Mi chiamo Ennio. Dopo un lungo periodo di disoccupazione fui costretto ad accettare il primo lavoro utile che mi capitò: supervisore delle poltrone massaggianti al Centro Commerciale. Si trattava di un'occupazione noiosa ma, per fortuna, c'è sempre qualche splendida situazione da ricordare. In orario morto di un giorno lavorativo, un'affascinante signora mora stava utilizzando la poltrona sottolinenandone, a voce alta, i benefici. A quel punto mi avvicinai e le massaggiai i piedi precisando l'importanza dell'apporto umano. La signora gradì ed io capì che sarebbe stata disponibile anche ad altro. A quel punto le leccai la fica. Poi le proposi di continuare a casa mia per evitare che qualcuno ci potesse vedere lì al Centro. Giungemmo in pochi minuti nella mia abitazione e ci fiondammo in camera da letto. Una volta nudi, lei mi leccò la cappella ed io cominciai a chiavarla a candela. Poi passai nella posizione di fianco. Intanto lei affermò di non essere mai stata al Centro prima di quel giorno. Pensai di aver avuto un bel colpo di fortuna a beccare una passerona disponibile del genere. Si chiamava Amalia. Gasato, intuì che la porcona mi avrebbe concesso anche il buco più intimo e così spostai il cazzo dentro il suo culo caldo e continuai a chiavarla di fianco, a pecora e a candela. Lei godette come una porca ma si meravigliò un pò che stessi rischiando il posto di lavoro pur di farmela. Ovviamente non avrei mai rinunciato ad una maialona simile per nessun motivo al mondo. Ma la paura di restare nuovamente disoccupato mentre glielo mettevo nel culo aumentò l'eccitazione a mille portandomi alla copiosa eiaculazione. Intuendo che stessi venendo, la signora sfilò il cazzo dal culo e la sborra finì sulla sua pancia. Soddisfatta si rivestì e, prima di andar via, mi lasciò il suo numero di telefono. Fortunatamente nessuno notò la mia assenza dal lavoro. D'ora in poi starò più attento e cercherò di fotterla senza compromettere il mio incarico al Centro Commerciale.
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