Mi chiamo Marinella. Quella con Eleonora la bionda sembrava una normale amicizia tra ragazze. Di conseguenza, non ebbi alcun sospetto quando, una mattina, mi invitò a casa sua precisando che i genitori non c'erano. Trovai insolito che mi incitasse a spogliarmi insieme a lei per fare il bagno insieme e scattare dei selfie. Ma trovai la situazione ancora nei limiti della complicità tra fanciulle. Compresi solo dopo le sue reali intenzioni, quando mi scattò foto della passera e, non contenta, me la accarezzò con malizia, prima di passare ad usare la lingua e poi due dita con decisione in una vera e propria azione di fisting vaginale. Incredula, subì e godetti e contraccambiai il bacio che mi dette poco dopo. Bhè, visto che Ely aveva scoperto le carte e preso la mia intimità, avrei fatto lo stesso con lei. E così le massaggiai la figa da dietro. Poi le scattai delle foto hot, prima di leccarla e sditalinarla perbene. Bhè, quella mattina facemmo proprio le troie in quella vasca da bagno ed io stetti al gioco anche se apparve chiaramente che lei è lesbica ed io, nonostante tutto, adoro prevalentemente il cazzo!
sabato 13 luglio 2024
Giocando coi selfie nella vasca da bagno
Spompinato da quattro colleghe
Trasgressioni da Ufficio. Su 5 impiegati, essendo l'unico maschio, Berry credeva di avere il controllo. Si mise incautamente a corteggiare la bionda sperando di portarsela a letto ma le quattro donne fecero "squadra" e lo resero un uomo oggetto per ottenere i loro divertimenti. Dopo averlo fatto spogliare nudo e legato a una sedia, resesi conto che non sarebbe mai riuscito a soddisfare quattro femmine del genere, lo spompinarono con gusto a turno finchè lui raggiunse l'orgasmo schizzando sulla propria pancia.
Suora pompinara
In vari ambienti, l'ipocrisia regna sovrana, ancor più in certi contesti ecclesiastici dove la libidine è opportunamente mascherata sotto l'influsso del Demonio. Il subdolo Monsignore è chiamato a supervisionare un Convento dove le suore sono particolarmente vogliose. Nella fattispecie, l'uomo deve fare i conti con una sorella amante del cazzo e dei pompini. La ragazza non riuscirà a resistere alla tentazione e procurerà piacere all'illustrissimo che finirà per schizzarle in faccia dopo un succulento bocchino.
venerdì 12 luglio 2024
Hockey Love
Mi chiamo Valeria. Simona è la mia miglior amica, compagna nella squadra di Hockey. L'ho sempre ammirata e considerata più sexy di me. Ma non sospettavo minimamente che provasse qualcosa per la sottoscritta. Intanto mi invaghì del coach, il signor Adrian. Non si può definire bello, è un tipo. Un giorno, al termine di una partita vinta, io e Simona ci stavamo cambiando negli spogliatoi quando le confessai il mio debole per il coach. Mi disse che potevo aspirare a qualcuno di meglio ma non capì esattamente il perché di tale affermazione. Intanto, a sorpresa, nello spogliatoio entrò Adrian e mi trovò con la passera di fuori. Simona mi spinse a dire la verità e così il coach capì che mi piaceva. Da lì fu facile aprire le gambe e farmela leccare da lui. Poi gli feci pure un bel bocchino, prima che cominciassimo a scopare a candela, il tutto davanti a Simona. Volevo che restasse per condividere con lei quel magico momento. Simona, invece, sembrava strana, quasi come un po' le desse fastidio. Adrian, poi, avrebbe voluto scoparsi entrambe in un gioco a tre. Fu proprio al culmine della trombata che Simona espresse i suoi sentimenti per me. Ne fui sorpresa e lieta, mentre l'uomo mi schizzava a fiume nella figa. Bhe, da allora Simona non fu solo un'amica e una compagna di squadra mentre Adrian, più risoluto e cinico, cerca solo buchi disponibili tra le sue giocatrici dove infilare la mazza... e non parlo certo di Hockey 🏒.
Due psicologhe maiale per il paziente confuso
Mi chiamo Marco. In quel periodo ero confuso e demoralizzato, dopo essere stato mollato da Giada. Le insicurezze aumentarono e, a quel punto, decisi di rivolgermi a una professionista, la d.ssa Elena Monti. Sembrava professionale, inizialmente, usava perfino il pendolo per l'ipnosi. Le raccontai la mia situazione. Disse che era grave e necessitava di una collega per affrontarla meglio. Così, feci anche la conoscenza di Claudia Selti. Claudia affermò di essere impegnata con un altro paziente e che sarebbe tornata dopo. Intanto, Elena mi invitò ad una sorta di spogliarello in cui tolsi tutto, pure i boxer. Non sembrò particolarmente entusiasta del mio cazzo che comunque fotografò per il suo archivio. Disse che potevo masturbarmi. Lo feci pensando alla mia ex. Poi, sopraggiunse Claudia che me lo menò un pò. Andai in erezione ma successivamente diventai di nuovo moscio, ripensando a Giada. Le psicologhe, con aria da rimprovero, mi suggerirono di pensare solo al presente. In effetti, avevano ragione! Per rianimare l'uccello, si prodigarono in un magistrale pompino doppio durante il quale sentì le loro lingue meravigliose e andai in estasi. A quel punto, Elena mi montò sopra a cavalcioni e mi scopò di brutto con estasianti movimenti del bacino. Poi si misero accanto a me. Ad Elena bastò un movimento leggero delle dita per portarmi alla copiosa eiaculazione. Fu in quel frangente che si confidarono apertamente e capì quanto fossero troie. Entrambe fidanzate, fottevano a meraviglia con i pazienti con la scusa di curarli col "metodo naturale". Avrei dovuto schifarle e non rivederle più perchè, ve lo confesso, un pò mi sentì usato. E invece no! Tornai lì tre volte a settimana e scopai splendidamente pure con Claudia. Che dire: se avete problemi rivolgetevi alle migliori psicologhe, quelle che si avvalgono delle terapie naturali.
Prete di colore inculato nel Confessionale
Mi chiamo Kenny. Sono gay. Ognuno ha le proprie fisse sessuali. Spesso interagisco intimamente con i miei amici. Ma il mio pallino era il padre di colore della Chiesa. John era affascinante, muscoloso. Sognavo di farmelo ma non avevo il coraggio di approcciare, sicuro di ricevere un rifiuto. Tuttavia, durante una confessione, riuscì ad ammettere il desiderio che provavo per lui. Queste pulsioni non gli furono indifferenti e così mi fece un pompino nel confessionale. Naturalmente, non mi accontentai. Gli leccai il meraviglioso sedere, prima di inchiappettarlo come si deve a pecorina. Eccitatissimo, gli schizzai tra le chiappe in pochi minuti. Da allora, mi reco con piacere alle confessioni perchè so di ingroppare, ogni volta, il lascivo Ministro di Dio.
giovedì 11 luglio 2024
Versatile con lo zio
Mi chiamo Luana. Carola, l'insegnante di mio figlio Sandro mi fece notare che il ragazzo disegnava peni di vario genere sopra al diario. Era facile intuire che il giovane fosse gay. Ciò nonostante, si cerca sempre di far luce sulle situazioni. Io e mio marito Gustavo siamo piuttosto impegnati con il lavoro per cui mi venne in mente suo fratello Mario. Quest'ultimo, di professione docente, avrebbe potuto occuparsi di Alessandro. Fu una buona idea anche secondo Carola. Quella docente sembrava puttana almeno quanto la sottoscritta. Ma questo lo vedremo più avanti. Sandro andò ospite per una settimana dallo zio Mario. Grazie a mio marito, ho una copia delle chiavi dell'abitazione di Mario per cui decisi di intrufolarmi e spiare cosa facesse con mio figlio. Ci volle poco a beccarli a strofinarsi i cazzi sopra al divano. E dopo, lo zio Mario, inculò mio figlio a candela. Altro che dialoghi, avevamo scelto la persona meno adatta da tenere accanto a Sandro. Mio figlio lo prese beatamente nel culo come infondo aveva sempre desiderato. Poi, però, propose anche il gioco al contrario. Era deciso a rompere il culo allo zio e lo fece! Non mi sarei aspettata che un uomo adulto se lo facesse mettere in culo da un ragazzo! Ascoltai i loro dialoghi intimi mentre la sborra di mio figlio cominciò ad inondare il sedere dell'uomo. Poi, fu Sandro a segare Mario e a farsi venire copiosamente in faccia. Per quanto criticabile, quel rapporto fu davvero speciale e mi spinse a sditalinarmi. I due volevano restare in compagnia ben più di una settimana. Decisi di parlarne a mio marito, durante un rapporto sessuale. Lui si preoccupava prevalentemente delle apparenze. Gli andava bene la situazione, a patto che non si mettessero in giro i manifesti. L'unica che avrebbe potuto creare scompiglio, era la professoressa, Ma a lei ci pensai io! Sapevo che, sotto sotto, era una gran troia e così decisi di tapparle la bocca, per così dire, facendole leccare la mia figa. Carola, da brava cagna, slinguazzò a dovere la patata e mi fece anche venire. Le feci capire chiaramente di non pensare troppo a sbirciare sul diario di mio figlio. Carola deve farsi i cazzi suoi e aprire la bocca solo per leccarmi la passera. E così, il sig. Mario e mio figlio vivono la loro intensa storia d'amore, proprio come me e mio marito...
Dopo la separazione
Mi chiamo Susan. Sostanzialmente, la mia vita si divide in due parti: prima della separazione e dopo la separazione. Eh già, perché durante il matrimonio, mi comportai da donna tranquilla e fedele. Poi, i litigi per le corna che mio marito mi metteva con le ragazzine, portarono all'inevitabile rottura del legame. E qui subentrarono quelle maiale schizzate delle mie amiche lesbiche, Cristina la mora, e Manuela la bionda. Vedendomi di nuovo single, approfittarono per provarci. Ero particolarmente vulnerabile per cui gradì le loro attenzioni, almeno in parte. Leccavano le tette, toccavano la figa, volevano decisamente condurmi al triangolo saffico. Ma io mi lamentavo, reclamavo il cazzo. E allora loro ricorsero allo strap-on. Fu Manuela a scoparmi a candela con l'oggetto, mentre l'altra la incitava. Ma io reclamavo un pene vero e così le due si ritennero offese e, di comune accordo, decisero di punirmi contattando un professionista del sesso, vale a dire un gigolò. Succhiai il pene del giovane, poi mi lasciai sbattere a candela nella figa e pure nel culo. E loro due accanto mi umiliavano. Non solo! Quelle porche, per infierire, decisero di prendere pure loro il cazzo del tipo, il tutto a spese mie! Così, Cristina fu chiavata a pecorina, mentre Manuela a candela. Quelle troie vegetariane, decisero di provare una dose di "wurstel" soprattutto per vendicarsi. Fui costretta pure a leccare la sborra del tizio dal culo di Manuela, pratica che però non risultò affatto sgradevole. Il conto fu salato: ben 3.000 euro per far provare la "giostra del pisello" a quelle maledette, oltre che alla sottoscritta. Intanto, mio figlio Walter, ritornò da un concerto heavy metal e disse di essersi fatto masturbare da un coetaneo sul prato al termine dell'evento. In relax, ci mettemmo a dialogare. Avevo la figa di fuori e intanto gli menavo il pisello, così per diletto, convinta che lui fosse frocio. Gli raccontai delle mie amiche e del gigolò. Ad un certo punto, lui affermò che potevo fare a meno di buttare soldi per farmi sbattere da un professionista. Con decisione, mi afferrò per i capelli in modo che gli ciucciassi l'uccello ormai divenuto durissimo. D'istinto lo sbocchinai, anche se non credevo a ciò che stessi facendo. Dopo di ciò, mi chiavò a missionaria, a candela e pure di fianco, sopra al divano. Godetti come una matta e venni. Inoltre, presi pure una ricca dose di sborra in faccia e sulle tette. Prendendo il cazzo da mio figlio, toccai veramente il fondo e mi sentì tanto troia. Bhè, guardiamo il lato positivo: almeno non costa 3.000 euro!
mercoledì 10 luglio 2024
La madre calda del mio amico
Mi chiamo Teodoro, ma preferisco Teo. Matteo era il mio miglior amico. Uso il verbo al passato perchè i nostri rapporti si conclusero, dopo che mi beccò a letto con sua madre Amalia. In realtà, cominciò tutto un pò per gioco, per provocazione, quando parlavamo di femmine. Gli dicevo sempre che sua madre era bona e che, probabilmente, a letto ci sapeva fare ma lui non aveva una grande considerazione di lei, diceva che nessuno se la sarebbe mai scopata una tipa così, per giunta sovrappeso e che il padre non la soddisfava da tempo. Amalia era sempre gentile nei miei confronti, quando io e il figlio studiavamo, ci portava sempre la merenda. Dai suoi sguardi capì che necessitava attenzione. Per tale motivo, mi presentai dalla donna quando non c'erano gli altri familiari (nè Matteo, nè suo padre). Amalia fu felice di vedermi. Scambiammo quattro chiacchiere. Chiese se io e il figlio stessimo con qualche ragazza. Risposi di no e aggiunsi di preferire le donne mature. Manco a farlo apposta, ci ritrovammo in camera da letto. Lei mi mostrò il sedere per ricevere apprezzamenti. Fui prodigo di complimenti e questo la sciolse, visto che, oltretutto, non ne riceveva da tempo. Ci baciammo, poi mi leccò il cazzo e finì per imboccarlo. Mi piaceva: che grande pompinara in astinenza! Dopo averle sapientemente leccato il culo, pratica che la mandò in estasi, me la scopai in tutto e per tutto. La troiona teneva pure le autoreggenti e questo mi arrapò ancora di più. La scopai e le leccai la figa con gusto. Poi me la misi sopra a cavalcioni per l'impalata finale. Godette di brutto e venne la maialona. Poco dopo, arrivai anch'io e le schizzai a fiume in bocca. Bevve tutta la sborra calda, la troiona. Proprio mentre ci stavamo rilassando, rientrò a casa a sorpresa Matteo e ci colse sul fatto. Fu una notevole figura di merda. Il mio amico decise di non parlarmi più. Ma poco importa perchè, al momento opportuno, quando Amalia rimaneva sola in casa, mi mandava un messaggino ed io andavo a castigarla. Persi un amico, ma trovai una bella puledrona matura da fottere.
Mancato shopping
Mi chiamo Giovanna. Dal parrucchiere conobbi una tipa di nome Irina. Aveva una buona parlantina e mi colpì il suo viso da mignotta. Pensai che potesse essere una la compagna giusta per andare insieme a uomini. In realtà, la mia vita sentimentale faceva veramente cagare: solo tre fidanzati e tutti mi avevano mollata. Ad ogni modo, io e lei decidemmo di pianificare uno shopping. Quel giorno, ricevetti una sua telefonata in cui mi disse che probabilmente avrebbe fatto tardi per un contrattempo. Quando arrivò a casa mia, era troppo tardi per andare in giro ad effettuare acquisti, dal momento che i negozi stavano chiudendo. Mi accennò a dei problemi riscontrati con l'auto. Poi, disse che potevamo restare da me ma il suo atteggiamento era libidinoso. Intuì che voleva fare sesso. Non ero mai stata con le donne ma il suo modo di fare mi intrigò. In realtà il suo seno, migliore del mio, mi aveva già colpito in precedenza. Così, finimmo per spogliarci, per baciarci. A dire il vero, il suo alito sembrava sapere di sborra ma cercai di non pensarci troppo, in quel momento. Insomma, sapevo di trovarmi di fronte ad una donna con molta più esperienza di me che aveva provato cazzi a vagonate. Mi leccò la figa ma poi volli essere io a dedicarle tutte le attenzioni possibili. Mi intrigava parecchio di far godere una donna così navigata e l'astinenza di sesso biennale aumentò notevolmente la mia carica sessuale facendo crollare ogni tipo di inibizione. E così, mi ci misi di impegno a leccarla a lungo, usando pure le dita. In effetti, la mano entrava quasi tutta nella sua calda e accogliente figa. Irina godette come una matta e, quando arrivò all'orgasmo, provai una immensa soddisfazione. Poi, la maialina ricambiò fistando la passera mentre io le leccavo il seno. Solo allora rivelò di aver scopato col meccanico che le aveva sistemato l'auto. A quanto pare, il tipo, si sarebbe fatto volentieri entrambe. A quel punto, affermai di avere pure io dei problemi con l'auto. So che questo fece innervosire Irina, dal momento che è gelosa delle sue amichette e dunque anche di me, ma magari potrebbe cambiare idea così potrei prendere pure io la mia dose di cazzo!
martedì 9 luglio 2024
La fantasia proibita del mio ragazzo
Mi chiamo Carmen. Negli ultimi tempi, notai il mio ragazzo, Paolo, inquieto, ansioso. Gli chiesi se andasse tutto bene e lui rispose di sì ma in modo poco convincente. Mi rendo conto che, alle volte, in una coppia, è preferibile aggiungere un po' di pepe alla relazione per non cadere nella noia. Così gli chiesi se gradisse dei rapporti a tre. Ma, in realtà, non si trattava affatto di questo. La sua fantasia era molto più perversa. Mi rivelò di essere fortemente attratto dalla madre, la ricchissima manager Vittoria, e, come se non bastasse, chiese il mio aiuto per tentare di sedurla. Caddi davvero dalle nuvole, trovai la sua pulsione vergognosa. Per carità, la signora è una bella donna bionda, curata, dimostra meno della sua età ma quella fantasia mi sembrava fuori luogo, considerando che io non sono certo da buttare. Tuttavia, temevo che lui mi lasciasse, se non lo avessi aiutato, e non lo avrei sopportato, essendone troppo innamorata. Il suo piano, che mi espose mentre facevamo sesso, era semplice: creare la convinzione, nella madre, di essere l'unica donna in grado di soddisfare pienamente le aspettative del figlio sotto ogni punto di vista. Se avessi accettato di supportarlo, sarei diventata, in cambio, la sua amante. Mi andava pure di essere la seconda scelta, pur di non perderlo e dissi di si mentre mi sfondava il culo. Dopo di ciò, aspettai che, casualmente, io e la madre ci incontrassimo. A quel punto, dipinsi negativamente il rapporto tra me e Paolo attribuendo tutte le mancanze alla sottoscritta. Inoltre, affermai che nessuna ragazza poteva essere all'altezza di Paolo se non una con l'eleganza e la classe di Vittoria. Lei si stupì e mi invitò a lasciare il figlio. Dopo questa "spintarella", Paolo fu avvantaggiato nell'approccio con la genitrice in Ufficio. Io li spiai. Da un lato speravo che la madre si negasse al figlio ma ammetto che la situazione era piuttosto coinvolgente e zozza da far desiderare, anche ad un occhio esterno, che accadesse l'esatto contrario. Quella puttana bionda indossava pure le calze a rete. Il figlio le piazzo subito le mani tra le cosce e riuscì a masturbarla. Fu solo il preludio ad un insano corteggiamento incestuoso in cui la donna, a tratti, sembrava volersi tirare indietro ma poi, nella pratica, non ci riusciva granchè. Lui le mostrò il cazzo duro ma lei non se la sentì di spompinare. Piuttosto si fece fistare il culo con ben tre dita. Lui non si perse di coraggio, non accettò un rifiuto, e la ingroppò direttamente sia nella figa che nel culo. A quel punto, la donna cedette sotto ogni punto di vista. Tutta la sua gelosia nei confronti del figlio si palesò di colpo e vide la sottoscritta come una minaccia, intuendo che fossi ancora innamorata di lui. Ecco perchè, nei giorni seguenti, non mi meravigliai troppo di ricevere una visita da due brutti ceffi. Cercai di metterli alla porta ma non avrei mai potuto difendermi contro due uomini prestanti. In realtà, Vittoria, quella gran mafiosetta, li aveva mandati per farmi fuori, per mettermi fuori gioco, ma quei due pensarono bene di offrirmi i loro cazzi in modo congiunto, piuttosto che spararmi in fronte. Mi dimostrai stizzosa, acida, nei loro confronti, mentre prendevo i loro piselli in bocca e poi nei buchi. Durante la doppia penetrazione, un pò forzata, godetti ma cercai non darglielo troppo a vedere. Esclamai che potevano divertirsi tra loro invece di importunare me. Ogni cosa che dicevo serviva solo ad eccitarli di più Morale della favola, mi riempirono di sborra in faccia, dando sfogo alla loro libidine acuta. Non sapevo proprio con chi confidarmi, con chi condividere le mie ansie e delusioni. Fortunatamente, Rossana, una mia amica, era di ritorno dagli Stati Uniti. Dialogai con lei ma finimmo per litigare e tirarci i cocktail in faccia a vicenda. Stavo quasi per cacciarla fuori di casa ma poi fui colta da un impulso istintivo e la pregai di restare. Dopodichè, la baciai in bocca. Non ero mai stata con le donne ma vidi in lei un'ancora di salvataggio, per così dire. E così, andò a finire che lesbicammo, io da neofita e lei da esperta. Ammazza quanto brucia essere leccate se la tua compagna di giochi ha bevuto alcolici, però godemmo lo stesso come matte, soprattutto io, lo ammetto. Non mi sarei mai aspettata una chiamata da parte di Fabio, il compare di Ciccio, i due che mi avevano semistuprata. A quanto pare, la mia frase allusiva a tinte omosessuali, pronunciata durante la doppietta, aveva colto nel segno. Quei due avevano intrapreso una storia. Li aggiornai anche sulla mia situazione, della frequentazione recente con Rossana. Prima che attaccasse, gli chiesi di Vittoria. Mi rispose che lei e il figlio (il mio ex) stavano ancora insieme e che, addirittura, la signora era incinta! Cose dell'altro mondo! Bhè, a quanto pare l'amore trova modi, a volte singolari, misteriosi, e, perchè no, discutibili di manifestarsi. L'essenziale è che ci sia feeeling tra due persone, non importa il grado di parentela, l'età, il colore della pelle. Di sicuro c'è chi trova più affinità con una persona rispetto ad un'altra. E questo è quanto.
lunedì 8 luglio 2024
Il nuovo assetto familiare
Salve da Maria. Come abbiamo visto nel capitolo precedente, scoprì che gli amici di mio figlio, apprendisti meccanici, se la intendevano con il capo Officina. Mio figlio Alessandro era intenzionato ad andare a lavorare lì e non conosceva esattamente la situazione. Decisi di parlarne con mio marito mentre facevamo sesso. All'inizio fu piuttosto flessibile, affermò che a noi genitori non doveva interessare con chi andava nostro figlio. Seppure avesse praticato sesso gay in Officina con Don Franco e gli altri ragazzi, ce ne saremmo fatti una ragione. Poi, però, pensò alla sua reputazione, a ciò che avrebbero pensato i colleghi di Ufficio e così affermò che dovevo impedire ad Alessandro di andare a lavorare in quella subdola officina. Suggerì che potevo presentargli qualche ragazza ma non mi venne nessuna in mente. A quel punto, mio marito disse che avrei dovuto "sacrificarmi" ed usare la mia avvenenza fisica come "merce di scambio" per distoglierlo da quella idea. Mi sembrò folle ma volli assecondare mio marito. Così cominciai a provocare Alessandro. Non si aspettava di vedere la madre bona in certi atteggiamenti. Gli dissi che sarei stata molto generosa nel caso in cui avesse abbandonato l'idea di recarsi a lavorare da Don Franco. E così, piano piano, finimmo a letto. Era vergine e aveva pure un cazzo notevole. Glielo succhiai, lui mi leccò la figa. Poi scopammo alla grande. Nel frattempo cercai di parlarci: non sembrava troppo convinto di abbandonare l'idea dell'Officina e così decisi di raccontargli tutta la verità, di ciò che avevo visto. Rimase turbato ma nemmeno troppo, questo non gli fece "amare" di meno gli amici. Intanto, quel pervertito di mio marito, amante dei video, ci riprendeva con la videocamera. Poi se ne andò e mio figlio mi schizzò in bocca e sulle tette. Diciamo che Alessandro palesò la sua natura bisex: era attratto da me ma notevolmente anche dagli amici. Gli suggerì di parlare con il padre, forse così avrebbero trovato un punto d'intesa, chi lo sà! In realtà, l'incesto non servì a molto, dal momento che, prima o poi, Alessandro ci sarebbe finito in Officina. Con mio marito l'intesa peggiorò, gli rimproverai che pensava solo a mantenere pulita la facciata ostacolando i desideri del figlio. Poi, ricevetti, a sorpresa, la visita di mia nipote Anna, una troietta niente male (lei è la figlia di mio fratello). La misi al corrente della situazione e ne venne fuori il suo amore per le donne. In cerca di conforto, mi abbandonai ai piaceri saffici. Ci baciammo, ci leccammo, ci strofinammo le fighe, godendo come pazze. Da lì ne nacque una specie di relazione di stampo saffico, tanto per cambiare! Mio marito, alla fine, lo scoprì e se la prese con Claudia, la moglie di mio fratello, oltre che con la ragazza, rea di avergli soffiato la moglie. Claudia, non vedendo altre possibilità, gli propose come soluzione quella di andare a puttane e mio marito seguì il consiglio. Ne trovò due particolarmente disponibili, disposte ad ascoltare, alle quali raccontò tutta la sua storia. Bhè, sono contenta che ci vada, così io ed Anna abbiamo campo libero. Per quanto riguarda Alessandro, so che, prima o poi, andrà inevitabilmente incontro al suo destino. Leggi la prima parte
Il Capo Officina scopa con i meccanici
Mi chiamo Maria. Mio figlio Alberto elogiava i suoi amici apprendisti meccanici dipingendoli come bravi ragazzi affidabili e mi suggeriva di recarmi nell'Officina dove lavoravano per risolvere problemi dell'auto o per effettuare procedure di manutenzione ordinaria. Seguì il consiglio e, all'occorrenza, affidavo il veicolo a quella struttura. Combinazione volle che, un giorno estivo, in orario morto, verso le tre del pomeriggio, con un caldo bestiale, andai lì per ritirare l'auto dopo un cambio d'olio. La porta d'ingresso sembrava chiusa ma non lo era. Entrai, percorsi lentamente il lungo locale e poi sentì delle voci. Incuriosita, restai nascosta a spiare. Gli amici di mio figlio stavano tutti attorno al proprietario, Don Franco il pelato, in una situazione simile a una gang bang in cui l'uomo se lo prendeva in culo e in bocca a turno dai giovani. Quelli non coinvolti direttamente, si segavano ammirando la scena. Dai discorsi, riuscì a capire che i ragazzi stavano con l'uomo maturo per ricevere paghe più soddisfacenti da quest'ultimo. Ma mi resi conto che, allo stesso tempo, gli piaceva giocare con quel maschio decisamente più grande di loro. In quel frangente, I ragazzi parlarono pure di donne e menzionarono anche la sottoscritta (in quanto madre del loro amico) definendomi appetibile e affermarono che me le avrebbero date volentieri un paio di botte, come si suol dire. Ma intanto si eccitavano sempre più a godere interagendo con quel porco maturo che li teneva, in un modo o nell'altro, tutti a cazzo duro e bagnato. Un sesso gay di gruppo a 6 che non poteva che culminare con le bollenti venute dei ragazzi nella bocca del pelato che se ne stette nudo per tutto il tempo, salvo indossare dei ridicoli calzini. Devo ammettere che mi eccitai a vedere quella scena e sentì il bisogno di spogliarmi. Poi, quasi in tono provocatorio, provocai i giovanotti a pecorina. Peccato per loro che si erano già ampiamente svuotati i coglioni con il proprietario dell'officina e i loro cazzi risultavano clamorosamente mosci! Inoltre, arrossirono tutti realizzando di essere stati spiati in atteggiamenti inequivocabili dalla madre del loro caro amico. Nonostante ciò, intrigati da quella provocazione, mi dissero: "Signora Maria, se vuole possiamo aiutarla con la spesa qualche volta". Ma io risposi: "Grazie, ma non è il caso che vi disturbiate, visto che in Officina avete già tanto lavoro da svolgere". Il pelato mi sorrise e affermò: "Signora, comunque l'auto è pronta, prezzo speciale per lei e mi raccomando, discrezione!". Capì di dover tenere la bocca chiusa su quelle porcate di gruppo. Una volta a casa, mio figlio disse: "Hai visto mamma, come lavorano bene in quell'Officina?". Gli risposi: "Non sai quanto! E poi i tuoi amici sono proprio affiatati con il proprietario, due generazioni che si integrano perfettamente tra loro. Si vede che lì hanno tutti la passione per il pistone!". Alberto mi rispose: "Mamma, da quand'è che ti intendi così tanto di auto?". E io replicai: "Di auto non lo so, ma di manici senz'altro!". Alberto ribatté: "Mamma, questa non l'ho capita, mi sembrava un tantino volgare, a dire il vero, ma comunque adesso non si lamentano nemmeno più che Don Franco li paghi poco, chissà perché!". Risposi: "Si vede che hanno trovato un compromesso: lavoro duro, ma tanto duro e guadagno aumentato". Alberto proseguì: "Poveri amici miei, tutto il giorno lì dentro a sgobbare senza vedere ragazze, che poi vai a capire certe cose: perché Don Franco, alle pareti, ha affisso poster di uomini duri, muscolosi, invece che di modelle?". A quel punto sentenziai: "Tesoro, scusa se sono diretta ma visto che non ci arrivi da solo, che non capisci l'evidenza: è semplice, a Don Franco, evidentemente, piace il cazzo, soprattutto quello degli amici tuoi, con i quali trascorre diverse ore a stretto contatto". Alberto chiese incuriosito: "Ma perché mamma, per caso hai visto o sentito qualcosa di sospetto?". Cercando di stemperare i toni, dissi: "Ma no, niente, è solo intuito femminile, tutto qui". Lui, a quel punto, rispose ingenuamente: "Marò mamma, ti fai certi film in testa, pensavo che i miei adorati amici fossero tutti dei grandi ricchioni!". Alberto si convinse dell'eterosessualità dei suoi amici. Tempo dopo mi disse di essere intenzionato a lavorare in officina per contribuire alle spese familiari ma io mi opposi affermando che quello non era ambiente per lui. Alberto insisteva sostenendo che lì c'erano anche i suoi amici. Fui costretta a parlarne col padre. Questo comportò, via via, il delinearsi di un nuovo assetto familiare.
sabato 6 luglio 2024
Vergognose transazioni immobiliari
Il mio nome è Katia. Io e il mio ragazzo, Lorenzo, cercavamo casa per andare a convivere. Finalmente ne trovammo una carina ma cominciarono subito le difficoltà, dato il prezzo alto di vendita. Lorenzo andò a parlare con il dr. Ugo Monti, l'immobiliarista, e mi raccontò dell'interesse di quest'ultimo verso i maschi. Lorenzo cercò di essere disponibile con l'uomo ed arrivò a farsi fare pure una sega dal professionista del settore, con tanto di lingua a lingua, nella speranza di ottenere un accordo vantaggioso, ma non ce la fece ad andare oltre i preliminari. Quando ascoltai questa storia mi arrabbiai con Lorenzo rimproverandolo di non essere andato fino in fondo e gli intimai di riprovarci. Lui pretese un "incentivo" e così, dopo un pompino inziale, mi spogliai e cominciammo a scopare. Gli diedi perfino il culo nella speranza che portasse a termine il compito ma capì che Lorenzo non se la sentiva. Addirittura, suggerì a me di andare, in compagnia di qualche ragazzo gay, scaricandomi la patata bollente. Di omosessuali conosco personalmente solo mio fratello Enzo. L'idea mi parve assurda, oltretutto comportava un incesto dentro un rapporto a tre ma avrei fatto di tutto per ottenere l'immobile dei sogni. Lorenzo mi sborrò sulla pancia soddisfatto di essersi tolto il pensiero. Contattai Enzo che non fece nessuna difficoltà ad assecondare i miei intenti. Presi appuntamento con Ugo per vedere la casa e mi feci accompagnare da Enzo spacciandolo per il mio fidanzato. L'atmosfera si surriscaldò subito. Quando Ugo si rese conto di poter interagire anche con Enzo, si dimostrò subito disponibile a calare sensibilmente il prezzo di vendita della casa. La libidine portò alle inevitabili maialate in tre. Oltre all'eccitante girandola di pompini, combinati in tutte le salse, non mancarono le scopate. Ad alternanza, presi il cazzo da entrambi ma, paradossalmente, le sensazioni più focose le provai proprio con il mio adorato fratellino che però, alla fine, non si contenne e mi sborrò copiosamente nella figa, mentre riceveva in bocca il seme di quell'altro. Pensai subito di essere rimasta incinta. Ad ogni modo, il sig. Ugo mi chiese di restare da solo con Enzo per farselo. E così mi rivestì e lasciai che Ugo rompesse il culo a mio fratello schizzandogli tra le chiappe. Intanto avvisai Lorenzo, appostato fuori l'abitazione, che la situazione era andata in porto e che, dopo il triangolo, i maschi si erano appartati per trombare. Gli aprì la porta di casa. Incuriosito, Lorenzo andò a sbirciare in camera da letto e trovò Enzo a pecora con la sborra nel culo e l'altro che gli stava dietro. Di sicuro si pentì di non esser stato al posto di Enzo. In seguito, durante un rapporto sessuale, comunicai a Lorenzo di esser rimasta incinta di mio fratello. Inoltre, gli spiegai che avrebbe dovuto prendere la paternità del nascituro. Non potevo certo rendere Enzo il padre di mio figlio! Bhè, Lorenzo deve assumersi le sue responsabilità, essendo stato incapace di agire al momento giusto. Di sicuro ora si starà pentendo amaramente di non aver dato il culo all'immobiliarista quando ne ebbe l'occasione!
venerdì 5 luglio 2024
Risvegli saffici
Mi chiamo Erika. Voglio raccontarvi la mia prima indimenticabile esperienza saffica che accadde quasi per caso. Mi trovavo a casa di Marika la rossa che si stava provando la lingerie per uscire con un tizio. Ma questa persona le diede buca per cui Marika mi invitò a passare la notte da lei. La sera avremmo guardato le serie tv e mangiato schifezze varie, come si usa di solito. Andammo a letto e dormimmo serenamente. Tuttavia, al risveglio, la rossa cominciò a comportarsi in modo strano parlando di voglie erotiche del mattino. Le risposi che capitava anche a me di sentirmi eccitata dopo aver dormito. Quello che mi colpì furono gli sguardi intensi della mia amica che sembravano autentici flirt! Cominciò a parlare di solidarietà femminile e quel discorsetto culminò con la sua richiesta di stendermi accanto a lei per sditalinarci a vicenda. Seppur non troppo convinta, non volevo essere scortese e così la assecondai. Quei tocchi reciproci furono davvero deliziosi e innescarono di sicuro la libidine, anche perchè, lei non si accontentò e, con la scusa di cercare maggior contatto, spinse per limonarmi. Fin lì si trattava di un approccio soft ma divenne più hard quando lei mi leccò con gusto la figa. A quel punto, presa dal piacere, spalancai le cosce capendo che si stava andando oltre. La curiosità mi portò a ricambiare e così assaggiai anch'io la sua passerona calda. Il sapore non era affatto sgradevole. Dopo di ciò, Erika, forte della cultura pornografica di video porno che consumava in quantità, mi coinvolse in una gloriosa strofinata tra passere già abbondantemente bagnate. L'orgasmo che provammo fu esaltante. Ma lei me ne procurò subito un altro leccandola di nuovo. Chiaramente ricambiai il "gesto affettuoso" e la portai all'amplesso bevendo poi il suo nettare prezioso.
Vizi e ricatti
Mi chiamo Amalia. Faccio la cameriera. Ne vedo di tutti i colori. Prima lavoravo negli hotel ma poi passai alle abitazioni private. Mi capitò di prestare servizio presso una famiglia composta da tre persone: il marito benestante, Roger, la moglie, Diana e il figlio Samuel. Ad un certo punto, la coppia, tormentata dalle continue discussioni, si separò. Nella lussuosa abitazione rimasero il padre e il figlio. Fin qui, nulla di strano, tante persone si dividono al giorno d'oggi, dato che le relazioni non durano sempre a lungo. Ad ogni modo, riscontrai dopo qualcosa di davvero insolito. Arrivai la mattina presto nella casa per pulire e preparare da mangiare. Regnava un silenzio di tomba. Pensai che i due stessero dormendo. Quando mi avvicinai alla camera da letto matrimoniale mi aspettavo di trovare solo l'uomo adulto. La porta era socchiusa. Sbirciando, notai che nel letto ci stavano sia il padre che il figlio per cui capì che avevano dormito insieme. Ciò che vidi dopo fu altamente trasgressivo. Il figlio si svegliò per primo e si mise a baciare sulle labbra il padre. Quello fu il meno. Samuel prese in bocca il grosso tarello del genitore. Intanto parlavano di libertà sessuale incestuosa, essendo rimasti soli in casa. Naturalmente, volevano tenere segreto quell'amore proibito. E così, mentre le gesta di quei due cominciavano perversamente ad arraparmi, pensai di poterli ricattare vendendo il mio silenzio a caro prezzo. Continuai ad osservare le loro porcate. Sembravano due fidanzatini. Si baciavano, il figlio segava il padre che ricambiava, dopodiché l'adulto prese in bocca l'uccello del figlio ingoiandolo tutto. Quelli furono soltanto i preliminari, prima che il padre violasse, con il grosso arnese, il buco del ragazzo. Notai la smorfia di sofferenza sul volto del giovane che godeva ma, al tempo stesso, si sorbiva la sua dose di dolore, date le dimensioni notevoli del pene che lo penetrava senza pietà. Fu a quel punto che, mezza spogliata, per non dire del tutto, spalancai la porta invadendo la privacy dei maschietti di casa. Rimasero sconvolti, per un attimo ma io li tranquillizzai. Affermai che sarei stata loro complice tenendo la bocca chiusa, qualora fossi stata pagata adeguatamente. Roger, abituato a comprare tutto con i soldi, propose di triplicarmi lo stipendio per tenermi buona. Euforica, risposi subito di si. E aggiunsi che mi sarei unita volentieri a loro nel lettone. Ma il padre affermò che, per il momento, avrei potuto solo guardare. Difficile inserire una donna in un amore omosessuale ma mi sentivo già molto considerata e di sicuro appagata sul piano finanziario. Osservai con libidine mentre il padre si sbatteva il figlio in svariate posizioni. La figa si bagno' parecchio mentre l'uomo trovò il pieno appagamento, venendo nel sedere del giovanotto. Avrei custodito il loro segreto e forse, un giorno, in quel letto ci sarei stata pure io. Ma nella vita è meglio non fare programmi dato che le situazioni possono cambiare nel giro di un minuto. A sconvolgere quel quadretto ci pensò l'ex moglie dell'uomo. Diana, che teneva ancora una copia delle chiavi di casa, piombò nell'abitazione all'improvviso e si fiondò in camera da letto. È facile immaginare cosa vide: padre e figlio avvinghiati sul letto in atteggiamento inequivocabile e io nuda in piedi vicino a loro. Diana, furibonda, proferì queste parole: "Roger, dannato pervertito, hai reso nostro figlio ricchione!". Poi, rivolgendosi alla sottoscritta, disse: "E tu sei una zoccola! Ma non ti vergogni? Che fai la guardona oppure partecipi?". D'istinto risposi: "E tu sei una stronza che non ha saputo tenersi il marito!". Diana corse via pronta a spifferare ciò che aveva visto a chissà quante persone. Roger disse che potevo scordarmi il lavoro, che avrei dovuto fare la guardia invece di spiare. Ero fottuta ma risposi a Roger che avrei rimediato. Mi vesti' di corsa e inseguì Diana. Dovevo farla ragionare a tutti i costi. Andai a casa della donna e riuscì a strapparle un appuntamento per il giorno seguente. Il piano era semplice: le avrei proposto un accordo economico per metterla a tacere elargendo un terzo di ciò che avrei ricevuto dal padrone di casa. L'offerta la incuriosì ma non bastò. Disse di sentirsi sola e desiderava anche la mia compagnia. Pur non essendo tagliata per le donne, pensai bene di andare a letto con Diana per essere sicura che rispettasse l'accordo. In realtà, non fu spiacevole lesbicare con lei. Oltre alla figa, le leccai pure il buco del culo e lei fece lo stesso con me. Mi sentì sicura, pronta ad andare trionfante da Roger, affermando di aver risolto il problema. E invece no! Non avevo fatto i conti con Irene, l'amica matura bionda di Diana e la sua giovane compagna, Erica. Quelle due maiale guastafeste non solo riuscirono a farle spifferare il segreto, ma la coinvolsero pure in un triangolo saffico. Irene leccava la figa di Diana che intanto slinguazzava quella della ragazza. Anche Erica leccò Diana che venne di brutto. Poi, Irene limono' duro con Diana al punto da far quasi ingelosire quella puttanella di Erica. Con quelle due serpi, il segreto incestuoso non sarebbe mai stato al sicuro. Comunque, diedi a tutte e tre delle vacche, poi riferì la situazione al sig. Roger. Gli spiegai che avevo tentato il massimo, finendo pure a letto con la moglie per risolvere la situazione ma senza successo. Roger affermò che bisognava frenare lo scandalo proponendo una sua immagine virile con le donne. Di conseguenza, io sarei stata la sua fidanzatina in pubblico. Avrei scopato pure davanti ai suoi amici. Intanto, pretese che gli facessi subito un bocchino per allentare la tensione ed io provvedetti immediatamente ciucciando il grosso tarello e prendendo la sua venuta in faccia. Naturalmente, avrei dovuto tenere gli occhi aperti e la massima attenzione quando lui si appartava in segreto per scopare col figlio. Non so e non credo che percepirò i tremila euro al mese ma spero di beccarne almeno 1000, oltre al suo cazzo duro!
mercoledì 3 luglio 2024
Dall'amica del padre alla madre
Mi chiamo Ennio. Diciamo che in quel periodo non riuscivo a trovare ragazze per scopare e cominciai ad andare fuori di testa. Non sapevo proprio come appagare il desiderio. Fu così che pensai a Gianna, una cara amica di mio padre Furio non più giovanissima. I due erano stati colleghi d'ufficio per anni, prima di finire entrambi in pensione. Dopodiché, la loro frequentazione era proseguita ma sempre in modo amichevole. Gianna avrebbe voluto qualcosa in più ma Furio la considerava come una sorella (in realtà ho sempre avuto seri dubbi sulla virilità di mio padre con le donne). Ad ogni modo, tutto ciò a me non importava, volevo godere a tutti i costi. La fortuna mi venne in aiuto. Mio padre dovette uscire all'improvviso per una commissione e mi lasciò da solo a casa con lei. Decisi di provarci, di rischiare la figura di merda. Mi andò bene, anche se lei, all'inizio, fu un pochino titubante. Sapevo della sua scarsa vita sessuale, che non si era mai sposata. Anche per lei fu una ghiotta occasione per fottere. La Gianna non deluse affatto le aspettative! Cominciammo a parlare in giardino. Con un certo imbarazzo mi confermò l'omosessualità di mio padre della quale già sospettavo. Le confidai la mia passione per le donne mature. Rientrammo in casa e lì Gianna si cominciò a sciogliere. Non ci mise molto ad inginocchiarsi e farmi un ricco pompino prolungato in svariate posizioni. Alla fine, rimase nuda in tacchi. Aveva la figa pelosetta che mi intrigò parecchio. Cominciai a fotterla di brutto sopra al divano a missionaria, e a pecorina ma pure a candela. Se ne venne alla grande e io cominciai a spruzzarle la figa. Poi, però, pretesi che mi spompinasse per offrirle il resto della crema in bocca. Fu proprio così che mio padre la vide, quando rincasò, piena di sborra in faccia. Furio andò su tutte le furie nel vedere quanto fosse stata troia la sua amica del cuore e ovviamente se la prese anche con il sottoscritto. Seccato, riferì l'accaduto a mia madre Irina, sicuro che quest'ultima mi desse una "lavata di testa". In effetti, quando andai a trovare mia madre, che non vedevo da un pò di tempo, la trovai un pò incazzata. Ma la sua rabbia durò poco, anche perchè si sentiva molto sola dopo che il compagno l'aveva mollata. Bella e sexy com'è, nonostante non sia più una giovinetta, ribolliva dalla voglia di desiderio inappagato e, d'istinto, cercò la mia complicità con la lingua. Eh già, limonammo con una certa libidine sopra al divano. Le riteneva coccole ma trovava difficoltà a togliere la mano dai miei pantaloni e ovviamente sentì il rigonfiamento tra le cosce. Le coccole, se così vogliamo chiamarle, proseguirono con il sottoscritto che le leccava gli splendidi seni. Irina mi lasciava giocare e non si aspettava che mi sarei preso la massima confidenza. Mentì affermando di volerla vedere in alcune pose spinte per farmi una sega e ne approfittai per leccarle la figa. A quel punto, riuscì a farmi spompinare perbene. Poi, con decisione, l'afferrai per i fianchi e la sedetti letteralmente sul mio cazzo. Dovetti forzare un pò la mano perchè so che Irina si faceva dei problemi sulla possibilità di avere un rapporto completo per via dello stressimo rapporto di parentela. Mia madre, alla fine, cedette. A quel punto potetti scoparla a piacimento senza pudore. La sfondai alla grande e le schizzai a fiume in bocca. Rimanemmo che sarei andato a trovarla ogni domenica per fotterla. Irina provò a raccontare a mio padre di avermi rimproverato per la storia di Gianna ma sbagliò a parlare e si lasciò sfuggire qualcosa che aprì gli occhi a Furio. Così quest'ultimo venne brutalmente a conoscenza dei rapporti incestuosi che intercorrevano tra me e mia madre (ovvero la sua ex moglie). Nonostante le sfuriate di papà, continuo imperterrito ad andare a trovare mia madre la domenica e la fotto regolarmente. Quanto a Gianna, mi ritiene responsabile del litigio tra lei e mio padre e non vuole più vedermi. Poco importa, Irina mi basta e avanza!
La ricerca dell'equilibrio nei rapporti
Mi chiamo Paola. Durante il matrimonio, mio marito Massimo mi tradiva puntualmente con ragazze 18enni. Tollerai la situazione fino ad un certo punto, dopodiché chiesi la separazione. Abbiamo una figlia di nome Rosa che vive con la sottoscritta. In realtà, sono una donna focosa e si sa che quando la pentola bolle, prima o poi esplode. Mi dispiace che ci andò di mezzo mia figlia. Quando portò a casa il suo aitante fidanzato, Joe, ebbi un autentico sussulto. Di fronte ad un bel maschio giovane e muscoloso, una donna può diventare davvero monella. Si presentò con un furgone pieno di regali per Rosa. Le dissi che avrei aiutato io Joe a scaricare suggerendole di rientrare dentro a studiare. Una volta nel furgone, lui mi mostrò il suo splendido cazzone. Restai esterefatta. Non potetti fare altro che prenderlo in bocca, seppur a fatica, date le dimensioni. Mi raccontò che si era fatto anche le madri di altre fidanzate. Eh ci credo, con quella mazza. Joe amava scopare in giro, non era tipo per mia figlia ma io volevo godermelo. Così, dopo l'estenuante pompa, lo presi tutto nella passera godendo come una sgualdrina. Mi schizzò copiosamente sulla fregna, dopo la focosa scopata. La tresca andò avanti per un po', dopodiché purtroppo mia figlia se ne accorse e scatenò un putiferio. Del resto, come darle torto. Il padre lo venne a sapere e si scagliò contro di me. Me lo ritrovai a casa, all'improvviso, dopo che non lo vedevo da parecchio tempo. Aveva ragione ad aggredirmi per aver trombato con Joe ma io gli rammentai le sue scappatelle con le ragazzine. Sapevo che stava con una compagna, una certa Silvia, mia coetanea (il nome me lo disse lui dopo). Ad ogni modo, mi accorsi che gli bruciava soprattutto la mia scopata con Joe, più che si trattasse del ragazzo di nostra figlia. La sua gelosia esplose con un bacio mozzafiato che mi strappò all'improvviso. Insomma, mi amava ancora e di certo provavo anche io dei sentimenti per lui, nonostante ci fossimo lasciati. Preso dal desiderio, mi leccò la figa. Dopodiché, cominciammo a scopare con passione, come ai primi tempi del matrimonio. All'apice del piacere, mi schizzò sulla passera. Proprio in quel momento, arrivò a sorpresa Silvia. Come una cogliona, avevo lasciato la porta di casa socchiusa. Si sentì ferita a morte, constatando il ritorno di fiamma tra ex. Massimo andò in preda al panico. Silvia se ne stava andando via seccata ma io la fermai. La mia mente perversa elaborò nuovi esaltanti scenari. Nonostante fosse giustamente inviperita, le chiesi un dialogo tra donne. Avvertì subito una complicità tra noi. Le spiegai che farci la guerra non sarebbe servito a nulla. Partendo dal presupposto che entrambe amavamo quell'uomo, le proposi un amore condiviso a tre. Intanto, mentre parlavamo, lesbicavamo pure (nessuna di noi aveva precedenti esperienze saffiche). In due, avremmo cercato di controllare meglio la fedeltà di Massimo che sarebbe dovuto venire a letto solo con noi due ma non con altre donne. Insomma, un menage a tre con delle regole precise. Intanto, Silvia avrebbe scopato con un uomo per ricambiare le corna che Massimo le aveva messo con me. Dopodiché, saremmo partiti da zero, con una complicità tra lui, l'ex moglie e la compagna del soggetto. All'inizio l'intesa funzionò bene: facevamo dei triangoli appaganti dove lui beneficiava delle attenzioni di due belle femmine. Ma, come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio. La sua crisi di astinenza per le 18enni non tardò ad arrivare. Quando ci tradiva, io e lei scopavamo per vendetta con altri uomini ma nemmeno questo bastò a placare il suo vizio. La punizione aumentò, arrivammo a sodomizzarlo con lo strap-on. Ma questo andazzo, nonostante il dolore del culo rotto, lo eccitava ancora di più e non arrestava per nulla la sua ossessiva ricerca di ragazzine. Stufe di sopportare, decidemmo a malincuore di tagliarlo fuori dalle nostre vite sessuali e ci dedicammo all'amore saffico tra signore. Mia figlia Rosa, intanto, ha fatto pace con Joe. Speriamo che quello stallone non le sfondi troppo la fica. Con Silvia ho finalmente trovato la serenità e mi auguro che la relazione duri a lungo.
martedì 2 luglio 2024
Sverginato dalla milf
Mi chiamo Vittorio. Devo molto a Gemma, la vicina milf che mi sverginò. In realtà, non la apprezzai subito. All'inizio, mi dava l'idea di una rompiscatole invadente. Mi bussava spesso, con l'intento di scambiare quattro chiacchiere. Poi, un giorno, mi disse che passavo troppo tempo davanti al computer. Scoprì che mi segavo davanti ai porno e comprese perfettamente la mia imbranataggine nell'approccio con le ragazze. Non pensavo a lei sessualmente, essendo una donna più grande di mia madre di età. Ma poi fui colpito dalla sua mentalità aperta e, perchè no, dalla sua innata zoccolaggine. Mi toccò tra le gambe. Si rese conto che indurivo per via dei porno. Volle pensarci lei. Tirò fuori il cazzo e mi fece sentire la lingua. Poi imboccò con cura la fava. Dimenticai di colpo la differenza di età, percependo quella inebriante sensazione di piacere. Dopo un bocchino meraviglioso, sentì la fava esplodere ma lei pensò bene di fermarsi e offrirmi di meglio: la sua figa! La impalai a candela, a pecorina e a missionaria e le schizzai splendidamente in bocca. Durante il sesso mi raccontò di aver sverginato diversi ragazzi in zona, il che mi intrigò ancora di più. Mentre stavo eiaculando felice tra le sue labbra, arrivò all'improvviso mia madre Sara, una tipa decisamente bigotta, che scambiò Gemma per una prostituta. All'inizio fu ironica, ebbe da ridire. Ma in seguito ringraziò Gemma per avermi reso un pò più uomo.
Il prof rotto in culo dagli allievi
Mi chiamo Silvia. Vi racconterò i segreti bollenti che mio padre Enrico nasconde. E' un uomo ormai sulla via della pensione, nonché vedovo, ed anche uno stimato professore di italiano molto influente nei Consigli di classe e dunque nella valutazione degli studenti. In realtà, ogni persona ha i suoi scheletri nell'armadio. Quando gli parlavo dei ragazzi con cui uscivo, mi chiedeva spesso una loro accurata descrizione fisica. Ciò mi sembrava davvero strano ma lo assecondavo. Lui si giustificava affermando che voleva solo assicurarsi che quei tipi fossero abbastanza carini per me. Altro aspetto anomalo era dato dal fatto che mio padre impartiva lezioni private solo ed esclusivamente ai suoi allievi maschi (che poi nemmeno si potrebbe fare). Non volevo credere che Enrico fosse omosessuale ma fugai ogni dubbio quando lo beccai a fare porcate in bagno con due ragazzi monelli che ci stavano per libidine ma soprattutto per ottenere la sospirata promozione a fine stagione. In effetti, la porta era chiusa a chiave ma osservai tutto attraverso il buco della serratura. Mio padre segava entrambi gli uccelli dei giovanotti che, pian piano, divennero duri. Poi passo' a dispensare piacere oralmente, usando la bocca. Succhiò a turno le fave, con dedizione, prima di lasciarsi scopare un po' dall'uno e un po' dall'altro. Fu davvero inquietante vedere un uomo, ormai alla soglia della pensione, lasciarsi ingroppare senza mostrare alcun pudore o esitazione. I ragazzi, dopo esserselo fatto alla grande, gli schizzarono sul petto, concludendo a suon di sborrate quelle indicibili porcate a tre. Ovviamente, quei maialini poco studiosi furono promossi a pieni voti!
lunedì 1 luglio 2024
Roventi approcci trasgressivi
È proprio vero che, nella vita, bisogna saper sfruttare al meglio le occasioni che capitano a tiro. Mi chiamo Elly, sono una fotografa e adoro le femmine ma spesso, per conquistarle, è necessario lavorarsele perbene. Da tempo desideravo la mia amica Mia, che però era fidanzata con un ragazzo di nome Tommy. Lo spiavo sperando che commettesse qualche errore in modo da riportare l'accaduto a Mia e farli lasciare. Mi auguravo di beccarlo in compagnia di una qualsiasi ragazza, di coglierlo in fallo, ma Tommy fece di molto peggio. Entrare in casa sua non rappresentava un problema, dopo aver ricavato le chiavi dalla serratura. Scoprì un torbido segreto. Tommy si vedeva regolarmente con un suo amico di nome Francesco e ci andava a letto conciato da donna con tanto di trucco e parrucca. Osservai mentre lo afferrava in bocca con gusto, prima di farselo sbattere pesantemente nel culo. Tommy, nell'intimità, diventava un effemminato di nome Tina. Lo osservai mentre godeva. Dopo una lunga trapanata, prese una ricca dose di sborra in faccia. Che grandissimo finocchio! Documentai tutto fotograficamente, poi inviai gli scatti a Mia, prima di contattarla telefonicamente. Ovviamente, la mia amica restò sconvolta, scoppiò a piangere e mi cadde letteralmente tra le braccia. Chiaramente, non mi limitai a consolararla amichevolmente ma la coinvolsi sessualmente in un'esperienza saffica paradisiaca. Dopo essermela goduta perbene, si profilo' un'altra ghiotta occasione all'orizzonte. Ada, la madre separata di Mia, si accorse che stavo vicina alla figlia in un momento di difficoltà e lo apprezzò particolarmente. Mia le raccontò di aver rotto col ragazzo ma non di andare a letto con la sottoscritta. Così cominciai a ronzare attorno alla donna e la convinsi a svolgere insieme alcuni esercizi di palestra. Una volta sole, misi in atto la strategia adeguata per sedurre la signora matura e riuscì a gustarmela intimamente. La situazione procedeva a gonfie vele. Mi barcamenavo alla grande tra la ragazza e la donna matura finché Mia mi beccò mentre stavo con sua madre. Si sentirono usate, scoprendo che me la facevo con entrambe contemporaneamente e così la splendida giostra si concluse. Di sicuro la vicenda terminò a schifio ma ne valse la pena assaporare quelle due passere prelibate. E Tommy, Alias Tina? Beh, lui continua a farsi sbattere dall'amichetto. Ora che sono libera da impegni, di tanto in tanto, vado a spiare quei due froci che fottono, così almeno ci esce lo spunto per un pregevole ditalino di relax. Credete che sia finita qui? Eh no. Il tempo è galantuomo, alle volte, almeno così si dice. Ada, nei mesi seguenti, venne a trovarmi inaspettatamente allo studio fotografico. Dopo aver scoperto, grazie alla sottoscritta, i piaceri saffici, si era invaghita addirittura della figlia e sperava di ottenerla sessualmente in un incesto. Cercò consigli da me e io glieli diedi mentre le realizzavo un servizio fotografico per gioco. Fu una situazione di grande complicità, quella che si creò tra noi. Del resto, già nella palestra si erano visti i buoni presupposti. Le suggerì di trattare bene la figlia, di darle affetto e attenzioni maniacali al fine di sedurla. Intanto le spiegai tutta la verità, riguardo alle mie azioni maliziose. Ormai tra noi non c'erano più segreti. Potemmo leccarci amorevolmente le passere senza patemi o esitazioni e godere come matte a 69 e con la mitica strofinata di fica. Le diedi un ultimo suggerimento. Qualora fosse riuscita a guadagnare appieno la fiducia di mia, avrebbe potuto bendarla in camera da letto. A quel punto sarei arrivata io, puntuale, pronta per il triangolo. In tal modo mi sarei fatta contemporanemente madre e figlia e non solo singolarmente, come del resto era già avvenuto. Inoltre Ada avrebbe raggiunto il suo scopo incestuoso. E Mia? Bhè, lei ha una certa inclinazione per i ragazzi ma con due troie così accanto, dubito che possa non cambiare parrocchia.