Mi chiamo Gloria. Con mio marito Gustavo, i primi anni di matrimonio filarono lisci. Poi, cominciarono le sue scappatelle, sempre più frequenti, finchè non arrivò la separazione. Sono una donna a cui piace fare sesso, per cui cercai di "consolarmi" conoscendo altre persone. Incontrai Alfredo e credetti di aver trovato la persona giusta. In realtà, si trattava soltanto di una persona che mi usò. Dopo alcune scopate, capì chiaramente che se la faceva con femmine più giovani della sottoscritta. Mio figlio Nick mi aveva avvertita riguardo ad Alfredo ed aveva pienamente ragione. Delusa dagli uomini, pensai di dedicarmi a Nick, a comprendere quali fossero i suoi problemi, perchè non si accompagnava mai con le ragazze, etc... Ero convinta che Nick fosse gay e insistetti fino alla paranoia affinchè lui si confidasse e lo confessasse, cosa che avvenne. Insomma, disse che se la faceva coi compagni del calcetto. Non potevo mai immaginare che operasse una tattica per ricevere le mie più profonde attenzioni. Quando ammise (falsamente) di essere omosessuale, mi misi in testa di poter correggere il suo orientamento. Fu una reazione istintiva, da stupida. Gli mostrai le tette e gli strinsi il cazzo, prima di propinargli un pompino. Nella mia mente idiota, bisogna ammetterlo, credevo di renderlo di nuovo uomo. Ma Nick non aspettava altro che questo, un mio gesto avventato, un avvicinamento oltre misura, per piazzarmi l'uccello tra le gambe. Avvenne sul divano del salotto, limitrofo alla cucina, la nostra prima indimenticabile scopata incestuosa. Insomma, lo sò, avrei potuto tirarmi indietro, ma infondo sono una donna sola, il suo bel cazzo grosso e duro mi gratificò non poco. Fui chiavata in mille modi, a cavalcioni, a pecora, a missionaria, sul divano. Tra mille dubbi e paure, lui mi convinse a starci a quell'insano gioco incestuoso. Arrivai come una maiala, mentre lui, gasato, mi schizzò nella figa. Fu una scopata così infuocata, senza precauzioni, che temetti di restare incinta! Nick rivelò di avermi sempre desiderata e di aver atteso il momento adatto per raggiungere lo scopo, approfittando anche delle mie precedenti delusioni amorose. Nick non si accontentò di una volta sola, pretese che diventassi la sua donna. Si giunse alla spersonalizzazione dei ruoli, non ero più una semplice madre ma anche la persona con cui andare a letto in modo stabile. Disse che avrebbe pensato lui a me e la notte cominciò ad infilarsi nel mio letto senza indugi. Da un lato provavo un enorme piacere a ricevere tante attenzioni, mai avute prima d'allora, ma dall'altro mi sentivo sporca, con la paura che la vicenda potesse venir fuori. Purtroppo, come si suol dire, dagli e dagli, una volta restai davvero incinta. Al mio ex marito, raccontai che era stato un tizio che frequentavo e che poi era sparito. Gustavo, rivolgendosi a mio figlio disse: "Hai visto quanto è zoccola tua madre? Va a scopare a destra e a sinistra e si fa pure mettere incinta!". Nick gli rispose: "Tranquillo, le starò io vicino". Nick è inarrestabile, durante la gravidanza me lo metteva nel culo! Forse ho davvero trovato l'uomo della mia vita ma è meglio che non si sappia in giro, non tutti sono disposti a comprendere certe situazioni in cui si sfatano i più ardui tabù.
martedì 24 dicembre 2024
L'accogliente buco materno
Disponibili con il discografico
Mi chiamo Giorgia, sono una cantante. Io e la mia amica e collega Africana Kyra, qualche tempo fa, cercavamo di proporre le nostre canzoni. Di solito, ci sbattevano sempre le porte in faccia e pareva che andasse così anche con Frank Morvillo, un noto produttore e discografico americano. Mentre ci stava liquidando, asserendo che il nostro brano faceva pietà, cogliemmo tra le righe una possibilità. In parole povere, il nostro pezzo, "Power girls", sarebbe stato trasmesso in Radio, a patto che ci fossimo prestate ad un triangolo sessuale con lui. Non siamo santarelline, è vero, ma, di solito, scegliamo noi con chi voler scopare. In quel caso, la scelta fu obbligata. Frank aveva un bastone notevole lo ammetto, anche se ci faceva un pò schifo umanamente, per averci considerate alla stregua di due prostitute. Insomma, ci demmo dentro, stesso nel suo studio. Kyra fa dei bocchini con ingoio paurosi e pure io, a dir la verità, me la cavo piuttosto bene. Lei ci scopò per prima, saltandogli addosso a cavalcioni, poi lo feci io, mentre Kyra mi sditalinava. A Frank piaceva che ci fosse complicità tra noi ragazze. Con Kyra non avevo mai fatto nulla prima di allora, il nostro rapporto riguardava la sfera amichevole e quella professionale. Se io succhiai abbastanza bene, Kyra, oltre a sbocchinarlo sapientemente, gli ciucciò pure le palle. Ma non bastò! Frank, per godere al meglio, pretese che spalancassi le cosce e consentissi a Kyra di leccarmela. Intanto, osservandoci, il suo pene divenne di marmo. Poi, ci fece scambiare di posizione, in modo tale da potermi sfondare la passera a pecorina, mentre leccavo appassionatamente la topa di Kyra. Mi chiavò con tale foga che credevo che me la spaccasse. Del resto, l'arnese era di prim'ordine. Intanto, Kyra, mi afferrò la testa con entrambe le mani, desiderosa che le slinguazzassi a dovere la vagina. Pur detestando i ricatti di quel discografico di merda, urlai in preda all'orgasmo, trapanata dal suo missile e sentì la sborra calda che colava. Anche Kyra, gridò di piacere, regalandomi i frutti caldi del suo amplesso in bocca... Bhè, dopo quella "prestazione", Frank mandò in onda il nostro brano ma, purtroppo, si rivelò un autentico flop. Forse, nonostante tutto, ha ragione lui: siamo più tagliate come mignotte, piuttosto che per cantare...
lunedì 23 dicembre 2024
Gerarchia militare
Mi chiamo Nadia Marini. Sono un capitano dell'esercito. La mia passione per le strategie di Guerra è pari a quella che provo per il sesso. Intrattenevo rapporti intimi con alcuni soldati e non disdegnavo certo dispensare pompini a raffica. Adoravo motivare così i miei uomini, a suon di chinotti. Ma, nella vita, si verificano sempre gli imprevisti. Una missione si concluse in modo fallimentare ed io finì nell'occhio del ciclone. Rosaria Campelli, il Colonnello, mi strigliò a dovere anche se il suo non fu un vero e proprio rimprovero ma più un ricatto a sfondo sessuale. Rosaria è nota nell'ambiente per l'interesse che nutre verso le donne. Credevo, tuttavia, che fosse un ufficiale serio. E invece no! Mi diede una sorta di out-out. La sua relazione sull'accaduto, al Generale, sarebbe cambiata in base al mio comportamento. In altre parole, per non essere messa all'angolo (sospesa o, al meglio, relegata in ufficio a effettuare fotocopie) avrei dovuto sottostare alle sue avances. Mi palpò le tette senza farsi scrupoli, prima sopra la maglietta, poi sulla pelle nuda. Rimasi immobile, basita. Dapprima protestai ma ne valeva della mia carriera e così finì per sottostare a quello sporco ricatto. Mi ritrovai le sue mani audaci sul mio corpo nudo, sulle tette, sulla figa. A quel punto, mi incitò a leccargliela. Sì era messa pure il reggicalze, la porca. Iniziai per mancanza di scelta, senza troppa convinzione. Ma poi ci presi gusto in quella trasgressione che, da brava amante del pisello, non mi sarei mai sognata di vivere. La porcona spalancò le cosce godendo appieno dei miei colpi di lingua sulla fregna. La sua figa sbrodolava di brutto, prossima ad esplodere. Colta dall'euforia, l'afferrai per il sedere da dietro in modo che la sua topa strisciasse contro la mia vigorosamente. Lo sfregamento fu fatale per procurarle l'intenso orgasmo. Dopo di ciò, fu lei a leccarmela di gran gusto e a farmi venire in men che non si dica. E così, scesi a compromessi. La relazione che presentò al Generale, riguardo all'insuccesso della missione, parlava di "condizioni particolarmente sfortunate" e "superiorità tecnologica del nemico", addolcendo parecchio le mie responsabilità sul fallimento in battaglia e non veniva menzionato alcun comportamento lascivo inerente la sottoscritta, nei confronti dei commilitoni. Insomma, quella furbona mi dipinse quasi come una Santa priva di colpe. Bhe', lo farà sempre, a patto che io continui puntualmente a leccarle la bernarda e a farmela leccare...
sabato 21 dicembre 2024
Una sega insperata
Mi chiamo Claudia. Non sono tanto una tipa da fidanzamenti, preferisco di più divertirmi cambiando vari ragazzi. Del resto sono carina e gli spasimanti, di certo, non mi mancano. Io e mio cugino di primo grado Rosario non ci frequentavamo molto ma, la scorsa estate, lui venne a stare qualche giorno a casa mia, nel mese di agosto. Un pomeriggio mi disse di voler ascoltare la musica da solo fuori al terrazzo ed io, nel frattempo, rientrai nell'abitazione. Incuriosita sul motivo per cui volesse starsene per conto proprio (ipotizzai lo scambio di messaggi con qualche ragazza), tornai in terrazza e lo sorpresi con l'uccello di fuori a menarselo. Sul momento lo sgridai temendo che mia madre, ovvero sua zia, potesse essere nei paraggi. Per fortuna, mi resi conto che era uscita. Lo tranquillizzai e lui chiese di poter proseguire. Evidentemente, aveva particolarmente voglia. Gli feci cenno di andare avanti e spiegai che anch'io, a volte, mi masturbavo ma non tantissimo, dal momento che non avevo problemi a trovare ragazzi per fare sesso. Dopodichè tolsi le mutandine e mi sedetti accanto a lui, accarezzandola un pò. Insomma, ci facemmo compagnia ma lui, in quel momento, era più voglioso e carico della sottoscritta, nonchè bisognoso di venire. Mi raccontò che la fidanzata lo aveva mollato da diverso tempo, un annetto all'incirca e lui andava avanti a seghe. Vedendomi con un'aria da puttanella, chiese le mie attenzioni. Io precisai che lui non mi piaceva tanto come maschio, puntualizzando il legame di parentela. Elogiai, tuttavia, il suo grosso pene. A volte, nell'eccitazione, ci si lascia andare e così si lasciò sfuggire che, alle volte, invitava un suo amico a casa per guardare insieme i film porno. Durante queste visioni, si smanettavano a vicenda. Gli detti un pò dello sfigato, dal momento che si accontentava della mano di un uomo per godere, tuttavia la cosa mi divertiva. Osservava la mia figa come se fosse una reliquia preziosa e mi resi effettivamente conto che non ne vedeva una in reale da parecchio. Bhè, non so, alle volte si compiono dei gesti irrazionali. Mio cugino mi fece un pò di tenerezza al punto che decisi di segarlo a condizione di non essere contraccambiata. Lui appoggiò solo la mano sulla mia gamba e nulla più. Bastarono pochi passaggi di mano affinchè il suo cazzo esplodesse in un mare di sborra. Lo sperma scorreva copioso lungo l'asta, inondando pure le sue palle. Fu a quel punto che, in preda ai sollazzi dell'orgasmo, ci provò con la sottoscritta spudoratamente chiedendo di frequentarci di nascosto. Non poteva che prendere il classico due di picche, dal momento che non amo le relazioni serie, tantomeno con un parente che poi, fisicamente non mi attrae nemmeno tanto. Però sono una troietta e mi piace giocare, questo è sicuro. Gli suggerì di approfondire col suo amico di "smanettate", tanto con me non avrebbe potuto ottenere ciò che desiderava. Mi rispose che ero una troia, e ci sta! Nei giorni seguenti, Rosario tornò a casa sua e da lì mi martellò di messaggi, sostenendo di essersi innamorato. Cuori e cuoricini fioccavano su whatsapp, e non dico che non mi facesse piacere. Qualche volta ho accettato di uscire con lui ma così, in amicizia, soprattutto per spiegargli che tra noi non potrebbe esserci mai nulla di più. Si aspettava che replicassi la sega, magari in auto o, meglio ancora, che gli propinassi un pompino, come faccio con i ragazzi che mi piacciono e invece niente. Resosi conto di non poterci ricavare nulla, mi accettò come amica. Si confidava, mi parlava della sua ex, che gli mancava e mi raccontava di quando si vedeva col suo amico e sborravano vedendo i porno. Io, di contro, gli riportavo i dettagli di ciò che combinavo con i ragazzi. Era eccitante raccontarsi le cose che ci capitavano con gli altri ma senza farlo direttamente tra di noi. Diventammo complici, questo è vero. Mi resi conto che lui, con le ragazze, non ci sapeva proprio fare, appena le conosceva scappavano via. Come ho detto, conosco tanti ragazzi di ogni genere. Un giorno, all'appuntamento con Rosario, portai un mio amichetto, Carlo (che ha una notevole propensione per i maschietti e non si accontenta solo di guardare porno e delle seghette) e glielo presentai. Bhè, se Rosario con le donne non è capace, in qualche modo dovrà pur appagare le sue voglie, altrimenti a cosa servono le cuginette premurose?
giovedì 19 dicembre 2024
Tre stalloni per il mio collega d'Ufficio
Mi chiamo Donatella. Vi racconto le porcate che accaddero in ufficio, dove lavoro come segretaria. Premetto di essere lesbiche, queste vicende riguardano essenzialmente la complicità al maschile. Tommaso, il mio collega, mi aveva sempre confidato il suo desiderio proibito e cioè intrattenere rapporti intimi con uomini di colore. L'occasione adatta si presentò in occasione dei resoconti trimestrali molto positivi. Con orgoglio, io e gli altri, li mostrammo al Direttore che, soddisfatto, spiegò di doversi assentare per un impegno urgente. Siccome c'erano insieme a me e a Tommy pure i tre autisti di colore dell'azienda, pensai che fosse giunto il momento, per lui di coronare il suo sogno proibito. Lo incitai a provarci, ad improvvisare uno spogliarello, dopotutto dovevamo festeggiare i successi dell'Azienda. Con i maschi di colore fui chiara, niente figa ma Tommy si sarebbe prestato volentieri al gioco e così fu. In breve, i maschietti si spogliarono e Tommaso cominciò a sbocchinare. Si innescò una vera e propria orgia gay in cui Tommaso, oltre a spompinare di gusto, se lo faceva mettere pure egregiamente nel culo. Uno dei neri, eccitato, pose una mano sulle tette, da sopra al pullover, mentre Tommy glielo ciucciava ma io fui categorica: dovevano fare solo tra di loro! Tommy se la cavò proprio bene: mentre lo prendeva a pecora riusciva a succhiare e smanettare gli altri cazzi alla grande. Proprio sul più bello tornò il Capo e assistette alla scena. Rimase sconvolto ma incuriosito. Sia io che gli altri riuscimmo ad intortarlo sostenendo che la situazione era degenerata dopo una bevuta colossale (non che l'orgia fosse stata programmata a puntino). Tommaso, intanto, prese litri di sborra in faccia e sul corpo, il seme che i negroni, al culmine dell'eccitazione, gli scaricarono addosso. Il Capo, euforico, pretese un pompino dalla sottoscritta ma io, non incline a questa pratica, tolsi il disturbo. A quel punto, i neri spiegarono al Direttore che Tommaso si sarebbe prestato molto volentieri. E così, alla fine, Tommaso, nella sua memorabile giornata da record, riuscì nell'impresa ardua di spompinare il pisello del direttore (noto femminaro) e di berne il prelibato succo.
Ho soffiato il ragazzo alla mia amica
Mi chiamo Mark. In questa storia sono stato davvero pessimo, davvero scorretto ma, come si suol dire, il fine giustifica i mezzi. In ogni caso, cercai di rimediare, alla fine. Avevo un'amica di nome Daniela. Non le rivelai il mio interesse per i maschi, almeno inizialmente. Ad un tratto, la tipa si fidanzò con un ragazzo che a me piaceva molto, un tale di nome Billy. Gli ronzai attorno, lo abbindolai, complice qualche drink bevuto insieme, finché lui cedette. Riuscì a portarmelo a letto. Dopo eccitanti preliminari, me lo scopai, violai il suo culetto vergine. Fu stupendo cavalcarlo e riempirlo di sborra, mentre se ne veniva a sua volta. Daniela, all'oscuro di tutto, notò il comportamento strano del ragazzo, lo trovò cambiato, silenzioso e poco propenso a concedersi con lei. Intanto, io, ingordo, continuai a scoparmelo, a metterglielo nel culo all'insaputa della povera Daniela. Ormai avevo reso Billy un gran frocio passivo ma lui non se la sentiva di raccontarle la verità e di lasciarla. Daniela mi chiese consigli sulla situazione ma io dovetti fingere, essere falso e ipocrita. Volevo che lei scoprisse la verità, per cui le diedi un appuntamento a casa mia mentre stavo scopando con Billy. Lasciai la porta aperta, in modo che entrasse e arrivasse fino alla camera da letto. Per Daniela fu un autentico shock, beccarci insieme, un doppio tradimento, dal fidanzato e dal presunto amico. Naturalmente, ci dette degli schifosi. Infondo, era quello che volevo, trombarmi Billy in tranquillità. Daniela, di fronte alla brutale realtà, dovette farsene una ragione. La ragazza, manifestando la sua lecita insoddisfazione, restò a guardare la trombata finchè non gli arrivai nel culo. A quel punto, preso dal senso di rimorso, cercai di stemperare la collera di Daniela offrendomi di presentarle un nuovo ragazzo. Io e Billy dovemmo insistere parecchio affinchè lei accettasse di uscire con noi a bere qualcosa, in segno di pace. Gira e rigira, finimmo in una pizzeria. Daniela aveva l'aria sconvolta, a differenza di noi due, soddisfatti e appagati della trombata di poco prima. Le chiedemmo scusa entrambi col proposito di aiutarla a cercare un fidanzato che facesse al caso suo. Le dissi: "Al peggio, ti restiamo sempre noi come amici". D'istinto lei rispose: "E capirai, nessuno di voi mi darebbe una dose di cazzo!".
Fratelli di sangue
mercoledì 18 dicembre 2024
Amore tra prostitute
martedì 17 dicembre 2024
Il padre padrone cerca l'esclusiva della figlia
sabato 7 dicembre 2024
Un caldo Natale tra amiche
venerdì 6 dicembre 2024
La fantasia della gang diventa realtà
Salve da Mary. Vincenzo sapeva bene che non avrei mai acconsentito alle sue trasgressioni di mia iniziativa per cui mi mise di fronte al fatto compiuto. Stavamo parlando stesi sul letto quando bussarono alla porta di casa sua. Pensai che fosse strano ricevere una visita di Domenica sera verso le 23. Vincenzo disse di aspettare lì e tornò in compagnia di tre maschi. Si trattava dei suoi cari amici, Luca, Paolo e Giacomo, oggetto delle nostre fantasie sessuali. Soprattutto uno, Giacomo, aveva un'aria un pò autoritaria, con quel suo sigaro che poi mise in bocca a me! Mi resi ben presto conto di non potermi negare alle volontà di quegli uomini che apparivano come bravi ragazzi ma che, secondo me, sotto sotto, non lo erano poi tanto. Vincenzo sembrava entusiasta della presenza degli amici ai quali lasciò campo libero subentrando poi, in un secondo momento. Cominciai ad interagire con Giacomo e Paolo, poi l'atmosfera diventò sempre più infuocata. Presi mani e cazzi dappertutto. Infondo ero l'unica donna a dover gestire da sola il piacere di ben 4 uomini arrapati. Vincenzo si mostrò così complice con gli amici da condividere la ragazza. Il legame tra quei tipi era profondo. Me ne accorsi anche quando mi ritrovai a strofinare le cappelle una contro l'altra o a tenerne due insieme in bocca. Il contatto tra peni gli procurava particolarmente piacere come se con la presenza di una donna riuscissero ad avvicinarsi maggiormente nell'intimità pure tra loro. Di sicuro c'era un legame speciale e profondo tra quei tipi, quasi un amore morboso, potremmo dire, che però non trovava la forza ed il coraggio di esprimersi totalmente al maschile. Fui l'ago della bilancia del loro piacere accogliendo piselli in ogni buco con tanto di doppie bollenti penetrazioni. Quando quei quattro cazzoni duri eaicularono, mi ritrovai un fiume di sperma nella bocca. Svuotai perbene i coglioni a tutti e 4, dopo quelle superbe cavalcate di gruppo. Bhè, quella sera, feci davvero invidia ad una pornostar e resi felice sia Vincenzo che i suoi amati amichetti. Sono sicura che quei ragazzi vorrebbero ripetere l'esperienza ma una volta mi è bastata. Sparirò dalla circolazione. E' già difficile avere un fidanzato, oggigiorno, figuriamoci quattro!
giovedì 5 dicembre 2024
L'ex compagna di mio padre
Mi chiamo Francesco, Chicco per gli amici. Mio padre, già separato da tempo da mia madre, è stato sempre un gran menefreghista e femminaro. Credevo che con Mara avesse trovato la compagna adatta ma mi sbagliavo. Non credevo che, all'improvviso, Gabriele decidesse di mollarla per mettersi con un'altra e poi sparire dalla circolazione. Sostanzialmente, mi ritrovai per strada. Venni salvato soltanto grazie alla generosità di Mara, che mi accolse nella sua dimora. Con lei dialogavo anche prima che mio padre la lasciasse, ha sempre saputo che, in realtà, sono omosessuale. Naturalmente, Mara manifestò la necessità di voler voltare pagina, di conoscere altre persone, la sua vita doveva pur proseguire. Per tale motivo, mi chiese di scattarle delle foto sexy per poi inserirle nel profilo di un sito di incontri. Durante gli scatti si eccitò pure, usò oggetti per darsi piacere, davanti al sottoscritto. Sono gay, non di pietra, di sicuro la sua intraprendenza, chiamiamola così, mi turbò. Arrivò il momento topico del primo incontro. Si presentò un tipo atletico con pizzetto, testa rasata e un notevole cazzo. Lei spompinò, poi si fece montare a pecorina e a cavalcioni. Quel tipo si chiedeva chi fossi io e, alla fine, mi trovò anche simpatico. Naturalmente era concentrato solo su Mara. Quando lei chinò la testa sulle mie gambe, poco prima che lui venisse, di sicuro si accorse del gonfiore che avevo nei pantaloni... un'erezione dovuta all'ospite, evidentemente. Il maschione, in preda all'eccitazione, le sborrò copiosamente in bocca riempendole la lingua di sperma. In quel frangente mi mangiai quell'individuo con gli occhi e venni nel pantalone senza nemmeno necessità di toccarmi. Mara, ovviamente, si accorse del mio stato di eccitazione, anche se era intenta a svuotare a fondo quel palo, un pisello che avrei voluto ripulire volentieri io, a colpi di lingua! Ma torniamo a noi. Capì presto che Mara, più che cercare l'anima gemella, desiderava darsi alla pazza gioia. L'incontro successivo avvenne con un uomo maturo, non molto piacevole esteticamente ma con un gran cazzo. Anche con lui, Mara espresse le sue doti da pompinara provetta, poi si lasciò chiavare di brutto a candela, a cosce divaricate, e di fianco. La sentì gemere e venire. Dopo di ciò, lui pretese nuovamente il pompino e lei lo succhiò e lo leccò finchè l'uomo le schizzò in faccia. Ma Mara non è un egoista, non pensa solo ai propri tornaconti. Come già detto, mi ospita a casa sua a proprie spese e ciò non è da tutti. E poi, dopo il successo del suo profilo, mi ha incoraggiato a crearne uno mio. Bhè, all'occorrenza, ci siamo scambiati i ruoli, lei si è improvvisata fotografa per farmi completare il book e mi ha aiutato pure con la descrizione del profilo. Sono sicuro che, con il suo appoggio, riuscirò anch'io a vivere degli incontri emozionanti... con i maschietti, naturalmente!
martedì 3 dicembre 2024
Relax a sorpresa tra Escort
Mi chiamo Marika. Vi racconterò un incredibile retroscena che riguarda il mio lavoro di escort. Conoscevo Anna, una "collega", vagamente. Premetto di essere sempre andata con gli uomini, sia professionalmente che nella vita privata, almeno fino a quella fatidica e incredibile esperienza. Anna mi chiese di "accompagnarla" in un Hotel di lusso a 5 stelle per passare la notte con un riccone, desideroso di avere due belle donne in camera. E' chiaro che, in una situazione a tre, c'è una complicità anche con l'altra ragazza ma, per me, si trattava unicamente di lavoro, niente di più. Combinazione volle che, questo fanfarone viziato, ci dette buca e non mandò nemmeno un messaggio per comunicare la sua mancata presenza. Morale della favola, io e lei ci ritrovammo da sole in camera. Pensai subito di chiamare un taxi e andare via ma Anna mi convinse a restare. Sosteneva che fosse un peccato rinunciare agli agi che una prenotazione del genere comportava. E così ce ne andammo giù a cena, bevendo pure qualche bicchiere di troppo. Infondo non mi dispiaceva stuzzicare con lo sguardo quei camerieri arrapati che ci mangiavano con gli occhi. Rientrate in camera, avremmo dovuto trascorrere lì la notte. Anna si avvicinò alla sottoscritta, diceva che potevamo divertirci lo stesso, anche senza il cliente. Le rammentai di provare un interesse solo collaterale per le donne, manifestato, peraltro, in presenza di uomini. Anna mi accarezzò il sedere con sensualità, poi mi fece complimenti sul mio fisico. In men che non si dica, mi ritrovai smutandata a pecorina sul letto, con lei che mi stuzzicava le labbra della figa con le dita. L'alcol agevolò l'approccio, rallentando mie eventuali reazioni contrarie. A quel punto, allargai le gambe e lasciai che lei mi desse piacere saettando la lingua sulla mia figa ormai vogliosa di attenzioni. A quel punto, desideravo un uomo. Invitai Anna a chiamare un paio di quei camerieri in modo che ci dessero il ben servito. Lei disse falsamente di si, precisando che, se ci avessero trovate già ben bagnate, sarebbe stato molto più eccitante. Come una cretina le credetti e le leccai perfino la fica mentre stavo stesa sul letto, con lei che me la porgeva dall'alto. D'improvviso, tirò fuori lo strap-on dildo, e mi convinse a succhiarlo. Compresi che nessun uomo sarebbe mai entrato in quella stanza ma ero presa dal gioco. Così, me lo sparò dentro la passera a missionaria, senza esitazioni. Poi, continuando a penetrare, si mise a leccarmi i piedi avvolti dalle calze. Godeva dell'approccio feticista e intrigò pure me. Dalla missionaria, passò alla pecorina, aumentando sempre più il ritmo della trombata. Ad un certo punto, venni intensamente di quella porcata che mai mi sarei sognata di realizzare. Quando ripresi fiato, lei mi chiese di intraprendere una relazione fuori dal nostro ambiente di lavoro. Mi trovai decisamente spiazzata, dato che, in quel periodo, frequentavo pure un ragazzo. Provò tutta la notte a convincermi e, a dire il vero, dormimmo pure abbracciate. Il giorno seguente, dopo colazione, ognuna tornò alla propria vita. Forse si offese, dal momento che, per una frequentazione assidua, non le diedi una pronta risposta. Cerco di raccontare a me stessa che si trattò solo di una serata trasgressiva, che il mio interesse è rivolto agli uomini. Ma, spesso e volentieri, ripenso a quella magica notte di passione che, forse, troverò il coraggio di rivivere assieme a lei.
La moglie vogliosa del Capo
Mi chiamo Eddie. Lavoro come addetto alla revisione degli impianti elettrici per conto di una prestigiosa società. Quella mattina, io e il mio collega Slim, avevamo un'importante manetunzione da effettuare, proprio a casa del nostro Capo, Jeff, un uomo anziano e spigoloso. Ad accoglierci fu la moglie del dirigente, la signora Mary, una bruna matura niente male. Disse che potevamo muoverci liberamente per casa e che lei sarebbe andata a riposare in camera da letto. Mi parve strano che volesse mettersi a letto prima dell'ora di pranzo. Bhè, io e Slim capimmo solo dopo che si trattava di un chiaro invito a raggiungerla tra le lenzuola. Quando giungemmo in prossimità della suddetta camera da letto, la porta era addirittura aperta e lei, completamente nuda, con due splendide tettone di fuori, si stava masturbando focosamente con l'ausilio di un cazzo finto. Andava sù e giù sull'oggetto in modo da "spararselo" dritto in fregna. A quel punto, i piselli ci divennero di marmo e, presi dall'eccitazione e dall'entusiasmo, decidemmo di entrare, senza indugi, nella stanza dove si trovava la signora. Lei non si negò affatto, anzi, si fiondò sul mio cazzo, esibendo numeri da grandissima pompinara, mentre il mio collega le leccava la patata. Le piaceva stringere e segare i nostri cazzi e li pretese dentro ad occupare simultaneamente i suoi caldi e vogliosi buchi. Io e Slim ci demmo dentro e la sbattemmo alla grande, la puttanazza. Quella troia, affamata di minchia, si faceva riempire ovunque, dalla bocca ai fori più proibiti. Urlò, in preda all'orgasmo, la zoccola, e poi la innaffiammo con la crema calda e copiosa dei nostri uccelli, direttamente nella bocca. Dopo essercela chiavata perbene, non ci restava che portare a termine il nostro vero lavoro, per evitare sospetti da parte del Capo. Trovammo delle difficoltà tecniche, per cui fummo costretti a tornare anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Bhè, in parole povere, ce la sbattemmo per tutta la settimana, senza che il Capo sospettasse minimamente che la moglie lo stava cornificando alla grande. L'ottavo giorno, il principale ci tenne a venire a controllare di persona l'esito della manutenzione e si congratulò con noi per l'ottimo risultato raggiunto. Poi, rivolgendosi alla donna, affermò: "Sono proprio bravi i miei operai, vero? Ci hanno impiegato un pò più di tempo ma, alla fine, hanno adeguato perfettamente l'impianto a norma". La signora, con un sorriso accennato, replicò: "Oh si, quando c'è l'impegno assiduo, si colgono sempre i frutti del lavoro e questi due hanno un talento innato nel tappare buchi". Un momento di gelo colse me e il mio amico. Jeff ci guardò con aria dubbiosa. Poi, per fortuna, prontamente, replicai: "Ma certo, i buchi che erano presenti nel quadro elettrico!".
lunedì 2 dicembre 2024
La signora rende cornuto il marito con l'autista
Mi chiamo Laura. Ho sposato Gino per soldi. Si sa che, quando il matrimonio non avviene per amore, è più facile che ci si stufi e si tenda, irrimediabilmente, a tradire. Lui è un valido manager d'azienda con la fissa per le auto, specie quelle di lusso. Avere un marito del genere, mi permette di vivere una vita agiata, questo è chiaro. Ho perfino l'autista a disposizione. Eh già, l'autista, quello di cui voglio parlarvi. Si chiama Marco, è un bel giovanotto. Devo ammettere che, finchè non fui io a provocarlo spudoratamente, il poverino rimase al suo posto, rispettoso del ruolo di accompagnatore. Quando sbirciava dallo specchietto, accavallavo maliziosamente le cosce, scoprivo un pò il seno e notavo la sua evidente eccitazione, mista ad imbarazzo. Quando apriva lo sportello per farmi scendere, aveva sempre un gonfiore nei pantaloni. Una sera decisi di osare, di comportarmi da cattiva ragazza, lo riconosco. Gino, a tavola, mi stava annoiando con i soliti discorsi noiosi sugli investimenti. D'impulso, cominciai a spogliarmi e messaggiai l'autista. Uscì fuori dall'appartmento in reggicalze, col seno scoperto. Quando Marco arrivò, gli prese un colpo. Mi avvicinai al giovanotto e lo incitai ad approfittare delle mie grazie, mentre schernivo mio marito, dandogli dello stronzo segaiolo. Gino rimase a guardare, anche se mi rivolse degli insulti. Intanto, tirai fuori l'uccello di Marco e lo smanettai. Mi chinai e cominciai a leccargli con cura la punta del cazzo. L'autista ebbe un sussulto di piacere, mentre mio marito continuava a darmi della puttana e a seguire l'evolversi della situazione a distanza. Ad un tratto mi voltai in modo che Marco potesse leccarmi il buco del culo con ardore. La sua lingua ondeggiò splendidamente tra l'ano e la figa. Dopo di ciò, glielo smanettai mentre lui stava dietro di me, in modo che diventasse ancora più duro e poi lo accolsi nella patata. Ma la voglia di trasgredire era troppa per non invogliarlo ad utilizzare pure il proverbiale secondo canale. E così, ricevetti il randello anche tra le chiappe. Me lo godetti tutto, quel bel cazzone duro e voglioso. Notai, per versi diversi, l'eccitazione nei due uomini. Marco godeva ad incularmi davanti al cornuto. Mio marito, d'altro canto, si turbò a guardare la propria moglie sfondata dietro dal suo dipendente dotato. Marco spostò di nuovo l'uccello nella sorca, dopo la "visita anale" e, a quel punto, mi sentì prossima all'orgasmo. Me ne venni mentre il ragazzo, inginocchiato dietro di me, forniva le ultime preziose attenzioni orali alla passera già ampiamente bagnata. Dopodichè, Marco si alzò in piedi e, dopo essersi segato alcuni secondi, sborrò soavemente innaffiandomi le natiche. Dopo la venuta, il ragazzo (che era giunto lì con la sua auto personale) preferì togliere il disturbo. A quel punto, Gino sottolineò quanto fossi stata zoccola ed era intenzionato, per ripicca, a licenziare l'autista. Ma io lo ricattai opportunamente. Sapevo della sua passione perversa per le auto di lusso. Più di una volta lo avevo beccato, a sua insaputa, a masturbarsi in garage sui veicoli. Gli spiegai che lo avrei sputtanato con i soci della sua stessa azienda (dal momento che tenevo delle foto salvate dei momenti topici). E così, invece di perdere il lavoro, Marco ricevette un cospicuo aumento di stipendio. Del resto mi sembra più che giusto che, un dipendente che svolge servizi doppi (guidare e scopare, in tal caso), venga remunerato per entrambe le mansioni, vi pare?