lunedì 23 dicembre 2024

Gerarchia militare

Mi chiamo Nadia Marini. Sono un capitano dell'esercito. La mia passione per le strategie di Guerra è pari a quella che provo per il sesso. Intrattenevo rapporti intimi con alcuni soldati e non disdegnavo certo dispensare pompini a raffica. Adoravo motivare così i miei uomini, a suon di chinotti. Ma, nella vita, si verificano sempre gli imprevisti. Una missione si concluse in modo fallimentare ed io finì nell'occhio del ciclone. Rosaria Campelli, il Colonnello, mi strigliò a dovere anche se il suo non fu un vero e proprio rimprovero ma più un ricatto a sfondo sessuale. Rosaria è nota nell'ambiente per l'interesse che nutre verso le donne. Credevo, tuttavia, che fosse un ufficiale serio. E invece no! Mi diede una sorta di out-out. La sua relazione sull'accaduto, al Generale, sarebbe cambiata in base al mio comportamento. In altre parole, per non essere messa all'angolo (sospesa o, al meglio, relegata in ufficio a effettuare fotocopie) avrei dovuto sottostare alle sue avances. Mi palpò le tette senza farsi scrupoli, prima sopra la maglietta, poi sulla pelle nuda. Rimasi immobile, basita. Dapprima protestai ma ne valeva della mia carriera e così finì per sottostare a quello sporco ricatto. Mi ritrovai le sue mani audaci sul mio corpo nudo, sulle tette, sulla figa. A quel punto, mi incitò a leccargliela. Sì era messa pure il reggicalze, la porca. Iniziai per mancanza di scelta, senza troppa convinzione. Ma poi ci presi gusto in quella trasgressione che, da brava amante del pisello, non mi sarei mai sognata di vivere. La porcona spalancò le cosce godendo appieno dei miei colpi di lingua sulla fregna. La sua figa sbrodolava di brutto, prossima ad esplodere. Colta dall'euforia, l'afferrai per il sedere da dietro in modo che la sua topa strisciasse contro la mia vigorosamente. Lo sfregamento fu fatale per procurarle l'intenso orgasmo. Dopo di ciò, fu lei a leccarmela di gran gusto e a farmi venire in men che non si dica. E così, scesi a compromessi. La relazione che presentò al Generale, riguardo all'insuccesso della missione, parlava di "condizioni particolarmente sfortunate" e "superiorità tecnologica del nemico", addolcendo parecchio le mie responsabilità sul fallimento in battaglia e non veniva menzionato alcun comportamento lascivo inerente la sottoscritta, nei confronti dei commilitoni. Insomma, quella furbona mi dipinse quasi come una Santa priva di colpe. Bhe', lo farà sempre, a patto che io continui puntualmente a leccarle la bernarda e a farmela leccare...


















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