martedì 24 dicembre 2024

L'accogliente buco materno

Mi chiamo Gloria. Con mio marito Gustavo, i primi anni di matrimonio filarono lisci. Poi, cominciarono le sue scappatelle, sempre più frequenti, finchè non arrivò la separazione. Sono una donna a cui piace fare sesso, per cui cercai di "consolarmi" conoscendo altre persone. Incontrai Alfredo e credetti di aver trovato la persona giusta. In realtà, si trattava soltanto di una persona che mi usò. Dopo alcune scopate, capì chiaramente che se la faceva con femmine più giovani della sottoscritta. Mio figlio Nick mi aveva avvertita riguardo ad Alfredo ed aveva pienamente ragione. Delusa dagli uomini, pensai di dedicarmi a Nick, a comprendere quali fossero i suoi problemi, perchè non si accompagnava mai con le ragazze, etc... Ero convinta che Nick fosse gay e insistetti fino alla paranoia affinchè lui si confidasse e lo confessasse, cosa che avvenne. Insomma, disse che se la faceva coi compagni del calcetto. Non potevo mai immaginare che operasse una tattica per ricevere le mie più profonde attenzioni. Quando ammise (falsamente) di essere omosessuale, mi misi in testa di poter correggere il suo orientamento. Fu una reazione istintiva, da stupida. Gli mostrai le tette e gli strinsi il cazzo, prima di propinargli un pompino. Nella mia mente idiota, bisogna ammetterlo, credevo di renderlo di nuovo uomo. Ma Nick non aspettava altro che questo, un mio gesto avventato, un avvicinamento oltre misura, per piazzarmi l'uccello tra le gambe. Avvenne sul divano del salotto, limitrofo alla cucina, la nostra prima indimenticabile scopata incestuosa. Insomma, lo sò, avrei potuto tirarmi indietro, ma infondo sono una donna sola, il suo bel cazzo grosso e duro mi gratificò non poco. Fui chiavata in mille modi, a cavalcioni, a pecora, a missionaria, sul divano. Tra mille dubbi e paure, lui mi convinse a starci a quell'insano gioco incestuoso. Arrivai come una maiala, mentre lui, gasato, mi schizzò nella figa. Fu una scopata così infuocata, senza precauzioni, che temetti di restare incinta! Nick rivelò di avermi sempre desiderata e di aver atteso il momento adatto per raggiungere lo scopo, approfittando anche delle mie precedenti delusioni amorose. Nick non si accontentò di una volta sola, pretese che diventassi la sua donna. Si giunse alla spersonalizzazione dei ruoli, non ero più una semplice madre ma anche la persona con cui andare a letto in modo stabile. Disse che avrebbe pensato lui a me e la notte cominciò ad infilarsi nel mio letto senza indugi. Da un lato provavo un enorme piacere a ricevere tante attenzioni, mai avute prima d'allora, ma dall'altro mi sentivo sporca, con la paura che la vicenda potesse venir fuori. Purtroppo, come si suol dire, dagli e dagli, una volta restai davvero incinta. Al mio ex marito, raccontai che era stato un tizio che frequentavo e che poi era sparito. Gustavo, rivolgendosi a mio figlio disse: "Hai visto quanto è zoccola tua madre? Va a scopare a destra e a sinistra e si fa pure mettere incinta!". Nick gli rispose: "Tranquillo, le starò io vicino". Nick è inarrestabile, durante la gravidanza me lo metteva nel culo! Forse ho davvero trovato l'uomo della mia vita ma è meglio che non si sappia in giro, non tutti sono disposti a comprendere certe situazioni in cui si sfatano i più ardui tabù.


Disponibili con il discografico

Mi chiamo Giorgia, sono una cantante. Io e la mia amica e collega Africana Kyra, qualche tempo fa, cercavamo di proporre le nostre canzoni. Di solito, ci sbattevano sempre le porte in faccia e pareva che andasse così anche con Frank Morvillo, un noto produttore e discografico americano. Mentre ci stava liquidando, asserendo che il nostro brano faceva pietà, cogliemmo tra le righe una possibilità. In parole povere, il nostro pezzo, "Power girls", sarebbe stato trasmesso in Radio, a patto che ci fossimo prestate ad un triangolo sessuale con lui. Non siamo santarelline, è vero, ma, di solito, scegliamo noi con chi voler scopare. In quel caso, la scelta fu obbligata. Frank aveva un bastone notevole lo ammetto, anche se ci faceva un pò schifo umanamente, per averci considerate alla stregua di due prostitute. Insomma, ci demmo dentro, stesso nel suo studio. Kyra fa dei bocchini con ingoio paurosi e pure io, a dir la verità, me la cavo piuttosto bene. Lei ci scopò per prima, saltandogli addosso a cavalcioni, poi lo feci io, mentre Kyra mi sditalinava. A Frank piaceva che ci fosse complicità tra noi ragazze. Con Kyra non avevo mai fatto nulla prima di allora, il nostro rapporto riguardava la sfera amichevole e quella professionale. Se io succhiai abbastanza bene, Kyra, oltre a sbocchinarlo sapientemente, gli ciucciò pure le palle. Ma non bastò! Frank, per godere al meglio, pretese che spalancassi le cosce e consentissi a Kyra di leccarmela. Intanto, osservandoci, il suo pene divenne di marmo. Poi, ci fece scambiare di posizione, in modo tale da potermi sfondare la passera a pecorina, mentre leccavo appassionatamente la topa di Kyra. Mi chiavò con tale foga che credevo che me la spaccasse. Del resto, l'arnese era di prim'ordine. Intanto, Kyra, mi afferrò la testa con entrambe le mani, desiderosa che le slinguazzassi a dovere la vagina. Pur detestando i ricatti di quel discografico di merda, urlai in preda all'orgasmo, trapanata dal suo missile e sentì la sborra calda che colava. Anche Kyra, gridò di piacere, regalandomi i frutti caldi del suo amplesso in bocca... Bhè, dopo quella "prestazione", Frank mandò in onda il nostro brano ma, purtroppo, si rivelò un autentico flop. Forse, nonostante tutto, ha ragione lui: siamo più tagliate come mignotte, piuttosto che per cantare...


lunedì 23 dicembre 2024

Gerarchia militare

Mi chiamo Nadia Marini. Sono un capitano dell'esercito. La mia passione per le strategie di Guerra è pari a quella che provo per il sesso. Intrattenevo rapporti intimi con alcuni soldati e non disdegnavo certo dispensare pompini a raffica. Adoravo motivare così i miei uomini, a suon di chinotti. Ma, nella vita, si verificano sempre gli imprevisti. Una missione si concluse in modo fallimentare ed io finì nell'occhio del ciclone. Rosaria Campelli, il Colonnello, mi strigliò a dovere anche se il suo non fu un vero e proprio rimprovero ma più un ricatto a sfondo sessuale. Rosaria è nota nell'ambiente per l'interesse che nutre verso le donne. Credevo, tuttavia, che fosse un ufficiale serio. E invece no! Mi diede una sorta di out-out. La sua relazione sull'accaduto, al Generale, sarebbe cambiata in base al mio comportamento. In altre parole, per non essere messa all'angolo (sospesa o, al meglio, relegata in ufficio a effettuare fotocopie) avrei dovuto sottostare alle sue avances. Mi palpò le tette senza farsi scrupoli, prima sopra la maglietta, poi sulla pelle nuda. Rimasi immobile, basita. Dapprima protestai ma ne valeva della mia carriera e così finì per sottostare a quello sporco ricatto. Mi ritrovai le sue mani audaci sul mio corpo nudo, sulle tette, sulla figa. A quel punto, mi incitò a leccargliela. Sì era messa pure il reggicalze, la porca. Iniziai per mancanza di scelta, senza troppa convinzione. Ma poi ci presi gusto in quella trasgressione che, da brava amante del pisello, non mi sarei mai sognata di vivere. La porcona spalancò le cosce godendo appieno dei miei colpi di lingua sulla fregna. La sua figa sbrodolava di brutto, prossima ad esplodere. Colta dall'euforia, l'afferrai per il sedere da dietro in modo che la sua topa strisciasse contro la mia vigorosamente. Lo sfregamento fu fatale per procurarle l'intenso orgasmo. Dopo di ciò, fu lei a leccarmela di gran gusto e a farmi venire in men che non si dica. E così, scesi a compromessi. La relazione che presentò al Generale, riguardo all'insuccesso della missione, parlava di "condizioni particolarmente sfortunate" e "superiorità tecnologica del nemico", addolcendo parecchio le mie responsabilità sul fallimento in battaglia e non veniva menzionato alcun comportamento lascivo inerente la sottoscritta, nei confronti dei commilitoni. Insomma, quella furbona mi dipinse quasi come una Santa priva di colpe. Bhe', lo farà sempre, a patto che io continui puntualmente a leccarle la bernarda e a farmela leccare...


sabato 21 dicembre 2024

Una sega insperata

Mi chiamo Claudia. Non sono tanto una tipa da fidanzamenti, preferisco di più divertirmi cambiando vari ragazzi. Del resto sono carina e gli spasimanti, di certo, non mi mancano. Io e mio cugino di primo grado Rosario non ci frequentavamo molto ma, la scorsa estate, lui venne a stare qualche giorno a casa mia, nel mese di agosto. Un pomeriggio mi disse di voler ascoltare la musica da solo fuori al terrazzo ed io, nel frattempo, rientrai nell'abitazione. Incuriosita sul motivo per cui volesse starsene per conto proprio (ipotizzai lo scambio di messaggi con qualche ragazza), tornai in terrazza e lo sorpresi con l'uccello di fuori a menarselo. Sul momento lo sgridai temendo che mia madre, ovvero sua zia, potesse essere nei paraggi. Per fortuna, mi resi conto che era uscita. Lo tranquillizzai e lui chiese di poter proseguire. Evidentemente, aveva particolarmente voglia. Gli feci cenno di andare avanti e spiegai che anch'io, a volte, mi masturbavo ma non tantissimo, dal momento che non avevo problemi a trovare ragazzi per fare sesso. Dopodichè tolsi le mutandine e mi sedetti accanto a lui, accarezzandola un pò. Insomma, ci facemmo compagnia ma lui, in quel momento, era più voglioso e carico della sottoscritta, nonchè bisognoso di venire. Mi raccontò che la fidanzata lo aveva mollato da diverso tempo, un annetto all'incirca e lui andava avanti a seghe. Vedendomi con un'aria da puttanella, chiese le mie attenzioni. Io precisai che lui non mi piaceva tanto come maschio, puntualizzando il legame di parentela. Elogiai, tuttavia, il suo grosso pene. A volte, nell'eccitazione, ci si lascia andare e così si lasciò sfuggire che, alle volte, invitava un suo amico a casa per guardare insieme i film porno. Durante queste visioni, si smanettavano a vicenda. Gli detti un pò dello sfigato, dal momento che si accontentava della mano di un uomo per godere, tuttavia la cosa mi divertiva. Osservava la mia figa come se fosse una reliquia preziosa e mi resi effettivamente conto che non ne vedeva una in reale da parecchio. Bhè, non so, alle volte si compiono dei gesti irrazionali. Mio cugino mi fece un pò di tenerezza al punto che decisi di segarlo a condizione di non essere contraccambiata. Lui appoggiò solo la mano sulla mia gamba e nulla più. Bastarono pochi passaggi di mano affinchè il suo cazzo esplodesse in un mare di sborra. Lo sperma scorreva copioso lungo l'asta, inondando pure le sue palle. Fu a quel punto che, in preda ai sollazzi dell'orgasmo, ci provò con la sottoscritta spudoratamente chiedendo di frequentarci di nascosto. Non poteva che prendere il classico due di picche, dal momento che non amo le relazioni serie, tantomeno con un parente che poi, fisicamente non mi attrae nemmeno tanto. Però sono una troietta e mi piace giocare, questo è sicuro. Gli suggerì di approfondire col suo amico di "smanettate", tanto con me non avrebbe potuto ottenere ciò che desiderava. Mi rispose che ero una troia, e ci sta! Nei giorni seguenti, Rosario tornò a casa sua e da lì mi martellò di messaggi, sostenendo di essersi innamorato. Cuori e cuoricini fioccavano su whatsapp, e non dico che non mi facesse piacere. Qualche volta ho accettato di uscire con lui ma così, in amicizia, soprattutto per spiegargli che tra noi non potrebbe esserci mai nulla di più. Si aspettava che replicassi la sega, magari in auto o, meglio ancora, che gli propinassi un pompino, come faccio con i ragazzi che mi piacciono e invece niente. Resosi conto di non poterci ricavare nulla, mi accettò come amica. Si confidava, mi parlava della sua ex, che gli mancava e mi raccontava di quando si vedeva col suo amico e sborravano vedendo i porno. Io, di contro, gli riportavo i dettagli di ciò che combinavo con i ragazzi. Era eccitante raccontarsi le cose che ci capitavano con gli altri ma senza farlo direttamente tra di noi. Diventammo complici, questo è vero. Mi resi conto che lui, con le ragazze, non ci sapeva proprio fare, appena le conosceva scappavano via. Come ho detto, conosco tanti ragazzi di ogni genere. Un giorno, all'appuntamento con Rosario, portai un mio amichetto, Carlo (che ha una notevole propensione per i maschietti e non si accontenta solo di guardare porno e delle seghette) e glielo presentai. Bhè, se Rosario con le donne non è capace, in qualche modo dovrà pur appagare le sue voglie, altrimenti a cosa servono le cuginette premurose?

seghe

giovedì 19 dicembre 2024

Tre stalloni per il mio collega d'Ufficio

Mi chiamo Donatella. Vi racconto le porcate che accaddero in ufficio, dove lavoro come segretaria. Premetto di essere lesbiche, queste vicende riguardano essenzialmente la complicità al maschile. Tommaso, il mio collega, mi aveva sempre confidato il suo desiderio proibito e cioè intrattenere rapporti intimi con uomini di colore. L'occasione adatta si presentò in occasione dei resoconti trimestrali molto positivi. Con orgoglio, io e gli altri, li mostrammo al Direttore che, soddisfatto, spiegò di doversi assentare per un impegno urgente. Siccome c'erano insieme a me e a Tommy pure i tre autisti di colore dell'azienda, pensai che fosse giunto il momento, per lui di coronare il suo sogno proibito. Lo incitai a provarci, ad improvvisare uno spogliarello, dopotutto dovevamo festeggiare i successi dell'Azienda. Con i maschi di colore fui chiara, niente figa ma Tommy si sarebbe prestato volentieri al gioco e così fu. In breve, i maschietti si spogliarono e Tommaso cominciò a sbocchinare. Si innescò una vera e propria orgia gay in cui Tommaso, oltre a spompinare di gusto, se lo faceva mettere pure egregiamente nel culo. Uno dei neri, eccitato, pose una mano sulle tette, da sopra al pullover, mentre Tommy glielo ciucciava ma io fui categorica: dovevano fare solo tra di loro! Tommy se la cavò proprio bene: mentre lo prendeva a pecora riusciva a succhiare e smanettare gli altri cazzi alla grande. Proprio sul più bello tornò il Capo e assistette alla scena. Rimase sconvolto ma incuriosito. Sia io  che gli altri riuscimmo ad intortarlo sostenendo che la situazione era degenerata dopo una bevuta colossale (non che l'orgia fosse stata programmata a puntino). Tommaso, intanto, prese litri di sborra in faccia e sul corpo, il seme che i negroni, al culmine dell'eccitazione, gli scaricarono addosso. Il Capo, euforico, pretese un pompino dalla sottoscritta ma io, non incline a questa pratica, tolsi il disturbo. A quel punto, i neri spiegarono al Direttore che Tommaso si sarebbe prestato molto volentieri. E così, alla fine, Tommaso, nella sua memorabile giornata da record, riuscì nell'impresa ardua di spompinare il pisello del direttore (noto femminaro) e di berne il prelibato succo.     

cazzo

Ho soffiato il ragazzo alla mia amica

Mi chiamo Mark. In questa storia sono stato davvero pessimo, davvero scorretto ma, come si suol dire, il fine giustifica i mezzi. In ogni caso, cercai di rimediare, alla fine. Avevo un'amica di nome Daniela. Non le rivelai il mio interesse per i maschi, almeno inizialmente. Ad un tratto, la tipa si fidanzò con un ragazzo che a me piaceva molto, un tale di nome Billy. Gli ronzai attorno, lo abbindolai, complice qualche drink bevuto insieme, finché lui cedette. Riuscì a portarmelo a letto. Dopo eccitanti preliminari, me lo scopai, violai il suo culetto vergine. Fu stupendo cavalcarlo e riempirlo di sborra, mentre se ne veniva a sua volta. Daniela, all'oscuro di tutto, notò il comportamento strano del ragazzo, lo trovò cambiato, silenzioso e poco propenso a concedersi con lei. Intanto, io, ingordo, continuai a scoparmelo, a metterglielo nel culo all'insaputa della povera Daniela. Ormai avevo reso Billy un gran frocio passivo ma lui non se la sentiva di raccontarle la verità e di lasciarla. Daniela mi chiese consigli sulla situazione ma io dovetti fingere, essere falso e ipocrita. Volevo che lei scoprisse la verità, per cui le diedi un appuntamento a casa mia mentre stavo scopando con Billy. Lasciai la porta aperta, in modo che entrasse e arrivasse fino alla camera da letto. Per Daniela fu un autentico shock, beccarci insieme, un doppio tradimento, dal fidanzato e dal presunto amico. Naturalmente, ci dette degli schifosi. Infondo, era quello che volevo, trombarmi Billy in tranquillità. Daniela, di fronte alla brutale realtà, dovette farsene una ragione. La ragazza, manifestando la sua lecita insoddisfazione, restò a guardare la trombata finchè non gli arrivai nel culo. A quel punto, preso dal senso di rimorso, cercai di stemperare la collera di Daniela offrendomi di presentarle un nuovo ragazzo. Io e Billy dovemmo insistere parecchio affinchè lei accettasse di uscire con noi a bere qualcosa, in segno di pace. Gira e rigira, finimmo in una pizzeria. Daniela aveva l'aria sconvolta, a differenza di noi due, soddisfatti e appagati della trombata di poco prima. Le chiedemmo scusa entrambi col proposito di aiutarla a cercare un fidanzato che facesse al caso suo. Le dissi: "Al peggio, ti restiamo sempre noi come amici". D'istinto lei rispose: "E capirai, nessuno di voi mi darebbe una dose di cazzo!". 


Fratelli di sangue

Il mio nome è Giorgio. La storia che sto per narrarvi riguarda il rapporto, a dir poco contorto e morboso, esistente tra me e mio fratello Giacomo. Già dall'adolescenza è sempre stato lui, tra i due, quello più sicuro con le ragazze. Ne conquistava a bizzeffe. Quando se le portava a casa, io spiavo mentre le scopava nella camera da letto dei nostri genitori. Di conseguenza, vedevo i corpi nudi delle fanciulle ma anche quello di mio fratello. Mi sorprendevo nel raggiungere l'erezione osservando il pene e il fisico di Giacomo. Poi, un bel giorno, Giacomo si presentò a casa con Paola, una tipa piuttosto disinibita. A quanto pare, non le importava che restassi a guardare mentre loro facevano sesso. Paola sembrò accendersi quando lui le disse che io ero troppo pigro per cercare donne e mi massaggiò l'uccello coi piedi. Fu il momento in cui decisi di esternare l'attrazione che provavo per Giacomo. Lui non se lo aspettava di sicuro. Paola, che non aveva mai visto un flirt tra fratelli, sembrò incoraggiarci e così scattò un bacio mentre lei agitava i nostri cazzi. Incitai Giacomo a succhiarmelo mentre lei spompinava lui e, a quel punto, i freni inibitori, così come i tabù, saltarono completamente. Giacomo me lo mise nel culo, mentre leccavo la passera di Paola, estasiata dalla situazione trasgressiva. Mi impalai a candela sul suo pisello, col benestare di Paola che, intanto, mi spompinava. La ragazza apparve gasata all'idea di saltarmi in groppa per trombare e lo fece. Dopo secoli, assaporai pure il piacere di infilarlo nella figa, mentre Giacomo le leccava il culo. Alla dama piaceva discorrere sull'orientamento sessuale e così, tra una parola e l'altra, spinse la testa di Giacomo sul mio cazzo. Andai davvero in estasi dal momento che preferisco la bocca di mio fratello alla vagina. Giacomo, rispolverando il suo orgoglio da etero, ingroppò a pecora Paola che ne approfittò per ciucciarmelo un pò. Steso a terra mi godetti il panorama della loro scopata, la visione della fregna ma soprattutto il palo di mio fratello. Giacomo, al culmine dell'eccitazione, schizzò in bocca alla fanciulla ed io, intanto, eiaculai sul petto del mio amato fratellino. Bhè, da quel giorno, lui non è più un etero così convinto e, tra le mura domestiche, ci divertiamo anche senza le ragazze.       
 

mercoledì 18 dicembre 2024

Amore tra prostitute

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

martedì 17 dicembre 2024

Il padre padrone cerca l'esclusiva della figlia

Mi chiamo Annie. Probabilmente sono una tipa ingenua, che si lascia trascinare facilmente in certe situazioni e lì viene fuori il mio lato da puttanella. E dire che, spesso, vengo animata da buoni propositi come quella volta in cui corsi in aiuto della mia amica bionda Ornella, preoccupata che il fidanzato Raimondo, invaghito della sottoscritta, la lasciasse. Il mio intervento spompinatorio si rivelò determinante affinché il tipo non la mollasse. Eh sì, succhiai avidamente quel cazzo ricevendo il nettare bianco in bocca mentre lei si masturbava osservando la scena. Poi, quasi per caso, ebbi la mia prima esperienza saffica nelle docce della palestra della Scuola. Ero in compagnia di due ragazze. Ad un tratto, mi accorsi che amoreggiavano tra loro. Una volta scoperte, non provarono alcun imbarazzo ma, piuttosto, si avvicinarono a me. Incredula, venni baciata, accarezzata nelle parti intime con annessa leccata di tette, sotto l'acqua calda della doccia. Ed infine, una delle due, usò anche la lingua nella patata, oltre alle dita, ed io raggiunsi un torbido e inaspettato orgasmo. I pettegolezzi corrono veloci: quelle monelle si vantarono in giro di avermi coinvolta ed un'amica, invaghita di me da tempo, pensò che fosse giunto il momento adatto per provarci. Ci trovavamo nella mia abitazione, quando ne approfittò per sfilarmi le mutandine in camera da letto. La diavoletta leccava e toccava alla grande la figa per cui riuscì ad incuriosirmi molto più dell'episodio delle docce e così, dopo essere venuta, fui seriamente tentata di ricambiare e di leccare la mia prima passera. Procurarle piacere mi istigava a proseguire e così continuai fino al raggiungimento del suo profondo amplesso. Mi chiese di stare insieme ed io accettai di intraprendere una storia con lei. Mio padre lo venne a sapere e le parlò con fermezza ponendo fine alla nostra relazione saffica. Dopo di ciò, ci fu un ragazzo biondino che ci provò con me, non riuscivo a togliermelo di torno. Chiese un pompino per smettere di darmi il tormento. Lo accontentai, sperando che poi sparisse ma lui, ingordo, ne approfitto' per chiavarmi addirittura e senza alcun pudore. Non potevo resistere al piacere che mi procurava quel gran cazzo duro e voglioso e dunque capitolai lasciando che mi scopasse di brutto. Mentre mi schizzava in bocca copiosamente, arrivò a sorpresa mio padre e ci colse in quello scomodo frangente. Mi sentivo in colpa ma, paradossalmente, da quel momento, cominciai a toccare il vero fondo proprio grazie al mio perverso genitore. Il giorno seguente, mi trovavo in cucina e stavo ancora tentando di giustificarmi con mio padre per l'episodio del biondino. Lui, con aria calma, mi rassicurò spiegando che mi avrebbe rimesso in riga. Poi, con decisione, affermò che dovevo spogliarmi. Mi parve strano ma non volevo che si arrabbiasse e così lo assecondai. Alla fine ero completamente nuda sul tavolo della cucina, a cosce aperte. Lui suggerì di allargare le labbra della figa. Disse che ero meglio di mia madre (che lo aveva abbandonato alcuni anni prima per un altro uomo). Poi, ordinò che andassi in camera da letto. Imbarazzata per quello che era accaduto pochi minuti prima, mi copri' col lenzuolo. Ma lui mi raggiunse in stanza pochi minuti dopo per continuare ad osservarmi senza vestiti. Mi suggerì alcune posizioni da assumere e disse di toccarmi. Lo feci, notando il suo gonfiore nei pantaloni. Ad un tratto venni assaporando un senso di schifo e vergogna, misti a torbido piacere. Quel siparietto divenne quotidiano. Ogni giorno pretendeva di guardarmi nuda in camera da letto mentre mi masturbavo. Fece attorno a me terra bruciata, in modo tale che non frequentassi più né ragazzi e né ragazze. Sosteneva, con fermezza, che dovevo essere soltanto sua. Mi stavo quasi abituando al gioco di sguardi a distanza, all'insano amore semi platonico, ma, un giorno, lui volle decisamente di più. Dopo avermi fatto indossare le calze a rete, degne di una gran puttana, cominciò a palpare il mio corpo, a leccare con gusto le tette. Trovavo la situazione vergognosa e scandalosa anche se, infondo, eccitante. Alimentò il mio desiderio frugando la figa col filo delle mutande. Mi bagnai. Gli succhiai il cazzo mandandolo in visibilio. Poi lui me le sfilò definitivamente, le mutandine, e, a pecorina, mi fece sentire la lingua nella topa. Non ebbi la forza di respingerlo ed accolsi il duro cazzo paterno che me la riempì tutta, castigandomi di fianco e a pecorina in una girandola di emozioni contrastanti. Ricevetti la sborra abbondante tra le natiche, frutto del bollente orgasmo, mentre godetti a mia volta, come la più lurida delle mignotte. Quello fu solo l'inizio di una vicenda perversa in cui lui vuole trasformare, con estrema convinzione, il mio ruolo naturale di figlia in quello trasgressivo di sua compagna. Insomma, per lui ho imparato i compiti della brava casalinga: cucinare, tenere la casa in ordine ed essere sempre pronta ad accoglierlo e, soprattutto, accogliere il suo arnese in ogni foro del corpo, quando torna da lavoro. Non riesco a dirgli di no anche perché mi ricorda costantemente dei sacrifici che compie per la sottoscritta. Dopotutto è lui che porta i soldi a casa e mi consente di soggiornare gratis occupandosi di tutte le spese, dal momento che io non mi abbasso nemmeno a fare la cameriera, tanto per dire. E allora non posso che acconsentire alle sue folli richieste, cercando di ricoprire il ruolo della mogliettina perfetta che lava, stira, cucina e spompina, oltre a farselo mettere quotidianamente nella figa e, perché no, pure dentro al culo! Tengo tutti a distanza ormai, sostenendo che ho un padre particolarmente severo. Quando, ad esempio, ci rechiamo al cinema, la gente crede che siamo un padre e una figlia normali e non immaginano, nemmeno lontanamente che, una volta a casa, divento una disponibile troia pronta a soddisfare tutte le sue voglie più impellenti. Oh si, sono la zoccoletta di papà!
 
web

sabato 7 dicembre 2024

Un caldo Natale tra amiche

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

venerdì 6 dicembre 2024

La fantasia della gang diventa realtà

Salve da Mary. Vincenzo sapeva bene che non avrei mai acconsentito alle sue trasgressioni di mia iniziativa per cui mi mise di fronte al fatto compiuto. Stavamo parlando stesi sul letto quando bussarono alla porta di casa sua. Pensai che fosse strano ricevere una visita di Domenica sera verso le 23. Vincenzo disse di aspettare lì e tornò in compagnia di tre maschi. Si trattava dei suoi cari amici, Luca, Paolo e Giacomo, oggetto delle nostre fantasie sessuali. Soprattutto uno, Giacomo, aveva un'aria un pò autoritaria, con quel suo sigaro che poi mise in bocca a me! Mi resi ben presto conto di non potermi negare alle volontà di quegli uomini che apparivano come bravi ragazzi ma che, secondo me, sotto sotto, non lo erano poi tanto. Vincenzo sembrava entusiasta della presenza degli amici ai quali lasciò campo libero subentrando poi, in un secondo momento. Cominciai ad interagire con Giacomo e Paolo, poi l'atmosfera diventò sempre più infuocata. Presi mani e cazzi dappertutto. Infondo ero l'unica donna a dover gestire da sola il piacere di ben 4 uomini arrapati. Vincenzo si mostrò così complice con gli amici da condividere la ragazza. Il legame tra quei tipi era profondo. Me ne accorsi anche quando mi ritrovai a strofinare le cappelle una contro l'altra o a tenerne due insieme in bocca. Il contatto tra peni gli procurava particolarmente piacere come se con la presenza di una donna riuscissero ad avvicinarsi maggiormente nell'intimità pure tra loro. Di sicuro c'era un legame speciale e profondo tra quei tipi, quasi un amore morboso, potremmo dire, che però non trovava la forza ed il coraggio di esprimersi totalmente al maschile. Fui l'ago della bilancia del loro piacere accogliendo piselli in ogni buco con tanto di doppie bollenti penetrazioni. Quando quei quattro cazzoni duri eaicularono, mi ritrovai un fiume di sperma nella bocca. Svuotai perbene i coglioni a tutti e 4, dopo quelle superbe cavalcate di gruppo. Bhè, quella sera, feci davvero invidia ad una pornostar e resi felice sia Vincenzo che i suoi amati amichetti. Sono sicura che quei ragazzi vorrebbero ripetere l'esperienza ma una volta mi è bastata. Sparirò dalla circolazione. E' già difficile avere un fidanzato, oggigiorno, figuriamoci quattro!      


Fantasia gang

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

giovedì 5 dicembre 2024

Cornuta e umiliata

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

L'ex compagna di mio padre

Mi chiamo Francesco, Chicco per gli amici. Mio padre, già separato da tempo da mia madre, è stato sempre un gran menefreghista e femminaro. Credevo che con Mara avesse trovato la compagna adatta ma mi sbagliavo. Non credevo che, all'improvviso, Gabriele decidesse di mollarla per mettersi con un'altra e poi sparire dalla circolazione. Sostanzialmente, mi ritrovai per strada. Venni salvato soltanto grazie alla generosità di Mara, che mi accolse nella sua dimora. Con lei dialogavo anche prima che mio padre la lasciasse, ha sempre saputo che, in realtà, sono omosessuale. Naturalmente, Mara manifestò la necessità di voler voltare pagina, di conoscere altre persone, la sua vita doveva pur proseguire. Per tale motivo, mi chiese di scattarle delle foto sexy per poi inserirle nel profilo di un sito di incontri. Durante gli scatti si eccitò pure, usò oggetti per darsi piacere, davanti al sottoscritto. Sono gay, non di pietra, di sicuro la sua intraprendenza, chiamiamola così, mi turbò. Arrivò il momento topico del primo incontro. Si presentò un tipo atletico con pizzetto, testa rasata e un notevole cazzo. Lei spompinò, poi si fece montare a pecorina e a cavalcioni. Quel tipo si chiedeva chi fossi io e, alla fine, mi trovò anche simpatico. Naturalmente era concentrato solo su Mara. Quando lei chinò la testa sulle mie gambe, poco prima che lui venisse, di sicuro si accorse del gonfiore che avevo nei pantaloni... un'erezione dovuta all'ospite, evidentemente. Il maschione, in preda all'eccitazione, le sborrò copiosamente in bocca riempendole la lingua di sperma. In quel frangente mi mangiai quell'individuo con gli occhi e venni nel pantalone senza nemmeno necessità di toccarmi. Mara, ovviamente, si accorse del mio stato di eccitazione, anche se era intenta a svuotare a fondo quel palo, un pisello che avrei voluto ripulire volentieri io, a colpi di lingua! Ma torniamo a noi. Capì presto che Mara, più che cercare l'anima gemella, desiderava darsi alla pazza gioia. L'incontro successivo avvenne con un uomo maturo, non molto piacevole esteticamente ma con un gran cazzo. Anche con lui, Mara espresse le sue doti da pompinara provetta, poi si lasciò chiavare di brutto a candela, a cosce divaricate, e di fianco. La sentì gemere e venire. Dopo di ciò, lui pretese nuovamente il pompino e lei lo succhiò e lo leccò finchè l'uomo le schizzò in faccia. Ma Mara non è un egoista, non pensa solo ai propri tornaconti. Come già detto, mi ospita a casa sua a proprie spese e ciò non è da tutti. E poi, dopo il successo del suo profilo, mi ha incoraggiato a crearne uno mio. Bhè, all'occorrenza, ci siamo scambiati i ruoli, lei si è improvvisata fotografa per farmi completare il book e mi ha aiutato pure con la descrizione del profilo. Sono sicuro che, con il suo appoggio, riuscirò anch'io a vivere degli incontri emozionanti... con i maschietti, naturalmente!           

ex

martedì 3 dicembre 2024

Relax a sorpresa tra Escort

Mi chiamo Marika. Vi racconterò un incredibile retroscena che riguarda il mio lavoro di escort. Conoscevo Anna, una "collega", vagamente. Premetto di essere sempre andata con gli uomini, sia professionalmente che nella vita privata, almeno fino a quella fatidica e incredibile esperienza. Anna mi chiese di "accompagnarla" in un Hotel di lusso a 5 stelle per passare la notte con un riccone, desideroso di avere due belle donne in camera. E' chiaro che, in una situazione a tre, c'è una complicità anche con l'altra ragazza ma, per me, si trattava unicamente di lavoro, niente di più. Combinazione volle che, questo fanfarone viziato, ci dette buca e non mandò nemmeno un messaggio per comunicare la sua mancata presenza. Morale della favola, io e lei ci ritrovammo da sole in camera. Pensai subito di chiamare un taxi e andare via ma Anna mi convinse a restare. Sosteneva che fosse un peccato rinunciare agli agi che una prenotazione del genere comportava. E così ce ne andammo giù a cena, bevendo pure qualche bicchiere di troppo. Infondo non mi dispiaceva stuzzicare con lo sguardo quei camerieri arrapati che ci mangiavano con gli occhi. Rientrate in camera, avremmo dovuto trascorrere lì la notte. Anna si avvicinò alla sottoscritta, diceva che potevamo divertirci lo stesso, anche senza il cliente. Le rammentai di provare un interesse solo collaterale per le donne, manifestato, peraltro, in presenza di uomini. Anna mi accarezzò il sedere con sensualità, poi mi fece complimenti sul mio fisico. In men che non si dica, mi ritrovai smutandata a pecorina sul letto, con lei che mi stuzzicava le labbra della figa con le dita. L'alcol agevolò l'approccio, rallentando mie eventuali reazioni contrarie. A quel punto, allargai le gambe e lasciai che lei mi desse piacere saettando la lingua sulla mia figa ormai vogliosa di attenzioni. A quel punto, desideravo un uomo. Invitai Anna a chiamare un paio di quei camerieri in modo che ci dessero il ben servito. Lei disse falsamente di si, precisando che, se ci avessero trovate già ben bagnate, sarebbe stato molto più eccitante. Come una cretina le credetti e le leccai perfino la fica mentre stavo stesa sul letto, con lei che me la porgeva dall'alto. D'improvviso, tirò fuori lo strap-on dildo, e mi convinse a succhiarlo. Compresi che nessun uomo sarebbe mai entrato in quella stanza ma ero presa dal gioco. Così, me lo sparò dentro la passera a missionaria, senza esitazioni. Poi, continuando a penetrare, si mise a leccarmi i piedi avvolti dalle calze. Godeva dell'approccio feticista e intrigò pure me. Dalla missionaria, passò alla pecorina, aumentando sempre più il ritmo della trombata. Ad un certo punto, venni intensamente di quella porcata che mai mi sarei sognata di realizzare. Quando ripresi fiato, lei mi chiese di intraprendere una relazione fuori dal nostro ambiente di lavoro. Mi trovai decisamente spiazzata, dato che, in quel periodo, frequentavo pure un ragazzo. Provò tutta la notte a convincermi e, a dire il vero, dormimmo pure abbracciate. Il giorno seguente, dopo colazione, ognuna tornò alla propria vita. Forse si offese, dal momento che, per una frequentazione assidua, non le diedi una pronta risposta. Cerco di raccontare a me stessa che si trattò solo di una serata trasgressiva, che il mio interesse è rivolto agli uomini. Ma, spesso e volentieri, ripenso a quella magica notte di passione che, forse, troverò il coraggio di rivivere assieme a lei.                

lesbiche

La moglie vogliosa del Capo

Mi chiamo Eddie. Lavoro come addetto alla revisione degli impianti elettrici per conto di una prestigiosa società. Quella mattina, io e il mio collega Slim, avevamo un'importante manetunzione da effettuare, proprio a casa del nostro Capo, Jeff, un uomo anziano e spigoloso. Ad accoglierci fu la moglie del dirigente, la signora Mary, una bruna matura niente male. Disse che potevamo muoverci liberamente per casa e che lei sarebbe andata a riposare in camera da letto. Mi parve strano che volesse mettersi a letto prima dell'ora di pranzo. Bhè, io e Slim capimmo solo dopo che si trattava di un chiaro invito a raggiungerla tra le lenzuola. Quando giungemmo in prossimità della suddetta camera da letto, la porta era addirittura aperta e lei, completamente nuda, con due splendide tettone di fuori, si stava masturbando focosamente con l'ausilio di un cazzo finto. Andava sù e giù sull'oggetto in modo da "spararselo" dritto in fregna. A quel punto, i piselli ci divennero di marmo e, presi dall'eccitazione e dall'entusiasmo, decidemmo di entrare, senza indugi, nella stanza dove si trovava la signora. Lei non si negò affatto, anzi, si fiondò sul mio cazzo, esibendo numeri da grandissima pompinara, mentre il mio collega le leccava la patata. Le piaceva stringere e segare i nostri cazzi e li pretese dentro ad occupare simultaneamente i suoi caldi e vogliosi buchi. Io e Slim ci demmo dentro e la sbattemmo alla grande, la puttanazza. Quella troia, affamata di minchia, si faceva riempire ovunque, dalla bocca ai fori più proibiti. Urlò, in preda all'orgasmo, la zoccola, e poi la innaffiammo con la crema calda e copiosa dei nostri uccelli, direttamente nella bocca. Dopo essercela chiavata perbene, non ci restava che portare a termine il nostro vero lavoro, per evitare sospetti da parte del Capo. Trovammo delle difficoltà tecniche, per cui fummo costretti a tornare anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Bhè, in parole povere, ce la sbattemmo per tutta la settimana, senza che il Capo sospettasse minimamente che la moglie lo stava cornificando alla grande. L'ottavo giorno, il principale ci tenne a venire a controllare di persona l'esito della manutenzione e si congratulò con noi per l'ottimo risultato raggiunto. Poi, rivolgendosi alla donna, affermò: "Sono proprio bravi i miei operai, vero? Ci hanno impiegato un pò più di tempo ma, alla fine, hanno adeguato perfettamente l'impianto a norma". La signora, con un sorriso accennato, replicò: "Oh si, quando c'è l'impegno assiduo, si colgono sempre i frutti del lavoro e questi due hanno un talento innato nel tappare buchi". Un momento di gelo colse me e il mio amico. Jeff ci guardò con aria dubbiosa. Poi, per fortuna, prontamente, replicai: "Ma certo, i buchi che erano presenti nel quadro elettrico!".                     

sposata monella
 
Più tardi...

lunedì 2 dicembre 2024

La signora rende cornuto il marito con l'autista

Mi chiamo Laura. Ho sposato Gino per soldi. Si sa che, quando il matrimonio non avviene per amore, è più facile che ci si stufi e si tenda, irrimediabilmente, a tradire. Lui è un valido manager d'azienda con la fissa per le auto, specie quelle di lusso. Avere un marito del genere, mi permette di vivere una vita agiata, questo è chiaro. Ho perfino l'autista a disposizione. Eh già, l'autista, quello di cui voglio parlarvi. Si chiama Marco, è un bel giovanotto. Devo ammettere che, finchè non fui io a provocarlo spudoratamente, il poverino rimase al suo posto, rispettoso del ruolo di accompagnatore. Quando sbirciava dallo specchietto, accavallavo maliziosamente le cosce, scoprivo un pò il seno e notavo la sua evidente eccitazione, mista ad imbarazzo. Quando apriva lo sportello per farmi scendere, aveva sempre un gonfiore nei pantaloni. Una sera decisi di osare, di comportarmi da cattiva ragazza, lo riconosco. Gino, a tavola, mi stava annoiando con i soliti discorsi noiosi sugli investimenti. D'impulso, cominciai a spogliarmi e messaggiai l'autista. Uscì fuori dall'appartmento in reggicalze, col seno scoperto. Quando Marco arrivò, gli prese un colpo. Mi avvicinai al giovanotto e lo incitai ad approfittare delle mie grazie, mentre schernivo mio marito, dandogli dello stronzo segaiolo. Gino rimase a guardare, anche se mi rivolse degli insulti. Intanto, tirai fuori l'uccello di Marco e lo smanettai. Mi chinai e cominciai a leccargli con cura la punta del cazzo. L'autista ebbe un sussulto di piacere, mentre mio marito continuava a darmi della puttana e a seguire l'evolversi della situazione a distanza. Ad un tratto mi voltai in modo che Marco potesse leccarmi il buco del culo con ardore. La sua lingua ondeggiò splendidamente tra l'ano e la figa. Dopo di ciò, glielo smanettai mentre lui stava dietro di me, in modo che diventasse ancora più duro e poi lo accolsi nella patata. Ma la voglia di trasgredire era troppa per non invogliarlo ad utilizzare pure il proverbiale secondo canale. E così, ricevetti il randello anche tra le chiappe. Me lo godetti tutto, quel bel cazzone duro e voglioso. Notai, per versi diversi, l'eccitazione nei due uomini. Marco godeva ad incularmi davanti al cornuto. Mio marito, d'altro canto, si turbò a guardare la propria moglie sfondata dietro dal suo dipendente dotato. Marco spostò di nuovo l'uccello nella sorca, dopo la "visita anale" e, a quel punto, mi sentì prossima all'orgasmo. Me ne venni mentre il ragazzo, inginocchiato dietro di me, forniva le ultime preziose attenzioni orali alla passera già ampiamente bagnata. Dopodichè, Marco si alzò in piedi e, dopo essersi segato alcuni secondi, sborrò soavemente innaffiandomi le natiche. Dopo la venuta, il ragazzo (che era giunto lì con la sua auto personale) preferì togliere il disturbo. A quel punto, Gino sottolineò quanto fossi stata zoccola ed era intenzionato, per ripicca, a licenziare l'autista. Ma io lo ricattai opportunamente. Sapevo della sua passione perversa per le auto di lusso. Più di una volta lo avevo beccato, a sua insaputa, a masturbarsi in garage sui veicoli. Gli spiegai che lo avrei sputtanato con i soci della sua stessa azienda (dal momento che tenevo delle foto salvate dei momenti topici). E così, invece di perdere il lavoro, Marco ricevette un cospicuo aumento di stipendio. Del resto mi sembra più che giusto che, un dipendente che svolge servizi doppi (guidare e scopare, in tal caso), venga remunerato per entrambe le mansioni, vi pare?

tradimenti

sabato 30 novembre 2024

L'uomo di casa

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

giovedì 28 novembre 2024

Bi Sauna emotions

Mi chiamo Karen. Ronnie, il mio miglior amico, ha una notevole inclinazione verso le persone del suo sesso. Sono una ragazza molto aperta di mentalità e gli sono sempre venuta incontro. Credo di essere l'unica donna che lo intriga veramente. Lo eccita parlare di uomini e guardare film a luci rosse gay. Queste situazioni rappresentano i preliminari per poi stare fisicamente con una donna, in tal caso, la sottoscritta. Ma le fantasie sono un conto e la pratica un altro. Il suo desiderio di cazzo divenne sempre più incontenibile. Volevo renderlo felice ma non sapevo come. Quando mi assunsero in un Centro Benessere come addetta alla supervisione delle saune, Ronnie mi chiese di tenere d'occhio i maschietti. Voleva assolutamente il mio aiuto e la mia complicità per approcciare con qualcuno di loro. L'occasione non tardò ad arrivare. Ted, il cliente della sauna, non aveva mai vissuto esperienze con i maschi. Lo sciolsi mostrando il mio corpo svestito, poi però feci in modo che Ronnie si infilasse con noi nella sauna. Ted, all'inizio, era titubante all'idea di interagire con una persona del suo sesso ma io fui molto convincente. Gli spiegai che, se non avesse provato, non avrebbe mai potuto conoscere il gradimento di una situazione del genere. Accarezzai un pò il cazzo di Ted che cominciò ad eccitarsi. Ronnie fu pronto a piazzare l'uccello in bocca al cliente che sembrò subito a suo agio nello spompinare. Rotto il ghiaccio, lo presi in bocca a Ted che continuò a succhiarlo al mio amico. L'atmosfera si stava surriscaldando e non solo per la sauna. Convinsi entrambi a spostarci nel mio appartamento in modo da stare più comodi ed evitare che qualcuno ci beccasse in flagrante. Dopotutto, non mi andava di perdere il posto di lavoro per atti osceni in luogo pubblico, diciamo così. Il gioco riprese in camera da letto. Spalancai le cosce in modo che Ronnie me la leccasse. Intanto Ted, ormai gasato, slinguazzava l'ano del mio amico. Poi, lo riempì con il suo cazzo. Ronnie sollazzò di piacere, ricevendo l'uccello a pecorina. E godette ancora di più qualche istante dopo, quando finì impalato a candela sul cazzone dell'ospite. Io intanto succhiavo il pene di Ronnie in modo che raggiungesse il culmine del piacere. In tali condizioni, fu agevole per Ronnie, piazzarmi la sua asta nella figa e trombarmi mentre Ted, segandosi, ci guardava emozionato. Il cliente meritava un premio e così mi lasciai trombare da lui a pecorina. Nel frattempo, però lo ciucciava a Ronnie! Ted lo spingeva nella figa come un matto e così arrivai all'orgasmo. Poco dopo, vidi entrambi schizzare all'impazzata. Ted eiaculò sul corpo di Ronnie che esplose a sua volta. Invitammo l'ospite a ritornare nella struttura per effettuare saune. Ted ci prese in parola e si ripresentò più volte al Centro. Per evitare problemi, però, ci recavamo direttamente nel mio appartamentino per rivivere le emozioni roventi dei triangoli bisex


mercoledì 27 novembre 2024

Gli amici ambigui della comitiva

Mi chiamo Valery. Io e la mia amica Stella eravamo le uniche ragazze di una comitiva composta da sei persone. Spesso, io e lei, restavamo dubbiose dal momento che nessuno di loro ci provava con noi in modo esplicito. Ci rendemmo presto conto che quei tipi non andavano troppo dietro alle ragazze. Si creò una bella amicizia, nel gruppo. Tuttavia, quando c'erano le partite, loro non volevano mai uscire e preferivano guardarle sul divano tutti e quattro insieme. Risultava ancor più strano che non gradissero la nostra presenza femminile in quei frangenti. All'inizio supposi che tale atteggiamento fosse dovuto ad una ricerca di privacy per poter visionare in tranquillità gli eventi calcistici e tifare sfegatatamente, in una sorta di complicità sportiva al maschile. Bhè, in realtà la complicità andava ben oltre la passione per il football. Ce ne accorgemmo un giorno, quando uno di loro si pavoneggiava scattando un selfie. Dal momento che, da loro, certe proposte non arrivavano, Stella suggerì un pomeriggio di sesso. Fu a quel punto che i ragazzi rivelarono le loro pulsioni fortemente bisex, quasi gay. Eh si, quei tipi prendevano l'uccello in bocca e nel culo con grande facilità. Io e Stella non ci sorprendemmo più di tanto, dal momento che lo avevamo intuito già da un pò. Assecondare quel gioco fu tremendamente eccitante, così come vederli scopare tra maschietti, anche se una dose di cazzo in bocca e nella figa la presi pure io. Stella si dovette accontentare di spompinare, invece, ma si divertì ad incitare tre giovanotti che interagivano spudoratamente: uno lo prendeva nel culo, mentre l'altro gli succhiava il cazzo. Alla fine, i monelli trovarono l'appagamento sborrandosi addosso a vicenda. Fu un'esperienza divertente, tutto sommato, ma è evidente che quei quattro possono benissimo fare a meno delle ragazze...            



martedì 26 novembre 2024

L'aiutino della professionista per sciogliere la compagna

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

lunedì 25 novembre 2024

Tentazioni proibite di un maturo

Mi chiamo Barbara. Ugo è un mio conoscente. Nonostante l'apparente gentilezza, a volte, sembra un tipo un pò viscido. Quando mi invitò al suo compleanno, pensai subito che intendesse provarci con la sottoscritta. Lo pensai ancor di più, nel momento in cui accennò alla mia amica Alessia, suggerendo di venire in sua compagnia. In realtà, non gli diedi il tempo di parlare a sufficienza. Negò le cattive intenzioni ed estese l'invito anche a Giada, la nipote di Alessia. Mi parve strano questo atteggiamento ma, alla fine, decisi di proporre ad Alessia di recarci, insieme a Giada, da quell'uomo. Una volta lì, ci offrì dell'ottimo spumante. Giada si attaccò letteralmente alla bottiglia, nonostante il monito di smetterla, da parte della zia. Ugo, con toni pacati, affermò che la ragazza poteva anche andare a riposare un pò nella stanza degli ospiti. Con una scusa, quel monello di Ugo, disse a me e ad Alessia di aspettare in salotto perchè lui doveva sistemare certi scatoli nel ripostiglio. In effetti, prese soltanto tempo per allontanarsi e raggiungere la cameretta degli ospiti, dove riposava Giada. Insospettite dal trascorrere inesorabile dei minuti, io e l'amica decidemmo di perlustrare casa ed entrammo nella stanza degli ospiti. Trovammo Ugo, nudo, che si toccava accarezzando il sedere della fanciulla che dormiva. La nostra reazione iniziale istintiva fu rabbiosa. Lui disse che non stava facendo nulla di male e cercò di comprare il nostro silenzio e la nostra complicità offrendo soldi. Evidentemente, voleva proprio scoparsela e ciò non andava giù ad Alessia e nemmeno a me. A quel punto, la mia amica tirò fuori una controproposta: segato davanti alla ragazza da noi mature, in cambio di un ritorno economico. Ugo accettò, specificando che, date le circostanze, avrebbe sganciato di meno. Io gli ricordai di mostrarsi generoso a prescindere, dal momento che rischiava una denuncia (per atti osceni e tentato stupro, semmai). Dopo di ciò, io e Alessia lo smanettammo, sia a turno che insieme, e intanto lo stuzzicavamo con discorsi inerenti l'attrazione che provava per le giovincelle. In effetti, nell'eccitazione, il monello palpò pure il mio sedere. Evidentemente, si sentiva più a suo agio con le ragazze, più sicuro di poterle dominare, piuttosto che beccare due di picche dalle donne mature. Tutti quei discorsi resero l'atmosfera eccitante con Giada che parlava a tratti, in modo un pò sconfusionato, e percepiva alcune sensazioni, senza avere la forza di svegliarsi del tutto. Ugo, accuratamente segato da noi signore, esplose bagnando Giada poco sotto il seno. Dopo l'orgasmo, io a Alessia lo pregammo di rivestirsi e di tornare in salotto per definire gli aspetti di natura economica. L'uomo mise mano al portafoglio e sganciò un discreto gruzzolo. Alessia specificò più volte che quella situazione non sarebbe mai accaduta di nuovo. Tuttavia, tutti i mesi ci sono spese e costi da sostenere e così, ogni tanto, ripetiamo l'esperienza. Ugo sa come comportarsi, l'importante è farsi trovare a casa munito di spumante. Poi, ad accompagnarlo in camera da letto, e a spogliarlo, ci pensiamo io e Alessia, senza che accampi inutili scuse.            



venerdì 22 novembre 2024

Ristoro nel fienile

La vostra amica Alice ha una nuova storiella da narrarvi. Nei post precedenti, vi ho raccontato la situazione che ho vissuto e dalla quale fui costretta a scappare per salvare la vita. Bhè, quando è in gioco la propria pelle, non si bada troppo a sistemare i dettagli. Sparì dalla circolazione senza lasciar tracce, con la paura che il Maestro potesse, in qualche modo, rintracciarmi. Durante la fuga improvvisata, ricorsi all'autostop per scroccare passaggi da sconosciuti. Per fortuna, non incrociai nessun maniaco. I soldi non mi mancavano, prelevavo ai bancomat, di tanto in tanto. Un giorno, presa dalla stanchezza, trovai ristoro in un fienile. Manco a farlo apposta, dall'alto, scorsi una ragazza molto carina, mezza nuda, dedita a pratiche di autoerotismo. Mi avvicinai subito e lei non si dimostrò affatto ostile, nei miei confronti. Evidentemente, gradiva compagnia. Fu così che ci baciammo ed io le accarezzai la figa. Mi mostrai disponibile a toccarla e a leccargliela a pecorina. Spostai la lingua pure sul buco del culo e lo esplorai con cura portandola all'amplesso. Naturalmente, nel frattempo, ci presentammo. La tipa si chiamava Rossella. Le spiegai che stavo fuggendo da una situazione scomoda e le accennai alcuni dettagli, anche se non tutti. D'altro canto, lei si confidò a sua volta ammettendo di essere vergine. Non gradiva troppo la corte dei compagni di classe e, a quanto pare, l'unico uomo che le sbavava dietro costantemente, era un tizio inquietante non giovanissimo. La chimica tra di noi aumentò sempre più e così lei prese coraggio e mi toccò la fica, poi io mi voltai per consentirle di leccarmi. Slinguazzò la figa ma anche il buco del culo. Menzionò pure una cugina lesbica con cui, però, si era solo baciata senza andare oltre. Stavo sul punto di arrivare all'orgasmo e lo raggiunsi quando lei amplificò il mio piacere utilizzando le dita nella topa. Esplosi beatamente e abbracciai la mia nuova amica. In effetti, ce la spassammo proprio. Di certo, non potevamo immaginare che, durante i nostri approcci intimi, l'uomo da lei menzionato, tale Jim Garrison, ci stesse spiando da una finestrella, mentre si masturbava. Quel porco comparve nudo all'improvviso, all'interno del Fienile, complimentandosi per ciò che aveva appena visto e, preso dall'entusiasmo e dall'evidente eccitazione, sborrò all'impazzata davanti ai nostri occhi esterefatti. Leggi la storia dal principio