Mi chiamo Francesca. Mio padre, a un certo punto, decise di intraprendere una storia con un'altra donna e così, dopo il divorzio, a casa, ci ritrovammo io, mia madre Lara e mio fratello maggiore Vincenzo. Spesso Lara era impegnata al lavoro in Ufficio per cui rimanevo diverse ore in compagnia di mio fratello. O meglio, Enzo se ne stava incollato davanti al portatile a visionare materiale pornografico. Un giorno, mi avvicinai a lui e tentai di spiegargli che non poteva continuare a imbottirsi di quella robaccia (di sicuro ciò innescò la miriade di porcate che scaturirono in seguito). Mi resi conto che, nella fattispecie, stava visionando una scena Lesbo. Disse che se non fossi stata così prevenuta, avremmo potuto guardare insieme certi contenuti sensibili. Lo vedevo preso, il cazzo si alzava spaventosamente dentro il jeans. Disse che per lui qualsiasi video andava bene pur di godere. A un certo punto lo tirò fuori e con le dita mi sfiorava le gambe. Io, intanto, avvertivo un prurito tra le gambe. Mi leccò sopra le mutandine e non fu affatto spiacevole. Poi ci passò il cazzo e, alla fine, me lo spinse nella figa. Sapevo che era sbagliato ma mi piaceva. In seguito, mi sfilò le mutandine a pecorina per infilarci il cazzo ormai durissimo. Mentre le immagini del filmetto scorrevano, evidenziando I gemiti delle ragazze coinvolte bella scena, lui mi chiavo' con impeto a candela e a missionaria. Mi sentì una gran troia e ancor di più quando mi confidò di voler riservare lo stesso trattamento a nostra madre! Stavo elaborando tale perversione ma non riuscì a soffermarmici troppo a lungo dato che lui seppe distrarmi schizzando copiosamente la vagina in preda al bollente orgasmo. Nei giorni seguenti, Vincenzo divenne particolarmente morboso nei confronti di mia madre. Si nascose addirittura in bagno per osservarla tutta nuda. Lara, a quel punto, cercò di capire il momento delicato che stava attraversando il figlio. Ma il dialogo non fece altro che accendere maggiormente il fuoco e così anche Lara "cadde" urlando di piacere sotto i colpi della verga implacabile di mio fratello. Se la sfondò a candela e a pecorina, tenendola per i capelli, e le diede una ripassata finale pure a missionaria, prima di riempirla di sborra su tette e figa. Naturalmente, mentre se la scopava, le disse che si era fatto pure me. Da quel momento divenimmo irrimediabilmente le sue troie, le sue puttane da monta. Era lui il maschio di casa, quello col cazzo duro pronto a soddisfarci, a farci sentire donne. Bhe, il pomeriggio si sbatte me, poi, la sera, quando mia madre torna da lavoro, le riserva la dose giornaliera di randello. Mio fratello è un porco, è vero, ma ha pure un cazzo da superdotato!
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