In fin dei conti, la forma di seduzione più pura e limpida è quella fine a sè stessa: intrigare per il semplice gusto di arrivare al sesso. Ma, molto spesso, nella vita, accade che questa si mescoli con altri aspetti di convenienza. Ad esempio, raggiungere l'intimità non solo per il mero piacere di farlo ma per ottenere qualcosa in cambio. E' proprio il caso del racconto che mi vide protagonista, alcuni anni fa, ai tempi della scuola. Non amavo studiare, preferivo divertirmi. Di conseguenza, il rendimento appariva deludente. Il più severo nelle valutazioni era il docente di biologia, il sig. Mario Seppi. Con lui tenevo sempre un tre fisso. Finchè, un bel giorno, decisi che fosse giunto il momento di migliorare il voto. Avevo inquadrato il soggetto e intuivo che fosse un tipo solitario, un pò depresso e ampiamente segaiolo. Pensai bene di sfruttare il mio sex appeal per sedurlo e, nel contempo, migliorare la pagella. Tuttavia, per portare a compimento questo spregevole piano, mi servivano dei complici. Li trovai in Salvatore e Domenico due compagni che rappresentavano i giusti candidati per attuare una figata del genere. Quella mattina, cominciai a provocare il docente usando come pretesto una banale mela, il simbolo del peccato. Lui non dette importanza a questo. E così, passai all'artiglieria pesante. Allargare le gambe, mostrando le mutandine, è un ottimo "biglietto di presentazione" per abbindolare i maschi. Il professore fece cadere intenzionalmente la penna sul pavimento per potersi calare e sbirciare sotto la mia minigonna. Fingendo di non trovare l'oggetto smarrito, proseguì per interminabili minuti a visionare le mie cosce e quant'altro. A quel punto suggerì ai compagni di inventarsi una scusa e uscire dalla classe. In tal modo sarei rimasta da sola con l'uomo. Poi loro sarebbero tornati al momento giusto per cogliere me e il docente in flagrante e scattare foto compromettenti. Un piano di tutto rispetto, vero? Appena i miei compagni uscirono dalla classe, il professore si concentrò sui miei piedi. Per invogliarlo a proseguire asserì di avere dolore alla caviglia sinistra. Dopo averla massaggiata, non resistette alla tentazione di leccare tra le dita. Ispirata, piazziai i piedi sul suo uccello: con uno gli massaggiavo l'asta, con l'altro i testicoli. Mi implorò di proseguire ed io gli segai divinamente la mazza con le piante dei piedi. Era in estasi, il maialino, ma, ciò nonostante, trovò la lucidità per chiarire che tale "servizietto" non avrebbe inciso in positivo sui miei voti. A quel punto, eccitata, ma un pò stizzita, innalzai il ritmo della sega per farlo eaiaculare e intanto mi toccai nelle mutandine. Il Seppi cominciò a sborrare proprio quando i miei fidati compagni entrarono nella classe. Già sapevano di dover scattare le foto e così eseguirono tale compito alla perfezione. A quel punto, fui libera di poterlo ricattare a piacimento e lo posi di fronte ad una scelta obbligata: alzare i miei voti oppure andare incontro ad uno scandalo sessuale con l'allieva che può, di fatto, stroncare la carriera. Non gli restò altro da fare che accettare lo sporco ricatto. Dopo di ciò, mi sentì talmente soddisfatta da aumentare a mille il ritmo del ditalino e venire intensamente, raggiungendo così il meritato appagamento. A proposito, io mi chiamo Lea.
0 commenti:
Posta un commento