Mi chiamo Gina. Ho ereditato la passione per le tubature da mio padre e dunque lavoro come idraulico. Ho a che fare con tante persone dal momento che mi reco tutti i giorni nelle abitazioni della gente. E' piuttosto frequente che gli uomini ci provino con me, perché sono una bella ragazza, modestia a parte. Ciò che capita meno spesso è, invece, che riceva attenzioni da parte delle donne. Ricordo bene quella mattina in cui andai a sistemare il lavandino della cucina della signora Luana, un bel pezzo di femmina, oggettivamente parlando. Mi chinai e iniziai a controllare i tubi. Il guasto non era difficile da riparare, impiegai non più di 20 minuti. Faceva caldo, ero sudata e la signora mi passò uno straccio sulla pancia. Mi parve strano, naturalmente, e ancor più quando mi accarezzò le tette. A quel punto, divenne più che evidente il suo interesse nei miei confronti. Disse che si sentiva sola, che sarebbe bello risolvere tutto tra donne. Insomma, il desiderio sessuale era ormai nell'aria. Rimanemmo un pò abbracciate, con i seni che si toccavano. Fu una sorta di fase di corteggiamento, per così dire. Piano piano, arrivai a calarle le mutande e a slinguazzarle accuratamente la figa. Fu solo il primo di tanti amplessi che raggiunse. Ci baciammo, poi fu lei a leccare me. Era focosa, assatanata quasi. Bhè, anch'io me ne venni, naturalmente, leccata da dietro sopra al piano cottura. Ripresi a leccare lei, la sua figa ormai era completamente aperta. La slinguazzai in lungo e in largo portandola di nuovo al piacere profondo. Poi mi leccò di nuovo lei, a missionaria e mi stuzzicò pure con le dita. L'amplesso fu inevitabile: 2 a 2, potremmo dire. Poi, mi stesi addirittura sulla cucina, lei mi stava sopra. Ci baciammo in bocca. Sostanzialmente, ci leccavamo le tette a vicenda. Fu un frangente erotico stupendo, durante il quale lei mi baciava anche il viso. La signora era ancora visibilmente accaldata. Arrivò il momento più bollente in cui finimmo a 69, lei stava sopra e io sotto. In realtà, era così vogliosa di venire ancora che si lasciò soltanto leccare senza avere la forza di ricambiare. Mi incollai alla sua topa fino a farla esplodere. Urlò sbrodolandosi tutta. A quel punto, si sentì totalmente appagata. Dalle 8 del mattino, si fece l'ora di pranzo a furia di lesbicare. Durante tutto il tempo, quella mignotta non tolse mai i tacchi. Bhè, avevo fame, così restai pure a mangiare da lei. Ci voleva proprio un bel piatto di spaghetti. Dopo la frutta, bevemmo pure il caffè. Alla fine, mi diede i soldi della riparazione. Non posso proprio lamentarmi di quella giornata: Appena 20 minuti di lavoro, una mattinata di sesso infuocato e pasto gratuito. Ci congedammo con un bacio al sapore di caffè. La lasciai con la classifica frase: "Sono disponibile per qualsiasi intervento, non esitare a contattarmi". Rispose: "Certo, molto volentieri, le perdite non vanno mai sottovalutate, specie quelle da risolvere urgentemente".
0 commenti:
Posta un commento