Mi chiamo Walter. Quando i miei amici mi dicevano che era impossibile scopare con la bellissima Amanda, credevo che esagerassero. La corteggiavo già da tempo. Nel momento in cui tentai l'approccio in modo piuttosto diretto, lei mi rispose che, per poter ottenere lei, avrei dovuto stare prima col fratello minore Henry, omosessuale. A quel punto, realizzai le difficoltà che avevano incontrato i miei amici. Di fronte a tale proposta indecente, si erano tirati tutti indietro. Ma per poter trombare con lei, bisognava necessariamente soddisfare il fratello. La volevo troppo per cui, d'impulso, nella frenesia dell'eccitazione, accettai il discutibile compromesso. Mi ritrovai nudo con il biondino, munito di piercing alla lingua, che mi leccava la punta del cazzo a meraviglia davanti a lei. Lo inculai, sempre dinanzi a lei, e lui mi suggerì di segarlo, nel frattempo. Presi il mio primo cazzo in mano e lo smanettai. Ero scettico ma ci presi pian piano gusto a fottere quel ragazzo, peraltro molto carino. Mentre lo trapanavo a pecora, cominciai a schizzare di brutto nel suo culo e pure lui se ne venne. Fu una scopata intensa, coinvolgente, non posso dire che non mi piacque. Qualche giorno dopo, ottenni il meritato premio e inculai lei, adornata, per l'occasione, da raffinata lingerie nera e tacchi. Mi piacque fotterla. Durante la trombata, inevitabilmente parlammo del rapporto intimo avuto col fratello la settimana precedente. Dovetti ammettere che avevo goduto a impalare Henry, nonostante i miei scetticismi iniziali. Durante questo discorso, venni e le schizzai copiosamente in faccia. Se Amanda dovesse ancora chiedermi di andare a letto col fratello, ho paura che non le direi di no. Morale della favola: quando credi che qualcosa non ti garba e poi, invece, ti piace.
mercoledì 23 aprile 2025
Se vuoi me prendi prima lui
Scambio tra coppia giovane e matura
A volte le situazioni erotiche più eccitanti capitano per caso. Mi chiamo Daniela. Quel giorno ero in auto col mio fidanzato, Carmine. Restammo a piedi con l'auto in una zona sperduta di campagna. Mentre lui andava a cercare aiuto, sopraggiunse una vettura con a bordo una coppia matura disinibita. Quei due erano venuti lì per scopare e lei, una donna di nome Sonia, cominciò a ciucciarlo al marito, il sig. Jacopo, davanti a me! L'uomo propose uno scambio di coppia. Quando arrivò Carmine, stette alla proposta sicchè io spompinai l'uomo mentre la donna lo ciucciava al mio ragazzo. E così cominciammo tutti a scioglierci parecchio. A Carmine piace anche guardare: osservò mentre io e la moglie lo ciucciavamo a Jacopo. A Sonia piacevano pure le donne per cui fece apprezzamenti sul mio culo, oltre a baciarlo. Jacopo cominciò a scoparmi mentre Carmine guardava. Poi, i due maschi si stesero e noi donne cavalcammo. Io presi il pene dell'uomo maturo mentre Carmine trombava la moglie. Intanto, io e lei ci baciavamo pure, andando sù e giù. Ad un certo punto, Jacopo stava per venire. Gli detti gli ultimi colpi con le mani e lo feci sborrare. Intanto, Carmine schizzò in bocca a quella donna. Quella porcata fù davvero bella, al punto che decidemmo di ripetere più volte l'esperienza. Ogni tanto ci incontravamo in quel luogo sperduto per dar sfogo alle trasgressioni.
martedì 22 aprile 2025
La madre gnocca del mio ragazzo
Mi chiamo Gina. Alessandro, il ragazzo che frequentavo, non riusciva mai a scoparmi. Bastava che mi spogliassi e glielo menassi un pò per farlo arrivare all'orgasmo. La svolta arrivò in corrispondenza della gita scolastica alla quale aderì solo Alex. Io restai a dormire a casa sua dove ci stava quella gnocca di Barbara, la madre, separata già da alcuni anni dal marito. Alessandro non mi appagava come donna per cui mi sentivo molto vogliosa. Fu così che misi gli occhi su Barbara, anche se non sapevo come approcciare. Aspettai la notte. Invece di rimanere nella camera degli ospiti, mi recai nella stanza dove dormiva Barbara e mi infilai nel suo letto. Non accadde nulla fino al mattino seguente, quando lei si accorse di ciò che avevo fatto. Si rese conto che ci stavo provando e fu talmente troia da starci. Le spiegai della relazione poco soddisfacente che intrattenevo col figlio e le promisi che gli sarei restata accanto nonostante tutto. Questo la invogliò ulteriormente a concedersi. Su quel lettone, le leccai il seno, ci baciammo. Poi, lei mi tolse le mutande e cominciò a leccarmela splendidamente. Disse che le ricordavo le compagne di Scuola con cui aveva sperimentato sesso lesbo all'epoca. Per me, invece, si trattava della prima volta con una donna. La signora leccava alla grande, lo fece pure a pecorina ed io godetti come una matta. Poi, passai a soddisfare la sua passera. Gliela leccai davanti e poi da sotto, finchè non sbrodolò. Alla fine ci baciammo di nuovo e ci sditalinammo, assaporando gli amplessi a fondo. Quando Alessandro tornò dalla gita, mi raccontò di aver dormito con l'amico e che tra loro c'erano stati baci e seghe. Intrigata, li incitai a fare di meglio e finì per far ciucciare il pisello di Alex dall'amico con copiosa sborrata in bocca. Poi, riferì tutto alla madre, incuriosita dalla reazione di quest'ultima. Barbara è proprio un'ipocrita, disse che dovevo continuare con la recita della fidanzatina perchè temeva le ire del marito. E io l'accontentai volentieri, visto che, in cambio, mi potevo fottere regolarmente la signora.
I pompini al compagno di mia madre
Mi chiamo Mirko. Non vi nascondo che, pur stando con le donne, ho avuto, fin da piccolo, una certa curiosità nei confronti degli uomini. Pochi mesi dopo la separazione, mia madre Erica si avvicinò ad un tizio, Leandro, detto Leo. All'inizio non lo sopportavo tanto ma poi, pian piano, io e lui entrammo in confidenza. Spesso guardavamo insieme le partite. Fu proprio durante la visione di una di queste che si innescò la trasgressione. Ci guardammo negli occhi e scattò la chimica per cui io gli sbottonai il pantalone e gli feci un pompino. Imboccai un po' all'inizio, poi prosegui' facendo roteare la lingua sulla cappella. Osservai il suo viso e capì che stava godendo parecchio, il che mi spinse a continuare. Ad un tratto, l'uomo venne schizzandomi copiosamente in bocca. Fu un'esperienza stupenda per entrambi e che ripetemmo volentieri ad ogni partita. Divenne una sorta di abitudine, di dipendenza, gli svuotavo regolarmente i coglioni ad ogni match. Mia madre divenne nervosa ma non mi diceva il motivo. Insistendo, rivelò stizzita che Leo era sempre stanco, moscio, apatico, poco propenso a scopare. Mi piaceva sbocchinare Leo ma desideravo godere anche io in quel momento e non farmi le seghe dopo ripensando all'accaduto e così, un bel giorno, lo convinsi prima a leccarmelo. Fu davvero delizioso sentire la sua lingua sulla punta del cazzo. Estasiato, lo montai a pecora. Lì raggiunsi l'apice del piacere, lo penetrai fino in fondo e lui se ne venne per l'eccitazione. Anch'io esplosi, poco dopo, dopo aver estratto il cazzo dal culo. Mi sentì totalmente appagato ma non sapevo che, in quell'occasione, mia madre ci stesse spiando. In realtà, mia madre mostrò le foto della scopata gay a mio padre che stentò a credere a ciò che vide. Mio padre è un donnaiolo, lo coontrariò un bel pò avere un figlio gay. In tutto questo, mia madre era delusa dagli uomini dopo aver incontrato un femminaro e poi un mezzo omosessuale. A quel punto, decise di intraprendere la strada saffica. Si riunì con le sue migliori amiche, anche loro deluse dai maschi. Insieme organizzarono una sorta di festino in 10 che degenerò in un'orgia pazzesca. Tutt'ora, mia madre ha difficoltà a ricordare esattamente cosa accadde quella notte ma dice di aver baciato, leccato, infilato e ricevuto dita dappertutto. Ricorda anche che il giorno seguente aveva un gran mal di testa. Ciò nonostante, riuscì a guidare l'auto fino all'ufficio dove lavora, accompagnando anche due sue colleghe (presenti pure quella notte al festino) che intanto pomiciavano sui sedili posteriori, non del tutto sazie dell'orgia avvenuta poco prima. Da sobria, mia madre non si perdona di essere stata la promotrice di quell'iniziativa saffica, ma sono convinto che, prima o poi, vorrà assaporare di nuovo certe sensazioni. Io, intanto, continuo a guardare le partite con Leo.
martedì 15 aprile 2025
A mamma ci pensa mio fratello
Personal trainer castigato
Mi chiamo Sonia. Adolfo, il coach della palestra è un bell'uomo. Io stessa pensavo che fosse un donnaiolo. Restai sorpresa quando lo beccai in atteggiamenti poco equivocabili insieme a Marco, un ragazzo biondo che mi piaceva. Credevano di essere soli ma io seguì tutta la loro intimità. Adolfo leccò e succhiò il cazzo del ragazzo e poi si lasciò ingroppare, prima a candela, con tanto di lingua a lingua, e poi in una lunghissima pecorina dove il buco del culo venne abbondantemente trapanato e sfondato. Quei due sembravano proprio affiatati. Adolfo, a un certo punto, non ce la fece più e schizzò sul corpo del ragazzo. Marco continuò a chiavarsi il coach a cavalcioni, giusto pochi colpi per arrivare all'orgasmo e schizzargli nel culo mentre i due si baciavano ormai appagati dalla scopata. Tempo dopo, Marco ci provò con la sottoscritta, pensò di far colpo mostrandomi la sua auto. Io lo spinsi a segarsi e mi spogliai un pò per offrirgli lo spunto. Dissi che doveva proseguire fino alla fine per cui il biondino, a un certo punto, eiaculò. A quel punto gli comunicai di conoscere la tresca col coach e che poteva andare a riempire quel buco e non i miei, dal momento che non mi piacciono i tipi che tengono, come si suol dire, i piedi in due staffe. Ho anche due migliori amici gay. A loro, intrigati dal coach che credevano etero, rivelai che Adolfo amava la fava e così si fiondarono a iscriversi in palestra. Naturalmente, lì dentro non c'è solo il coach che va coi maschi, c'è pure Marco e chissà quanti altri. Perchè non farli ammucchiare?
Il lesbo dopo la separazione
Mi chiamo Dalma. Dopo le svariate corna ricevute da mio marito, avviai le pratiche per la separazione. Cercai conforto e consigli in Manuela, una vecchia amica e lei mi suggerì di pensare alle donne. In realtà, si propose lei stessa come eventuale partner ma io la vedevo troppo come amica. Ciò nonostante, riuscì a coinvolgermi e a leccarmi la figa fino all'orgasmo con annesso fisting. Ma non vedevo Manuela come una possibile anima gemella, mi era solo servita per conoscere il mondo lesbo. Piuttosto, una commessa del fast food vicino casa, di nome Marika, catturò la mia attenzione. Andavo sempre lì apposta per vederla. Un giorno decisi di invitarla da me a bere del vino. Fu un pò curioso un invito del genere ad una sconosciuta ma lei accettò. Una volta a casa, espressi il mio interesse per lei. Mi disse di frequentare solo persone di sesso opposto, per relazioni erotico-affettive ma fu intrigata dal mio corteggiamento. In realtà, timorosa, stava per andare via ma io insistetti affinchè rimanesse e le piombai addosso mezza nuda arrivando a leccarle la patata. A quel punto lei si sciolse un pò. Mi leccò i piedi e se li passò sulla topa. Poi ebbe un momento di sconforto, di ripensamento, si accasciò sulla mia pancia, dubbiosa dei rapporti saffici. Ma io fui pronta a slinguazzarle perbene la passera, in modo che si convincesse di aver fatto la scelta giusta. Fu splendido sentirla venire nella mia bocca.
lunedì 14 aprile 2025
Il cazzo duro del figlio del mio partner
Mi chiamo Amanda. Mi misi con Walter principalmente per trarre benefici economici e, in sostanza, rimasero solo quelli i vantaggi offerti da lui dal momento che, a letto, il pisello non gli si alzava proprio. Stizzita, gli suggerì di provare il mio vibratore nel culo. Ma la gioia la trovai con suo figlio Samuel, uno studente dal notevole cazzo. Un giorno non voleva andare a Scuola. Gli portai la colazione a letto per incitarlo ad alzarsi. Sollevando le coperte, notai il suo pene grosso e duro. Non potetti resistere alla tentazione di segarlo e succhiarlo e ci facemmo una bellissima chiavata sul letto. Presi tanta splendida sborra in bocca e sulle tettone. Ho due care amiche, Mel, la bionda e Maria la mora. Quando glielo raccontai stentavano a crederci. In particolare, Maria cominciò a bagnarsi di brutto. Eccitata, si spogliò mostrandoci le sue grazie. Io e Mel siamo amanti del cazzo ma potevamo mai lasciare un'amica in difficoltà? E così gliela leccammo perbene in due in modo da calmare i suoi bollori. Bhè, in quella circostanza, scoprì anche le pulsioni di Maria che fece una sorta di coming out.
Una famiglia imperfetta
venerdì 11 aprile 2025
Aggressivo neutralizzato
Questo post vuol rappresentare un pò una rivalsa, a livello pornografico, di tutte le brutte cose che stanno subendo le donne di questi tempi. Mi chiamo Amanda, sono una segretaria. Non sono una santarellina, a volte mi piace provocare ma ciò non vuol dire che si può abusare di me a piacimento. Dino, quel ragazzino biondo, all'inizio mi faceva anche ridere in chat ma poi, pian piano, divenne morboso, geloso, ossessivo nei miei confronti e soprattutto incapace di accettare un no come risposta. Intuendo il pericolo, mi rivolsi a mia madre Sonia per un consiglio e lei mi disse di stare tranquilla perchè ci avrebbe pensato mio cugino Hector a risolvere il problema. Dino si presentò in ufficio quando stavo da sola ma Hector intervenne in tempo, in mia difesa. Gli disse che doveva lasciarmi stare. Ma sapevo che non sarebbe bastato, che sarebbe tornato alla carica in mancanza di uno sfogo sessuale. A Hector piacciono i maschi, per lui non sarebbe stato un problema soddisfare il mio spasimante. E così Hector, molto prestante fisicamente, spinse Dino a propinargli un bel pompino. Da lì, la strada fu tutta in discesa, più o meno. Il cazzo duro di Hector penetrò il culetto dello stronzetto che in principio si lamentò ma poi godette talmente che schizzò copiosamente, mentre lo prendeva nel culo a candela. Mi bagnai dalla soddisfazione. Hector non aveva ancora goduto, diede al ragazzo altre ripassate bollenti a pecorina e continuò a farselo a cavalcioni. Nella posizione del missionario, venne e gli schizzò abbondantemente in bocca. Dino si abituò a bere il seme, visto che, da quel momento in poi, la sborra calda sarebbe stato il suo drink abituale. Da quel momento in poi, Dino non mi mandò più messaggi o foto sconce, nè chiese di vedere le mie. Intanto si faceva pompare adeguatamente da mio cugino. Tutto è bene quel che finisce bene.
Iniziata al lesbo dalla ginecologa
Mi chiamo Jenny. Chiesi alla mia amica Alessandra un consiglio per una brava ginecologa e lei mi indirizzò dalla dottoressa Aida Montemurro. In realtà, non immaginavo che Alessandra mi avesse mandata lì con lo scopo di farmi sedurre dalla dottoressa lesbica per poi approcciare comodamente con me. Restai subito colpita dal fatto che Aida non spogliò solo me ma anche sè stessa. Spiegò che si trattava di un metodo americano per metter il paziente a proprio agio. Tutte fesserie, naturalmente Aida voleva solo approcciare intimamente con la sottoscritta. Mi leccò subito la figa, aggiungendo poi le dita in penetrazione. Pensai che non fosse una professionista seria, ovviamente, ma godevo e sbrodolavo come una matta. Nel frattempo, rivelò di aver fatto sesso con la mia amica e con molte altre donne. Le leccai il seno, mentre mi sditalinava. Poi, spalancò le cosce e pretese che le dessi almeno una leccatina ed io lo feci. Succhiai la passera che trovai molto gradevole al gusto e lei venne omaggiandomi con i suoi umori intimi. Dopo di ciò, mi mise a pecora e mi fistò vigorosamente con due dita ed io raggiunsi nuovamente l'orgasmo, stavolta più profondo. Tornai da Alessandra per un confronto, dopo l'accaduto. La mia amica ammise di avermi mandata lì per iniziarmi al lesbo. A quel punto, limonammo di brutto. Io leccai lei e lei leccò me. Dopodichè, Alessandra mi coinvolse in una meravigliosa "sforbiciata" finale in cui arrivammo all'amplesso insieme.
Rimpatriata tra ex compagne di classe
Mi chiamo Alice, sono una fanciulla di origini asiatiche. Ai tempi della Scuola, Monique e Ambra erano le mie migliori amiche. Non immaginavo che, già allora, fossero lesbiche, nonchè attratte dalla sottoscritta. Io, peraltro, correvo dietro ai ragazzi. Dopo il diploma, ci perdemmo di vista per un pò, poi Monique, una ragazza di colore, mi beccò sui social e disse che avremmo potuto andare a trovare insieme Ambra. Io e Monique non ce la passavamo bene, economicamente, mentre la casa di Ambra, una tipa di origini olandesi, era davvero lussuosa. Il loro modo di rievocare i vecchi tempi fu quello di togliermi il vestitino bianco di dosso. Capì a che genere di rimpatriata sarei andata incontro. Ambra mi baciò sul viso, Monique mi suggerì di leccarla ad Ambra ed io lo feci. Continuai, mentre Monique mi slinguazzava da dietro. Poi mi girai a pancia sopra e ricevetti prima la slinguata della nera e poi quella di Ambra e raggiunsi l'orgasmo. La leccai a Monique in due posizioni, per farla godere, poi feci lo stesso ad Ambra che mi sbrodolò in bocca. E così ci sfogammo tutte e tre. Ambra chiese se quel gioco mi fosse piaciuto. Ovviamente le risposi di si.
giovedì 10 aprile 2025
Figlia e amica per il papà voglioso
mercoledì 9 aprile 2025
Le dolci grazie della sorella
Mi chiamo Carmen. Non vado fiera dei miei comportamenti. Vi basti sapere che tra me e mio fratello Leandro c'èstata sempre attrazione fisica anche se ognuno restava al suo posto per ovvi motivi di stretta parentela. Inoltre, eravamo entrambi fidanzati. Poi, capitò che la sua ragazza lo mollò ed io, poco dopo, ruppi col mio partner. Il tempo passava e Leandro stava come un pazzo, carico a pallettoni. Pure io facevo fatica ad arginare coi ditalini, i sussulti della passera. Un giorno, i miei uscirono e tornarono soltanto a tarda sera. Leandro non si sarebbe mai lasciato sfuggire un'occasione così ghiotta. Mi disse che dovevamo parlare ma di dialogato ci fu ben poco, visto che mi tolse subito i vestiti di dosso e cominciò a leccarmi i capezzoli per poi passare alla figa. Sapevo di quanto tutto ciò fosse sbagliato ma la libidine era troppa. Gli succhiai il pisello di gran gusto, prima che lui me lo sbattesse perentoriamente nella bernarda calda. Sopra al letto, in camera mia, lo facemmo di fianco, a pecorina, a candela, godendo come pazzi. A candela, mi muoveva il culo sù e giù. Capì che stava per godere e in quel momento venni. Dopodichè esplose e mi schizzò un mare di sborra in bocca. Credo non si toccasse da un mesetto per cui ricevetti un lago di sperma in faccia. Dovrei sentirmi in colpa ma quella fu proprio una bellissima chiavata a soddisfazione e ne seguirono delle altre, ogni volta che i miei, per svariate ragioni, si allontanavano da casa.
Figlie monelle
Mi chiamo Carol. Dopo la separazione, le donne sono sempre un pò fragili e possono essere esposte ad ogni genere di turbamenti. Mia figlia Christine è stata sempre un pò monella. Nonostante le avessi insegnato l'educazione, continuava ad usare un linguaggio da troglodita. Un giorno eravamo a pranzo e mi chiese spudoratamente se scopassi. Poi, disse che era un peccato che una donna sexy come me non lo facesse e cominciò a massaggiarmi le tette. Da tempo in cerca di attenzioni, non seppi resisterle e arrivò a leccarmi pure la figa. Disse che la sua amica aveva sedotto la madre per cui ci poteva riuscire anche lei. Mi ritrovai a pecorina, con lei che leccava da dietro assaporando sensazioni idilliache di piacere. Poi leccai lei, e ci mettemmo pure a 69. Insomma, dopo il pranzo, il digestivo fu altamente erotico ed ebbi la gioia di vedere mia figlia venire. Probabilmente, con tutto ciò, che tanto sano non è, ci siamo avvicinate parecchio. Oltre a cucinare, sto imparando pure a leccare la patata, pensa te!
La cura insana degli amici
L'iniziazione di Marco. Mi chiamo Myriam. Ero molto affezionata a Marco, il figlio della mia amica Gina. Fui contenta quando seppi che si era fidanzato, meno quando la ragazza lo mollò. Marco, dopo la delusione, si accostò troppo ai suoi amici che, peraltro, non avevano mai avuto storie con ragazze. Avvertì Gina di questa piega strana che la situazione stava prendendo e cercai di metterla in guarda ma lei mi snobbò, disse che Marco avrebbe trovato presto una nuova ragazza. Sapevo di aver ragione, sicchè misi la mia casa a disposizione del giovanotto e dei suoi amici, spiegando che io dovevo uscire e potevano vedersi lì per stare in compagnia, guardare la TV, etc... Finsi di uscire e mi nascosi. Arrivarono a casa 3 amici di Marco. La TV non venne proprio accesa. In pochi minuti erano già tutti nudi. Un tipo osservava la scena solo passivamente mentre gli altri due si fiondarono su Marco. Uno glielo mise nel culo mentre l'altro glielo succhiava. Poi, i cari amici di Marco pensarono bene di ingropparlo in tandem infilando i loro cazzi insieme nel buco anale. Marco urlava di dolore ma godeva anche mentre gli sverginavano il buco. Andarono avanti così per un bel pò, fino al momento topico dell'eiaculazione doppia con la sborra che schizzò copiosa in faccia e in bocca al biondino. Scattai delle foto, altrimenti la madre non mi avrebbe creduto. Dopo quella volta, Marco perse completamente interesse per le ragazze. Tentai invano di aiutarlo presentandogli una mia nipote ma ormai gli amici avevano un ascendente troppo forte sù di lui. Continuo a prestargli casa e ad assistere mentre gli amici se lo sfondano perbene.
martedì 8 aprile 2025
Succulenti regali di laurea
Mi chiamo Luigi. Devo al mio caro amico Roger gran parte del merito per aver vissuto le esperienze intime più esaltanti della mia vita. Naturalmente, solo dopo venni a sapere tutti i dettagli della vicenda. Cerchiamo di andare con ordine. In pratica, Roger e sua madre Ramona avevano fatto un patto segreto, lei gliel'avrebbe data se lui si fosse laureato. Ramona accettò questa sorta di scommessa sicura che il figlio, poco dedito allo studio, non avrebbe mai raggiunto il risultato. Ma si sà che le motivazioni possono fare la differenza. L'idea di ottenere fisicamente una gnocca come Ramona è sicuramente un ottimo stimolo. Fatto sta che Roger bruciò le tappe e cominciò a dare esami uno dopo l'altro. Ramona mi chiedeva notizie del figlio e si turbava quando gli fornivo ragguagli incoraggianti. Insomma, non riuscivo a capire la ragione per cui lei non fosse troppo contenta dei progressi del figlio. Arrivò il fatidico giorno in cui Roger si laureò. In famiglia fecero le foto ricordo ma non appena Roger ebbe l'occasione, si appartò con la madre che dovette tenere fede alla promessa fatta. Roger ingroppò la madre e visse il suo momento di gloria. Contemporaneamente, la signora Ramona venne a sapere della mia laurea. Sullo spunto di ciò che era accaduto, e che Roger, incapace di tenere il segreto, un giorno mi rivelò, pensai di comportarmi allo stesso modo con mia madre Silvia. Le raccontai cosa era successo tra il mio amico e la sua genitrice e desideravo un premio analogo ma Silvia mi diede il due di picche, precisando che se Ramona era così disponibile, potevo rivolgermi a lei per ricevere certi appagamenti. Presi il suggerimento in parola e trovai Ramona estremamente disponibile al punto che me lo leccò, gliela leccai e poi trombammo. Ramona, la pocellina, pronta ad appiccare il fuoco, mi suggerì maliziosamente di riportare tutto a mia madre che, entrando in competizione e in gelosia, probabilmente avrebbe ceduto. Mi presentai da Silvia dicendole di essere andato a segno con Ramona. Suggerì a mia madre che si stava perdendo il meglio della goduria. A quel punto, Silvia precisò di non voler passare per una madre di serie B che non dà soddisfazione al figlio e così trovai il momento giusto per andare in camera da letto e ingropparla come si deve, a cavalcioni, di fianco e a candela. Altro che serie B, la Champions League proprio! E, alla fine, le schizzai copiosamente dentro. Bhè, se Roger ha ricevuto una gratificazione, dopo la laurea, io l'ho ricevuta doppia perchè mi sono fatto entrambe le signore.
Calde al Call center
Mi chiamo Karin. Ho sempre adorato le donne anche se gli uomini mi corteggiavano. In quel periodo uscivo con Peter ma non ero troppo interessata a lui. Quella serata stava per scadere nella noia, se non mi avesse portato a cenare nel locale di sua sorella Viviana. Quando la vidi così gnocca, in raffinate calze autoreggenti, persi la testa e mi fiondai subito da lei. Tra noi ci fù subito chimica. Dimenticai Peter ed andai a lesbicare all'interno della struttura con lei con tanto di baci, leccate reciproche di fica, passerete strofinate, e orgasmi deliziosi. Nel frattempo cercai di andare a lavorare in un call center. Scoprì che Sonia, una mia conoscente, avrebbe fatto pure lei la centralinista lì. Quando ci incontrammo e le spiegai che in quel posto ci stavano solo ragazze, mi guardò con aria scettica rivelando di essere stata coinvolta in una lesbicata da una sua amica. Anch'io le parlai della mia esperienza. Sonia mi piaceva e pensai bene di approcciare con lei proprio il primo giorno di lavoro al Call Center. Mi intrufolai sotto la scrivania e cominciai a massaggiare i suoi piedi. Poi, passai a leccare la figa. La direttrice mi cercava invano mentre altre due colleghe che avevano capito la situazione, ci coprirono. Alla fine, in prossimità dellla pausa pranzo, restammo da sole e potemmo finalmente lesbicare alla grande leccandocele come matte e finendo pure a 69. Bhè, dopo quegli amplessi, credo che Sonia si sia convinta che è stupendo farlo tra donne.
lunedì 7 aprile 2025
Perseverando nella trasgressione
Trasgredendo troppo
Mi chiamo Rosaria. Dopo la separazione, rimasi a casa con mio figlio Manuel. Ogni volta che tornavo dal lavoro, lui era pronto a spiare mentre mi spogliavo e poi a sbirciare pure in doccia. Questo comportamento, seppur discutibile, mi dava l'idea di quanto ci tenesse a me. Ma questo sottile gioco, col passare del tempo, degenerò. Lui era bravo a spiare e a segarsi senza farsi beccare con l'uccello in mano, per intenderci. Un giorno, decisi di seguirlo subito in camera, senza fare la doccia per coglierlo sul fatto. Lo trovai disteso sul letto, nudo, che fingeva di dormire. Quasi per stuzzicarlo, glielo presi in bocca e lo spompinai. Sapevo che lo desiderava da tempo e questo "piccolo" regalo ero disposta a concederlo. Ma dopo la succhiata, lui si eccitò a mille e mi leccò il seno, oltre a sgrillettare la fica. Dopodichè, me la leccò. E lì persi i sensi. Sapevo quanto fosse sbagliato ma l'eccitazione superava di gran lunga la vergogna. Il porcello approfittò di quell'occasione per trombarmi ed io non seppi resistergli. Non durò a lungo ma fu molto intenso e lui mi sborrò copiosamente sul culo.
Occhio per occhio
Mi chiamo Christine. E pensare che non mi dava alcun fastidio che Olly, il mio ragazzo, frequentasse un amico gay di nome Paolo. Olly era stato sempre categorico con lui: solo amicizia, niente di più. Eppure quel limite, nel loro rapporto, venne superato. Paolo riuscì a sedurre il mio fidanzato con un massaggio. In tal modo, lo fece spogliare. Massaggiando il corpo, di riflesso, il cazzo del mio ragazzo divenne duro e Paolo glielo smanetto', prima di utilizzare sapientemente la lingua sulla cappella. Li spiavo osservando il pene che reagiva agli stimoli della lingua. Paolo offrì il suo buco intimo e Olly era così eccitato da approfittarne. I due cominciarono a scopare. Paolo stava a cavalcioni su Olly, dondolandosi su' e giù. Ma poi, il passivo richiese di essere "infornato" a pecorina. Olly, gasato, riempì completamente il buco dell'amico fino a fargli sentire lo struscio delle palle sulle natiche. Il ritmo incalzò sempre più. Ero sconvolta per il tradimento del mio ragazzo ma eccita, al tempo stesso, per il modo passionale con cui scopavano. La sborra schizzò copiosa sul buco del culo di Paolo, sugellando l'estasi di quel rapporto insano. Non potevo tenermi le corna, dovevo ricambiare. Pensai subito ad uno spasimante che avevo sempre tenuto a distanza e respinto, tale Walter. Non mi piaceva tanto di viso ma andava bene per pareggiare i conti. Bisogna riconoscere che ha un gran cazzo. Si meravigliò che avessi cambiato idea e io gli spiegai il motivo. Mi prese anche un po' in giro, disse che il mio ragazzo era stato originale nell'andare con un maschio. Tra una parola e l'altra, il suo cazzo divenne durissimo. Mi leccò la figa, glielo ciucciai e poi lasciai che mi sbattesse perbene. Dopo essermi a lungo negata, aveva tutto il desiderio di affondare come si deve e a lungo nelle mie carni prelibate. Mi schizzò di sborra in faccia, consapevole che avrei avuto ancora avuto bisogno di lui.
venerdì 4 aprile 2025
Notte di fuoco tra bionde curiose
Mi chiamo Eveline. Conducevo una vita tranquilla, senza grilli per la testa. Seppur sposata, ho sempre avuto un debole per le donne ma a livello di fantasie, peraltro mai realizzate. Mio marito era fuori per lavoro. Verso le tre del pomeriggio, bussò un'avvenente signora alla porta. Si chiamava Emanuela, disse di lavorare per conto di un'agenzia immobiliare. Voleva sapere se si vendessero case nei dintorni e io le risposi di non conoscere esattamente la situazione. Avrei potuto salutarla e non sarebbe successo nulla, invece mi venne l'idea di farla entrare in casa. Lei mi sorrise e si accomodò. Dopo avermi fatto i complimenti per l'appartamento, ci sedemmo sul divano e cominciammo a parlare del più e del meno bevendo il thè. Il tempo volò, si fece quasi sera, alchè io le chiesi di restare a dormire da me per evitare brutti incontri, dato che mio marito, oltretutto, non c'era. Quella donna mi piaceva un botto e notai di non esserle indifferente. A un certo punto, ci baciammo. Lei mi baciò il collo, il petto, ero bagnata assaporando un incontro che avevo sempre sognato. Mi leccò il seno, poi fui io a farla spogliare. Aveva un pantalone e la camicetta rossa e sotto l'intimo bianco. La sgrillettai. La stuzzicai con le dita, mentre lei stava sul divano a cosce aperte. Poi passai all'uso accurato della lingua per farla impazzire di piacere. Poi la feci girare, in modo da sditalinarla da dietro, mentre le baciavo sensualmente il culetto. Quel trattamento prolungato, la portò beatamente all'orgasmo. Poi, lei si mise al mio fianco e cominciò a tormentarmi con le dita infilandole dentro ma sditalinando pure freneticamente. Dopo un pò, esplosi in un amplesso favoloso. La invitai a seguirmi in camera da letto. Lì avremmo dormito ben poco, impegnate a fare il bis. Si può dire che il divano fu solo il preliminare, nel letto scoprimmo il piacere dei 69 e delle fiche strofinate, godendo come pazze fino all'alba. Mi confidò di aver scopato con parecchi uomini, tramite il suo lavoro, ma di non aver mai provato con le donne. Insomma, fu una stupenda notte di passione per entrambe. Peccato che la mattina seguente andò via e non la vidi più. Spero tanto che, un giorno o l'altro, bussi di nuovo alla mia porta, in modo da rivivere quelle sensazioni idilliache. Magari per lei è stata solo un'avventura ma per me molto di più.
Ossessionata dalla figlia
Mi chiamo Emanuela. Mia madre Sandra è una gran bella donna e si porta giovanile. A volte, ci scambiano per sorelle addirittura. Detto ciò, bisogna constatare che lei è infatuata di me. E' stata sempre possessiva nei miei confronti ma dopo la separazione con mio padre, ancor di più. Non voleva che i ragazzi si accostassero a me e odiava quando mi scrivevano zozzerie tramite messaggistica cellulare. Quel periodo frequentavo Fulvio e mia madre beccò le chat erotiche tra di noi e andò su tutte le furie. Disse che dovevo restare in punizione, quel giorno. La sua era una tattica per approcciarmi. Inginocchiata alle mie spalle, allargò le natiche, apprezzando le mie fessure. Me la leccò di brutto in cucina. Era inevitabile godere. Io cercai di ricambiare sul divano, anche se mi sembrava una porcata quella situazione "poco pulita" tra madre e figlia. Lei continuò a leccarmi e a fistarmi energicamente mentre mi stringeva leggermente il collo per aumentare il piacere. Sbrodolai come una maiala per la sua immensa gioia. Mi aveva quasi convinta a non vedere più Fulvio ma un desiderio di incontrarlo restava ancora. Dopotutto, non ero abituata alle donne, tantomeno con una parente così stretta. Ma Sandra mi dimostrò che Fulvio non aveva intenzioni serie. Li trovai mentre lei lo faceva schizzare con la bocca e lui mi sminuiva con l'intenzione di poter rivedere mia madre. Sandra, in quel frangente, disse che se l'era scopato per il mio bene, per farmi aprire gli occhi e capire che non si trattava della persona giusta. Ci credetti per mesi, mesi in cui io e lei lesbicammo da paura. Poi, un giorno, forse stufa di tenere dentro il segreto, Sandra rivelò di aver stabilito una specie di patto con Fulvio secondo cui mi sarebbe stato lontano in cambio di sesso con lei. Insomma, dopo uno strip,lo aveva spompinato in via preliminare concedendo poi la fica per la penetrazione e, alla fine, c'era stato il pompino conclusivo con sborrata in bocca, la scena vista dalla sottoscritta. Bhè, Sandra ha plagiato quel tipo, che però non era un santo e, probabilmente, ha plagiato anche me. Mi ha ingannata, indubbiamente, ma anche riempita di attenzioni e di enorme piacere per cui non posso fare altro che perdonarla. Dopotutto è mia madre e lecca la patata alla grande!
mercoledì 2 aprile 2025
Il marito voglioso di mia sorella
Mi chiamo Nadia. Mia sorella Tania sposò Giacomo ma lui non è mai stato realmente innamorato di lei. Tania è fissata col lavoro e ha sempre messo in secondo piano le esigenze del marito. Giacomo mi guardava con estremo interesse ed io cercavo di fare finta di nulla. Un bel giorno, restai a dormire a casa loro. La mattina seguente, Tania si affrettò per correre al lavoro pregandomi di pensare al marito, casomai avesse bisogno di qualcosa. Quella mattina, Giacomo cominciò a menarselo appena mi vide. Era da tempo che mi desiderava. Volevo solo aiutarlo a star meglio con una sega, niente di più. Glielo smanettai, lui intanto mi riempiva di complimenti. A un certo punto si mise sopra di me per godersi di più la sega, o almeno così credevo. In realtà voleva solo trovare il momento adatto per spogliarmi e buttarmelo prontamente nella figa. Scopammo sul lettone focosamente. Quando I tempi si allungano, I rischi aumentano. Non ci rendemmo conto che Tania era tornata a casa. Sentì le mie urla di piacere dal corridoio e mi trovò piena di sborra in faccia, quella che lui mi aveva appena schizzato. Lui rimase in silenzio mentre tra me e lei nacque una lite furibonda. Me ne disse di tutti i colori ed io risposi che trascurava il marito. Per un po' non ci parlammo. Poi, io mi presi totalmente la colpa dell'accaduto. Dissi di essermi invaghita di lui, mentre le cose stavano esattamente al contrario, e lo feci solo per cercare di salvare il loro matrimonio. Insomma, lui volle chiavarmi a tutti i costi ma io passai per puttana, più di quanto realmente non sia. Una puttana pentita per riconquistare l'amore perduto della sorella. Dopo tanto tempo, io e Tania abbiamo finalmente fatto pace ma quello stronzo di Giacomo continua a desiderarmi e a inviarmi messaggi espliciti da una SIM segreta.
Lesbichette alle prime esperienze
Mi chiamo Matilde. Da studentessa ero spesso vogliosa ma mia madre non mi permetteva di studiare in compagnia di ragazzi e così mi toccava andare tutti i giorni a casa della mia migliore amica Rosalba. Anche lei aveva lo stesso problema. Sua madre, ancora più intransigente della mia, non le permetteva la frequentazione di ragazzi, timorosa che la mettessero incinta. Quel giorno, Rosalba mi guardava in modo strano, mi sorrise e poi chiusa la porta della stanza a chiave. Mentre studiavamo, fece riferimento alla possibilità di sfogare la libidine tra donne. Ero scettica ma, come si suol dire, la fame fa uscire il lupo dal bosco. Iniziò a toccarmi il seno da dietro e mi eccitai. Disse che ci avrebbe pensato lei e mi leccò un pò la figa sul letto. Io però non fui in grado di ricambiarla, avevo ritrosia a leccare la patata e così lei suggerì di metterci una di fianco all'altra e di sditalinarci a vicenda. Quei meravigliosi tocchi reciproci portarono entrambe all'orgasmo. Subito dopo bussò alla porta sua madre, turbata perchè stavamo da oltre due ore chiuse lì dentro. Rosalba la tranquillizzò affermando che avevamo bisogno di concentrazione per studiare.
Sensi di colpa fatali
Mi chiamo Diana. Mi piacciono gli uomini ma anche le donne. Forse fu proprio questa mia passione per le femmine a decretare la fine del mio matrimonio. Non sono una santa ma tutto si complicò quando ebbi un rapporto occasionale con Miriam, una ragazza che lavorava al Centro per l'impiego. Quel giorno ero particolarmente vogliosa e lei rispose al richiamo del sesso. Limonammo, ce le leccammo, usammo i dildo e lei mi scopò pure con lo strap-on. Quando mio figlio Claudio mi parlò delle sue difficoltà amorose, menzionando un'operatrice del Centro del lavoro, capì subito che si trattava di Miriam. Lei lo mollò, dato che con me aveva valorizzato la passione per le donne. Mi sentivo tremendamente in colpa e non avevo il coraggio di raccontare la verità a mio figlio. Ne parlai con le mie amiche, quando ci scambiammo i regali di Natale. Anche loro sono separate. Quando ci riuniamo, beviamo champagne e facciamo le zoccole. Quel giorno c'era anche la nipote di una di loro, una carina ma un pò mascolina alla quale piace scoparsi le donne più grandi (lo ficcò dentro a me e ad un'altra). Sostanzialmente, ci regalammo dildo e roba intima a vicenda. In quell'atmosfera torbida, spiegai il mio problema alle amiche e loro, perversamente, suggerirono che avrei potuto scopare con mio figlio per risolvere i suoi problemi di solitudine, nonchè di mancanza di passera. Non diedi troppo peso a quelle affermazioni, buttate in mezzo così, nel pieno di una sbronza collettiva colossale, senza immaginare che potessero contenere un fondo di sottile verità. Ero sempre stata contraria a certe pulsioni. Riprendevo mio figlio quando mi spiava nuda in bagno, ritenendo sbagliati certi atteggiamenti. Ma quei sensi di colpa, sapere che ero stata io la causa della sua relazione con Miriam, mi rese più fragile e anche più puttana. Gli dissi che volevo aiutarlo e lui mi tolse subito la maglia e mi leccò i capezzoli. Capì di aver innescato un meccanismo infernale. Mi chiese solo un pompino ma sapevo che non si sarebbe mai accontentato. Dopo poche succhiate, stavamo già scopando praticamente in tutte le posizioni. Lui stesso si domandava come mai ci fossi stata così agevolmente ed io mi sentì di vuotare il sacco e dire la verità. Ammisi di essere stata con Miriam. Lui non si incazzò tanto ma sostenne che dovevo rimediare io alle sue mancanze. Ci facemmo davvero una bella chiavata e lui mi sborrò copiosamente in faccia. Mi sentì davvero una sgualdrina. Ma lui era dannatamente carico, voleva godere ancora. Riprendemmo a scopare. Stavolta me lo mise pure dentro al culo, voleva possedermi totalmente. Godetti come una troia, ben conscia di quanto fosse sbagliata quella situazione. Mi venne sul collo, poi pretese che facessimo la doccia insieme. L'acqua calda e il sapone non avrebbero certo lavato i miei peccati. Spero sempre che trovi una ragazza e dimentichi di soddisfare la propria madre ma per ora non c'è nessun altra e a concedergli i buchi sono sempre e solo io!
martedì 1 aprile 2025
L'imprenditrice di successo
Mi chiamo Miranda, sono un'imprenditrice di successo. Gestisco un'agenzia di modelle e una casa discografica, tra le varie attività. Le mie giornate si svolgono quasi interamente tra le donne, che amo particolarmente. Bhè, ad esempio c'è Sara, la fotografa bionda, una tipa molto affascinante. Quando mi porta a vedere i suoi scatti lesbo, di solito mi si bagna sempre la figa. Ricordo ancora con piacere quel giorno in cui venne in Ufficio quando c'era pure Matilde, la segretaria (una delle tante che ho). Guardando le foto hot, finì ben presto con Sara sul divano a limonare e Matilde si fiondò subito a leccare la patata della bionda. Eh si! La bionda ricambiò adeguatamente, slinguazzando la segretaria che, a sua volta, la leccava a me. Io e Sara venimmo, ma come lasciare insoddisfatta la povera Matilde. Io e la bionda provvedemmo in tandem a soddisfarla facendo saettare contemporaneamente le lingue calde nella vagina. Dopo quell'incontro, Sara mi chiese la cortesia di attenzionare il cugino, tale Lucio Labbri, chitarrista. Incontrai Lucio alla casa discografica. Mi sembrò un giovane simpatico, fissato con le chitarre. Non potevo immaginare che fosse gay! Quando cominciai a succhiargli il cazzo, era ormai troppo tardi per fermarsi e poi la fica mi prodeva troppo. Gli feci un grandioso pompino e il povero giovanotto, in forte imbarazzo, eiaculò copiosamente nella mia bocca da maiala. Bhè, fu gratificamente sapere che ero l'unica donna ad avergli dato piacere intimo nel corso della sua vita. Gli dissi che avrei ascoltato le registrazioni dei brani. Sembrava in gamba quel tipo e poi non avrei mai rifilato una scortesia a Sara. Decisi di stipulare un contratto. Naturalmente, io sono l'unica donna e sua manager che può fargli pompini, sia ben inteso. Come dicevo ho svariate segretarie. Anche Giulietta è molto carina, volevo che mi dimostrasse la sua totale devozione e così le dissi di spogliarsi in ufficio e leccarmela. Sorprendentemente, quella troia ci sapeva proprio fare, leccava a meraviglia. E poi finimmo pure a 69, baci e ditalini reciproci. Non posso proprio pretendere nulla di più da lei. Del resto, non scelgo mica le segretarie per le loro capacità tecniche sul lavoro, si arrangiano tutte, più o meno, tra fotocopie, centralino e office. Eh no, le scelgo per le loro abilità linguistiche. LE lingue? Nooo! Che cosa avete capito, che importa dell'inglese, del francese etc..., mi interessano le loro abilità innate di leccapatate!
Il supporto pieno della madre
Mi chiamo Valeria. Con i ragazzi non mi sentivo molto sicura per cui chiesi consigli a mia madre Caterina. Volevo far colpo su Daniele ma non lo vedevo completamente preso dalla sottoscritta. Mia madre mi spiegò che dovevo essere più sexy, disinibita, più puttana e brava ai fornelli, insomma, per conquistare un uomo. In cucina, mia madre testò la mia sfacciataggine chiedendo di essere leccata. Mi inginocchiai e lo feci. Mi piacevano le sensazioni torbide che trasmetteva. Mentre inviavo dei selfie a Daniele, lui mi chiese pure le foto nude di mia madre e lei disse che potevo inviarle. Invitai Daniele a casa il giorno seguente. Mentre stavo per cominciare l'intimità con lui, piombò mia madre in camera da letto. Prese la mia mano e la portò sul cazzo del ragazzo per mostrare come dovevo segarlo. La presenza di Caterina mi imbarazzava, ma mi eccitava al tempo stesso. Con l'incoraggiamento materno, presi a sbocchinare Daniele ma, a un certo punto, glielo succhiò lei! Ero incredula nel vedere mia madre che spompinava Daniele ma lo trovai eccitantissimo e lui godeva come non mai. Daniele mi leccò la figa, poi cominciò a scoparmi. Era stupendo cavalcare. Arrivai all'orgasmo mentre mia madre mi leccava sapientemente il buco del culo. Daniele era durissimo e deciso a fottersi pure la mia bella genitrice. Se la ingroppò da dietro con il mio stupore. Poi continuarono a cavalcioni, poi di nuovo da dietro e infine a missionaria. Nel frattempo, ove possibile, leccavo e toccavo la figa di lei che cercava di ricambiare. Le stantuffate di Daniele, a ritmo incalzante, fecero arrivare Caterina. Lui stava per scoppiare. Gli passai la lingua lungo l'asta, poi prese a smanettarselo da solo come un pazzo finchè ci sborrò in bocca. Chiaramente, con un zozzo precedente del genere, il triangolo si ripetette più e più volte. Caterina è così troia che se lo fece piazzare perfino nel culo! E ho detto tutto! Bhè, ho sempre pensato che lei è la sua preferita però poco importa, in fin dei conti. Sò solo che in tre chiaviamo e godiamo come pazzi. Naturalmente a cucinare ci pensa Caterina, visto che io sono negata. Ma, almeno nel sesso, sto facendo progressi!
Le attenzioni dalla persona giusta
Mi chiamo Ada. Sono attratta dalle donne e ho buona confidenza dialogativa con gli uomini. Un conoscente, di nome Gervaso, mi confidò di essere intrigato dagli uomini. Probabilmente non avrei fatto nulla, se lui fosse stato single, ma siccome era fidanzato con Ilenia, una grandissima gnocca, leggermente più giovane di me, pensai bene di avere tra le mani l'occasione di trarre vantaggio dalla situazione. Invitai a casa Gervaso, promettendogli di presentargli un aitante maschio di colore. Delko arrivò poco dopo. Gervaso era imbarazzato ma curioso di succhiare il cazzo dell'uomo che non attendeva altro. Dopo il succulento pompino preliminare, Delko chiavò il culetto di Gervaso alla pecorina, a missionaria e in altre svariate posizioni che lo portarono ad eiaculare copiosamente nella bocca del passivo. La trombata si svolse interamente nella cucina. Durante il loro approccio, ne approfittai per scattare delle foto ed inviarle beffardamente alla povera Ilenia. Alcuni giorni dopo, quando venne a trovarmi, le chiesi se avesse visionato le foto. Rispose di essere sconvolta e di non riuscire a spiegarsi come fosse accaduto. Inoltre, si chiedeva perchè io non avessi fermato quel rapporto. Risposi che quei due erano troppo presi dalla passione. Ovviamente, non avrei interrotto o ostacolato quella scopata in alcun modo, dato che girava a mio favore. Dissi ad Ilenia che l'avrei consolata io. Ci trovavamo nel bagno, quando le accarezzai il culo riempendola di complimenti. Poco dopo, leccai la passera da dietro finchè lei se ne venne. Precisò di nona spettarsi le mie avances ma, intrigata dalla situazione, mi leccò la figa alla grande mentre me ne stavo appoggiata a cosce aperte su un mobiletto. Raggiusi anch'io l'orgasmo, bello profondo. Dopodichè, presi a sgrillettare lei con le mani, procurandole ulteriore piacere. Bhè, adesso io e Ilenia abbiamo approfondito bene la conoscenza, mentre Delko continua a castigare Gervaso. A ciascuno il suo!
lunedì 31 marzo 2025
Cattivi pagatori
Mi chiamo Santino. Lavoro per conto di Don Carmelo, un uomo senza troppi scrupoli. Chiedere dei prestiti e non restituire le somme, comporta sempre un rischio, specialmente se si ha a che fare con persone di mal affare. Don Carmelo si mise in testa di punire i "ritardatari" dei pagamenti in modo singolare, non con lesioni fisiche ma in maniera più umiliante, inculandoli. Andavo io a ricordare a queste persone di onorare gli impegni presi. Tra i vari, ne ricordo due, il primo Don Franco il ferramenta, un tipo coi baffetti. Anche quel giorno, disse di non avere disponibilità di liquidità. E allora gli dissi di inginocchiarsi e mi fece un bel pompino. A cazzo duro, glielo misi nel culo a pecorina. Urlava di dolore ma godeva nel contempo. Quando gli schizzai sul corpo, mi sorrise addirittura. A Don Peppe, l'imprenditore edile, lo impalai a candela, ricordo che gli schizzai dentro. Questo non bastò a cambiare i loro atteggiamenti. Don Carmelo mi suggerì di mandare un segnale più forte e inculare pure le rispettive consorti. La moglie di Franco, Bianca, era una gran bella cavalla bionda. Me lo feci leccare, poi la inculai a pecorina, a candela e a missionaria. Soffriva e godeva, la zoccola, proprio come il marito. Le sborrai copiosamente in bocca, poi il seme colò pure sulle tettone. La moglie di Peppe era più snob, una bella troiona in autoreggenti. Le strappai le mutandine e le ficcai un bel dito nel culo come antipasto. Mi fece una pompa, prima che la inculassi a candela. Poi, le schizzai tra le tette e in bocca. Bhè, sembra che queste persone subiscano l'umiliazione, senza mettere mano al portafoglio. Inculai più e più volte sia i mariti che le mogli. Il loro disappunto iniziale, si trsformò sempre più in piacere sfrenato. Attendevano quasi con ansia che arrivassi per riempire i loro buchi. A me sarebbe potuta anche andare bene, ma non certo al sig. Carmelo, che non vedeva mai rientrare i propri soldi. Capì che intendeva passare al metodo classico, minacce con armi da fuoco. Non potevo permettere che arrivasse a tanto. Li inculai tutti e 4 un'ultima volta, poi suggerì loro di fuggire, per non farsi trovare. Infondo, non sono così cattivo, vi pare?
venerdì 28 marzo 2025
Profondi piaceri anali
Mi chiamo Marika. Forse devo al mio ex ragazzo Mirko il merito di essermi sciolta alla grande sul piano sessuale. Accecata dall'amore, non vedevo la sua scarsa inclinazione verso le donne. In più, ci si mise di mezzo un tipo strano, detto il "Santone" che stregò letteralmente Mirko. Insomma, stava sempre dietro a quell'uomo. Dai suoi amici più stretti, seppi che il Santone si sbatteva il mio ragazzo e lo faceva godere talmente tanto che quest'ultimo arrivava all'orgasmo direttamente con la penetrazione. Sconvolta, consultai un terapeuta, il dr. Carlo, che mi convinse che non dovevo interferire in quella situazione. Il suo fascino mi portò ad avere con lui un bollentissimo rapporto intimo in cui quell'uomo mi ruppe letteralmente il culo. Estasiata, lo feci spruzzare sulle mie tettone. Gasata dalla situazione, andai a trovare gli amici stretti del mio ragazzo ed ebbi con loro un focoso approccio in doppia penetrazione, beccandomi poi la loro copiosa sborra in faccia. Bhè, dopo queste esperienze, cominciai a comprendere molto meglio le esigenze del mio ragazzo, la sua voglia di farsi sfondare il culo perchè, quando ho provato il rapporto anale, sono venuta pure io!
Torbida manipolatrice
Mi chiamo Miriam. Frequentavo Aldo, un uomo ricco che si era da poco lasciato con la moglie. Nonostante l'uso diffuso di lingerie sexy e tacchi, mi resi conto di non attrarlo al massimo. Alla fine, mi rivelò di essere attratto dalla bella e giovane figlia bionda, di nome Monica. Sul momento rimasi sconcertata ma, riflettendo, pensai che "aiutarlo" con la figlia mi avrebbe portato benefici. La spiammo mentre stava nella vasca da bagno. Le andai a parlare io, con la scusa di porgerle la tovaglia e intanto la stimolai con una leccatina di capezzoli. Le dissi che il padre voleva parlarle. Quando giungemmo in camera da letto, l'uomo ci aspettava nudo. Fu facile spingere la ragazza a fargli un succulento pompino. Poi, lui si mise a leccare la fica della figlia mentre io gli succhiavo il cazzo. Poco dopo, i due cominciarono a scopare a candela, poi di fianco. L'uomo era riuscito nell'intento con la mia complicità e a me non dispiaceva affatto. Inoltre, la figlia, che inizialmente mi odiava, si mostrò molto più dolce nei miei confronti. Le leccai la topa, prima che il padre se la montasse a cavalcioni. Il momento era estasiante, lui arrivò all'orgasmo mentre sditalinavo lei. Proprio in quel frangente, piombò in casa, a sorpresa, Serena, la moglie di Aldo. A quanto pare, aveva nostalgia del marito, dopo essersi lasciata col suo spasimante. Era difficile giustificare la situazione in cui ci beccò ma io spiegai che lui cercava un ricongiungimento con la figlia, in attesa del ritorno della moglie, mai dimenticata. Lo feci per aiutare lui e per i miei comodi, ovviamente. Litigi, denunce e robe varie, avrebbero solo dilpidato i capitali di famiglia e lui mi avrebbe ringraziato adeguatamente. Serena capì che mi sarei fatta da parte, mi vide quasi come un'amica, al punto che fui complice della ritrovata passione tra moglie e marito. Lei lo spompinò, lui le leccò la figa, mentre io la tenevo allargata e poi i due scoparono come ai vecchi tempi. La sega finale di Serena lo fece sborrare e gli schizzi giunsero fin sulle mie autoreggenti. Aldo e Serena, in qualche modo, si ritrovarono ma lui, di nascosto, gradiva sempre castigare la figlia. A quel punto, mi occupai io del fidanzato della ragazza, Davide, che era rimasto a corto di passera. Andai direttamente a casa sua, gli spiegai che Monica saltava sul cazzo paterno e così me lo scopai io. Gli feci un bel pompino, poi mi leccò la fica e dopo cominciammo a trombare. Avevo qualche dubbio a instaurare una relazione con una donna più grande ma di sicuro gli piaceva la mia patata. Eh si, la gradiva tanto che mi schizzò abbondantemente sulle tettone. Con le generose elargizioni di Aldo, e il cazzo di Davide non posso proprio lamentarmi. E pensare che credono che io sia altruista.