martedì 3 dicembre 2024

Relax a sorpresa tra Escort

Mi chiamo Marika. Vi racconterò un incredibile retroscena che riguarda il mio lavoro di escort. Conoscevo Anna, una "collega", vagamente. Premetto di essere sempre andata con gli uomini, sia professionalmente che nella vita privata, almeno fino a quella fatidica e incredibile esperienza. Anna mi chiese di "accompagnarla" in un Hotel di lusso a 5 stelle per passare la notte con un riccone, desideroso di avere due belle donne in camera. E' chiaro che, in una situazione a tre, c'è una complicità anche con l'altra ragazza ma, per me, si trattava unicamente di lavoro, niente di più. Combinazione volle che, questo fanfarone viziato, ci dette buca e non mandò nemmeno un messaggio per comunicare la sua mancata presenza. Morale della favola, io e lei ci ritrovammo da sole in camera. Pensai subito di chiamare un taxi e andare via ma Anna mi convinse a restare. Sosteneva che fosse un peccato rinunciare agli agi che una prenotazione del genere comportava. E così ce ne andammo giù a cena, bevendo pure qualche bicchiere di troppo. Infondo non mi dispiaceva stuzzicare con lo sguardo quei camerieri arrapati che ci mangiavano con gli occhi. Rientrate in camera, avremmo dovuto trascorrere lì la notte. Anna si avvicinò alla sottoscritta, diceva che potevamo divertirci lo stesso, anche senza il cliente. Le rammentai di provare un interesse solo collaterale per le donne, manifestato, peraltro, in presenza di uomini. Anna mi accarezzò il sedere con sensualità, poi mi fece complimenti sul mio fisico. In men che non si dica, mi ritrovai smutandata a pecorina sul letto, con lei che mi stuzzicava le labbra della figa con le dita. L'alcol agevolò l'approccio, rallentando mie eventuali reazioni contrarie. A quel punto, allargai le gambe e lasciai che lei mi desse piacere saettando la lingua sulla mia figa ormai vogliosa di attenzioni. A quel punto, desideravo un uomo. Invitai Anna a chiamare un paio di quei camerieri in modo che ci dessero il ben servito. Lei disse falsamente di si, precisando che, se ci avessero trovate già ben bagnate, sarebbe stato molto più eccitante. Come una cretina le credetti e le leccai perfino la fica mentre stavo stesa sul letto, con lei che me la porgeva dall'alto. D'improvviso, tirò fuori lo strap-on dildo, e mi convinse a succhiarlo. Compresi che nessun uomo sarebbe mai entrato in quella stanza ma ero presa dal gioco. Così, me lo sparò dentro la passera a missionaria, senza esitazioni. Poi, continuando a penetrare, si mise a leccarmi i piedi avvolti dalle calze. Godeva dell'approccio feticista e intrigò pure me. Dalla missionaria, passò alla pecorina, aumentando sempre più il ritmo della trombata. Ad un certo punto, venni intensamente di quella porcata che mai mi sarei sognata di realizzare. Quando ripresi fiato, lei mi chiese di intraprendere una relazione fuori dal nostro ambiente di lavoro. Mi trovai decisamente spiazzata, dato che, in quel periodo, frequentavo pure un ragazzo. Provò tutta la notte a convincermi e, a dire il vero, dormimmo pure abbracciate. Il giorno seguente, dopo colazione, ognuna tornò alla propria vita. Forse si offese, dal momento che, per una frequentazione assidua, non le diedi una pronta risposta. Cerco di raccontare a me stessa che si trattò solo di una serata trasgressiva, che il mio interesse è rivolto agli uomini. Ma, spesso e volentieri, ripenso a quella magica notte di passione che, forse, troverò il coraggio di rivivere assieme a lei.                

lesbiche

La moglie vogliosa del Capo

Mi chiamo Eddie. Lavoro come addetto alla revisione degli impianti elettrici per conto di una prestigiosa società. Quella mattina, io e il mio collega Slim, avevamo un'importante manetunzione da effettuare, proprio a casa del nostro Capo, Jeff, un uomo anziano e spigoloso. Ad accoglierci fu la moglie del dirigente, la signora Mary, una bruna matura niente male. Disse che potevamo muoverci liberamente per casa e che lei sarebbe andata a riposare in camera da letto. Mi parve strano che volesse mettersi a letto prima dell'ora di pranzo. Bhè, io e Slim capimmo solo dopo che si trattava di un chiaro invito a raggiungerla tra le lenzuola. Quando giungemmo in prossimità della suddetta camera da letto, la porta era addirittura aperta e lei, completamente nuda, con due splendide tettone di fuori, si stava masturbando focosamente con l'ausilio di un cazzo finto. Andava sù e giù sull'oggetto in modo da "spararselo" dritto in fregna. A quel punto, i piselli ci divennero di marmo e, presi dall'eccitazione e dall'entusiasmo, decidemmo di entrare, senza indugi, nella stanza dove si trovava la signora. Lei non si negò affatto, anzi, si fiondò sul mio cazzo, esibendo numeri da grandissima pompinara, mentre il mio collega le leccava la patata. Le piaceva stringere e segare i nostri cazzi e li pretese dentro ad occupare simultaneamente i suoi caldi e vogliosi buchi. Io e Slim ci demmo dentro e la sbattemmo alla grande, la puttanazza. Quella troia, affamata di minchia, si faceva riempire ovunque, dalla bocca ai fori più proibiti. Urlò, in preda all'orgasmo, la zoccola, e poi la innaffiammo con la crema calda e copiosa dei nostri uccelli, direttamente nella bocca. Dopo essercela chiavata perbene, non ci restava che portare a termine il nostro vero lavoro, per evitare sospetti da parte del Capo. Trovammo delle difficoltà tecniche, per cui fummo costretti a tornare anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Bhè, in parole povere, ce la sbattemmo per tutta la settimana, senza che il Capo sospettasse minimamente che la moglie lo stava cornificando alla grande. L'ottavo giorno, il principale ci tenne a venire a controllare di persona l'esito della manutenzione e si congratulò con noi per l'ottimo risultato raggiunto. Poi, rivolgendosi alla donna, affermò: "Sono proprio bravi i miei operai, vero? Ci hanno impiegato un pò più di tempo ma, alla fine, hanno adeguato perfettamente l'impianto a norma". La signora, con un sorriso accennato, replicò: "Oh si, quando c'è l'impegno assiduo, si colgono sempre i frutti del lavoro e questi due hanno un talento innato nel tappare buchi". Un momento di gelo colse me e il mio amico. Jeff ci guardò con aria dubbiosa. Poi, per fortuna, prontamente, replicai: "Ma certo, i buchi che erano presenti nel quadro elettrico!".                     

sposata monella
 
Più tardi...

lunedì 2 dicembre 2024

La signora rende cornuto il marito con l'autista

Mi chiamo Laura. Ho sposato Gino per soldi. Si sa che, quando il matrimonio non avviene per amore, è più facile che ci si stufi e si tenda, irrimediabilmente, a tradire. Lui è un valido manager d'azienda con la fissa per le auto, specie quelle di lusso. Avere un marito del genere, mi permette di vivere una vita agiata, questo è chiaro. Ho perfino l'autista a disposizione. Eh già, l'autista, quello di cui voglio parlarvi. Si chiama Marco, è un bel giovanotto. Devo ammettere che, finchè non fui io a provocarlo spudoratamente, il poverino rimase al suo posto, rispettoso del ruolo di accompagnatore. Quando sbirciava dallo specchietto, accavallavo maliziosamente le cosce, scoprivo un pò il seno e notavo la sua evidente eccitazione, mista ad imbarazzo. Quando apriva lo sportello per farmi scendere, aveva sempre un gonfiore nei pantaloni. Una sera decisi di osare, di comportarmi da cattiva ragazza, lo riconosco. Gino, a tavola, mi stava annoiando con i soliti discorsi noiosi sugli investimenti. D'impulso, cominciai a spogliarmi e messaggiai l'autista. Uscì fuori dall'appartmento in reggicalze, col seno scoperto. Quando Marco arrivò, gli prese un colpo. Mi avvicinai al giovanotto e lo incitai ad approfittare delle mie grazie, mentre schernivo mio marito, dandogli dello stronzo segaiolo. Gino rimase a guardare, anche se mi rivolse degli insulti. Intanto, tirai fuori l'uccello di Marco e lo smanettai. Mi chinai e cominciai a leccargli con cura la punta del cazzo. L'autista ebbe un sussulto di piacere, mentre mio marito continuava a darmi della puttana e a seguire l'evolversi della situazione a distanza. Ad un tratto mi voltai in modo che Marco potesse leccarmi il buco del culo con ardore. La sua lingua ondeggiò splendidamente tra l'ano e la figa. Dopo di ciò, glielo smanettai mentre lui stava dietro di me, in modo che diventasse ancora più duro e poi lo accolsi nella patata. Ma la voglia di trasgredire era troppa per non invogliarlo ad utilizzare pure il proverbiale secondo canale. E così, ricevetti il randello anche tra le chiappe. Me lo godetti tutto, quel bel cazzone duro e voglioso. Notai, per versi diversi, l'eccitazione nei due uomini. Marco godeva ad incularmi davanti al cornuto. Mio marito, d'altro canto, si turbò a guardare la propria moglie sfondata dietro dal suo dipendente dotato. Marco spostò di nuovo l'uccello nella sorca, dopo la "visita anale" e, a quel punto, mi sentì prossima all'orgasmo. Me ne venni mentre il ragazzo, inginocchiato dietro di me, forniva le ultime preziose attenzioni orali alla passera già ampiamente bagnata. Dopodichè, Marco si alzò in piedi e, dopo essersi segato alcuni secondi, sborrò soavemente innaffiandomi le natiche. Dopo la venuta, il ragazzo (che era giunto lì con la sua auto personale) preferì togliere il disturbo. A quel punto, Gino sottolineò quanto fossi stata zoccola ed era intenzionato, per ripicca, a licenziare l'autista. Ma io lo ricattai opportunamente. Sapevo della sua passione perversa per le auto di lusso. Più di una volta lo avevo beccato, a sua insaputa, a masturbarsi in garage sui veicoli. Gli spiegai che lo avrei sputtanato con i soci della sua stessa azienda (dal momento che tenevo delle foto salvate dei momenti topici). E così, invece di perdere il lavoro, Marco ricevette un cospicuo aumento di stipendio. Del resto mi sembra più che giusto che, un dipendente che svolge servizi doppi (guidare e scopare, in tal caso), venga remunerato per entrambe le mansioni, vi pare?

tradimenti