lui godeva a occhi chiusi. Bhè, lo spettacolo era arrapante, non c'è che dire, anche se la voglia di sputtanare quella donna in ufficio albergava impellente dentro di me. L'avrei smerdata volentieri con tutti gli impiegati, raccontando che si teneva il figlio ma lei frenò questo sogno perchè spiegò che mi avrebbe licenziata qualora avessi agito in tal senso. E così non mi restò altro da fare che guardare, da gran cornuta, la chiavata sempre più bollente dell'anomala coppietta. Il ragazzo sfondò la madre a pecorina portandola all'orgasmo. Dai loro discorsi capì che la donna era separata. In sostanza, il figlio si sostituì egregiamente al padre nel soddisfare le voglie della femmina matura. Lui arrivò all'amplesso. Le schizzò dappertutto, sul culo, perfino su un braccio. Intanto, mi chiese se volessi restare sua amica. Risposi di no, tanto c'era la madre a ricoprire qualsiasi ruolo, pure quello dell'amica, oltre alla naturale vocazione da puttana. Andai via sdegnata ma con la figa bagnata. Dopotutto avevo assistito ad una gran trombata!
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