Mi chiamo Eddie. Lavoro come addetto alla revisione degli impianti elettrici per conto di una prestigiosa società. Quella mattina, io e il mio collega Slim, avevamo un'importante manetunzione da effettuare, proprio a casa del nostro Capo, Jeff, un uomo anziano e spigoloso. Ad accoglierci fu la moglie del dirigente, la signora Mary, una bruna matura niente male. Disse che potevamo muoverci liberamente per casa e che lei sarebbe andata a riposare in camera da letto. Mi parve strano che volesse mettersi a letto prima dell'ora di pranzo. Bhè, io e Slim capimmo solo dopo che si trattava di un chiaro invito a raggiungerla tra le lenzuola. Quando giungemmo in prossimità della suddetta camera da letto, la porta era addirittura aperta e lei, completamente nuda, con due splendide tettone di fuori, si stava masturbando focosamente con l'ausilio di un cazzo finto. Andava sù e giù sull'oggetto in modo da "spararselo" dritto in fregna. A quel punto, i piselli ci divennero di marmo e, presi dall'eccitazione e dall'entusiasmo, decidemmo di entrare, senza indugi, nella stanza dove si trovava la signora. Lei non si negò affatto, anzi, si fiondò sul mio cazzo, esibendo numeri da grandissima pompinara, mentre il mio collega le leccava la patata. Le piaceva stringere e segare i nostri cazzi e li pretese dentro ad occupare simultaneamente i suoi caldi e vogliosi buchi. Io e Slim ci demmo dentro e la sbattemmo alla grande, la puttanazza. Quella troia, affamata di minchia, si faceva riempire ovunque, dalla bocca ai fori più proibiti. Urlò, in preda all'orgasmo, la zoccola, e poi la innaffiammo con la crema calda e copiosa dei nostri uccelli, direttamente nella bocca. Dopo essercela chiavata perbene, non ci restava che portare a termine il nostro vero lavoro, per evitare sospetti da parte del Capo. Trovammo delle difficoltà tecniche, per cui fummo costretti a tornare anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Bhè, in parole povere, ce la sbattemmo per tutta la settimana, senza che il Capo sospettasse minimamente che la moglie lo stava cornificando alla grande. L'ottavo giorno, il principale ci tenne a venire a controllare di persona l'esito della manutenzione e si congratulò con noi per l'ottimo risultato raggiunto. Poi, rivolgendosi alla donna, affermò: "Sono proprio bravi i miei operai, vero? Ci hanno impiegato un pò più di tempo ma, alla fine, hanno adeguato perfettamente l'impianto a norma". La signora, con un sorriso accennato, replicò: "Oh si, quando c'è l'impegno assiduo, si colgono sempre i frutti del lavoro e questi due hanno un talento innato nel tappare buchi". Un momento di gelo colse me e il mio amico. Jeff ci guardò con aria dubbiosa. Poi, per fortuna, prontamente, replicai: "Ma certo, i buchi che erano presenti nel quadro elettrico!".
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1 giorno fa
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