lunedì 8 luglio 2024

Il Capo Officina scopa con i meccanici

Mi chiamo Maria. Mio figlio Alberto elogiava i suoi amici apprendisti meccanici dipingendoli come bravi ragazzi affidabili e mi suggeriva di recarmi nell'Officina dove lavoravano per risolvere problemi dell'auto o per effettuare procedure di manutenzione ordinaria. Seguì il consiglio e, all'occorrenza, affidavo il veicolo a quella struttura. Combinazione volle che, un giorno estivo, in orario morto, verso le tre del pomeriggio, con un caldo bestiale, andai lì per ritirare l'auto dopo un cambio d'olio. La porta d'ingresso sembrava chiusa ma non lo era. Entrai, percorsi lentamente il lungo locale e poi sentì delle voci. Incuriosita, restai nascosta a spiare. Gli amici di mio figlio stavano tutti attorno al proprietario, Don Franco il pelato, in una situazione simile a una gang bang in cui l'uomo se lo prendeva in culo e in bocca a turno dai giovani. Quelli non coinvolti direttamente, si segavano ammirando la scena. Dai discorsi, riuscì a capire che i ragazzi stavano con l'uomo maturo per ricevere paghe più soddisfacenti da quest'ultimo. Ma mi resi conto che, allo stesso tempo, gli piaceva giocare con quel maschio decisamente più grande di loro. In quel frangente, I ragazzi parlarono pure di donne e menzionarono anche la sottoscritta (in quanto madre del loro amico) definendomi appetibile e affermarono che me le avrebbero date volentieri un paio di botte, come si suol dire. Ma intanto si eccitavano sempre più a godere interagendo con quel porco maturo che li teneva, in un modo o nell'altro, tutti a cazzo duro e bagnato. Un sesso gay di gruppo a 6 che non poteva che culminare con le bollenti venute dei ragazzi nella bocca del pelato che se ne stette nudo per tutto il tempo, salvo indossare dei ridicoli calzini. Devo ammettere che mi eccitai a vedere quella scena e sentì il bisogno di spogliarmi. Poi, quasi in tono provocatorio, provocai i giovanotti a pecorina. Peccato per loro che si erano già ampiamente svuotati i coglioni con il proprietario dell'officina e i loro cazzi risultavano clamorosamente mosci! Inoltre, arrossirono tutti realizzando di essere stati spiati in atteggiamenti inequivocabili dalla madre del loro caro amico. Nonostante ciò, intrigati da quella provocazione, mi dissero: "Signora Maria, se vuole possiamo aiutarla con la spesa qualche volta". Ma io risposi: "Grazie, ma non è il caso che vi disturbiate, visto che in Officina avete già tanto lavoro da svolgere". Il pelato mi sorrise e affermò: "Signora, comunque l'auto è pronta, prezzo speciale per lei e mi raccomando, discrezione!". Capì di dover tenere la bocca chiusa su quelle porcate di gruppo. Una volta a casa, mio figlio disse: "Hai visto mamma, come lavorano bene in quell'Officina?". Gli risposi: "Non sai quanto! E poi i tuoi amici sono proprio affiatati con il proprietario, due generazioni che si integrano perfettamente tra loro. Si vede che lì hanno tutti la passione per il pistone!". Alberto mi rispose: "Mamma, da quand'è che ti intendi così tanto di auto?". E io replicai: "Di auto non lo so, ma di manici senz'altro!". Alberto ribatté: "Mamma, questa non l'ho capita, mi sembrava un tantino volgare, a dire il vero, ma comunque adesso non si lamentano nemmeno più che Don Franco li paghi poco, chissà perché!". Risposi: "Si vede che hanno trovato un compromesso: lavoro duro, ma tanto duro e guadagno aumentato". Alberto proseguì: "Poveri amici miei, tutto il giorno lì dentro a sgobbare senza vedere ragazze, che poi vai a capire certe cose: perché Don Franco, alle pareti, ha affisso poster di uomini duri, muscolosi, invece che di modelle?". A quel punto sentenziai: "Tesoro, scusa se sono diretta ma visto che non ci arrivi da solo, che non capisci l'evidenza: è semplice, a Don Franco, evidentemente, piace il cazzo, soprattutto quello degli amici tuoi, con i quali trascorre diverse ore a stretto contatto". Alberto chiese incuriosito: "Ma perché mamma, per caso hai visto o sentito qualcosa di sospetto?". Cercando di stemperare i toni, dissi: "Ma no, niente, è solo intuito femminile, tutto qui". Lui, a quel punto, rispose ingenuamente: "Marò mamma, ti fai certi film in testa, pensavo che i miei adorati amici fossero tutti dei grandi ricchioni!". Alberto si convinse dell'eterosessualità dei suoi amici. Tempo dopo mi disse di essere intenzionato a lavorare in officina per contribuire alle spese familiari ma io mi opposi affermando che quello non era ambiente per lui. Alberto insisteva sostenendo che lì c'erano anche i suoi amici. Fui costretta a parlarne col padre. Questo comportò, via via, il delinearsi di un nuovo assetto familiare.

orgia




















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