Mi chiamo Gloria. Nonostante l'aspetto avvenente, svolgo un lavoro decisamente duro e di stampo maschile, se vogliamo. In pratica utilizzo trattori agricoli per conto di una società. La rottura col fidanzato, e la conseguente mancanza di scopate, mi portò ad un'indomabile desiderio sessuale inappagato. I ditalini mi placavano solo parzialmente: avevo bisogno del contatto fisico con un essere umano. Ma, a causa del lavoro, non trovavo il tempo per cercare avventure. Annegavo nel vino la bramosia sessuale, in attesa che mi venisse in mente un'idea valida. In effetti, l'illuminazione arrivò dopo aver fatto un bel bagno caldo. Follemente, pensai che Eleonora, una collega, potesse essere la persona giusta con cui sfogare certe voglie incontenibili. Non so come mi venne questa soluzione un pò anomala per una come me abituata a prendere cazzi. Ad ogni modo, in quel periodo, il Capo ci aveva affiancate per portare a termine un incarico in una campagna piuttosto isolata fuori città. Mi convinsi sempre più che quella fosse l'occasione perfetta per interagire con Ely. Il gran caldo estivo ci costringeva a stare mezze nude, con tette e fica al vento, per intenderci. Questo non costituiva un problema, dal momento che siamo donne: il guardarci a vicenda alcune parti intime appariva del tutto normale e naturale, apparentemente senza secondi fini. O meglio, sarebbe risultato regolare se fossimo state entrambe categoricamente etero. Ma io, giusto o sbagliato, in quel periodo cominciai a diventare un tantino curiosa nei confronti delle femmine. Mossa dalla libidine, leccai le tette della Ely sul trattore. La collega restò sorpresa, ribadì di avere una fidanzato e di trovare quantomeno strano il mio atteggiamento. Le risposi di aver bevuto del vino rosso la sera precedente, esternando fantasie su di lei. Rispose che non dovevo vergognarmi nel caso in cui avessi cambiato sponda e che, volendo, ci sono diverse donne a cui piacciono altre donne e con le quali poter vivere delle esperienze. Parole sensate ma era lei che desideravo, in quel frangente. Intanto Ely mi ricordò che stavamo lì per lavorare e si mise a stringere un dado allentato, mezzo arrugginito, ubicato sotto il trattore. Per compiere tale operazione al meglio, fu costretta a sdraiarsi e lì arrivò la mia imperdibile occasione di comportarmi da monella. Stando in posizione favorevole, praticamente sopra di lei, mi chinai per accarezzare dapprima i peli della sua fica e un pò il clitoride. Poi, completai l'opera usando la lingua nella spacca. Eleonoa si ritrovò in una situazione tale da avere difficoltà a sottrarsi a quell'iniziativa per cui finì, irrimediabilmente, per subirla. Si agitò all'inizio, poi prevalse il piacere e così la mia collega si rilassò godendo di quei colpi di lingua impietosi nelle carni. Eleonora arrivò dunque all'orgasmo. Ne fui felice ma restavo ancora caldissima. Tornai sui suoi capezzoli. Mi resi conto di averla ottenuta intimamente solo con l'astuzia ma che, di fatto, Ely non tendeva granchè al lesbo. Ma fu carina e complice lo stesso, accarezzandomi il seno. Mi bastò "il fai da te" con la sua mano poggiata sul mio sedere per arrivare a raggiungere comunque uno splendido orgasmo. Eh si, quella mattinata fu un sesso soft, diciamo così, ma decisamente gradevole.
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