Mi chiamo Ottavia, sono una psicologa attraente e piuttosto porca. Diciamo che, attraverso il mio lavoro, ogni giorno mi confronto con un'infinità di situazioni, le più disparate tra loro. Gente depressa, violenta, depravata, corna, gay lesbiche, incesti e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente cerco di dare una mano, ove mi è possibile anche se non tutto si può risolvere. C'è però da dire che, in quanto a depravazione, non sono certo seconda ai pazienti. Ricordo il caso di due pazienti, Enrico e Guglielmo. La giornata lavorativa stava quasi per terminare quando ricevetti la telefonata di un caro amico, Gianni. Voleva che mi occupassi di due suoi colleghi d'ufficio, quelli innanzi menzionati. Poco dopo Enrico e Guglielmo arrivarono al mio studio. Già immaginavo che avessero problemi con le donne e mi ci volle poco per averne la conferma. Volevano il mio aiuto ma la loro omosessualità era piuttosto evidente e senza troppe speranze. Decisi lo stesso di aiutarli anche perchè avevo bisogno di relax. Enrico, il più effemminato, si fiondò subito sul cazzo di Guglielmo e si mise a succhiarlo. Lo lasciai fare. Poi tolsi le mutande e lo invitai a leccarmi la passera. Dopo qualche esitazione, Enrico ci provò anche se appariva piuttosto impacciato. Subentrò l'amico che gli diede il cambio. Sembrava molto più entusiasta e leccò la figa con foga. E così iniziai a bagnarmi perbene. Poi Guglielmo si mise a spompinare Enrico. L'atmosfera si fece bella calda. Chinata sulla scrivania, spalancai le gambe e lasciai che Enrico mi leccasse di nuovo. Stavolta sembrò più sciolto ed io godetti e venni nella sua bocca. Intanto Guglielmo lo stava succhiando ad Enrico che, al culmine del piacere, eiaculò tra le labbra dell'amico. Mancava solo l'orgasmo di Guglielmo che, eccitato dalla situazione, prese a smanettarselo con foga. Allungai lla lingua sulla sua cappella prima che esplodesse allagandomi di sperma il collo e le tettone. Devo riconoscere che quel siparietto fu davvero molto piacevole anche se non cambiò granchè i loro gusti sessuali. Decisero di vivere in segreto la loro storia m, a un certo punto, le famiglie li scoprirono. Fu così che, tempo dopo, mi ritrovai a colloquiare con i genitori di entrambi. Le madri erano più propense ad accettare la situazione ma i padri no. In successive sedute, in cui mi trovai a parlare da sola con i padri dei ragazzi, riuscì a convincerli che l'omosessualità non è una cosa brutta e che avrebbero dovuto dialogare di più con i figli e conoscerli meglio per accettarli. Non ci crederete ma, alla lunga, i padri finirono per scopare i rispettivi figli e, a quel punto, videro la situazione da una prospettiva ben diversa e, di conseguenza, caddero tutti i tabù. Enrico e Guglielmo ogni tanto tornano a trovarmi per ringraziarmi di averli aiutati. Naturalmente non mancano di omaggiarmi con qualche piacevole leccata di fica.
venerdì 12 marzo 2021
Le cure orali della psicologa
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