venerdì 12 marzo 2021

Giochi di mano tra compaesane

Mi chiamo Cristina. Sono ancora giovane ma di cazzi ne ho già presi in quantità industriale, di tutti i tipi, forme, dimensione e colore. In quel periodo mi trovavo in vacanza in un'isola esotica. Anche qui mi stavo dando da fare e mi ero praticamente scopata quasi tutti gli stalloni locali. Ad un certo punto sbarcò sull'isola una coppia matura. Lei, leggermente segnata in viso dal tempo impietoso, ma ancora con un bellissimo corpo, aveva un'aria da gran puttana. E infatti il mio sguardo la incrociò spesso a fottere non soltanto con il marito ma anche e soprattutto con i maschi locali, più o meno gli stessi con cui andavo io. Inizialmente con lei ebbi solo modo di bere un drink e scoprì che si trattava di una mia compaesana di nome Ada. Dal modo in cui mi guardava compresi che le piacevano anche le donne e parecchio. Mi disse: "Ah, quanto vorrei essere di nuovo giovane come te cara...". Insomma la signora scopava ancora alla grande ma forse le restava il desiderio di una ragazza. La seconda volta che la incontrai mi disse: "Ah, le mie amiche sono delle bacchettone e poi sono vecchie, come me". In lei c'era una nota di tristezza. Le donne non sono mai state una mia priorità ma in quel momento la signora Ada mi fece un pò pena e spontaneamente le risposi: "Ma no! Lei non è vecchia! è ancora una bellissima donna e con gambe favolose!". Lei ribattè: "Dai, sei carina, ma la verità è che non ho più 20 anni...". Passarono dei giorni durante i quali continuai a scopare e lei faceva lo stesso. Poi, verso la fine dell'estate, nella tarda mattinata, me la ritrovai davanti. Mi voleva, era ovvio! Cominciò prima ad accarezzarmi le gambe nei pressi dei tavolini. Poi finimmo sul dondolo da giardino. Le leccai i capezzoli, poi ci baciammo e ci sditalinammo a vicenda come due troiette alle prime esperienze. Devo ammettere che a quel punto mi scaldai davvero e percepì sovente anche la sua eccitazione. Mi leccò la figa, poi iniziò ad infilare le dita dentro in rapida successione e, senza alcun pudore, arrivò a penetrarmi con tutta la mano. La mia figa abbondantemente aperta (o dovrei dire nel nostro dialetto sguarrata) accolse tutta la mano della signora che rovistò nelle mie carni fino a condurmi deliziosamente all'orgasmo. Quando uscì fuori dalla mia vagina, la sua mano era intrisa di liquido caldo. Ricambiai le attenzioni leccandole la patata con cura. Poi non resistetti al desiderio di entrare anche io dentro di lei con la mano, dentro quella fregna matura. Anche la sua fica era bella 'sguarrata'. Pensai che di sicuro aveva preso più cazzi di me e questo pensiero mi intrigò parecchio. Mi divertì a muovere la mano finchè lei godette. Quando la tirai fuori era piena di liquido che leccai con avidità. Che piacevole variante alla mia vacanza porca!         

giovane
















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