Mi chiamo Marika. Vi racconterò un incredibile retroscena che riguarda il mio lavoro di escort. Conoscevo Anna, una "collega", vagamente. Premetto di essere sempre andata con gli uomini, sia professionalmente che nella vita privata, almeno fino a quella fatidica e incredibile esperienza. Anna mi chiese di "accompagnarla" in un Hotel di lusso a 5 stelle per passare la notte con un riccone, desideroso di avere due belle donne in camera. E' chiaro che, in una situazione a tre, c'è una complicità anche con l'altra ragazza ma, per me, si trattava unicamente di lavoro, niente di più. Combinazione volle che, questo fanfarone viziato, ci dette buca e non mandò nemmeno un messaggio per comunicare la sua mancata presenza. Morale della favola, io e lei ci ritrovammo da sole in camera. Pensai subito di chiamare un taxi e andare via ma Anna mi convinse a restare. Sosteneva che fosse un peccato rinunciare agli agi che una prenotazione del genere comportava. E così ce ne andammo giù a cena, bevendo pure qualche bicchiere di troppo. Infondo non mi dispiaceva stuzzicare con lo sguardo quei camerieri arrapati che ci mangiavano con gli occhi. Rientrate in camera, avremmo dovuto trascorrere lì la notte. Anna si avvicinò alla sottoscritta, diceva che potevamo divertirci lo stesso, anche senza il cliente. Le rammentai di provare un interesse solo collaterale per le donne, manifestato, peraltro, in presenza di uomini. Anna mi accarezzò il sedere con sensualità, poi mi fece complimenti sul mio fisico. In men che non si dica, mi ritrovai smutandata a pecorina sul letto, con lei che mi stuzzicava le labbra della figa con le dita. L'alcol agevolò l'approccio, rallentando mie eventuali reazioni contrarie. A quel punto, allargai le gambe e lasciai che lei mi desse piacere saettando la lingua sulla mia figa ormai vogliosa di attenzioni. A quel punto, desideravo un uomo. Invitai Anna a chiamare un paio di quei camerieri in modo che ci dessero il ben servito. Lei disse falsamente di si, precisando che, se ci avessero trovate già ben bagnate, sarebbe stato molto più eccitante. Come una cretina le credetti e le leccai perfino la fica mentre stavo stesa sul letto, con lei che me la porgeva dall'alto. D'improvviso, tirò fuori lo strap-on dildo, e mi convinse a succhiarlo. Compresi che nessun uomo sarebbe mai entrato in quella stanza ma ero presa dal gioco. Così, me lo sparò dentro la passera a missionaria, senza esitazioni. Poi, continuando a penetrare, si mise a leccarmi i piedi avvolti dalle calze. Godeva dell'approccio feticista e intrigò pure me. Dalla missionaria, passò alla pecorina, aumentando sempre più il ritmo della trombata. Ad un certo punto, venni intensamente di quella porcata che mai mi sarei sognata di realizzare. Quando ripresi fiato, lei mi chiese di intraprendere una relazione fuori dal nostro ambiente di lavoro. Mi trovai decisamente spiazzata, dato che, in quel periodo, frequentavo pure un ragazzo. Provò tutta la notte a convincermi e, a dire il vero, dormimmo pure abbracciate. Il giorno seguente, dopo colazione, ognuna tornò alla propria vita. Forse si offese, dal momento che, per una frequentazione assidua, non le diedi una pronta risposta. Cerco di raccontare a me stessa che si trattò solo di una serata trasgressiva, che il mio interesse è rivolto agli uomini. Ma, spesso e volentieri, ripenso a quella magica notte di passione che, forse, troverò il coraggio di rivivere assieme a lei.
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1 giorno fa
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