Mi chiamo Tommy. Questa storia risale ad alcuni anni fa, ai tempi della Scuola. Avevo un compagno di classe di colore di nome Jacob. Eravamo migliori amici e, per nulla al mondo, avrei voluto minare il nostro legame. Ma si sa che, quando ci sono di mezzo le donne, tutto viene inevitabilmente rimesso in discussione. I miei turbamenti cominciarono quando, un bel giorno, in classe, Jacob mostrò una foto di sua sorella maggiore. Pensai subito che fosse una grandissima gnocca ma cercai di contenere l'entusiasmo evitando espressioni inopportune dettate dall'enfasi del momento. Commentai solo, in modo pacato: "Bella ragazza". Trascorse qualche settimana e la foto di quella ragazza continuava a rimanere nella mia testa. In realtà, con le compagne non avevo quasi mai concluso nulla a parte bacetti e palpatine. Sapevo di disporre di un notevole cazzo, per quell'età, ma la timidezza, alle volte, mi bloccava. Inoltre, quelle tipe sdolcinate non facevano proprio per me. La sorella di Jacob divenne il mio principale obiettivo ma come fare per conoscerla? Approfittai di un giorno di festa a Scuola. Jacob mi disse che ne avrebbe approfittato per sbrigare delle commissioni. Così, presi coraggio e bussai alla porta dell'abitazione di Jacob. La gnocca stellare, sorella del mio amico, venne ad aprire. Finsi di cercare Jacob. Quando lei spiegò che stava alle Poste, finsi di cadere dalle nuvole. La ragazza si accorse dell'interesse con cui la guardavo e allora continuai a fare ciò che mi riesce meglio, ossia fingere. Spiegai di voler diventare un fotografo professionista. Lei, incuriosita, chiese se fosse adatta per il ruolo di modella. Ovviamente io risposi di si e spiegai che, per essere più preciso, per affermare con certezza che fosse tagliata per quello, avrei dovuto osservarla un pò svestita. Non so se la tipa credette alle mie parole oppure se si sentisse particolarmente in vena di provocare: fatto sta che tolse la gonna e lì cominciai a sbavare sul serio. Aveva un fisico incredibile, porca puttana! In realtà, per far colpo, le dissi pure di aver avuto varie fidanzate e di averle lasciate ma non penso che lei prese queste affermazioni per oro colato. Ad ogni modo, prese la mia mano ponendola tra le sue gambe. Chiese se mi fosse mai capitata una vera donna, una tipa col fuoco tra le gambe, una che può essere soddisfatta solo da un vero macho. Ed io, chiaramente, entrai nella parte del macho. Mi emozionai, lo ammetto. Lei si inginocchiò, sbottonò i miei pantaloni con una certa disinvoltura. Dopo di ciò, mi succhiò il cazzo sorprendendosi per quanto fosse grosso. Il pisello divenne di marmo. Anche lei desiderava provare piacere e così si girò appoggiando le mani sul piano cottura. In tal modo, offrì una visione paradisiaca del suo invidiabile lato B. Le leccai la figa da dietro con passione afferrandola per quel sedere sodo meraviglioso e continuai così per un pò. Ad un certo punto, lei sollevò la gamba per cui io riuscì a slinguazzare ancora meglio la patata nera bollente. Ormai la situazione era favorevole per penetrarla. Cominciai a fotterla su una sorta di oggetto ibrido tra una sedia e uno sgabello (valla a capire l'arte moderna!). In quel momento ci presentammo ufficialmente e conobbi finalmente il suo nome, Thelma. La stantuffai prima da dietro, poi davanti. Lei spalancò sempre più le cosce accogliendo il tarello e il piacere. Poi mi stesi sul pavimento in modo che lei si impalasse completamente, a candela, sull'asta durissima (anche in tal caso lei assunse entrambe le posizioni, prima schiena contro il mio viso, per intenderci, poi viso contro viso: nel secondo frangente l'afferrai bene per le chiappe mentre andava sù e giù). La trombata proseguì inesorabile, di fianco, sul pavimento. Nella foga sessuale, le proposi di mettterci insieme ma lei rispose di no. La tipa non voleva essere mal considerata dal fratello. Inoltre, mi riteneva piccolo di età, rispetto a lei. A me, onestamente, di fronte alla possibilità di stare insieme ad una figa del genere, non fregava tanto nè della differenza di età, nè delle eventuali e prevedibili incazzature di Jacob. Lei gemeva come una gatta in calore, io aumentai il ritmo delle stantuffate fino ad esplodere: le schizzai copiosamente sulla passera. Stavo godendo il momento paradisiaco che però venne bruscamente interrotto dalla voce squillante del mio amico che, appena rientrato a casa, chiamava la ragazza a gran voce. Thelma fu brava a prendere tempo inventando la scusa del pavimento bagnato, per evitare che lui entrasse in cucina e ci sorprendesse. La signorina suggerì al fratello di passare prima per il bagno a lavarsi le mani. In tal modo, guadagnammo almeno 5 minuti. Rischiando, usai i primi 2 per affondare di nuovo il cazzo nella topa spruzzata per incorniciare quel momento magico e beneficiare di un'ultima indimenticabile "inzuppata". Dopodichè, alla velocità della luce, mi rivestì e uscì di corsa dalla porta di servizio, pienamente appagato. Ma un altro incredibile colpo di scena sarebbe capitato di lì a poco.
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