lunedì 31 gennaio 2022

L'amore indissolubile tra due donne sposate

Mi chiamo Marika. Vi racconterò della mia storia d'amore con un'altra donna di nome Giuliana. Correva l'anno 2007, non lo sapevo ancora ma quel periodo mi avrebbe stravolto la vita. Ricordo ancora come fosse ieri che, quel giorno, era un mercoledì di giugno. Mi trovavo a Sassari, seduta al bar per sorbire un aperitivo. All'inizio non ci avevo fatto caso ma, successivamente, mi accorsi di lei, una bella bionda che mi stava fissando.  Indossava una camicetta bianca, si vedeva che non portava il reggiseno. La guardai, le sorrisi, lei, sfacciatamente, aprì le gambe e intravidi la vagina. Se la sfiorò con naturalezza ed io cominciai a sentire caldo... di certo non per la temperatura esterna! Mi ritrovai a toccare un seno. Lei, improvvisamente, si alzò, venne al tavolo dove stavo seduta, si presentò e mi baciò sussurrando "Ti voglio!". Mi lasciò un bigliettino col numero di telefono e l'indirizzo. Scoprì che abitava vicino casa mia ad un paio di km di distanza. Trascorsero un paio di giorni, presi il coraggio e la chiamai. Le chiesi un appuntamento, ci trovammo nel centro della Maddalena per un semplice aperitivo. Sembrava che ci conoscessimo da una vita, c'era un feeling incredibile tra noi. Com'era prevedibile, finimmo a letto insieme. Non era la prima volta che scopavo con una donna ma lei era fantastica, magnifica! Pian piano ci innamorammo, nonostante fossimo entrambe già felicemente sposate. Ci amiamo alla follia ancora adesso, dopo ben 15 anni! I nostri incontri continuano, sia da sole sia in compagnia dei nostri mariti. Ma, quando siamo da sole, scatta una scintilla inarrestabile, una magia, una complicità meravigliosa! Lei è una donna fantastica che amo ormai da 15 anni. Sono sicura che l'amerò per sempre! RACCONTO TRATTO DA UNA STORIA REALMENTE ACCADUTA.

baci saffici

sabato 29 gennaio 2022

Voglie fetish

Siete amanti del fetish? Vi eccita farvi segare dalla vostra amica speciale, fidanzata, moglie, amante o conoscente che sia e venire sulle sue calze e sulle sue scarpe con i tacchi? Allora godetevi queste foto!




Pissing bollente con la segretaria

Il mio nome è Rosa. Svolgevo la mansione di segretaria presso una ditta privata. Romeo, il titolare della società, mi incuriosì fin dai primi giorni di lavoro. Col tempo entrammo in confidenza e, a un certo punto, mi rivelò di avere difficoltà di approccio con le donne in base ai suoi particolari gusti sessuali. In altre parole, era un patito del pissing, pratica che, naturalmente, non piace a tutte le femmine. Nelle pause di lavoro mi parlava del piacere che gli conferiva la "pioggia dorata" ed era così convincente che, pian piano, alimentò la curiosità nella sottoscritta. Sono affascinata dalle novità, ed ero tentata di cedere alle sue velate avances. Mi trattenevo soltanto per via di Mauro, il ragazzo con cui intrattenevo una relazione. Ma, alla fine, quel rapporto di coppia scivolava sempe più nella noia, nella monotonia più totale, dal momento che Mauro non brillava certo per estro e creatività. Un giorno Romeo si pose in modo più deciso nei miei confronti e fu la volta buona che Mauro si beccò un bel paio di corna. Ricordo ancora quella situazione come fosse ieri. Stavo finendo di mettere in ordine delle pratiche, dopodichè sarei andata a casa quando Romeo, a sorpresa, se ne uscì con un improbabile drink che volle offrirmi a tutti i costi. Accennò alla "limonata calda" e subito realizzai che aveva appena pisciato nella tazza. Intrigata da quel frangente, gli palpai il cazzo da sopra al pantalone. Poi, come una troia navigata, bevvi parte del liquido come fosse stata aranciata. Per Romeo il pissing funzionava meglio del viagra: incominciò a leccarmi la figa con ardore. Poi mi fece stendere e urinò su di me con una precisione a dir poco chirurgica al punto che il getto finì dritto sulla vagina: estasiante! Sgocciolò il resto sulla mia lingua. Surriscaldata a mille, glielo presi in bocca. Poi, su sua indicazione, mi misi ad urinare in un contenitore di plastica per fogli formato A4. Usò la mia urina per farla scorrere sul cazzo mentre lo spompinavo. Romeo, eccitato più che mai, trovò la voglia e la convinzione di fottermi a pecorina e a missionaria. Quando provammo la posizione a candela, mi venne d'istinto di urinare a fiume sul suo cazzo e lui andò in estasi più che se lo avessi preso nella fica. Lui aveva ancora una gran voglia di pisciare: inginocchiata ricevetti un grosso getto di piscia in bocca. Ormai, limiti e tabù erano crollati. Mi piaceva quel gioco sporco a base di urine ma desideravo anche lo sperma. Conoscendo la sua passione per smisurata i dispositivi elettronici, lo spompinai mentre stava steso sulla scrivania accanto al monitor e alla tastiera. Ciò sembrò conferire un valore aggiunto alla sua eccitazione. Dopo un pò ci spostammo in una stanza adiacente dove c'era un letto e lì bastarono pochi colpi di lingua, assestati a dovere sulla cappella, affinchè lui esplodesse totalmente. La sborra copiosa terminò la corsa tra bocca e viso della sottoscritta. Intanto, già eccitata a mille, sditalinai la fica per raggiungere l'orgasmo a mia volta. Soddisfatta, ripulì perbene la cappella e poi ci ritrovammo nudi in un abbraccio complice felici di aver goduto in quel modo. Dopo averlo provato potetti esprimere un giudizio positivo sul pissing e gli rivelai anche di aver messo le corna al mio ragazzo. Mi osservò con aria compiaciuta, poi affermò che una segretaria così non l'avrebbe mai cambiata. Peccato che, molto spesso, gli uomini non mantengono le promesse. Attualmente non lavoro più per lui ma, quella giornata all'insegna del pissing, resta un ricordo davvero estasiante.                          


giovedì 27 gennaio 2022

Rimorchiando teen in palestra

Ben ritrovati dalla vostra intramontabile compagna di viaggio Elvira. Non sono mai stata una grande appassionata della palestra, anche se ammetto che lì si riesce a tonificare il fisico. L'aspetto migliore di recarsi in quel posto è quello di incrociare gli sguardi (e non solo) di tante belle ragazze che cercano di tenere in forma il fisico tra allenamenti e sudore. Un bel pomeriggio, mi recai in palestra e notai subito una biondina interessante. Approfittai di un suo momento di pausa dagli esercizi che il trainer le aveva assegnato per attaccare bottone. Stava sorseggiando un gatorade quando le chiesi: "Hey ciao! Come và? Anche tu qui ad allenarti eh...". La sua faccia parve perplessa dato che non mi conosceva affatto. Per rompere il ghiaccio le offrì una caramella e mi presentai: "Piacere Elvira!", lei rispose: "Piacere mio, sono Francesca, ma puoi chiamarmi Francy". A volte è necessario battere il ferro finchè è caldo, così le proposi d'istinto: "Ti andrebbe di venire da me a prendere un caffè e scambiare quattro chiacchiere?". La puttanella rispose: "Perchè no?". E così ci recammo a casa mia. Dopo aver sorbito il caffè, cercai di entrare in confidenza con lei. Le chiesi se fosse fidanzata, mi rispose di no, che preferiva uscire con le amiche. A quel punto ebbi la certezza del suo orientamento saffico e, sempre d'istinto, scoprì le tettone destando la sua ammirazione. Da lì il passo fu breve per giungere ad una fantastica lesbicata che iniziò col bacio e si sviluppò con ditalini, leccate di capezzoli, di fica e pure di culo. Eh si, perchè quando le slinguazzai l'ano, venne voglia anche a lei di ricambiare. Ma il pezzo forte arrivò quando tirai fuori dalla borsa il mio amato strap-on dildo, che lei non si aspettava minimamente di vedere, con il quale la castigai a dovere a pecorina. La leccata finale a 69, dove ci scambiammo a vicenda intense sensazioni di piacere, costituì il fiore all'occhiello di quella magnifica lesbicata. Gli orgasmi non si contavano più. L'ultimo appagamento lo raggiungemmo sditalinandoci una accanto all'altra unite saldamente da un caldo bacio lingua a lingua. Questa palestra è ricca di belle fichette, faccio proprio bene a frequentarla, non è vero?    


martedì 25 gennaio 2022

L'amore inverso

Mi chiamo Loredana. Il sesso per me è, innanzitutto, un piacere mentale e poi anche fisico. Ho sempre avuto fantasie erotiche sulle donne dalle quali sono indubbiamente attratta ma, data la mentalità di stampo classico della mia famiglia, questi desideri sono rimasti tali senza trovare, fino ad ora, un riscontro reale. Con gli uomini, invece, mi sono data piuttosto da fare. Forte di una notevole avvenenza fisica, incluse due tette da sballo, ho scopato con vari maschietti anche se, a dire il vero, non ho mai raggiunto un appagamento totale di corpo ed anima. Tra le tante esperienze vissute, ne ricordo una in particolare e con estremo piacere. Come mai? Perchè è quella in cui sovvertì le regole classiche del sesso. Ma passiamo al racconto nei dettagli. Sono una direttrice del personale. L'uomo in questione si chiama Carlo ed è un tecnico che, ogni tanto, si occupa della manutenzione in azienda. Essendo il titolare della sua società, è costretto ad interfacciarsi con la sottoscritta per i permessi d'entrata e per ciò che riguarda tutta la parte burocratica del lavoro (quanta carta occorre produrre per svitare una semplice lampadina!). All'epoca, parliamo di 4 anni fa, lui aveva circa 40 anni ed era attraente, molto curato, il tipico palestrato, insomma, ma non eccessivo. Molte delle ragazze che lavorano nella mia azienda sbavavano per lui, comprese quelle sposate. Si comportavano come cagnette in calore quando arrivava lui che, ovviamente, faceva lo scemo un po con tutte. Alla fine io incominciai a dargli retta giusto per far si che non mi  creasse troppi casini fra le  operaie. Diciamo pure che a lui non sembrò vero essere considerato da una figa come me. Più che dargli attenzioni, incominciai a dargli corda ogni qual volta lui ci provava. Dulcis in fundo, l'appuntamento glielo chiesi io. Dopo un pò che ci provava cominciò ad essermi simpatico e mi faceva ridere. Poi mi piaceva come mi guardavano le dipendenti quando lui  entrava nel capannone e tirava dritto per venire da me ignorandole tutte. Ciò mi dava una sensazione di potere, mi sentivo ammirata e invidiata da tutte quelle donne e la cosa mi piaceva moltissimo... Sedurre un uomo non è poi così difficile: basta una gonna molto corta e una scollatura generosa. Comunque, alla fine, ci incontrammo per una cena in amicizia. Mi portò in un locale a Genova, lungo la passeggiata di Nervi. Praticamente aveva prenotato tutta la sala ed eravamo solo io e lui. Io avevo una minigonna di pelle nera, dei collant a fantasie e un maglioncino a collo alto bianco. Sopra, invece, mi ero messa un giubbino corto di pelle nera. Calzai scarpe nere (con tacco a spillo da 10, e vai!). Non pensavo che ci avrei scopato, a dire il vero. In ogni caso, a prescindere, mi piace essere guardata. Adoro quel momento in cui si transita e si sente che tutti ti tengono gli occhi puntati addosso: che sensazione magnifica! Lui era vestito in maniera molto sportiva: jeans  neri, una camicia  rossa  scura  con sopra un cappotto di pelle nera. Mangiammo diverse specialità di pesce, bevendo parecchio. Mi fece stare bene, nel senso che mi viziò per tutta la serata (Il Si del  Gavi è un vino molto costoso). Insomma bevemmo, ridemmo, scherzammo. Fu una bella cena e il posto decisamente bello, romantico. Facemmo una camminata lungo la costa a strapiombo sul mare. Dopo cena, mentre passeggiavamo, lui provò ripetutamente ad abbracciarmi ma io lo scostavo, mi divertiva rifiutarlo. Mi fece sentire come se fossi la cosa piu bella e preziosa del mondo. Continuai a tenerlo alla larga ma avevo già deciso, dentro di me, che me lo sarei scopato. Comunque, ad una certa ora mi riaccompagnò a casa, nel mio appartamento genovese, un quadrilocale. E' un pò il mio rifugio quando scappo dalla routine e, soprattutto, dal controllo ossessivo di mio padre. Girammo un bel pò. A Genova, come del resto in molte grandi città, non è facile trovare posteggio Lui stava impazzendo. Poco prima di arrivare a casa, lo incitai a cercare un posto per l'auto perche volevo che lui salisse da me. Girammo a lungo per posteggiare.  Lui stava perdendo la pazienza e io mi divertivo a punzecchiarlo, del tipo: "Ma pensa te... potremmo essere a casa mia sul divano, ma tu non sai trovare un dannato parcheggio!". Ad un tratto, lui finalmente ci riuscì, fece due o tre manovre per infilare la macchina in quello spazio striminzito. Io intanto mi ero già avviata verso il portone del palazzo. Avevo aperto e chiamato l'ascensore, lui arrivò di corsa, mi afferrò e fui sbattuta contro la porta dell'ascensore. Mi baciò   senza tregua. Quando arrivò la cabina giunse al livello, si aprirono le porte e noi scivolammo dentro. Lui continuò a baciarmi e a toccarmi ovunque. Praticamente arrivai al ultimo piano dove sta il mio appartamento con le tette di fuori e la gonna  attorno alle caviglie. E i collant? Rotti, ovviamente! Insomma era una vera furia, un animale. Pensai: "Cazzo! Questo ora mi sfonda sul serio!". Ciò non mi dispiaceva affatto: volevo essere scopata di brutto, godere una volta per tutte come Dio comanda! Entrammo in casa, mi divincolai dai suoi abbracci togliendo poi gli indumenti  (lo feci per salvare il resto dei vestiti dalla sua furia). Cominciammo a scopare sul divano, mi diede appena 5 colpi nella passera e venne sulla mia pancia. Restai senza parole, non sapevo se ridere o piangere Ad ogni modo, ci alzammo avviandoci in camera da letto. Ricominciammo a scopare. Lui era in piedi ed io appogiata con la schena sul divano e le gambe aperte sulle sue spalle. Questa volta mi misi io sopra di lui: lo cavalcavo girata di spalle, guardandomi allo specchio (lo faccio molto spesso, mi piace guardarmi le tette mentre scopo: la lesbica che risiede in me ogni tanto esce fuori!). Tuttavia, lo  sentivo assente. Forse, per paura di venire di nuovo, lui cercava, in qualche modo, di estraniarsi. Lo cavalcai per un pò e poi, insoddisfatta, mi alzai. Mi stesi sul letto accanto a lui, senza dire nulla. Lui si mise sopra di me altri 5-6 minuti a missionaria ma non mi piaceva affatto quella sensazione, quindi mi divincolai e indirizzai l'intimità verso un 69, sperando di trarre maggiore soddisfazione. Lo preso in bocca mentre lui, d'altro canto, leccava la fica. Era troppo preso dalla mia vagina e sopratutto dal pompino che gli stavo praticando, per accorgersi che smanettavo nel cassetto del comodino. Eravamo messi in maniera trasversale sul letto: la mia testa dal lato del comodino, la sua verso il centro del letto. Quando afferrai il dildo in mano (da 28 cm, color pelle, un vero e proprio cazzo finto, con tutti i particolari in risalto) lui comprese che qualcosa stava per succedere ma non potette farci proprio nulla perchè io gli morsi volutamente il cazzo. Inoltre, più si muoveva, piu stringevo i denti (che gran bastarda vero?). Aquel punto, nulla poteva impedire che gli rompessi il culo. Ero in una condizione paragonabile ad un calciatore professionista che si trova dinanzi alla porta sguarnita, senza portiere: è quasi impossibile non fare gol, ed io lo realizzai eccome! Quando lui percepì l'oggetto entrare nell'ano, provò a dimenarsi ma io, come spiegato poc'anzi, fui impietosa: gli morsi il cazzo in modo che restasse immobile. Alla fine cedette e si lasciò rompere il culetto: dopo un pò si rilassò! Inizialmente io ero ancora sotto di lui col cazzo in bocca. Tra un colpo di vibro e l'altro gli davo una leccata sulla cappella per tenerlo il più rilassato possibile. Poi presi posizione, mi portai dietro di lui e lo inculai con tutta la forza che avevo nelle braccia facendolo gemere come una cagna in calore. Gli feci affondare la testa nel cuscino in modo che il suo culo si trovasse ben in alto. Lo inculai con gusto per una decina di minuti insultandolo a più non posso (gli diedi del frocio, della troia, dello schiavo!). Mi implorò di non smettere, voleva essere stantuffato a fondo la puttanella! Ed io accolsi appieno quella richiesta. Lo ammetto: lo sfondai perbene e alla fine lui raggiunse un intensissimo orgasmo bollente: schizzò senza che io nemmeno gli toccassi il pene miimamente. Quello stronzetto imbrattò le mie lenzuola di seta nera (molto costose, fatte  su ordinazione, bhè, lasciamo stare...). Venne tantissimo! Sembrava che lo sperma non smettesse mai di sgorgare fuori dal pisello, proprio come un fiume che straripa. Questa è stata l'unica memorabile volta che ho inculato qualcuno. Dormì da me. Il giorno seguente, faceva fatica a camminare. Glielo avevo proprio rotto il culo, con tutti i comandamenti! Lo guardavo seria ma dentro di me ridevo all'impazzata. Ovviamente non raccontò in giro la verità, poco edificante per uno con la fama da sciupafemmine. La versione ufficiale fu che si era stirato la gamba giocando a calcetto con gli amici... Si, aivoglia! Come no! Di tanto in tanto mi messaggia ancora. A dirla tutta, non sono particolarmente presa da lui ma, infondo, potrei anche ripensarci e rompergli il culo di nuovo. Di sicuro ci riuscirei tranquillamente anche la seconda volta... E a voi piacerebbe provare l'amore al contrario? Tratto da una storia vera.




 
colpo di scena!

Alex lo prende clamorosamente dietro

Salve da Alex. Sono pronto a narrarvi l'ultima parte di questo lungo racconto. Onestamente, un epilogo del genere non me lo sarei aspettato neanche io. Fu traumatizzante per me scoprire che Giulia (mia madre) e Carmela (mia moglie) se la intendevano. A quel punto persi la testa. Per un pò odiai le donne profondamente. Cercai di scappare, ma non si può evadere dalla realtà, spegnere la luce e far finta che non sia accaduto nulla. Un amico mi consigliò di andare a trovare sua cugina Ramona per svagarmi. Era carina, sexy. Nonostante fosse molto disponibile sessualmente, riuscì solo a confidarmi con lei. Di fronte alla sua figa aperta stentai a raggiungere l'erezione. La mente era presa da quelle due diavolesse di Giulia e Carmela. Non riuscivo ad accettare la loro relazione saffica. Salutai Ramona e mi diressi verso un bar. Ci voleva un drink! A poci metri dal locale scorsi Carmela vestita di bianco. Fu gentile, nell'occasione, e consigliò di far pace con mia madre. Non sapevo che fosse tutta una tattica combinata da loro due a tavolino. Mi avevano già fregato una volta e ci riuscirono anche la seconda. In ogni caso andai a trovare mia madre che però non era sola. Stava in compagnia del suo parrucchiere, Luis. L'uomo, stranamente, si era presentato a domicilio. Mi apparve insolito perchè la mamma andava sempre nel suo negozio, raramente lo riceveva a casa, giusto quando non si sentiva bene. La trovai allegra, gioviale, cordiale, per nulla risentita della mia scenata dei giorni precedenti. Con aria sorridente, insistette perchè conoscessi Luis. Ci presentò e si allontanò con la scusa di dover effettuare una telefonata in modo tale che io e l'altro restassimo da soli. Luis era simpatico, dialogammo, bevemmo qualche drink. Poi mi fece capire che gli interessavo. Mi faceva strano ricevere avances da un uomo ma, complici i drink, provai una magnifica sensazione di benessere e di tranquillità. Con disinvoltura mi spogliò e si tolse i vestiti. Restammo nudi. Non provai imbarazzo. Poi, quando pretese con eleganza e decisione di succhiargli il cazzo, mi trovai davvero in imbarazzo. Ma lui, sapendo perfettamente ciò che desiderava, riuscì a mettermi in ginocchio e a portare il suo uccello all'altezza della mia bocca. A volte certe situazioni evolvono in attimi... Fui estremamente incuriosito dal suo modo di fare e, alla fine, cominciai a succhiare l'uccello che divenne sempre più duro nella mia bocca. Non sapevo neanche io cosa stessi facendo, in realtà, ma quel momento, carico di libidine, mi esaltava non poco. Luis non perse tempo e mi igroppò sul letto senza esitazioni. Nel frattempo, a sorpresa, arrivarono le donne. Mi videro prenderlo nel culo a candela, poi pesantemente a pecorina. Il parrucchiere era uno stallone e mi sfondò in tutto e per tutto. Mi resi conto che aveva organizzato tutto mia madre con la complicità di quella porca di Carmela. Sapevano che avrei interferito con la loro relazione lesbica e pensarono bene di trovare un "amichetto" che mi tenesse occupato, diciamo così. Pensai a quanto fossero state stronze, per un attimo. Ma poi fui assorbito totalmente dal piacere sublime di quell'interminabile inculata profonda. Quando Luis, in preda all'orgasmo, mi schizzò copiosamente nel buco del culo, andai in estasi e sborrai. Sentivo il suo seme caldo scorrere giù lungo i miei testicoli. Le due spettatrici si sentirono pienamente appagate di ciò che avevano visto e del risultato ottenuto. Dopo un'esperienza del genere, difficilmente avrei potuto avere ancora interesse per le donne. E così, come nelle migliori storie a lieto fine, furono tutti felici e contenti: mia madre con Carmela e io con il focoso Luis. Quelle puttanelle andarono anche a farsi un viaggio esotico. Dopotutto, non ci fu neanche bisogno del divorzio, nella pratica cambiammo semplicemente posti letto: Carmela si trasferì a casa di mia madre, ed io stavo con Luis a casa nel lettone matrimoniale. Meglio di così...

fighe

venerdì 21 gennaio 2022

Non c'è pace per Alex

Un caldo benvenuto da Giulia. Come previsto, Alex tornò da me e mi disse: "Mamma, pensavo di aver recuperato con Carmela ma forse non è proprio così: a volte sembra disponibile, altre meno". Sorrisi e gli spiegai che, spesso, le donne sono lunatiche. Chiaramente, finimmo per trombare di nuovo. Intanto Carmela ritornò in vena di scopare e Alex andò ancora a letto con lei. E così via: il tormentone si ripetette per un bel pò. Intanto, mi vidi con Carmela e facemmo sesso. Ci trovammo gusto e replicammo l'esperienza più volte nei giorni in cui nessuna delle due andava a letto con Alex. Devo ammettere che cominciammo ad invaghirci in modo piuttosto marcato l'una dell'altra fin quasi all'innamoramento. Proprio questa passione fulminante e impensabile tra donne che solitamente litigano (dal momento che rivestono ruoli familiari particolari, come quelli di suocera e nuora), si rivelò fatale. Un giorno, infatti, accadde che, mentre stavo con lei intimamente, Alex aprì la porta di casa mia all'improvviso (aveva una copia delle chiavi, ahimè!) e ci sorprese avvinghiate. Ahi! Ahi! Che dolor! Restò sconvolto. Il suo viso aveva l'espressione di una persona che è stata palesemente presa in giro. Come dargli torto? Non solo ce lo eravamo diviso sessualmente ma avevamo anche una storia piuttosto intensa tra femmine. In pratica, mio figlio si sentì doppiamente tradito: dalla moglie e dalla madre. Questa sorta di shock, di duro colpo, che evidentemente non riuscì ad assorbire, lo cambiò per sempre. Leggete voi stessi.

Alex ritorna dalla madre...


giovedì 20 gennaio 2022

Il complotto

Sono Giulia, la madre di Alessandro. Ero stata per anni in conflitto con mia nuora Carmela, una bellissima ragazza mora ma incapace come casalinga. Dopo un loro brusco litigio (durante il quale lei, dandogli il benservito, sentenziò che poteva pure scoparsi la madre), mio figlio cercò conforto in me. Provai a darglielo ma lui era particolarmente voglioso di praticare sesso. Guidato dalla libidine acuta, riuscì a sedurmi e, nel contempo, a far crollare quel tabù che risponde al nome di incesto, in tal caso tra madre e figlio. Ne venne fuori una trombata bollentissima e prolungata. Dopo pranzo, lui pretese anche il bis orale. Alessandro, finalmente appagato, andò in bagno a lavarsi. Intanto io, ancora con la sborra in bocca, videochiamai Carmela per vantarmi della scopata incestuosa appena vissuta e vendicarmi delle sue parole offensive. La vita, alle volte, è imprevedibile e l'odio, e il suo sentimento opposto, sono spesso separati da una linea sottile. Credevo di togliermi una soddisfazione ma, in realtà, ciò che affermai comportò in lei una reazione del tutto inattesa. Carmela, a sorpresa, iniziò a considerarmi come una donna con gli attributi capace perfino di accettare l'incesto per il bene del figlio. Ma la ragazza sapeva il fatto suo. Spiegò che avrei potuto tenere "occupato" sessualmente Alessandro per un pò, ma poi lui, ancora innamorato, avrebbe cercato le attenzioni della moglie. E allora la brunetta tirò fuori la sua proposta torbida. Avrebbe di nuovo consentito ad Alessandro di stare con lei ma solo determinati giorni. Altre volte si sarebbe negata sessualmente in modo tale che lui, voglioso di scopare, sarebbe venuto dalla sottoscritta. In altre parole, prospettò una condivisione: a turno avremmo scopato entrambe con Alex. Accettai la proposta dato che probabilmente aveva ragione. Alla lunga, senza di lei avrebbe sofferto. In più, seppur part time, io potevo farci sesso lo stesso, esattamente come lei. Ma perchè un'idea del genere? Forse le bruciava che me lo tenessi solo io. Ad ogni modo a me andava bene così. In sostanza complottammo alle spalle dell'ignaro Alex. Ma Carmela, piuttosto troia, non si fermò a quello, eh no! La mora iniziò a flirtare con la sottoscritta, sostenendo che quei discorsi le avevano messo una gran voglia sessuale. Manifestò il desiderio di condividere un ditalino in videochiamata. Ma io, forse più zoccola di lei, rincarai la dose e le proposi un incontro vero e proprio che sarebbe stato decisamente più appagante. Carmela non si tirò certo indietro (inoltre conosceva benissimo il mio indirizzo). Intanto Alex, all'oscuro di quella telefonata, uscì dal bagno. Arrivò l'ora di cena: mangiammo qualcosa insieme e poi lui andò via. Poco dopo rientrò mio marito dal lavoro, ignaro che avessi trascorso gran parte della giornata a praticare sublimemente sesso incestuoso con nostro figlio. Passarono alcuni giorni. Come complottato, Carmela cambiò atteggiamento nei confronti di Alex approcciandolo in modo più dolce e disponibile. Mio figlio, naturalmente, colse l'occasione per chiavarsela. Ma, dopo di ciò, lei cominciò ad avallare scuse per sottrarsi alla regolarità dei rapporti di coppia. Si innescò un meccanismo perverso.


mercoledì 19 gennaio 2022

Dalla crisi matrimoniale all'incesto

Un saluto affettuoso da Alessandro. Quel giorno ero particolarmente nervoso. La lite grottesca, avvenuta in mattinata con Carmela, mi aveva turbato notevolmente e messo di mal mumore. Non riuscivo a capire perchè avesse tirato fuori frasi così volgari e, al tempo stesso, pesanti, offensive e umilianti inerenti la possibilità di un incesto tra madre e figlio. Sembrava tutto così assurdo. Ovviamente, in tale situazione, la prima persona con la quale pensai di confidarmi fu Giulia, la mia genitrice. Non vi nascondo che, anni prima, quando ancora non ero sposato e vivevo con lei, mi ispirava atti libidinosi. In altre parole, me la segavo quando si faceva la doccia oppure mentre si cambiava in camera da letto. E, infondo, non è nemmeno così strano dal momento che Giulia è una bellissima e affascinante donna matura. Abbandonai questi pensieri incestuosi quando conobbi Carmela, che poi sarebbe diventata mia moglie. Giulia è una insegnante di Scienze. Andai a trovarla a scuola. I suoi allievi erano già andati via. Lei stava per fare lo stesso, si era trattenuta una mezzoretta in più per controllare i compiti dei ragazzi. Mi approcciai a lei con aria di delusione e preoccupazione. Mi chiese cosa fosse accaduto e capì subito che si trattava di Carmela. Ribadì la sua idea che non avrei mai dovuto sposare una donna del genere, incapace come casalinga. Ribattei che però è una gran gnocca. Giulia replicò a questo sostenendo che ci sono tante belle donne in giro di tutte le età. Nella fattispecie, si spogliò parzialmente mostrando con orgoglio il suo fisico di donna matura ma ancora avvenente. La osservai con sommo piacere manifestando grande apprezzamento per quel corpo decisamente sexy. Giulia, a quel punto, si rivestì e propose di andare a pranzare da lei. In effetti, mia madre cucina molto meglio di mia moglie, bisogna dargliene atto. Ma i miei turbamenti, in quel momento, non riguardavano certo il cibo. Le spiegai quello che era accaduto con Carmela, compresi il giochino dei sandali col tacco e il riferimento all'incesto per umiliarmi. Lei fu quasi contenta di ciò che, in quel frangente, appariva una netta rottura matrimoniale. Mi sentivo in credito con mia madre. E' vero, Carmela in cucina e alle pulizie è un vero disastro, ma Giulia lo sottolineava troppo, di continuo e, a dirla tutta, le aveva veramente rotto i coglioni. Inoltre trovai mia madre più affascinante del solito: bella, profumata. In astinenza palese di figa, cominciai a pensare che la frase volgare di Carmela avesse un senso. L'adrenalina cominciò a salire prepotentemente dentro il corpo, al pari dell'eccitazione. Non avevo più dubbi: volevo scopare mia madre! La spogliai. Inginocchiato alle sue spalle, leccai i caldi buchi. Giulia non riusciva a realizzare cosa stesse succedendo. Era colpa sua se il rapporto con Carmela era tracollato: meritavo un risarcimento in natura! Glielo misi in bocca e lei non si tirò indietro. Cominciò a succhiare il cazzo e leccare la cappella. "Adesso si che cominciamo a ragionare", pensai. Probabilmente voleva limitarsi a quello ma io volevo sentirmi di nuovo uomo e così, a sorpresa, la misi a pecorina e cominciai a stantuffare la passera. Diceva di non volere, inizialmente, ma godeva e i suoi no diventavano facilmente si. La ingroppai senza sosta in svariate posizioni: a candela, di fianco, a missionaria, oltre alla suindicata pecorina. Dalle 12,30 si fecero le due a chiavare di continuo. Le procurai almeno due orgasmi prima di schizzare copiosamente bagnando il pelo sulla figa. Fu una prima inebriante svuotata di coglioni. La mamma mi rianimò con un buon piatto di pasta dopodichè tornai alla carica. Dopo il primo piatto ci voleva il dessert! Nel pomeriggio ci dedicammo al sesso orale: dapprima si mise a cavalcioni con la passera all'altezza del mio viso per farsela leccare abbondantemente fino a nuovo orgasmo. Poi assaporò il cazzo per la seconda volta riportandolo beatamente in erezione. Tra succhiata di cappella e leccate d'asta e palle, spruzzai di nuovo e in modo copioso riempendole la bocca di caldissimo seme. Con gli occhi socchiusi, mezzi persi nel vuoto, gustò la sborra fino all'ultima goccia e, a quel punto, mi sentì davvero appagato. Ma ulteriori risvolti non tutti positivi, si sarebbero presentati presto all'orizzonte. Restai all'oscuro di certi sviluppi dei quali, probabilmente, venni a conoscenza troppo tardi.

incesto

martedì 18 gennaio 2022

Carmela

Dalla crisi coniugale all'incesto il passo è breve. Potrebbe essere questa la sintesi della storia che sto per raccontarvi. Mi chiamo Alessandro. A dir la verità, non sono mai stato un fermo sostenitore del matrimonio ma mi ricredetti quando incontrai Carmela, una splendida mora napoletana decisamente estroversa della quale mi innamorai perdutamente. Purtroppo, come è noto, tra suocera e nuora, non scorre solitamente buon sangue. Piuttosto, il rapporto tra suocera e nuora cela un odio atavico da sempre che include gelosia e invadenza e che può essere estremamente difficile da gestire tanto che, in alcune situazioni, può portare a gravi problemi sia psicologici che familiari. A tali considerazioni generali và aggiunto, nello specifico, che, mia madre Giulia, non hai mai stimato Carmela considerandola incapace di cucinare e di badare alle faccende domestiche. Con il passare del tempo, si sà, le incomprensioni si acuiscono maggiormente e la tensione sale all'inverosimile. Io mi ritrovai nel mezzo delle loro interminabili liti. Mia madre insisteva affinchè lasciassi Carmela una volta per tutte. Ma come si fa a mollare una figa del genere? (No dico, l'avete vista?). Mia moglie, d'altro canto, batteva sull'invadenza intollerabile da parte del genitore. Finchè, un bel giorno, Carmela mi diede il benservito a modo suo. Dopo una prima discussione, nella quale espresse la volontà chiara e precisa di lasciarmi, uscì di casa per andare a passeggiare. Tornò dopo alcune ore presentandosi con un paio di sandali col tacco appena acquistati. Credevo erroneamente che avesse cambiato idea riguardo al nostro rapporto, che volesse fare marcia indietro. E invece no! Voleva solo punirmi, umiliarmi. Vendicarsi, a detta sua, delle pressioni subite da mia madre. Si dette piacere infilando quel sandalo direttamente nella vagina davanti ai miei occhi. Secondo lei, perfino quelle scarpe valevano più di me e le davano enorme piacere sessuale. Naturalmente mi eccitai ad osservare quella scena con il sandalo che entrò per tre quarti dentro la figa. La troia mi concesse solo una sega. Eccitato mi spogliai in fretta e furia e lo menai a più non posso fino a schizzare. Intanto lei, appagata dall'orgasmo raggiunto, sfilò la scarpa lentamente dalla passera. Notai che il sandalo era zuppo di liquido vaginale, segno che la bella mora aveva goduto eccome! Dopo questa porcata Carmela si ricompose ed io mi rivestì. Quando mi lamentai, spiegandole che avrei sofferto senza moglie, lei tirò fuori tutto il livore che aveva accumulato negli anni e rispose, in dialetto, che avrei potuto scopare con mia madre dal momento che restava l'unica figa disponibile. Le detti della lurida, dellla schifosa. Credo sia normale di fronte a certe affermazioni così azzardate. Quella discussione, con punte di graffiante ironia e fortemente provocatoria da parte sua, decretò, di fatto, la fine del matrimonio. Dopo certe parole pesanti, offensive, raccolsi quel pò di orgoglio rimasto, sbattetti la porta e, mestamente, tolsi il disturbo. Andai a trovare mia madre Giulia, per aggiornarla sulla situazione.          

venerdì 14 gennaio 2022

Tre amici troppo intimi

Mi chiamo Sofia. L'estate scorsa avevo fittato un appartamentino al mare per un mese. L'edificio si trovava vicino casa delle mie cugine, Adele e Elena, in modo che ci saremmo potute vedere tutti i giorni per andare a fare i bagni insieme. Sul mio stesso pianerottolo alloggiavano tre ragazzi. Ne conobbi uno in particolare, Aldo, e gli proposi un'uscita di gruppo. Se lui e i suoi due amici avessero accettato, avremmo potuto raggiungere l'abitazione delle cugine e passare una serata a sei, tre ragazze e tre ragazzi. Aldo spiegò che lui e gli altri dovevano studiare e declinò l'invito. Avallò una scusa poco credibile, tutto sommato. Non convinta, sfruttando l'adiacenza degli appartamenti, e il fatto che la loro finestra era quasi sempre aperta, decisi di scavalcare e spiare. A sorpresa, scoprì che quei ragazzi facevano l'amore tra loro, ossia erano omosessuali. Aldo appariva come il più femminile dei tre e veniva succhiato, leccato e scopato in tandem dagli altri due, oltre a propinare pompini agli amichetti. I tre giovani erano molto focosi e conclusero il bollente triangolo con Aldo che si fece scopare a candela sul letto e il terzo che si segava amorevolmente osservandoli. Aldo giunse all'orgasmo segato dal ragazzo che lo impalava e si prese la sborra dell'amico nel culo. Anche il "guardone" arrivò all'eiaculazione. Devo ammettere che fu una scena tremendamente eccitante. L'odore di tre semi si diffuse nell'aria e, trasportato dalla leggera brezza di vento, giunse intenso nelle mie narici. Urtai un oggetto inavvertitamente lasciando rilevare la mia presenza. I boys, a cazzo di fuori, si risentirono, intaccati nella loro privacy. Andai via con la consapevolezza della loro palese omosessualità. Alle mie cugine preferì non rivelare la verità. Spiegai che l'appuntamento a 6 era saltato perchè quei tipi, in fin dei conti, erano antipatici. Si preannunciava una serata tra sole donne. Chissà, magari ne sarebbe venuta fuori una lesbicata.            


Autostoppista castigata

Questa avventura trova la sua collocazione temporale dopo il passaggio di mio marito all'altra sponda. Quando vidi Rosario prenderlo nel culo dal collega, fui colta da un'insana voglia di fica giovane. Stavo percorrendo in auto una strada di montagna un pò isolata e, ad un tratto, notai una brunetta molto carina col pollice in mostra. La giovane chiedeva un passaggio ed io, pregustando un approccio sessuale, frenai di colpo. L'avrei riaccompagnata a casa ma solo dopo essermela fatta perbene. Si chiamava Marinella. Da come guardava, mi resi subito conto che amava le donne. Non fu difficile trovare il contatto fisico con lei. Dopo una sorta di lungo corteggiamento reciproco, ci baciammo e ci leccammo le tette a turno. Lei mi tirò giù il jeans. Altra serie di carezze reciproche e baci, per poi trovare il comfort erotico sui sedili posteriori dell'auto. Spalancai le cosce. Fu lei a leccarmela per prima portandomi fino al sublime orgasmo. Poi, fu il mio turno di leccare la sua giovane bernarda. Aveva pure la striscetta... che carina! Mangiucchiai e slinguazzai la passera conducendola splendidamente all'orgasmo. E poi la riaccompagnai a casa? Certo che no! Volevo godere ancora e farla godere. E così mi misi sopra la moretta col corpo tra le sue gambe, pronta a frugare la sua passera contro la mia. La ragazza, inizialmente, pensava che si trattasse di coccole. Ma, quando cominciai a muovere sapientemente il bacino, in modo che le fiche si strusciassero, si rese conto che la stavo scopando. Naturalmente stette al gioco e, a seguito di un'intensa strofinata, raggiungemmo entrambe il secondo favoloso orgasmo. Non c'è che dire, sono proprio una bella troia stagionata, che ne dite? Un bacio da Elvira. E comunque, adoro le giovani fichette. Mi piace perfino rimorachiarle in palestra.         


mercoledì 12 gennaio 2022

Sposato spanato

Sono Elvira, vi piaccio conciata così, in tacchi e autoreggenti? Questo è proprio il set di foto che mio marito e Sam videro in ufficio nel giorno del loro primo rapporto completo. Questa volta la dinamica fu leggermente diversa. Dopo aver ammirato le foto, Sam si eccitò tantissimo e Rosario prese la palla al balzo per realizzare le fantasie che mi aveva confidato. Mio marito pensò bene di condurre l'amico in altre stanze della struttura. Così, con gesto amorevole, lo prese per mano e gli disse: "Seguimi, fidati di me!". Sam era talmente eccitato che avrebbe accettato qualsiasi condizione. Fui fortunata dato che l'hacker, previdente, aveva piazzato spy cam anche in bagno e nel magazzino (quando uno è un professionista!). E così potetti ascoltare una sorta di dichiarazione amorosa che Rosario fece a Sam baciandolo in bocca sorpresa. Il collega si sentì lusingato, oltre che arrapato, e i due limonarono beatamente. Poi Rosario si spogliò e spogliò l'amico. Sam si sedette sulla tazza del cesso e Rosario gli fu subito sopra per una pregevole penetrazione a candela. Anche l'hacker rimase senza parole e a bocca aperta vedendo quei due accoppiarsi selvaggiamente in toilette. Ne approfittai per infilargli un dito in bocca intimando di succhiarlo a mò di pompino. Il ragazzo, eccitato, lo fece mentre continuammo a guardare le immagini live. La chiavata andò avanti in modo analogo ma i due "piccioncini" la proseguirono nel magazzino, nei pressi di una scala. Rosario godeva a mille prendendo nel culo quel cazzo tanto desiderato. Ormai gli impiegati monelli si trovavano ad un punto di non ritorno. Si sentiva perfino il rumore del cazzo che sbatteva nel sedere di mio marito. Ad un certo punto Sam esplose schizzando abbondantemente nell'ano di Rosario che godette a sua volta. Stavolta fu Sam a condurre mio marito nel cesso per farsi ripulire perbene la cappella matida di sperma. Rosario, da brava troietta ubbidiente, si inginocchiò. Poi leccò e succhiò la cappella assaporando ogni goccia di quel seme. Pensavo fosse finita lì ma, nella vita, gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. A sorpresa, Sam si sentì autorizzato ad urinare copiosamente in bocca a mio marito. Probabilmente quello di Sam fu un gesto per vedere fino a chi punto l'amico sarebbe stato disposto a cedere, a parte il piacere della porcata in sè, ovviamente. Rosario non se l'aspettava proprio, fu colto alla sprovvista. Ciò nonostante, si adatto in fretta e perfettamente alla situazione spalancando la bocca e accogliendo tutta l'urina che quel porcone di Samuel gli scaricò tra le labbra senza alcun ritegno. E così, il caro maritino, non solo lo prese ampiamente nel culo, ma provò anche il pissing. Quando tornò a casa mi raccontò che, seppur con una variante imprevista, aveva realizzato la sua fantasia. Sorrisi. Non immaginava che le spycam fossero state piazzate anche nel bagno e nel magazzino dell'azienda. Gli risposi: "Ti credo sulla parola tesoro, è come se l'avessi visto con i miei occhi!".


Un marito tanto confuso

Dopo il triangolo ci fu una svolta importante. Passarono alcuni giorni. Una domenica, prima di pranzo, mi ritrovai con Rosario in salotto. La voglia di scopare cominciò a farsi sentire. Mentre mi palpava, fece riferimento al recente triangolo. Chiese se mi fosse piaciuto il suo amico Sam. Gli risposi di si e domandai a mia volta se piacesse a lui. Chiaramente Rosario temeva di ammettere in modo esplicito certe pulsioni. Rigirò la frittata sostenendo che non si parlava certo di una donna ma piuttosto di un uomo. Parole ad hoc per mascherare l'evidente l'omosessualità. Era facile spiegare che, infondo, si trattava solo di un gioco, di uno sfogo, un antistress del lavoro. Pretesi sincerità. Insistendo, riuscì a farlo sbottonare. In realtà aveva preso una bella cotta per il collega dal momento che mi confidò l'intenzione di volerlo baciare oltre a desiderare di prenderlo nel culo. Ovviamente desiderava un appagamento più completo con il giovane collega dotato. Gli mostrai di essere amica e complice e supportai le sue fantasie affinchè si decidesse a realizzarle nonostante la connotazione palesemente gay della situazione. Mentre mi impalava a candela gli suggerì di immaginare che quella posizione avrebbe potuto ripeterla proprio con l'amico il giorno dopo in ufficio. Rosario, forte del mio supporto, si sentì libero di lasciarsi andare al piacere e venne copiosamente schizzandomi dolcemente in bocca. Rosario era pronto per portare l'amicizia intima con Sam al livello successivo, più torbido di quello attuale. Naturalmente io avrei visto tutta la scena grazie ai video "catturati" dall'hacker...     


Triangolo casalingo

Un saluto affettuoso dalla vostra gnocca matura Elvira. L'hacker mi aveva aggiornato riguardo alla "complicità d'ufficio" esistente tra mio marito Rosario e il suo collega Samuel. Il mio coniuge non immaginava che fossi già al corrente della situazione. Forte della conoscenza degli eventi, mi divertì a stuzzicarli durante un rovente triangolo casalingo. Per l'occasione indossai un vestito rosso corredato da arrapanti scarpe col tacco del medesimo passionale colore. Rosario si sedette sul divano a qualche metro di distanza da me e Sam. La sua era una chiara intenzione di vedere me alle prese con quell'uomo in una sorta di fantasia cuckold. Sam non perse tempo e, senza esitazione, finì per abbassare il vestito e scoprire le mie tettone. Rosario sembrò estasiato da ciò, poi si avvicinò. Entrambi mi leccarono con cura i capezzoli. Sam, sempre più gasato, mi abbassò completamente il vestito, mutandine comprese. Restai nuda alla loro mercè. Rosario mi accarezzò le chiappe infilando un dito nel culo, dopodichè iniziò a leccare la figa. Girata pancia sopra, continuai a prendere le dita di mio marito in culo e fica mentre l'altro mi palpava le tette. Poi sucai l'uccello dell'ospite prendendo il cazzo di Rosario in fica. I ruoli si invertirono e fu Sam a possedermi ripetutamente. Intanto succhiavo il pene del coniuge. I due si scambiarono nuovamente di posto: fui presa in una inebriante morsa a pecorina nella quale succhiavo l'asta inesauribile di Sam con Rosario che mi trombava. Continuarono a sbattermi. Poi mio marito si masturbò osservando l'amico che mi castigava di brutto a ritmo sempre più sostenuto. Arrivai splendidamente all'orgasmo. Poi mi dedicai oralmente all'ospite. Finirono per schizzarmi addosso: mio marito mi spruzzò sulla figa, l'altro mi schizzò la sborra bollente in bocca. Rosario mi palpò il culo infilando le dita nell'ano. Infoiata più che mai, mi assicurai di svuotare perbene i coglioni di Sam con bocca e lingua bevendo il seme fino all'ultima goccia. I due, durante quel triangolo, pressati dalle mie domande insistenti, ammisero di comportarsi da zozzi in Ufficio ma io, i dettagli delle loro porcate, li conoscevo già. Dopo quel rapporto a tre mi resi conto che Rosario era sempre più preso dal suo giovane amico. Compresi che sentiva il bisogno irrinunciabile di rendere il loro rapporto ancor più speciale ed appagante. Il coniuge, pochi giorni dopo, avrebbe confidato alla sottoscritta i suoi desideri repressi nei confronti dell'altro maschio. Ed io, naturalmente, da brava moglie open mind, lo incitai affinchè li perseguisse senza ripensamenti.


martedì 11 gennaio 2022

Segreto svelato

Io, la bionda matura di nome Elvira, sono una donna principalmente impicciona ma poco gelosa. In realtà, morivo dalla curiosità di sapere se Rosario mi tradisse con qualche segretaria dell'ufficio dove lavorava. Per tale motivo ricorsi all'aiuto di un giovane hacker professionista. L'informatico del dark web, spacciatosi per il tecnico della telefonia, piazzò una spy cam proprio nell'ufficio di mio marito. Venni presto a conoscenza del fatto che non c'era nessun'altra donna all'infuori della sottoscritta. Tuttavia, scoprì lo stesso qualcosa di veramente hot. Rosario, per ordine del suo capo, trascorreva svariate ore in ufficio in compagnia del suo collega e amico Sam. Pare che i due fossero stati assegnati ad una particolare revisione dell'archivio che richiedeva di effettuare, oltre al lavoro normale, molte ore di straordinario per poter essere completata in tempi relativamente brevi. Quando tutti gli altri impiegati andavano via, Sam e Rosario restavano da soli in azienda fino a tarda sera. Proprio in quei momenti davano libero sfogo alla libidine. Mio marito mostrava all'amico le mie foto sexy in lingerie. Fin qui tutto ok, penserete voi. Due amici che guardano foto di donne ci può stare. Ma la situazione era decisamente più torbida. Mentre osservavano le suddette foto, avveniva anche altro: mio marito si prese la licenza di segare il collega e, non pago di ciò, prese la malsana abitudine di soddisfarlo oralmente. Ecco dunque quello che scoprì: di avere un marito pompinaro! Naturalmente gli hacker costano, ed io non volevo rifondere tanti soldi. Ecco perchè preferì saldarlo in natura, cosa che di certo non gli dispiacque. Preparata in modo sexy, con tanto di calze autoreggenti, scarpe coi tacchi e reggicalze, fui pronta per acconsentire ad ogni genere di porcata: leccata di fica, leccata di capezzoli, pompino, succhiata di testicoli, sega spagnola, chiavata a pecorina, a candela e a missionaria. Il risultato? un fiume di sborra nella mia bocca. Eh si, all'hacker svuotai perbene i coglioni, non c'è che dire! Dopotutto si meritava di godere dopo avermi fornito infomazioni riservate così preziose. La complicità tra quei due uomini era davvero forte e, prima o poi, Rosario avrebbe ceduto alla richiesta insistente, da parte dell'altro, di realizzare una fantasia erotica sognata da molti: il triangolo! Ero sicura che, presto o tardi, Rosario avrebbe portato il suo amico a casa in modo che scopassimo in tre. Che dire... Vi pare che sia una donna che rifiuta certe proposte indecenti?                 


Seghe e pompe sulle foto di Elvira

Mi chiamo Rosario, sono il marito di Elvira. Lei è una gran bella donna e, anche col passare del tempo, ha mantenuto intatto il suo fascino. Ho sempre fatto l'amore sempre e solo con lei ma, ad un tratto, cominciai a provare sensazioni nuove, perverse e dannatamente intriganti. Fu il collega di lavoro, Samuel, ad ispirare in me certe voglie. Il capo ci aveva assegnato un lungo e complesso incarico di gestione dell'archivio per cui restavamo chiusi in ufficio per ore. Quando gli altri impiegati andavano via, io e l'amico Sam restavamo da soli fino a tarda sera, con le luci soffuse. Un'atmosfera che appariva quasi romantica o, quantomeno, che induceva a pensare intensamente al sesso. E così, in quella tranquillità, io tirai fuori le foto sexy di mia moglie, recuperate dalla pennetta, e le visualizzai sul pc. Al mio collega venne l'acquolina in bocca. Conosceva mia moglie e si era già candidato per una scopata a tre. Non accettai subito tale proposta e presi tempo per decidere. Al principio volevo solo renderlo contento, mi entusiasmava che guardassimo quegli scatti hot insieme. Ben presto, però, mi resi conto che la situazione, a dir poco libidinosa, mi sarebbe sfuggita di mano. Le immagini scorrevano sullo schermo e noi ci toccavamo, ognuno per conto proprio, inizialmente. Ma la seconda volta non riuscì a resistere al desiderio di trasgredire. Notai il suo uccello duro crescere nei pantaloni e, guidato dalla libidine acuta, tirai giù la zip e lo segai lentamente, dolcemente. Poi a ritmo più veloce. Quando lo sentì durissimo nella mano, non riuscì a frenare l'impeto di chinarmi e di usare la lingua e la bocca sul suo uccello voglioso e bagnato. Si, avete capito bene, gli succhiai il cazzo: un bel bocchino, propinato con gran gusto! Quando lui arrivò all'orgasmo, bevvi la crema calda senza esitazioni. Lui non si aspettava certo di essere spompinato da un uomo che credeva etero e per di più sposato. Ma, stimolato efficacemente dalle foto di mia moglie, aveva ceduto al piacere torbido e aveva indubbiamente goduto appieno. L'appetito vien mangiando, si sà. E così questo giochino zozzo si ripetette più volte. Arrivai a succhiargli il cazzo molto di frequente, quasi tutti i giorni. Credevo che nessuno conoscesse questo segreto. D'altra parte, a mia moglie non avevo detto nulla. Un bel giorno, però, mi convinsi ad accettare la proposta di Sam di triangolare con Elvira a casa nostra. In quella circostanza, mia moglie, particolarmente curiosa, ci fece domande durante l'intimità ed io e Sam fummo costretti ad ammettere la vicenda delle porcate tra maschi in ufficio. In realtà pensavo che mia moglie si fosse basata sul sesto senso, sull'intuito femminile per capire ciò. Solo successivamente avrei scoperto che lei già conosceva la situazione dal momento che aveva ingaggiato una sorta di hacker che monitorava, tramite spy cam piazzata in ufficio, i movimenti e i dialoghi tra me e Sam. Al momento dell'installazione non mi ero accorto di nulla dato che il tizio si era abilmente spacciato per un tecnico della telefonia.        


Un aiutino alla nipote prediletta

Ho una nipote preferita di nome Rosa. Era un pò timida nei confronti del suo ragazzo, Larry, di qualche anno più grande di lei. In pratica lui si lamentava perchè lei non andava oltre il bacio. Rosa è molto carina, aveva solo una sorta di blocco psicologico, una ritrosia che non le consentiva di lasciarsi andare ai piaceri del sesso. Aiutandola con il fidanzato avrei preso due piccioni con una fava: 1) smanettare il cazzo di Larry; 2) Apparire agli occhi della ragazza come la zia adorata capace sempre di togliere le castagne dal fuoco. E così ci mettemmo tutti e tre comodamente sul divano. Noi donne stavamo ai lati e il tizio in mezzo. Rosa, come risaputo, era restia a prendere l'iniziativa col maschio e così ci pensai io a sbloccare la situazione afferrando l'uccello del ragazzo tra le mani. Una sorta di tutorial, per consentire a Rosa di prendere coraggio. Per motivarla, le prospettai lo scenario peggiore: restare zitella! A quel punto la ragazza prese coraggio ed io le affidai il "testimone". Glielo tenevo fermo alla base impugnando saldamente i testicoli mentre lei smanettava il cazzone del boyfriend. Usò tutte e due le mani. Il suo approccio apparve, anche agli occhi dell'uomo, poco femminile, piuttosto da operaio bruto o da camionista. Poverina, era la prima volta! Ma, alla fine, Rosa prese coraggio e intensificò la sega conducendo il fidanzato ad un appagante orgasmo. Fu a quel punto che entrai di nuovo in scena io impugnando nuovamente il randello in piena fase di eiaculazione e lo segai a fondo in modo che non rimanesse dentro l'uccello nemmeno una goccia di sperma. Eh si, gli uomini vanno "munti" a fondo in modo che si appaghino completamente. Inoltre così si sentono soddisfatti e i loro pensieri non vanno ad altre donne. Rosa, al settimo Cielo, non fece che elogiarmi per i miei insegnamenti. Credo che d'ora in poi riuscirà a soddisfare da sola il fidanzato. Ma, qualora riscontrasse difficoltà, potrà sempre contare su una valida zia, quella gran troia di Elvira. E adesso passiamo ai capitoli su mio marito.           


lunedì 10 gennaio 2022

Gioco di mano

Un bacio da Elvira. Cominciamo la serie di incontri erotici della sottoscritta con un flirt estivo. Stavo in vacanza al mare insieme a mio marito. Dopo aver fatto un bagno, tornai verso l'ombrellone e notai che Rosario stava dormendo al Sole sul lettino. Pensai subito di approfittarne per fare un giro nei dintorni. Se mi avesse cercato avrei usato la scusa che mi ero allontanata per fare la doccia. Dietro uno steccato costruito con le canne di bambù, trovai un ragazzo moretto carino dal viso pulito che stava sorseggiando la mia stessa bevanda, una limonata. Compresi che l'aveva comprata anche lui al bar, un pò distante da lì. La zona era tranquilla, un pò imboscata, relativamente lontano da occhi indiscreti. Subito attaccai bottone col tizio che si chiamava Marco. All'inizio ci demmo del lei e non gli nascosi affatto di essere lì con il coniuge. Poi, più avanti, passammo al tu. Ho una certa esperienza con le persone, anche quelle giovani, e mi resi subito conto che era timido e che non avrebbe mai preso l'iniziativa anche perchè condizionato dal fatto di trovarsi dinanzi a una donna sposata. Allora ci pensai io a sedurlo con la scusa di spalmargli la crema protettiva sulla schiena e sul petto. Arrivai ad infilare le dita anche nel suo costume. Mi fermai all'inguine accarezzandolo un pò, senza peraltro toccare il suo pene. Agì così giusto per intrigarlo. Ma siccome sembrava un pò imbranato, passai alle maniere forti: chiedendo di essere passata la crema protettiva a mia volta, scoprì di colpo le tettone. Nonostante non sia più una ragazzina, ho un seno di tutto rispetto e il ragazzo lo apprezzò molto. Glielo posi davanti con orgoglio in modo che lui lo palpasse. E difatti mi accarezzò le tette. Ma Marco, nonostante l'evidente eccitazione, stava troppo sulle sue. E così ci pensai io a indirizzare gli eventi nel giusto verso: gli abbassai il costume in modo che quel figo restasse nudo! Mmm che delizia per gli occhi. Mi arrapai ancor di più e fui pronta per prendere il suo cazzo tra le mani ancora sporche di prodotto solare. In realtà, nel sesso, non programmo quasi mai cosa fare, piuttosto decido al momento. In quel frangente, complice la crema solare, che odio ricevere in bocca, pensai di propendere per un lavoretto eseguito solo con le mani. Lui sembrò gradirlo molto, non si lamentò per il mancato bocchino. E così ci diedi dentro con le mani. Il cazzo scorreva magnificamente tra le dita e il giovane, vuoi per il caldo, vuoi per l'eccitazione, vuoi perchè precoce di natura, arrivò piuttosto in fretta all'orgasmo. Appena mi arrivarono un paio di schizzi sul seno, bloccai la mano tenendolo in "agonia" per alcuni secondi. Poi ripresi a segare forte e la sborra schizzò fuori dal pene all'impazzata depositandosi copiosa sulle tettone. Mi sentì soddisfatta, pienamente capace di controllare il suo piacere. E ancor di più appagata dandogli della puttana mentre veniva. Stette al gioco rispondendo di essere la mia troia. Mi bagnai tutta durante la sua abbondante eiaculazione. Ma proprio pochi istanti dopo la venuta, sentì la voce del maritino cornuto, a poca distanza da li, che mi chiamava a gran voce per andare a pranzare. Pensava che mi stessi lavando ed io glielo lasciai credere. Infondo mi stavo lavando davvero... ma con la sborra calda del ragazzo! E passiamo alla prossima avventura.


sabato 8 gennaio 2022

Elvira per voi

Mi chiamo Elvira. Sono una bionda matura sposata. Da giovane ero una gran maialina e di certo non sono cambiata nel tempo. Forse l'esperienza nuziale mi ha reso addirittura più troia rispetto al passato. Il sesso mi piace in tutte le sue forme e non ho mai nascosto di essere una donna bisessuale. Adoro il cazzo da morire, sia chiaro, ma sono anche notevolmente golosa di fica fresca, topa giovane per intenderci. Ad ogni modo, il maritino, Rosario, è rimasto sempre all'oscuro delle mie molteplici esperienze extraconiugali. Lasciate che vi racconti qualche avventura in modo che possiate cominciare a conoscermi meglio.