Mi chiamo Ada, faccio la truccatrice. Marina, la mia compagna mora è molto gelosa perchè ho a che fare con svariate ragazze. In particolare, mi accorsi di piacere particolarmente ad Elly, una cliente. Tra le due si innescò subito un clima di tensione, andarono in escandescenza perchè ognuna mi voleva per sè. A volte, le donne, quando litigano, possono essere peggiori degli uomini. Si cominciò con le parole per poi passare quasi alle mani. Elly mi voleva proprio! Mi bloccò le mani al muro e mi fece un ditalino e poi, per giunta, mi leccò pure la figa. Mi aspettavo che Marina la tirasse per i capelli, sentendosi spodestata. Per fortuna, alla fine, la lite si ricompose e la voglia sessuale vinse su tutto. Ne beneficiai io, dal momento che mi leccarono le fessure insieme! Marina si dedicò al culo e l'altra alla figa. Che sublime orgasmo provai! E poi io ed Elly leccammo le tette di Marina. Le acredini non sono mai positive ma, a volte, possono condurre ad una soluzione accettabile, ad un compromesso. Come si suol dire: fate l'amore, non la guerra. E noi l'amore lo facemmo a tre!
venerdì 31 gennaio 2025
Contesa
Solidarietà tra colleghe
Mi chiamo Angela. Di solito mi divertivo con i colleghi d'ufficio. Insomma, andai a letto praticamente con tutti. Ma le situazioni particolari sono sempre le più eccitanti. In principio, snobbai gli sguardi di Tera, la mia collega lesbica. Con l'abbondanza di uomini che avevo, non pensavo a lei. Ma poi mi venne voglia di stuzzicarla. Certo, non mi aspettavo che reagisse in modo così veemente da leccarmi subito la fica. Da lì, si innescò una girandola di emozioni durante le quali ce la leccammo a turno, fino ad arrivare ad un intenso e piacevolissimo 69 sopra la scrivania dell'ufficio. Non ci rendemmo conto del trascorrere implacabile del tempo, impegnate a godere. Inoltre Tera, che attendeva da secoli un momento del genere, non mi avrebbe mai lasciata andare tanto presto. Ci sfuggì che il Capo ci cercava da oltre un'ora. Venne l'altra collega Manuela, a ricordarcelo. Bhè, se non ci fosse stata la Manu a trattenere il Direttore al bar, lui ci avrebbe di sicuro licenziate, come minimo. Eh già, chissà che cosa si sarà inventata la nostra amica per distrarre quell'uomo, io ho una vaga idea, e voi?
Se piaci a mio padre
Mi chiamo Kim, sono un ragazzo asiatico. Scoprì solo tempo dopo la reale situazione familiare della mia attuale compagna. Sapevo che Lena viveva con il padre George ma non che tra di loro sussisteva un legame morboso, diciamo così. George, scaricato dalla moglie, ricevette le attenzioni della figlia che gli faceva dei grandi pompini, uno lo intraprese proprio davanti a me. Quando si dice: "Se piaci a mio padre", di solito non si intende pure in senso fisico e, invece, in questo caso si. Fidanzarsi o sposare Lena, voleva dire incanalare un rapporto intimo pure col padre. Quell'uomo non ci mise nulla a prendermelo in mano e smanettarmelo davanti alla figlia, prima di succhiarlo. Amavo Lena, non volevo perderla, così mi feci andare bene pure il padre. Mentre io e lei scopavamo, gli feci una sega ma lui, con la complicità di lei, pretese molto di più, e cioè che me lo inculassi addirittura. E così lo impalai a pecorina, si, gli misi il cazzo nel culo davanti a lei. Alla fine, ero così eccitato che spruzzai a fiume sul sedere della ragazza mentre lei lo smanettava al padre. Bhè, più che un vita di coppia, mi aspetta un triangolo!
Manico condiviso
Mi chiamo Fiorella. Tempo fa, mi corteggiava un tizio di nome Alessandro. Non mi piaceva molto fisicamente ma aveva un gran palo. Per questo, mi feci desiderare ma fino ad un certo punto. Tuttavia, non sapevo che avesse un legame torbido con sua cugina Asia. Io e lei entrammo in competizione, finchè la monella propose un accordo di condivisione. Loro non avrebbero potuto mai uscire allo scoperto, dato il rapporto di parentela per cui io sarei stata la ragazza ufficiale. Questo accordo lo stipulammo a base di pompini di noi ragazze a lui. Solo che, alla fine, la porca, per umiliarmi, sentendo che lui stava per arrivare, lo smanettò di colpo rivolgendo il pene verso il mio viso, in modo che mi schizzasse copiosamente in faccia.
Madame help
Sono Freddie, un ragazzo gay. Non avrei mai potuto far colpo sul camionista, Roger, che abita nel mio palazzo per cui pensai di chiedere l'aiuto della mia vicina matura sexy, di nome Mara. Lei finse di dover condurre una specie di test per poterlo bendare e permettere a me di entrare in gioco indisturbato. Appena ne ebbi l'occasione, succhiai il pene dell'uomo. Poi, lei gli disse che, per poter avere una chance con lei, avrebbe dovuto succhiarmelo e così beneficiai della sua grossa bocca accogliente. Alla fine, riuscì a farmi ingroppare a candela dal tizio, davanti alla signora che ci incitava a proseguire. Bhè, piano piano, come si suol dire, l'appetito vien mangiando e la situazione piacque pure a lui. Mi smanettai e godetti, mentre prendevo il suo caldo seme in bocca. Devo proprio ringraziare Mara, senza di lei sarebbe stato difficile trombare con quel macho.
giovedì 30 gennaio 2025
Metodo naturale
Sono Susanna. Ognuno ha dei problemi. I miei erano con il ragazzo geloso. Non mi lasciava respirare per cui cercai l'aiuto di un'esperta. Le mie amiche sembravano entusiaste di lei ma quando chiedevo informazioni sul suo metodo abbassavano la testa e arrossivano. Helen è una ragazza poco più grande di me, giusto un paio d'anni, molto carismatica. Mi confidavo con lei, credevo di aver trovato un'amica e, in effetti, è così. Ma non pensavo che mi proponesse un approccio di tipo fisico. Proprio io, poi, abituata solo ai maschi. Ma fu bellissimo essere corteggiata da lei, essere leccata il seno, la figa e ricambiare, avvolte in un turbinio di emozioni che culminarono a 69 e con le fighe strofinate. Credo che venni in modo indecente. Adesso so cosa hanno provato le mie amiche che sono state "in cura" da lei. Helen è una sciupafemmine e non riesco proprio a fare a meno di lei, delle sue attenzioni che, settimanalmente, mi fanno godere come una matta. Peccato che non mi ha mai concesso l'esclusiva, purtroppo!
La cameriera previdente
Mi chiamo Helen. Mi trovai in mezzo ad una storia un pò ingarbugliata, a dire il vero. Mr. Jones, il signore presso cui facevo la cameriera, non era esattamente preso dalle donne, o almeno non dopo la separazione dalla moglie. Fin qui, nulla di tanto particolare. Notai, in seguito, che mostrava un interesse per il nipote, Paolo, maggiore del previsto. Quando poi, un pomeriggio, i due si chiusero in camera, soli soletti, ne ebbi la conferma. Sono curiosa di natura e dunque adoro spiare, soprattutto dal buco della serratura. Fu così che carpì ogni loro discorso e gesto. Lo zio diceva al nipote che si può fare a meno delle donne, il tutto sublimato da un glorioso pompino. Il ragazzo, probabilmente a corto di donne, gradì quell'approccio in solito. Bhè, oltrettutto, Jones leccava la cappella alla grande. E, naturalmente, il ragazzo ricambiò le attenzioni orali. Dopo di ciò, arrivò l'ingroppata. Incredibile osservare l'adulto, con le mutande calate, prenderlo a pecora dal giovanotto arrapato che non si risparmio, infilando l'arnese dentro fino alle palle! Un bel quadretto, proseguito poi a missionaria. Il ragazzo se lo toccò per raggiungere l'orgasmo e intanto menava pure quello dello zio. I due vennero, assaporando l'amplesso ad occhi chiusi. Ripresi tutto con un bel video e lo mostrai al mio ragazzo. Mi piace aggiungere pepe al rapporto (inoltre mi serviva come asso nella manica, nel caso fossi stata licenziata). Sò che, di norma, non si interessa a vicende tra uomini ma, probabilmente, non si aspettava che gli proponessi quei contenuti all'improvviso, così sfacciatamente. Fatto sta che il video lo guardò tutto e il cazzo gli si indurì. Io glielo ciucciai per stimolarlo maggiormente. Mi credeva scandalizzata ma io gli risposi che dove c'è gusto non c'è perdenza. Poi aggiunsi anche che il datore mi piaceva, che ci sarei stata, se non fosse stato gay. Lui si tirò un segone e mi sborrò addosso dipingendomi come una troia. Continuai a girare video, quando zio e nipote si incontravano di nascosto e poi li mostravo puntualmente al mio ragazzo che si arrapava sempre più, quasi come a voler seguire una sorta di telenovella. Quando arrivò il momento in cui Jones voleva darmi il benservito, fui pronta a tirar fuori l'asso nella manica e lui dovette confermarmi dato che lo tenevo, come si suol dire, per le palle.
Le attenzioni della vicina matura
Mi chiamo Ylenia. Strinsi amicizia con Simona, la vicina, una donna più grande di me. Mia madre era decisamente contraria a questo avvicinamento per via della differenza di età, sosteneva che non potessimo avere argomenti di cui parlare. In realtà, lei era sempre gentile e a me faceva piacere andarla a trovare. Sapeva che non consumavo alcolici. Un giorno primaverile, mi propose di bere insieme un crodino. Dopo di ciò, cominciò a spogliarsi, con la scusa del caldo. Ammirai il suo corpo notevole. La donna mi convinse a fare lo stesso. Dopo un pò, ci ritrovammo nude. Simona, senza troppi giri di parole, spiegò che intendeva masturbarsi e che, farlo in compagnia, sarebbe stato più divertente, intendendo ognuna per conto proprio. E all'inizio fu così. Sedute sugli sgabelli, ci toccavamo una di fronte all'altra. Ma ben presto lei si avvicinò e mi baciò accarezzandomi il culo. Disse che avremmo potuto divertirci molto di più interagendo tra noi e mi incitò a leccarle la figa. Nell'eccitazione, mi riuscì facile e piacevole. Sentirla ansimare, mi spingeva a proseguire. La libidine arrivò ai livelli più alti e la sfogammo a 69, sopra al tavolo della cucina, lei sotto, io sopra. Fu davvero estasiante e coinvolgente ed ognuna bevve la venuta dell'altra. Ma Simona, a quel punto, tirò fuori il suo cavallo di battaglia: la leccata anale. Sputò sul mio buco per lubrificarlo, diciamo così, dopodichè cominciò a leccarlo con ardore, finchè io raggiunsi l'amplesso, sempre sul tavolo della cucina. Non mi pento affatto di frequentare quella signora, dal momento che, nell'intimità, ci sà davvero fare!
mercoledì 29 gennaio 2025
Adorabile meccanico
Sono Marilena. A volte, certe situazioni intriganti accadono per caso. Con la macchina in panne, ci rivolgemmo al primo meccanico che si trovava sulla strada. Non fu solo per la difficoltà di corrispondere il danno che trasgredimmo come coppia. Se avessi contattato mio padre, probabilmente ci avrebbe pensato lui a sistemare le cose. Ma, in realtà, scattò un'innegabile chimica tra noi e quel tipo, sufficiente a lasciarci andare. Non fui soltanto io a darmi da fare, prima di tutto oralmente, atteggiamento forse più prevedibile (se non altro come interazione tra uomo e donna), ma pure il mio ragazzo, che non si tirò indietro a spompinare l'aitante sconosciuto. Mi imbarazza ammetterlo ma il mio partner se lo fece infilare pure dietro e di gusto! Infilzato prima a pecorina, poi a candela, mi spruzzò in viso eiaculando felice. In definitiva, lo sperma in faccia, da quello stallone, lo prendemmo entrambi, a sublimazione di una giornata di incredibili porcate. Certi episodi particolari dovrebbero rimanere segreti, in effetti, ma non ho resistito alla tentazione di raccontarlo alle mie più care amiche.
Controllore intransigente
Mi chiamo Marco. Non era la prima volta che tradivo la mia splendida fidanzata Fiona. Era accaduto sempre con ragazze, spesso attraverso sesso soft: baci, seghe, qualche ditalino, interazioni leggere, insomma. Ma quella volta, nel treno, superai me stesso, in negativo. Non avevo il biglietto e il controllore, un tipo particolarmente affascinante, mi indusse in tentazione sfruttando il mio timore, dato che mi trovavo palesemente in difetto. Non l'avevo mai fatto con un maschio. Me lo succhiò divinamente, oltre a infilarmi due dita nel culo senza pietà. Ormai ero cotto e pronto per prendere la sua fava dura dietro. Eh si, mi scopò proprio di brutto, alla grande, venendomi copiosamente sulle palle. Poi, non pago, me le succhiò pure, intrise di seme, prima di spompinare e bere il mio succo intimo che gli donai in bocca. Fu un'esperienza estasiante, esaltante, travolgente! All'appuntamento con Fiona, giunsi in clamoroso ritardo. Non sapevo proprio come raccontarle l'accaduto. Lei pretese di sapere tutto. Alla fine ci riuscì e fu una colossale figura di merda. Fiona non potette accettarlo, ovviamente, e la persi per sempre ma vi posso assicurare che ne valse la pena, o meglio, il pene, del controllore, ovviamente!
Disinvolta in ufficio
Mi chiamo Diana. Sono una ragazza piuttosto porcellina. Avevo una relazione con un tipo e scopavamo bene insieme ma il legame andò un pò in crisi nel momento in cui fui assunta da un'azienda. Lui temeva che lì potessi fare la porca e prendere qualche cazzo. Non lo tranquillizzai e sono convinta che il ruolo del cornuto non gli dispiacesse poi del tutto. Quando diventai la segretaria aggiunta, affiancando Marika la moretta, mi resi presto conto che il Capo, George, non andava troppo dietro alle donne, gli servivano solo per fare bella figura in Ufficio. Del resto, fu la stessa Marika a confermarmelo, più avanti, raccontandomi che la sua ex collega lo aveva visto spompinare un cliente. George non aveva bei modi, soprattutto coi clienti. Un giorno, trattò male Marika e lei, velatamente, gli diede del frocio ma io intervenni per calmare le acque. Quando andò via, io e Marika facemmo sesso. Non mi dispiaceva avere un'esperienza lesbo con una ragazza carina non troppo presa dagli uomini. Quella maialina mi leccò la figa ed io gliela sgrillettai leccandole il culo. Ci prese gusto, mi infilò due dita mentre me la leccava e poi finimmo a strusciarcele a vicenda, le passerine. Gli orgasmi si susseguivano a catena. Le diedi una ulteriore leccata finale perchè mi accorsi ce desiderava godere ancora. Che bella lesbicata in ufficio. La maialina teneva pure le autoreggenti. Quella scopata fu anche strategica, la feci ragionare sul fatto di non reagire alle provocazioni del Capo. Intendevo salvaguardare il posto di lavoro, in più potevo fare sesso con lei, non era il caso di perdere certi benefici. Marika si convinse e divenne molto più morbida nei confronti del titolare. Invece di prendere decisioni avventate, lasciava sempre al Capo l'ultima parola. Infondo, il direttore lavora molto bene coi clienti, soprattutto di bocca!
martedì 28 gennaio 2025
Un regalo di compleanno insolito
Sono Monica. Dario, il mio compagno non è mai stato un maschio Alfa. Mi rivelò dopo pochi mesi di fidanzamento il suo desiderio di sentirsi donna, di mettere i tacchi. Ma non solo! Lui aveva un sogno erotico proibito nel cassetto, farlo con un uomo dotato, preferibilmente non europeo. Ci pensai a lungo, finchè, in occasione del suo compleanno, decisi di accontentarlo. Mike è un bell'uomo prestante, a lui poco importa in quale buco metterlo, se sia la figa o il culo di un maschio. Sapevo che concedendo questo a Dario, saremmo giunti ad un punto di non ritorno ma volevo renderlo felice. Io e Dario leccammo insieme il tarello, ma quando si trattò di prenderlo dentro, il pene entrò, a lungo, solo ed esclusivamente nel sedere di Dario che così raggiunse l'estasi, la pace dei sensi. Il grosso palo eiaculò copiosamente regalando ad entrambi un assaggio delizioso di caldo sperma. Le mie amiche dicono che una roba del genere è inconcepibile, che dovrei cambiare partner, invece di prestarmi a certi giochi perversi ma infondo ci siamo divertiti, no?
Tre meravigliose creature
Mi chiamo Monique. Vi racconto un episodio di gioventù. Me ne stavo seduta su un muretto, vicino a una fontana, quando fui approcciata da due ragazze. Una disse che mi avrebbe insegnato a baciare in modo che poi avrei fatto bella figura coi ragazzi. Ingenuamente le credetti. Da quel bacio ne venne fuori un rapporto intimo a tre. Anche quell'altra mi baciò, dopo avermi leccato le tette. Mi pareva tutto così incredibile ma estremamente eccitante. Insomma, leccai pure la figa ad una, mentre loro due si baciavano. Capì che stavano insieme ma non mi sentì per nulla esclusa, dato che loro dissero che un rapporto di coppia può diventare un tris. Trascorremmo un lungo periodo insieme, facemmo tante volte l'amore a tre. Poi, io presi un'altra strada, mi sposai. Ma ricordo con piacere e una punta di nostalgia quegli anni meravigliosi e spensierati che vissi da ragazza.
Insicura
Mi chiamo Miriam. Consideravo Sandy, la mia amica un pò più grande, un punto di riferimento. Credevo fosse una sciupauomini e le chiedevo consigli sui ragazzi che frequentavo. Si, lo ammetto, ero insicura coi maschi, credevo sempre di non piacere, pur essendo infondo una tipa piacente. Una delle volte in cui chiesi consigli a Sandy per un ragazzo che mi piaceva, lei mi disse di spogliarmi. Non mi creò alcun problema da ta la confidenza. Disse che ciò serviva a fgare i dubbi sul mio corpo ma naturalmente lo fece apposta. Insomma, a quel punto stavo mezza nuda, ci mise poco a farmi un ditalino. Caddi completamente dalle nuvole! Mai me lo sarei aspettato da lei! Andò avanti, me la elccò, ci mise dentro pure le dita. Ovviamente arrivai e pure di brutto, all'orgasmo. Ero ancora incredula, facevo fatica a realizzare che Sandy fosse una lesbicona. Ma l'eccitazione incamerata era troppa. Nonostante la venuta ero infoiata e pronta a leccargliela con foga. Del resto, lei non voleva altro! Ardeva di desiderio, voleva che continuassi ed io non le negai certo il piacere che esplose fino in fondo col suo amplesso. Sull'eccitazione del momento ci ero stata, indubbiamente, ma non sapevo a cosa aspiravo davvero. A quel punto, lei provò a chiarirmi le idee tornando alla carica con due dita nella figa e la lingua sulle tette. Poi, spalancò le labbra della mia topa con le dita per leccarla meglio. Inutile dire che godetti come una matta. Sandy dice che non è cambiato nulla, che infondo siamo sempre amiche ma non dovrei andare a letto con la mia miglior amica. Da un lato sono tentata di non rivederla più, infondo mi ha tirato un colpo basso, mentre cercavo di confidarmi, e questo non doveva farlo. Ma, dall'altro lato, non posso dire di essere stata male con lei intimamente, anzi! E poi, cosa penserebbero i miei se sapessero che siamo andate a letto insieme? Oddio, sono proprio incasinata! Era meglio quando soffrivo per i ragazzi, almeno non avevo altri problemi!
L'amica giusta ti da una mano
Sono una ragazza lesbica di nome Viviana. Adoro sedurer le etero ma non è sempre un'impresa facile. Con molta insistenza e abilità ero riuscita ad appartarmi con Marika, una brunetta deliziosa. Dai baci passammo alle leccate di figa ma lei restava sempre ossessionata dal cazzo. Non pensavo che, nel bel mezzo dell'intimità, quando già avevamo goduto un pò oralmente, mi dicesse di andar via perchè voleva completare la sua goduta con un uomo. Andai su tutte le furie! Come si permetteva di snobbarmi in questo modo? Per fortuna, trovai il rimedio giusto per le sue lamentele, la mia mano! Gliela sparai tutta nella topa, senza lasciarle il tempo di pensare troppo. Gliela misi a missionaria, poi a pecora e di nuovo a missionaria. La sua passera divenne un lago e le feci passare la voglia di chiamare un uomo per appagarla. Ci pensai io a sfondargliela perbene e a farla urlare come una maialina in calore. Con la figa letteralmente in brodo, non potette che accumulare un orgasmo dopo l'altro, col suo liquido intimo che colava in abbondanza. Bhè, Marika ebbe quello che si meritava e le piacque pure, naturalmente. Così impara a snobbarmi la prossima volta, credendo, erroneamente, che posso andare bene solo per i preliminari!
La madre comprensiva del mio ragazzo
Sono Gina. Il ragazzo mi tradiva di continuo flirtando con varie tipe, su internet che poi incontrava in reale. Stufa della situazione, andai a parlare con sua madre Lena. Stava al lavoro, per cui disse che potevamo vederci in seguito. Alla fine, andai a casa sua ed esternai le mie preoccupazioni su quel rapporto di coppia. Ma lei rispose che molti uomini sono donnaioli e che non sono indispensabili per essere felici. Non capì, all'istante, cosa volesse intendere ma poi ci arrivai. La signora puntava ad una complicità tra ladies. Mi spinse ad accarezzare il suo seno tonico da sopra ai vestiti e da lì cominciò a subentrare l'eccitazione. Scattò il bacio! Ci spogliammo entrambe. Cominciò lei a leccare splendidamente e con passione la figa. Da come si muoveva, mi resi conto che non era una dilettante del genere. Arrivai magnificamente all'orgasmo. Poi ricambiai, con la stessa passione, forse pure di più. Me la stavo quasi mangiando la sua passera. Di sicuro provò molto piacere dato che si accasciò ansimando, dopo un orgasmo pauroso. Ma il bello doveva ancora venire! Incrociammo le gambe e strofinammo con ardore le passere, proprio come accade nei video lesbo per adulti. Dagli e dagli e arrivammo tutte e due al piacere profondo. Ci baciammo soddisfatte assaporando l'orgasmo. Bhè, col ragazzo sono stata sfortunata, ma con sua madre no!
Fin troppo complici
Sono Alma, una direttrice d'Azienda. non mi sono mai negata i piaceri della vita, assaporando gli uccelli di vari uomini. Per questo motivo, il mio matrimonio ebbe vita breve. Dal frutto dell'unione, nacque la bella Nicole, mia figlia. E' una ragazza gioiosa, particolare, forse per questo sottovalutai gli evidenti segnali che mi mandava. Tendeva sempre a rimanere incollata alla sottoscritta. Senza la minima conoscenza del computer, pretese di diventare la mia segretaria, in modo che stessimo vicine. Insomma, le dissi di si per non deluderla. Ma non si limitò a quello! Una volta a casa, mi palpò le tette da dietro stemperando tale azione con parole scherzose. Mi innervosì il suo atteggiamento poco rispettoso. In seguito, mi disse che provava invidia per le mie tettone. Le sue, effettivamente, sono più piccole. D'istinto le scoprì il seno e la rassicurai affermando che le sue tette non erano male. Ma lei rispose che lo dicevo solo per consolarla. Si fiondò tra le mie assaporandole. Rotto il ghiaccio, ci ritrovammo nude. La baciai e sditalinai, mentre stava distesa sul tavolo. Poi, mi misi sopra di lei, in modo che i clitoridi si frugassero tra loro. La libidine crebbe notevolmente. Portai la figa all'altezza della sua bocca in modo che potesse leccarmela. Le bagnai il viso con la mia venuta. Poi, leccai io lei, mentre se ne stava a cosce aperte sul tavolo. Bevvi anch'io il suo nettare intimo, quando arrivò. Poi, la stesi sul tavolo e le bloccai le mani, spiegando che il gioco lo avrei condotto io. Sono pur sempre la madre, nonchè la datrice di lavoro, decido io quando voglio andarci a letto, sia ben chiaro!
Effusioni dolcemente proibite
Sono Marina. Non pensavo che la mia ex studentessa Paola fosse così attratta dalla sottoscritta da mettere in atto un vero e proprio piano di corteggiamento fatto di appostamenti e lettere d'amore. Incuriosita dalle donne per anni, ma solo a livello filosofico-letterario, provai, grazie a lei, il sublime piacere della carne. Il suo bacio sbloccò ogni freno inibitorio che avevo e mi sentì libera di succhiare la giovane passera e portarla all'orgasmo una prima volta. Poi fu lei a soddisfare me, prima che io le concedessi un magnifico bis in cui la ragazza, presa dal godimento sfrenato, urlò assaporando con pienezza il secondo amplesso.
lunedì 27 gennaio 2025
Complicità proibita
Sono Enrica, una donna matura. Dopo la separazione, ogni tanto, mi rilassavo con qualche collega coetanea d'ufficio. Niente di che, giusto qualche ditalino reciproco per sfogare. Non credevo che, certe complicità, le avrei vissute anche con mia figlia Luisa. Negli ultimi tempi, notai il suo atteggiamento premuroso, ma pure un pò morboso, nei miei confronti. Una sera, al ritorno dal lavoro, insistette per prepararmi la vasca da bagno e la cena. Intanto, mi faceva complimenti. Insomma, mi accorsi che si soffermava, con lo sguardo sul mio corpo, mentre mi stavo spogliando. Nei giorni seguenti, vincendo un certo comprensibile imbarazzo, ci tenne ad esternare una vicenda che la turbava. La situazione riguardava una sua amica, particolarmente "legata" alla madre. Compresi perfettamente che desiderava lo stesso tipo di attenzioni. Non volevo deluderla affermando che certi impulsi sono sbagliati. E così, d'istinto, la baciai. Da lì, venne tutto di conseguenza. Mi leccò amorevolmente le tette, dopodichè io le passai la lingua saettante sul clitoride facendola impazzire di piacere. L'orgasmo fu inevitabile, naturalmente. Aspetto con ansia che si senta pronta a ricambiare. Nel frattempo, sbollirò la libidine con la mia collega d'ufficio.
I panni scorrono giù
Sono Fiorella. Un classico, i panni che scorrono e gli abitanti della casa sottostante si lamentano. E' proprio il caso della signora Wanda. I suoi panni scorrevano sul nostro balcone. Mia madre mi mandava diverse volte al piano di sopra per esporre lamentele. Wanda cercava sempre di minimizzare. Mi piacciono i ragazzi ma lei è proprio una bella donna, una di quelle bombe sexy che nota anche una ragazza normale come me. All'ennesimo reclamo, Wanda mostrò tutta la sua passione erotica coinvolgendomi sul divano di casa sua. Come potevo non leccare quelle grosse tette che mi piazzò in faccia? Come conseguenza, finì a cosce aperte sul divano con lei che me la leccava intensamente. E così arrivai splendidamente all'orgasmo. Bhè, speriamo che Wanda non cambi mai abitudini, a questo punto, così mia madre mi manderà sempre al piano di sopra!
Trasgressione inconfessabile
venerdì 24 gennaio 2025
Autostop soddisfacente
Mi chiamo Mary. Quando gli autobus non passano, viene il nervoso. E' per colpa dei disservizi pubblici che, alla fine, sono costretta a fare la troia. Eh si, perchè, quando aspetto da molto tempo il pulman, si avvicina sempre qualche uomo. A volte sono anziani ma, altre volte, si tratta di uomini abbastanza interessanti. Dovevo andare a Las Vegas a trovare mia zia ma dell'autobus nemmeno l'ombra. Si avvicinò un ragazzotto dicendo di volermi offrire il passaggio. Naturalmente, non conosceva la destinazione. Nel momento in cui seppe che la meta era distante diversi chilometri, si stava quasi per tirare indietro, considerando anche i costi del carburante. Fu a quel punto che iniziai a scoprire le tette per cercare di stimolarlo ma mi accorsi subito che non sarebbe bastato. E allora mi prodigai nella mia specialità, il pompino. Leccate e succhiate di cappella sono il mio forte. Con quello guadagnai punti ma, essendo pieno giorno, lui si preoccupava che ci vedessero. Gi risposi che il rischio aumenta l'eccitazione. Poi, mi sedetti sul suo cazzo e cominciai a cavalcare a dovere. Soltanto con una bella chiavata mi avrebbe accompagnato a destinazione. Andai sù e giù facendolo impazzire di piacere. Ma era un pò teso e non riusciva a venire. E così continuai il lavoro orale con lingua e risucchio. Finalmente esplose e mi schizzò in bocca un bel mare di sborra. Bhè, dopo un trattamento del genere, meritavo di essere accompagnata a Las Vegas. Dannati autobus, di questo passo mi renderanno proprio una troia...
Trasgressioni bollenti tra commessa e cliente
Mi chiamo Ilaria. Ognuno ha le proprie debolezze, i propri vizi. Sono ossessionata dalle scarpe femminili coi tacchi e mi piacciono le donne. Fin qui potrebbe anche passare, al limite. Il fatto è che provo una forte eccitazione quando entro nei negozi che vendono tali calzature. L'orario era abbastanza morto, verso le tre del pomeriggio. C'era solo una commessa bionda, molto carina, che stava lavorando sul portatile. Fui attratta da delle scarpe dorate, le provai, poi provai un desiderio irresistibile di urinarci dentro. Lo feci senza alcun pudore. Temevo che la commessa mi potesse sgridare invece, con sorpresa, la maiala aveva le mie stesse fantasie. Si avvicinò e usò la scarpa dove avevo fatto pipì come calice per bere. Il suo gesto mi eccitò di brutto. La esortai a riempire del liquido giallo pure le sue stesse scarpe, delle calzature nere. Lo fece senza esitare. E stavolta fui io ad usarle come bicchiere. La bionda (in seguito disse di chiamarsi Claudia) mi calò le mutandine. Mi ritrovai nuda al suo cospetto. Dopodichè le pisciai addosso. Anche lei si spogliò. L'aiutai a togliere le mutandine. Dopodichè mi urinò all'altezza della fica. A quel punto, mi strinse le chiappe da dietro e mi slinguazzò con passione la passera. Fu stupendo, venni in brevissimo tempo e intensamente. Naturalmente, ricambiai prendendomi cura del suo clitoride fino all'orgasmo. Non paga, scaricai ancora abbondante pioggia dorata sul suo seno. Ci ritrovammo con le mutandine fradice e il pavimento allagato ma felici di aver goduto. Provai a corteggiarla ma disse di tenere un uomo. Tuttavia, si dimostrò disponibile a futuri incontri nel negozio. Bhè, non vedo l'ora di andarla a trovare di nuovo e non certo per comprare le scarpe.
giovedì 23 gennaio 2025
Altamente ingorda
Il mio nome è Katia. Sembro una brava ragazza ma, sotto sotto, sono una ninfomane irrecuperabile. Già a Scuola mi davo da fare. Laddove le mie compagne si mostravano schifiltose e bigotte, io allietavo l'umore dei miei compagni. Seduta agli ultimi banchi, li segavo e li facevo sborrare a meraviglia. Erano così entusiasti che facevano a gara per offrirmi la colazione. Ma la svolta accadde quando mia madre, impietosa, disse che dovevo diventare a tutti i costi brava a suonare il pianoforte, strumento in cui sono negata. Avevo capito di piacere al Maestro. Quando mi rimproverò per le mie incapacità musicali, gli prospettai un out out: dire a mia madre che ero brava in cambio di sesso. Non gli parve vero di tirar fuori l'uccello di fronte ad una ragazza giovane e carina (modestamente!). Lo accarezzai e poi glielo ciucciai rendendolo molto felice. Naturalmente, lui non si accontentò, mi calò le mutandine per leccarmi le fessure, soprattutto il culo. Poi, irrimediabilmente, mi chiavò sbattendomi più o meno sul pianoforte. Il porcello voleva pure sapere cosa combinavo a Scuola, i miei flirt con i compagni o, per meglio dire, le seghe che dispensavo. Si arrapò talmente da sborrarmi nella figa, mentre stavo seduta sopra di lui, andando sù e giù. Per un pò, mi tolsi il fiato sul collo di mia madre. Nel frattempo, mio cugino mi fece conoscere un suo amico, piuttosto carino. Non mi feci certo pregare per scopare con tutti e due. In realtà, mio cugino l'ho svezzato io, sono stata la sua prima volta (e non solo). Comunque, due tarelli fanno sempre piacere: me li sbattetero, in alternanza, in bocca, in fica, e pure splendidamente nel culo. Arrivarono schizzando un mare di sborra. Sentivo un lago di sperma sul culo, da parte dell'amico, mentre ancora assaporavo il seme ricevuto in bocca da mio cugino. Bhè, fu una fantastica doppietta. Spero che, prima o poi, mi portino i loro amici così svuoterò i coglioni anche a quelli. Eh si, non riesco proprio a trattanermi, sono felice quando faccio sborrare i maschi.
Emozioni triple in vasca
In balia delle sconosciute
Mi chiamo Marco. Conobbi una donna più grande di me di nome Daniela. Non mi sembrava vero che fosse così disponibile nei miei confronti. Mi gasai ancor di più quando mi presentò la sua amica Miriam. Pensai che fosse il mio giorno fortunato per andare a letto con due belle donne. E invece no! Andai incontro ad una sorta di predatrici sessuali, per così dire, due specie di mistress invasate che ritenevano gli uomini inferiori. Sperimentai subito le loro idee dal momento che Miriam mi somministrò un dildo nel culo! Fui abbastanza incapace di reagire, anche perchè, in precedenza, mi avevano offerto un drink che tendeva a rilassarmi. Ma non si limitarono a questo. Ben presto mi condussero in una stanza dove ci stava un altro ragazzo, moro, nudo, seduto su una sedia. Miriami mi spinse la testa contro il suo pene, incitandomi a succhiarlo. Obbedì. Nonostante i preconcetti, non fu così spiacevole. Poi, me lo succhiò lui e, infine, le due donne ci "aiutarono" a scopare a candela tra maschi. Mi sedetti sul suo cazzo e lo presi dentro con turbamento ma non posso negare di aver provato piacere. Lo sconosciuto mi ripassò a pecora. Poi ci fu un momento di pausa in cui le due mi chiesero se mi fosse piaciuto. Risposi di si. Soddisfatte, le donne mi incitarono a proseguire. Il moretto mi inculò a missionaria, prima di schizzarmi addosso. Anch'io arrivai, dopo quella torbida penetrazione, e sborrai copiosamente. Il ragazzo me lo menò fino in fondo per far uscire le ultime gocce di seme. Dopo l'orgasmo, mi resi conto di essermi prestato ad un gioco assurdo seppure non posso fare a meno di ricordare che godetti a dismisura.
mercoledì 22 gennaio 2025
Gli amici gay della comitiva
Sono Jenny. Io e la mia amica Sandra, facevamo parte di una comitiva di 6 persone, quattro ragazzi e due ragazze. Risultava strano che quei tipi, da un punto di vista sessuale, non ci calcolassero minimamente. Eppure non siamo certo brutte! La voglia accumulata mi spinse a chiederle di spogliarsi per sditalinarmi. Intendiamoci, siamo puttanelle ma non lesbiche, il nostro primo interesse è il cazzo. Ma, a quanto pare, il pisello era pure il riferimento principale dei nostri ambigui amici. Ce lo dimostrarono proprio durante un incontro di gruppo a casa di uno di loro. Abbracci, baci, effusioni, sono atteggiamenti inequivocabili. Vedendo ciò, ci baciammo tra ragazze per toglierci dall'imbarazzo, diciamo così. Da lì, finì in una specie di orgia dove, in buona parte, il cazzo se lo diedero tra uomini (dopo preamboli di pompini, leccate di culo, leccate di fica). Ma, alla fine, sull'impeto dell'euforia generale, il tarello, per fortuna, lo riservarono pure a noi femmine, prima di prodursi in copiose sborrate.
Sussulti col Prete
Mi chiamo Morena. Sono sempre stata una porcellina ma l'esperienza di andare a letto con un prete mi mancava. Padre Anthony McKEnzie, un prete straniero, arrivò nella nostra parrocchia. Era un tipo alto, biondo, prestante. Capì che, sotto sotto, gli piacevano le donne e che la sua Fede non era poi così incrollabile. Nel confessionale, gli feci intendere di volerlo incontrare in un posto più tranquillo, lontano da occhi indiscreti. Fortunatamente, Anthony poteva disporre della casa della sorella che non la utilizzava mai. Fu lì che ci vedemmo. Entrammo maggiormente in confidenza, gli chiesi come facevano i preti a sfogare i loro bisogni e lui mi rispose che ricorrevano al "fai da te" o, peggio, alla soddisfazione reciproca. Si trattava solo di rompere il ghiaccio. Bastò poggiare la mano sul suo pantalone per sentire il pacco indurirsi. Da lì, mi baciò il culo, mi accarezzò le fessure. Poi, spinse l'uccello nella topa, per un primo approccio. Dopodichè, lo deliziai con un pregevole lavoro di lingua e di bocca che lo mandarono in estasi. A cazzo molto duro, lo presi a candela nel culo, mentre lui mi sgrillettava piacevolmente la fica da dietro. La scopata proseguì in altre posizioni, fino all'inculata a pecorina. Eccitato, mi sborrò nel culo e il seme abbondante colò pure nella figa. Gli massaggiai i coglioni per svuotarlo completamente. Entusiasta della trombata, non vedevo l'ora di raccontarlo alle mie amiche ma lui mi pregò di tenere il silenzio. Ci riuscì per un pò ma poi la tentazione di vantarmi prese il sopravvento. Ricoperto da una pessima fama, il povero Padre Anthony, dovette abbandonare la parrocchia. Accidenti a me che non tengo mai la bocca chiusa, oltre alla fica, naturalmente.
martedì 21 gennaio 2025
Lesbo doctor
Mi chiamo Cinzia. Tempo fa, avvertivo dei giramenti di testa. Per tale motivo, mi rivolsi ad una dottoressa di nome Elisa Rossi. La donna mi disse di recarmi al suo studio la settimana seguente per una visita approfondita. Non sospettai nulla di strano dato che lei, almeno inizialmente, si comportò in modo del tutto professionale. Ma, quando andai lì, il suo comportamento cambiò decisamente. Mi pregò subito di spogliarmi per valutare meglio la situazione. Fin lì, nulla di strano, in più mi sentivo sicura, essendo di fronte ad una donna e ad un medico, in teoria. All'improvviso, cominciarono le oscenità. Si alzò la gonna e mi chiese se sentissi l'odore della sua fica bagnata. Mi parve tutto assurdo, surreale, a dir poco. Vedendo la mia naturale ritrosia, pensò bene di immobilizzarmi i polsi, innanzitutto. Poi, dopo aver espresso apprezzamenti sul mio seno, mi fece stendere sul lettino e lì mi ficcò uno straccio in bocca, in modo da evitare che urlassi. Non contenta, mi fasciò pure le gambe in modo da limitarne i movimenti e tenerle opportunamente allargate. A quel punto, ebbe gioco facile. Mi ficcava le dita nella figa mentre mi massaggiava soddisfatta il seno. In principio opposi resistenza, per quanto possibile ma, pian piano, le sue mani mi diedero piacere e mi lasciai andare. Quasi senza rendermene conto, arrivai ad un impensabile e torbido orgasmo. Ero venuta grazie alle attenzioni subdole e morbose di quella donna. Mi disse che, la volta seguente, avrebbe potuto pure non immobilizzarmi, se avessi fatto la brava. Quando andai via da lì, sconvolta, pensai di essere stata abusata e fui tentata di denunciare quella donna. D'altro canro, però, non posso negare di aver provato piacere, un piacere torbido, inaspettato, intenso, per giunta con una persona del mio sesso. Finora non ho denunciato Elisa e ho preso una pausa di riflessione ma non vi nascondo che sono fortemente tentata di tornare da lei...
Nozze mancate fighe bagnate
Mi chiamo Ginevra. Non ho mai conosciuto la mia vera madre, deceduta prematuramente in un incidente d'auto. Mi ha cresciuta una donna di nome Manuela che considero una madre. Negli anni, lei era stata sempre impeccabile, non mi aveva mai fatto mancare nulla. Ci fu una clamorosa svolta, quando stavo per sposarmi. Invaghita di un uomo, piuttosto egoista, di nome Andrew, arrivai a succhiargli il cazzo anche se mia madre non voleva che avessi rapporti con lui prima delle nozze. Si dice che, guardare la sposa prima del matrimonio, porti male e forse è proprio per questo che andò tutto a monte. I dubbi su Andrew subentrarono nel momento in cui vidi che trattava male Manuela. Lei, d'altro canto, mise in piedi una vera e propria strategia per portarmi a volerle bene in un modo diverso e altamente trasgressivo. Sconvolta per i dubbi prematrimoniali che mi assalivano, fui consolata da Manuela. Poi, però, mia madre voleva lasciarmi un pò da sola. Probabilmente, pure quella fu una tattica vincente. Ad ogni modo, io l'afferrai per un braccio suggerendole di tenermi compagnia. Fu lì che raggiungemmo il punto di non ritorno. Manuela, con la solita disinvoltura che la contraddistingue, spiegò che, accarezzarle il bel seno prosperoso, poteva risultare terapeutico. Senza riflettere troppo, lo feci. Da lì, lei si sentì autorizzata a palpare il mio (più piccolo) da dietro e a infilare le dita nelle mutandine. Eh si, mi fece un ditalino, poi mi stese sul letto e infilò le dita dentro la figa senza pudore. La guardai sconcertata ma visibilmente eccitata. A quel punto volevo ricambiare e le leccai la figa a pecorina e pure a missionaria. LEi godeva e gioiva, naturalmente. Proprio quando si stese per leccarmela a fondo dal basso, si aprì la porta di colpo. Comparve Andrew che ci beccò a lesbicare e commentò schifato la situazione. Ma Manuela suggerì di non dargli retta e mi condusse ad un folgorante strofinio tra passera dove sbrodolammo entrambe a meraviglia. Bhè, sarà chiaro a tutti che quel giorno non mi sposai più.
Amanti della fava in ufficio
Mi chiamo Valery, faccio la segretaria. L'ufficio era di una noia mortale. Spesso, allietavo le ore di permanenza ricorrendo ai gingilli per l'autoerotismo. Un pò di vibrazione nella passera, rappresentava il piacevole sfogo in attesa di trovare un amante adeguato. Due nuovi colleghi movimentarono la situazione. In realtà flirtai con uno, Steve. Mi accorsi che l'altro, Paul, guardava e ci scattava pure delle foto. Ad un certo punto, Paul si mostrò a cazzo duro, proprio dinanzi a Steve che raccolse l'invito e glielo succhiò. Da lì, fu quasi spontaneo per Paul ricambiare ed io lo incitai a farlo. Dopo il pregevole scambio di bocchini, Steve divenne duro al punto di voler inculare Paul a candela, mentre io succhiavo l'uccello di quest'ultimo. Bhè, Paul andò proprio in visibilio, provando un doppio bollente piacere. Dopo di ciò, Paul, che aveva zero esperienze con le donne, ebbe con la sottoscritta la sua prima volta. Mi adagiai sul suo pisello, lasciando che entrasse nella figa. Non era niente male, devo dire, peccato che, appena uscì fuori, finì, irrimediabilmente, nella bocca di Steve che lo ciucciò a dovere. I due porcellini iniziarono a schizzare. Steve bagnò il petto di Paul che se lo menava entusiasta lasciando che uscisse fuori tutta la cremina. Massaggiai i coglioni di Paul, asserendo che quei due erano fatti l'uno per l'altro. Bhè, di veri stalloni, finora non sono venuti in Ufficio anche se, talvolta, mi diverto a giocare con quei due simpatici semifrocetti.
lunedì 20 gennaio 2025
Licenziamenti condizionati
venerdì 17 gennaio 2025
Lo Yoga con la vicina
Mi chiamo Aurora. I miei genitori spingevano affinchè frequentassi un ragazzo serio a scopo matrimoniale. Ma la vita è imprevedibile. La mia vicina, Giada, è una donna che non passa inosservata. E' bella ed ha un seno notevole. Lo sò che questo non dovrebbe interessare una ragazza come me ma lasciate che vi spieghi cosa accadde. Andavo spesso a trovarla e si comportava in modo molto cordiale. La ritenevo un'amica, anche se più grande di me. Un periodo, prese la fissa dello Yoga per cui, un giorno, la trovai mezza nuda in meditazione, con la cuffia. Ammetto di esser rimasta turbata, dal momento che vidi il suo splendido seno. Quando si rese conto della mia presenza, si rivestì. Poi, di fronte al mio scetticismo per lo Yoga, propose di provare ma specificò che bisogna star nudi per trarne il massimo beneficio. In pratica, ci ritrovammo senza vestiti una di fronte all'altra. Lei mi sfiorava appena il torace, indicando il flusso dell'energia. Da lì, una parola tira l'altra, e finì distesa sopra di lei. Ci baciammo con passione, poi seguì un abbraccio. Ero confusa ma mi piaceva quel calore, quella vicinanza. Lei ne approfittò per leccarmi con foga la figa e fu davvero appagante. Di fronte alla mia parziale titubanza, mi convinse a proseguire con un ditalino in compagnia, ognuna per conto proprio. Questo atteggiamento, da parte sua, mi tranquillizzò notevolmente. Ma Giada tornò ben presto alla carica, usando le sue dita dentro di me. Disse che se il ditalino me lo faceva lei, di sicuro era più bello. Estasiata dalle sue attenzioni e dalle meravigliose tettone, che strinsi in preda al piacere, me ne venni. Rotto il ghiaccio in tutto e per tutto, mi fu più semplice darle piacere con la lingua e così le leccai intensamente la passera fino a farla venire. Arrivò all'orgasmo proprio quando mia madre Mary entrò nella stanza. Come una cretina avevo lasciato la porta di casa socchiusa. La mia genitrice invei contro Giada, sostenendo che mi aveva plagiata. Mi rivestì in fretta e furia e tornai a casa con mia madre. Quando si calmò e parlammo da donna a donna le spiegai che Giada è una donna affascinante che mi aveva saputa coinvolgere e che ha un seno stupendo. Notai con piacere che, anche mia madre, almeno apparentemente un pò bigotta, aveva notato le tettone di Giada. Mary sperava che io potessi convolare a nozze con qualche maschio serio. Nei giorni seguenti, Giada mi parlò di Mary, sostenendo che, sotto quell'aria bigotta, magari si nascondeva una donna passionale. Inoltre, le erano piaciute le scarpe rosse col tacco, con cui si era presentata il giorno del patatrac. Insomma, a Giada mia madre piace. Riportai a Mary gli apprezzamenti di Giada e notai in mia madre un sorriso malizioso. Quel giorno, le due stavano quasi per finire alle mani, a causa mia ma sono convinta che, in circostanze diverse, potrebbero pure finire a letto insieme! Bhè, ad ogni modo, lo Yoga è proprio terapeutico!
Grazie per la vacanza
Mi chiamo Sara. All'epoca di questi eventi, ero una studentessa Universitaria. Intrapresi una relazione con un professore. All'inizio sembrava romantico, carino, premuroso ma poi, pian piano, vennero tutti i nodi al pettine. Capì che gli piaceva prendermi un pò con la forza, questo lo eccitava da matti. Mi legava le mani, poi inttrufolava le mie sotto la gonna. Non mi piacevano i suoi modi ma ho anch'io i punti deboli. Quando cominciava a masturbarmi, non capivo più nulla, o quasi e glielo lasciavo fare. Poi scopavamo ma mi trattava sempre da troia, mi muoveva sù e giù velocemente in modo la figa gli masaggiasse adeguatamente il cazzo. L'ultimo orgasmo con lui fu amaro, carico di piacere ma con il desiderio di non rivederlo più. Quando mi schizzò nella figa, mi sentì peggio di una puttana, considerando che teneva pure la moglie e che si dedicava pure ad altre studentesse. Mi ci voleva un relax, uno stacco, una svolta, dopo la storia con quel porco. Susanna, una conoscente, mi offrì una vacanza a sorpresa che non mi sarei mai aspettata, caricandosi di tutte le spese. Ovviamente accettai di corsa. Mi portò in un posto splendido, incantevole, a dir poco. All'inizio, credevo che saremmo andate insieme a ragazzi. Ma fu chiaro, fin dal primo giorno, con l'arrivo nell'albergo con veduta sul mare, che le cose sarebbero andate molto diversamente. Insomma, gli uomini non erano nelle sue mire e affermò che la mia compagnia le sarebbe bastata. Dopotutto, usufruì di una vacanza idilliaca, in pratica mi fece intendere che la mia parte l'avrei pagata in natura stando con lei. Susanna era proprio carina, non c'è che dire, così, un pò per ringraziarla, un pò per la sua avvenenza fisica, pensai bene di provare il gusto dell'altra sponda. Dopotutto, nessuno lo avrebbe mai saputo, nè i miei genitori, nè gli amici. Mi palpò il culo, l'eccitazione crebbe smisuratamente. Infoiata, le passai la lingua tra le natiche. A quel punto, bollivamo entrambe dal desiderio. LE leccai la fica che si inondò presto di liquido. Continuai fino a condurla all'orgasmo. Mentre se ne veniva, le slinguazzai focosamente il culo per amplificare il suo amplesso che fu stratosferico. A quel punto, la figa mi stava per esplodere: bastarono pochi colpi della sua lingua per giungere al godimento profondo durante il quale lei mi slinguazzò il buco del culo. Fu solo il primo approccio. Rilassate, ammirammo nude il superbo panorama fuori dalla finestra. Per un mese, quella camera da letto divenne la nostra alcova per amanti, intervallata da mangiate tintarelle e bagni a mare. E voi come preferireste pagare una vacanza, coi soldi o in natura?