giovedì 30 maggio 2024

Tali madri tali figlie

Mi chiamo Monica. Silvia è la mia amica preferita. Il nostro rapporto, tuttavia, non è mai stato esente da litigi. E, in passato, ciò avveniva maggiormente poichè discutevamo animatamente quando ci piacevano gli stessi ragazzi. Silvia dorme spesso a casa mia ma, per anni, non accadde mai nulla di particolarmente rilevante. Finchè, una mattina, praticamente all'alba, Silvia entrò sparata nella mia stanza e mi guardò in modo malizioso. Contraccambiai quello sguardo. Tra noi scattò la libidine e mi ritrovai a leccarle il seno. Lei fece lo stesso con me. Eravamo particamente nude quando lei cominciò a sditalinarmi mentre mi leccava i capezzoli. Mi fistò e mi leccò con cura e delicatezza portandomi all'orgasmo. Eccitata, ricambiai analogamente ma con molta più foga: lingua sul clitoride e dita in vagina. La "terapia" la portò soavemente all'orgasmo. Poco dopo, mia madre Sandra, che aveva trascorso la notte fuori con il suo compagno, rientrò a casa all'improvviso e ci trovò insieme nel letto. A quel punto, cominciai a mentire spudoratamente e Silvia mi venne dietro. In pratica, raccontammo che lei aveva visto un film horror la sera precedente. Per la suggestione e la paura, era poi venuta a cercare conforto dalla sottoscritta, dopodichè ci eravamo addormentate. Sandra non credette ad una sola parola di quell'improbabile favoletta ma non replicò ulteriormente e se ne andò di là pensierosa. A questo punto, è meglio che il seguito lo racconti proprio mia madre Sandra. Il racconto riprende dal punto di vista di Sandra. Quando beccai Monica e Silvia insieme capì subito che stavano fingendo per coprire un rapporto intimo che avevano appena vissuto. Tutte le mie certezze, di vedere un giorno Monica sposata, crollarono di colpo. Mi ritirai in camera mia e mi sditalinai per rilassarmi con l'idea di parlare con Simona, la madre di Silvia, il giorno seguente. Andai da lei agguerrita, la ritenevo, in qualche modo, responsabile della condotta della figlia che aveva irrimediabilmente condizionato Monica. Volarono parole forti. Non so come non finimmo a tirarci i capelli, ci mancò davvero poco. Ma l'odio può diventare misteriosamente amore. Da una sorta di insulto, di provocazione, in cui lei mi diede della bigotta e dell'incapace tra le lenzuola, che io raccolsi come sfida, ci ritrovammo incredibilmente in camera da letto. Proprio io che avevo tanto condannato le relazioni saffiche, mi trovai a tu per tu con una donna dentro il letto. Le succhiai le tettone quasi con rabbia. Poi, mi resi conto di aver esagerando con l'aggressione precedente, mi scusai e stavo quasi per andar via. Ma lei mi fece intendere di gradire quella situazione e spalancò meravigliosamente le cosce. A quel punto non potetti far altro che slinguazzarla con ardore. A pecora, la fistai con le dita, usando di tanto in tanto la lingua. Anche lei me la leccò un pò da sotto. Poi mi misi dietro di lei, le strinsi il superbo seno e finimmo pure per limonare con passione. Poi si mise lei sopra di me, mentre le leccavo con furore i capezzoli. Ci strofinammo con foga le fighe e lei, nel mentre, mi leccò pure i piedi. Gli amplessi furono estasianti, mentre continuavamo a baciarci. Non si può certo ignorare una chimica così forte per cui fu normale che ci mettessimo insieme e ciò ci aiutò anche a comprendere meglio le pulsioni delle nostre rispettive figliole. Come dire, tali madri, tali figlie!    

figlie















































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