venerdì 10 febbraio 2023

Foto sexy e sesso con la mamma

Mi chiamo Paolo. Mia madre Manuela è una bella bionda. Vi confesso, provando notevole vergogna, che lei mi ha sempre attratto. Tuttavia, in passato, contenevo questa pulsione erotica, peraltro non sanissima, dal momento che a casa c'era pure mio padre Enrico. Loro due litigavano spesso perché lui si teneva le giovani segretarie dell'ufficio dove lavorava. E così, a un certo punto, inevitabilmente, i due giunsero alla separazione. Da quando restai in casa da solo con Manuela, i desideri sessuali, a lungo repressi, riaffiorarono prepotentemente a galla. Sapendo che lei non guadagnava granchè, e che si lamentava spesso dello stipendio scarso di commessa, finsi di proporle un modo per ottenere soldi facili, ossia pubblicare scatti erotici sul web. Mia madre non ne capiva nulla di queste cose ma, intrigata dalle allettanti prospettive di guadagno, si prestò al gioco. Quel pomeriggio indossò tacchi e autoreggenti. Poi, tentò di scattarsi qualche selfie ma, resasi conto di essere un pò imbranata, mi passò il cellulare. Così cominciai a fotografarla. Sentì subito un brivido nei pantaloni. Con la scusa delle pose, arrivai a farla spogliare praticamente del tutto. Le rimasero solo le autoreggenti addosso, peraltro molto arrapanti. Non resistetti dal toccarle la figa. Giustificai il gesto azzardato sostenendo che, se si fosse bagnata, sarebbe stata più credibile negli scatti. Lei, giustamente, chiese se mi stessi eccitando. Le risposi falsamente di no, che stavo solo impegnandomi per ottenere buone foto e nulla più. Ma non riuscì a fingere più a lungo e così le dissi la verità, e cioè che avevo organizzato quel siparietto soltanto perchè lei mi piaceva, insomma, per poterci stare a contatto intimamente. Manuela non cadde dalle nuvole, anzi, puntualizzò di sapere da sempre di destare interesse in me. Naturalmente aveva sempre assecondato la situazione e mai si sarebbe aspettata un'iniziativa del genere. Ovviamente, mi feci avanti sfruttando l'assenza di mio padre. A quel punto ci guardammo negli occhi intensamente per alcuni interminabili secondi. Lei si voltò un attimo dall'altra parte, probabilmente a riflettere, poi si girò di scatto e mi chiese: "E' questo che vuoi?" e andò giù con la bocca sul cazzo propinandomi un pompino favoloso che sognavo da tempo. Chiese anche se un lavoretto di bocca fosse bastato. Risposi di si per tranquillizzarla. Poi, quando meno se lo aspettava, l'afferrai per i fianchi e la montai a pecorina sopra al letto. Si sorprese di ciò, ma ormai aveva anche lei troppa voglia di scopare. La infilzai con gusto. Proseguimmo a candela: Il cazzo le penetrò dentro completamente fino a farla sussultare di piacere. Del resto, pure io ero in estasi. Mi eccitavo sempre più all'idea che, avendo rotto il ghiaccio, chissà quante altre innumerevoli volte avrei potuto scoparla. Godevamo come matti quando, all'improvviso, cominciai a sentire una voce dal tono familiare. Lì per lì non riuscì a capire bene chi fosse. Poco dopo, la porta della camera da letto si aprì e comparve mio padre che stava già mezzo nudo col cazzo in mano. Nè io nè Manuela ci aspettavamo che comparisse così, all'improvviso. Le acredini tra loro riemersero immediatamente. La mamma ironizzò sulle amichette che si teneva alludendo al fatto che, probabilmente, lo avevano scaricato. Lui, ovviamente, dall'altra parte, condannò il rapporto incestuoso. Quasi a voler provare il gusto di ricambiare le corna, lei mi pregò di continuare a scoparla. E così proseguì a fotterla davanti a mio padre che le tentò tutte, verbalmente, per riconquistarla. Eccitato a mille, incurante delle loro diatribe, sborrai in bocca a mia madre che bevve il succo caldo del cazzo. Mio padre, preso dalla disperazione, si giocò anche la carta del triangolo che ci propose senza troppi convenevoli. Manuela pretendeva delle scuse per le vicende passate, non un triangolo riappacificatore. E dunque gli disse chiaramente di tornare dalle sue amichette, casomai fossero state ancora disponibili. Ci avrei pensato io a soddisfarla, naturalmente. Dopo aver aspettato tanto per averla, non avrei mai ceduto o condiviso la mia genitrice con altri uomini, nemmeno mio padre. Per quest'ultimo, tuttavia, un pò mi dispiaceva, pure se corre dietro alle ragazzine. Gli suggerì una sega per rilassarsi. Lui accolse il consiglio: si toccò e sborrò mentre io tenevo lei tra le braccia. Dopodichè, Enrico si rivestì e se ne andò. Quella sera io dormì nel letto con mia madre e facemmo porcate d'ogni genere tutta la notte. E così nei giorni seguenti. Diventammo peggio degli amanti, scopavamo mattina, pomeriggio e notte. Usciva giusto per fare le spesa e qualche commissione. Anch'io trascorrevo poco tempo fuori casa. Poi tornavamo nell'abitazione a fare sesso. Il rapporto divenne così morboso ed intenso che lei non trovò più il tempo nemmeno per recarsi a lavoro. Andò bene per un pò, poi i soldi cominciarono a scarseggiare. Da lì ebbi l'idea di farla mediare con mio padre. Era contraria all'inizio ma poi accettò la mia idea bizzarra di lasciarlo guardare e segarsi mentre scopavamo in cambio di soldi. Enrico avrebbe fatto carte false, pur di rivedere Manuela, e così accettò di buon grado. Chissà che lei, alla fine, non riesca a perdonarlo davvero e che quel famoso triangolo possa divenire realtà.                         

bionda

















Intanto Enrico, il marito di Manuela, nostalgico dei vecchi tempi, pensa di far visita alla moglie, ignaro che la donna si trova nel bel mezzo di una rovente scopata incestuosa con Paolo, il figlio della coppia... 







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