Mi chiamo Giusy e sono lesbica. Rosaria è la mia amica del cuore. Vi confesso che lei mi è sempre piaciuta, la trovo davvero molto sexy. Ho sempre tentato approcci ma lei respingeva puntualmente i miei attacchi. La sua priorità erano i ragazzi. Dovevo trovare il momento giusto per far breccia nel suo "scudo difensivo" da etero convinta. L'occasione giunse a fagiolo quando il giovane, con cui intratteneva una relazione, la mollò improvvisamente per un'altra donna. Passai una mattina a trovare Rosaria e, sostanzialmente, le proposi di masturbarci in compagnia. La mia amica puntualizzò di non desiderare un contatto tra noi ed io le risposi che andava bene anche semplicmente "trastullarsi" l'una accanto all'altra. Consapevole dell'assenza dei miei genitori fino a sera, la invitai da me quel pomeriggio stesso. Ci spostammo subito in camera da letto e, una volta lì, iniziammo lentamente a spogliarsi. Non stavo più nella pelle a tenere accanto a me quella splendida sventolona. Potevo sentire il suo odore, percepire la sua eccitazione a pochi centimetri di distanza. Agimmo ognuna per conto proprio, avvalendoci principalmente delle mani, poi, sporadicamente, io di un vibratore, e lei di un orsacchiotto di peluche. Ci demmo dentro con sditalinate furiose di clitoride e dita nella fica. Era inevitabile che raggiungessimo orgasmi multipli. Un'atmosfera davvero deliziosa, lo riconosco, ma da poter ulteriormente migliorare. Le proposi una pausa con dei drink ma restando nude nel caso in cui volessimo dare un seguito alle masturbate precedenti. Lei accettò e dunque ci spostammo temporaneamente in cucina. Preparai i drink ma i suoi più forti in modo tale che perdesse totalmente i freni inibitori nei miei confronti. Allungai le sue birre con un Whisky che di solito beve mio padre e glielo offrì. Quando tornammo in camera da letto, lei sembrava mezza fatta e decisamente docile. Le dissi che potevamo divertirci di più e la baciai. Poi mi avventai con la lingua sulla sua bernarda calda e cominciai a leccarla come una forsennata. Specie inizialmente diceva di non volere ma, dagli e dagli, cominciò a provare notevole piacere e, a quel punto, la girai perbene leccando la passera stando perfino sotto di lei. Godeva e veniva come una matta, si era completamente aperta al godimento più profondo. La fistai a pecorina e le diedi un'ulteriore slinguazzata prima che raggiungesse l'ennesimo devastante amplesso. Mi saltò addosso e mi baciò con passione, quasi come a voler ringraziare la sottoscritta per la dedizione che le avevo riservato. Quel giorno, di fatto, Giusy diventò mia!
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