mercoledì 20 novembre 2024

Pose Fatali prima parte

Il mio nome è Alice. Questa storia risale ad alcuni anni fa, quando lavoravo come segretaria di uno Studio Associato. Se leggerete questo racconto, molto probabilmente io sarò passata a miglior vita. Ma andiamo per ordine. In Ufficio ci stavano diversi impiegati maschi e soltanto due donne, io e Clara. Di solito, quegli uomini arrapati, ci guardavano con la bava alla bocca. Non si può dire che, in quel contesto, io e Clara fossimo amiche. Prevaleva una certa antipatia reciproca. Lei era una tipa piuttosto lecchina, scoprì solo in seguito che dispensava pompini al direttore, Mr. Johnson per aumentare le possibilità di mantenere il posto di lavoro e ottenere massimi benefici a livello di bonus. Ci incrociavamo nei corridoi salutandoci astento, digrignavamo i denti mostrando sorrisi ipocriti. Ciò non toglie che l'ho sempre considerata una bella donna e credo che lei pensasse lo stesso di me. In realtà, avrei fatto probabilmente anch'io la troietta col direttore ma mi frenavo a causa della relazione che intrattenevo col mio compagno, Alex. Tutta la vicenda cominciò proprio mentre facevo l'amore col mio partner. Mi stava fottendo a pecorina e a missionaria. Proprio mentre mi schizzava in bocca, in un frangente poco opportuno, suonò il telefono. Andai a rispondere ancora con il seme sulla lingua. Dall'altro lato sentì la voce piuttosto alterata del Capo che spiegava la situazione. Clara, la mia collega era stata incaricata di occuparsi della contabilità di un facoltoso cliente, Alfredo Sinni, un artista a 360 gradi che si occupava principalmente di pittura e fotografia, meglio noto nell'ambiente col nome di "Maestro". Il problema è che Clara non si presentava da un paio di giorni in Ufficio. E così, Johnson mi chiese di andare a casa del cliente a verificare la situazione. Quando bussai alla porta, mi aprì un signore dall'aria strana con uno sguardo decisamente penetrante. Vidi Clara nuda. La mia collega sembrava mezza imbambolata e dedita a pratiche di autoerotismo, con l'aiuto di un giocattolo erotico. Probabilmente, Alfredo l'aveva illusa e drogata con lo specchietto delle allodole di entrare nel mondo dello spettacolo, giusto per condurla ad uno strip. Il Sinni mi offrì da bere (di sicuro c'era qualche intruglio malefico in quel drink) poi pretese che lo guardassi negli occhi. A quel punto mi sentì in balia dell'influsso di quell'uomo e cominciai a spogliarmi anch'io. Il Maestro comandava, pretese che entrambe indossassimo provocante lingerie, prima di effettuare un approccio saffico mentre lui guardava. Mi parve un contesto decisamente surreale ma una forza inspiegabile, attanagliante, mi indirizzava verso terreni e comportamenti a me sconosciuti, prima di quel giorno. Mi ritrovai dinanzi a Clara, una persona che, nel quotidiano lavorativo, mi risultava a dir poco antipatica. Ma i poteri occulti del Maestro, annessi alla robaccia che ci fece bere, ribaltarono la naturale dinamica degli eventi. Pur alimentando curiosità, non ero mai stata con una donna prima di allora. All'improvviso avvertì una forte pulsione erotica nei confronti della mia collega e sentì che lei provava le stesse identiche sensazioni. Un'interazione intima tra donne divenne, a quel punto, inevitabile. Ma il Maestro non si accontentò mica di farci solo giocare, il suo influsso ammaliante azzerò totalmente i freni inibitori di entrambe per cui, mentre approcciavamo, ci parlammo a viso aperto come mai avremmo fatto in Ufficio. Forse caratterialmente non eravamo tanto compatibili ma di sicuro, a letto, demmo vita ad un bollente siparietto saffico che il "guardone" gustò segandosi a meraviglia. Prese lei per prima l'iniziativa, portandomi ad un intenso bacio. Poi mi leccò la figa con disinvoltura e pure il buco del culo. In tutto questo, non mancarono le sue dita implacabili che esplorarono a fondo la mia vagina. Sarebbe stato impossibile non arrivare all'orgasmo. Come si suol dire, l'appetito vien mangiando e pure la curiosità. A quel punto mi fiondai spedita tra le sue cosce a leccar la mia prima figa. Clara godeva come una pazza, mi spingeva la testa affinchè io restassi incollata alla topa. Dopo averla abbondantemente deliziata con la lingua, ci andai anch'io giù pesante "infilzandola" senza pietà con le dita. Clara arrivò alla grande. Ricordo ancora la sua bocca aperta e le sue urla di piacere mentre quel porco di Sinni schizzava all'impazzata, dopo essersi masturbato freneticamente per tutto il tempo, osservando quel genere di "accoppiamenti" che, di solito, mandano i maschi in estasi. Non potetti fare a meno di notare il suo notevole "arnese", ovviamente. Dopo le venute, Sinni ci pregò di togliere il disturbo e di riferire al Capo Ufficio che la contabilità risultava in ordine. Clara insistette per restare, accecata dall'idea di diventare una star dello Spettacolo ma lui esortò entrambe ad andar via. Quando io e lei andammo via, cominciammo a parlare convenendo che, dopo quell'esperienza, magari non ci saremmo guardate così in cagnesco al lavoro, dal momento che eravamo andate a letto insieme. Si può dire che stavo quasi cambiando opinione su di lei. Tranquillizzammo il datore sulle pratiche contabili. Riflettevo ancora sul fatto di essere stata con una donna. Non raccontai nulla di tutto ciò al mio compagno. Un giorno, passeggiando per strada, venni avvicinata da un'auto. Si trattava proprio del Maestro che, con atteggiamento romantico, mi porse una rosa da annusare. Non so, forse c'era qualche essenza condizionante pure in quel fiore. Fatto sta che mi convinse con una certa facilità a seguirlo a casa sua. Disse che per me aveva dei grandi progetti, a differenza di Clara, che reputava poco adatta alle luci della ribaltà, agli scenari che contano. Mi sedusse, mi intortò e ipnotizzò alla grande ed io gliela diedi, senza pensare troppo alla relazione che intrattenevo con Alex. La scopata fu eccitante ma torbida, intrisa delle porcate che lui tirava fuori. Mi chiese il motivo, a parte il cazzo, per cui stessi col mio ragazzo, un giovane spiantato senza occupazione. Affermò che gli avrebbe trovato un lavoro, questo mi sciolse. Fu per tale motivo che lo spompinai e lasciai che mi scopasse, sperando di ricevere pure regalini, come di solito beneficiavano le mie amiche con i loro "Sugar Daddy". Il suo era un atteggiamento di sfida, di controllo verso gli altri. Si mise in testa di poter dominare pure il mio ragazzo che secondo lui avrebbe ceduto, pur di trovare lavoro. Quando mi sborrò in bocca, dopo avermi chiavata abbondantemente, suggerì di evitare di lavare i denti per far provare il suo seme al mio ragazzo durante i baci scambiati a casa. Trovai quest'idea folle e stimolante al tempo stesso. Non mi rendevo conto che quell'uomo, lentamente, stava prendendo possesso del mio corpo e della mia anima. Le sorprese non sarebbero mancate.





 
Clara posa per il Maestro...















 
Alice e Clara lesbicano da paura sotto gli occhi del Maestro che ne approfitta per segarsi e sborrare...





















 

Giorni dopo, il Maestro seduce Alice per strada e la porta a casa sua per scoparsela con "variegate" perversioni annesse...





















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