Mi chiamo Laura. Ho sposato Gino per soldi. Si sa che, quando il matrimonio non avviene per amore, è più facile che ci si stufi e si tenda, irrimediabilmente, a tradire. Lui è un valido manager d'azienda con la fissa per le auto, specie quelle di lusso. Avere un marito del genere, mi permette di vivere una vita agiata, questo è chiaro. Ho perfino l'autista a disposizione. Eh già, l'autista, quello di cui voglio parlarvi. Si chiama Marco, è un bel giovanotto. Devo ammettere che, finchè non fui io a provocarlo spudoratamente, il poverino rimase al suo posto, rispettoso del ruolo di accompagnatore. Quando sbirciava dallo specchietto, accavallavo maliziosamente le cosce, scoprivo un pò il seno e notavo la sua evidente eccitazione, mista ad imbarazzo. Quando apriva lo sportello per farmi scendere, aveva sempre un gonfiore nei pantaloni. Una sera decisi di osare, di comportarmi da cattiva ragazza, lo riconosco. Gino, a tavola, mi stava annoiando con i soliti discorsi noiosi sugli investimenti. D'impulso, cominciai a spogliarmi e messaggiai l'autista. Uscì fuori dall'appartmento in reggicalze, col seno scoperto. Quando Marco arrivò, gli prese un colpo. Mi avvicinai al giovanotto e lo incitai ad approfittare delle mie grazie, mentre schernivo mio marito, dandogli dello stronzo segaiolo. Gino rimase a guardare, anche se mi rivolse degli insulti. Intanto, tirai fuori l'uccello di Marco e lo smanettai. Mi chinai e cominciai a leccargli con cura la punta del cazzo. L'autista ebbe un sussulto di piacere, mentre mio marito continuava a darmi della puttana e a seguire l'evolversi della situazione a distanza. Ad un tratto mi voltai in modo che Marco potesse leccarmi il buco del culo con ardore. La sua lingua ondeggiò splendidamente tra l'ano e la figa. Dopo di ciò, glielo smanettai mentre lui stava dietro di me, in modo che diventasse ancora più duro e poi lo accolsi nella patata. Ma la voglia di trasgredire era troppa per non invogliarlo ad utilizzare pure il proverbiale secondo canale. E così, ricevetti il randello anche tra le chiappe. Me lo godetti tutto, quel bel cazzone duro e voglioso. Notai, per versi diversi, l'eccitazione nei due uomini. Marco godeva ad incularmi davanti al cornuto. Mio marito, d'altro canto, si turbò a guardare la propria moglie sfondata dietro dal suo dipendente dotato. Marco spostò di nuovo l'uccello nella sorca, dopo la "visita anale" e, a quel punto, mi sentì prossima all'orgasmo. Me ne venni mentre il ragazzo, inginocchiato dietro di me, forniva le ultime preziose attenzioni orali alla passera già ampiamente bagnata. Dopodichè, Marco si alzò in piedi e, dopo essersi segato alcuni secondi, sborrò soavemente innaffiandomi le natiche. Dopo la venuta, il ragazzo (che era giunto lì con la sua auto personale) preferì togliere il disturbo. A quel punto, Gino sottolineò quanto fossi stata zoccola ed era intenzionato, per ripicca, a licenziare l'autista. Ma io lo ricattai opportunamente. Sapevo della sua passione perversa per le auto di lusso. Più di una volta lo avevo beccato, a sua insaputa, a masturbarsi in garage sui veicoli. Gli spiegai che lo avrei sputtanato con i soci della sua stessa azienda (dal momento che tenevo delle foto salvate dei momenti topici). E così, invece di perdere il lavoro, Marco ricevette un cospicuo aumento di stipendio. Del resto mi sembra più che giusto che, un dipendente che svolge servizi doppi (guidare e scopare, in tal caso), venga remunerato per entrambe le mansioni, vi pare?
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1 giorno fa
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