lunedì 24 ottobre 2022

Colleghi complici in trasferta

Mi chiamo Nando. Lavoro in una società finanziaria. Il Capo, un giorno, decise di inviarmi in trasferta per la definizione di un'importante trattativa d'affari. Credevo che mi affiancasse una delle belle colleghe d'ufficio come Monica e già pregustavo l'idea di provare a sedurla. Invece, inaspettatamente, fu incaricato Corrado. Ci restai un po' male ma ero contento lo stesso dal momento che con lui avevamo sempre riso, scherzato e parlato di fiche. Arrivammo a destinazione verso sera per cui ci recammo direttamente in albergo per passare la notte. Ci era stata assegnata una camera matrimoniale in promozione e non due singole per ridurre i costi, la numero 69, guarda un po'! Ci spogliammo e ci addormentammo presto. La notte trascorse serena ma, il mattino seguente, accadde il patatrac. Mi svegliai con una bella erezione. Abbassai il boxer per lasciar respirare l'uccello. Lui si svegliò, se ne accorse, e mi guardò negli occhi. Ci furono interminabili minuti di profondo imbarazzo. Poi, d'istinto, abbassai il suo boxer notando anche lì l'erezione. Spezzai l'angosciante silenzio osservando: "Vedo che sei eccitato pure tu, a che pensavi?". Rispose: "A Monica!". Altrettanto falsamente replicai: "Anche io". Continuammo a guardarci fisso negli occhi con l'ipocrisia di due uomini etero vogliosi di trasgredire. Gli dissi: "Peccato che lei non è qui". Rispose: "Già, potevamo fare una cosa a tre, magari". Ribattei: "Lei non c'è, ma noi si!". Fu un chiaro segnale di seduzione che gli inviai, lui lo comprese. Poi presi la sua mano poggiandola sul mio cazzo. Tommy capì che volevo essere accarezzato e cominciò a segarmi lentamente. Sotto la sua mano il cazzo si indurì ancor di più. A quel punto io feci lo stesso con il suo. In tal modo ci davamo piacere a vicenda sul lettone. Nella libidine fu più agevole e naturale piazzargli la lingua tra le labbra. Così finimmo per baciarci in bocca mentre ci masturbavamo dolcemente a vicenda. Fu stupendo, anche se del tutto inaspettato. Eiaculammo entrambi schizzando uno nella mano dell'altro. Ci rilassammo. Poi lui chiese: "Che vuol dire questo?". Risposi: "Non lo so, dobbiamo scoprirlo... Magari eravamo solo un po' troppo eccitati...". Bisognava prepararsi in fretta per andare a lavoro. Ma la sera, al rientro in camera, finimmo insieme sotto la doccia calda insaponandoci a vicenda tra baci e palpate reciproche. Il mattino seguente ci scambiammo altre effusioni prima di incontrare i clienti della società per la quale lavoravamo. Passarono alcuni giorni ed io presi una cotta per lui che, del resto, mi ricambiava. Sentendoci liberi decidemmo di lasciarci andare del tutto passando da un approccio soft ad un altro decisamente hard. Persi ogni freno inibitorio e gli succhiai il cazzo. Tommy gemette di piacere. Poi passammo a deliziarci oralmente a vicenda nella mitica posizione a 69. Fu stupendo assaporare l'uno il seme dell'altro. La trattativa andava per le lunghe e i nostri giochi potettero proseguire per almeno una settimana. Dopodiché arrivò la ciliegina sulla torta: lasciai che mi scopasse. Lo volevo dentro di me il suo uccello. Ma, sul più bello, accadde un imprevisto. Durante l'amplesso la porta della camera si aprì all'improvviso. Due donne ci videro proprio mentre fottevamo. Si trattava di Monica accompagnata da una cameriera dell'albergo. Il Capo, senza avvertire, l'aveva inviata lì a sorpresa per aiutarci a sbrogliare le complicate trattative economiche. La figura di merda fu colossale. Monica stentò a credere a ciò che vide. Fatto sta che contattò immediatamente il Capo riportando che io e Tommy, da gran froci, pensavamo più a scopare tra di noi che a condurre gli affari in porto. Il licenziamento fu immediato. Persi il lavoro ma trovai l'amore. Pazienza, nella vita non si può avere tutto! Intanto Monica, suo malgrado, dovette dare ampie manifestazioni di "capacità" ed "affidabilità" direttamente al Capo, non sò se mi spiego! Segue








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