Mi chiamo Davide. Non a tutti capita di sposare una donna sexy come Marica. I primi anni del matrimonio sono spesso esaltanti, poi però, col tempo, può subentrare una certa noia. Mia moglie resta sempre una gran bella gnocca, sia chiaro, piuttosto sono io ad esser lentamente cambiato. Marica è una docente ed ha a che fare con decine di ragazzi. Ovviamente, una figa del genere riscuote i complimenti e le avances degli uomini ma anche di quelli più giovani. Sapevamo entrambi che il matrimonio stava attraversando una fase di stallo. Come persone continuavamo a volerci bene, tuttavia, a letto io avevo perduto l'entusiasmo, mi annoiavo. Marica non poteva reggere a lungo questa astinenza forzata ed era inevitabile che, prima o poi, si sarebbe guardata intorno. Quale miglior risorsa da cui attingere se non quella rappresentata dagli allievi, i suoi cari studenti, giovani arrapati vogliosi di sbattersela ad un minimo cenno di consenso da parte di lei. Fu così che, un bel giorno, Marica, piena di entusiasmo, mi presentò Lorenzo, uno dei suoi studenti. Mia moglie non ama nascondere le situazioni, le piace agire alla luce del Sole: sapevo che avrebbe fatto sesso con il ragazzo proprio davanti ai miei occhi, spudoratamente! Voleva rendermi partecipe del piacere, di quel piacere che io, manchevole, ultimamente le avevo negato. Mi meritavo le corna, tutto sommato, diciamoci la verità. Quello che non immaginavo è che la situazione, che mi vedeva relegato al ruolo di cuckold, mi sarebbe piaciuta così tanto. La gelosia era minima, prevaleva la curiosità di guardare mia moglie interagire con un altro, uno più fresco, più giovane, più carino e dotato del sottoscritto. Quando lui e mia moglie si spogliarono, notai il fisico atletico del ragazzo e provai una sensazione di piacere che aumentò osservando il suo notevole uccello. Marica cominciò a spompinarlo proprio accanto a me. Il pene si ingrossava sempre più nella sua bocca. Poi, il ragazzo cominciò a chiavarsela a piacimento: dapprima a missionaria, poi tenendola sopra di sè. Intanto io e lui, attraverso una sorta di dialogo, ci stuzzicavamo a vicenda. Senza ritegno, Lorenzo mise Marica a pecorina e continuò a sfondarle la figa senza pietà. Io, deciamente coinvolto nel gioco, mi vergognavo a tirar fuori il pisello dal pantalone ma lo sentivo gocciolare nelle mutande per l'eccitazione profonda che provavo in quel momento. Lorenzo non rallentò di certo il ritmo delle stantuffate, anzi, spinse sempre di più facendo gemere al massimo e venire quella gran troia in calore di mia moglie. Poi, al culmine del piacere, le schizzò copiosamente in bocca e in faccia, dipingendole il volto di sperma. Colsi l'occasione per complimentarmi con il giovane e ribadire per l'ennessima volta quanto fosse bello e grosso il suo cazzo che guardavo con ammirazione e desiderio. Lorenzo se ne rese conto e credo che tutto ciò non gli dispiacesse affatto. Tuttavia, per atteggiarsi a macho davanti a Marica, affermò, in maniera peraltro poco convincente, di gradire essenzialmente la passera. Intanto io sborrai nei pantaloni senza nemmeno essermi toccato. Lorenzo notò la vistosa macchia tra le mie gambe e mi guardò con stupore. Se, in quel frangente, mia moglie si fosse assentata per un qualsiasi motivo, tipo recarsi alla toilette, credo che non avrei resistito dal succhiare la fava a quel tipo e, sono quasi convinto, che lui ci sarebbe pure stato. Ma la realtà è soltanto che Lorenzo chiavò abbondantemente mia moglie. Da quel giorno in poi, Marica pensò di essere autorizzata a presentarsi a casa, con cadenza quasi giornaliera, ogni volta con un ragazzo diverso per scopare.
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