Mi chiamo Carol. Tutto ebbe inizio quando mio padre Adolfo portò mio fratello Giacomo in gita sulla neve. Volevo seguirli ma papà rispose che, dato il rischio, seppur remoto, di valanghe, non sarebbe stato prudente che andassi insieme a loro. Credevo che si recassero a sciare ma, poco dopo, scoprì la verità. Rimasi da sola in casa con mia madre Candida. Capì subito che voleva approcciarmi e non mi dispiacque affatto. Quando manifestai la mia preoccupazione di essere scoperta da Adolfo, lei mi tranquillizzò spiegando che il loro matrimonio, specie a livello sessuale, era praticamente finito e che entrambi avevano convenuto di provare interesse omosessuale per i figli. Insomma, dovevano trovare il modo di farlo recepire a me e a mio fratello ed il miglior modo era quello di separarci. Io e mia madre ci baciammo e lesbicammo. Le leccai la figa e lei mi mise le dita dentro. Ci regalammo orgasmi a vicenda davanti al camino. Intanto, quei due non stavano certo sciando. Giacomo stava comodamente inculando mio padre in un motel dopo che si erano reciprocamente spompinati. Quando rientrarono a casa, dopo una settimana, tra noi membri della famiglia, si incrociavano sguardi di ipocrisia e vergogna ma facemmo finta di nulla, ci sedemmo a tavola come al solito. La vita continuò a scorrere più o meno come prima, salvo il fatto che, di tanto in tanto, ci chiudevamo in camera da letto a coppie, secondo i già citati gusti, per appagare le voglie. Questo andazzo continua tutt'ora ed ho paura ad avvicinarmi ad un ragazzo perchè non voglio che scopra i legami torbidi presenti all'interno della mia famiglia particolare.
venerdì 5 dicembre 2025
mercoledì 3 dicembre 2025
La terza incomoda
Mi chiamo Marcella. Mi trovai coinvolta in una vicenda trasgressiva che mai avrei immaginato di vivere. Consideravo Samuel un ragazzo speciale e mi stavo pian piano innamorando di lui, al punto che accettai un invito a casa sua, credendo che fossimo da soli. L'atmosfera cominciò a prendere una strana piega quando trovai un dildo sul letto, nonchè le foto di una donna nuda sulla sua macchina fotografica. Mi spiegò che entrambi appartenevano alla sorella Viviana. Pensai che fosse una porca ma niente di più. La situazione degenerò quando entrò la donna in camera. Non ci feci caso subito, perchè stavo girata, con lui che mi leccava da dietro. In pratica, si diedero il cambio e cominciò a slinguazzare lei, presentandosi nel contempo. Mi trovai spiazzata ma assecondai gli eventi, anche perchè lei leccava davvero bene. Poi, restai sconvolta quando vidi che lei interagiva con lui accarezzandogli il pene e ponendo la lingua sulla cappella. Le detti della porca ma lui ci tenne a spiegare il motivo per cui erano finiti in quel modo. Mi raccontò che Viviana doveva sposarsi ai tempi del covid. Il ragazzo, però, l'aveva mollata. Rimasti da soli nell'abitazione (i genitori non li avevano) lui aveva cercato di consolare lei ma, dagli e dagli, ed erano finiti a letto. Ovviamente, quella confessione non mi parve sufficiente come giustificazione per un incesto. In più, mi prese la gelosia quando vidi che si baciavano con passione. Ma ormai ero lì e finì nel loro gioco. Viviana mi leccò la fica mentre lui se la scopava da dietro. Poi, la leccai io a lei, mentre lui scopava me. Io e Viviana ci mettemmo a 69, con lei sopra. In realtà, il cazzo finì più in bocca a me che nella fica di lei e gli leccai perfino le palle. Mi sborrò in bocca, lei si girò e venne a condividere il seme con un bacio, mentre lui ammirava soddisfatto la scena dopo aver goduto. In pratica, mi fecero capire che potevo essere l'amante di entrambi e non certo la ragazza esclusiva del fratello. Per un periodo accettai la situazione, poi non ce la feci più ad essere la terza incomoda. Tuttavia, devo ammetere che quei triangoli furono piuttosto eccitanti.
Seguendo le inclinazioni
Mi chiamo Martina. Frequentavo un ragazzo di nome Marco. Lui non era il classico maschio alfa, o almeno non tanto. Ricordo che voleva fare l'amore senza protezione ed io dicevo di no per cui lui si accontentava di baciarmi e poi mi pregava di scoprire le tette per segarsi. Un giorno, decisi di dargliela in auto senza usare il profilattico. Tenevo la minigonna. Mi misi a cavalcioni sopra di lui che infilò l'uccello dopo aver scostato le mutandine lateralmente con le dita. Il rapporto durò poco e, cosa peggiore, Marco eiaculò dentro la mia vagina! Temevo di essere rimasta incinta. Non volevo parlarne con mia madre, così andai a casa di una vicina, Vanessa, che fa la dottoressa. La conoscevo solo di vista, dato che ci incrociavamo, a volte, sulle scale del palazzo. Si trattava di una donna molto affascinante che sprizzava sensualità da tutti i pori. Ad ogni modo, lei mi disse di presentarmi nella sua clinica il giorno seguente per un controllo. Più che una visita medica, diventò una visita erotica. Vanessa era una tipa curiosa, mi chiese del fidanzato, di come lo avevamo fatto. Probabilmente, con qualcun altro non mi sarei confidata ma il suo charme mi avvolse totalmente. Mi ritrovai presto le sue mani addosso, nelle zone intime ma ciò poteva confondersi con un test medico. I dubbi vennero fugati poco dopo, quando mi baciò ed io corrisposi il bacio. Disse che non portava le mutandine sotto il vestito e infatti era vero. Con disinvoltura mi spinse la testa in giù in modo che mi abbassassi per leccargliela. Non l'avevo mai fatto ad un ragazzo, figuriamoci ad una donna! Ma l'atmosfera era troppo eccitante ed io acconsentì alla richiesta trasgressiva. Come si suol dire, l'appetito vien mangiando, trovai la pratica piacevole e continuai a leccargliela. Poi lo fece lei a me, a pecorina, e mi leccò pure il buco del culo. Intanto, parlavamo del mio ragazzo. Le raccontai del legame morboso che Marco teneva con gli amici, soprattutto con un tipo di nome Matteo. Vanessa mi fece notare che tra loro poteva esserci più di una semplice amicizia. Lo trovavo difficile da comprendere perchè non riuscivo a concepire il mio ragazzo coinvolto intimamente con un maschio. Ma Vanessa insisteva, diceva che io avrei potuto rappresentare l'ago della bilancia in modo che i ragazzi finissero uno tra le braccia dell'altro. Tutto ciò sarebbe convenuto anche a lei, dal momento che, togliendo di mezzo Marco, sarei diventata totalmente sua. Infondo, non ero poi così innamorata di Marco per cui presi piuttosto sul serio le parole e le indicazioni della dottoressa. Nel frattempo, io e lei finimmo in uno stupendo 69, completamente nude, dove lei stava sopra ed io sotto. Consumammo le lingue a furia di leccare. Ad un certo punto, posai le mani sul suo splendido e poderoso culo, allargai bene le natiche e leccai senza sosta fino a sentirla arrivare. A me mancava ancora un pò: ci pensò lei, dopo il 69, frugandomi con le dita, durante un bacio, a farmi venire. In seguito, Marco mi contattò telefonicamente. Lo rassicurai sulla questione della gravidanza, affermando di non essere rimasta incinta. Dopo di ciò, mi disse di aver raccontato all'amico della scopata senza preservativo e che, sentendo i dettagli, Matteo si era eccitato parecchio mentre stavano da soli in auto. A quel punto, realizzai che la dottoressa aveva colto nel segno. Misi Marco a proprio agio, mostrandomi un'amica complice, più che una fidanzata possessiva. Quando mi spiegò di quanto fosse legato all'amico, e che si sarebbero rivisti, mi mostrai accondiscendente, non gelosa. Nel momento in cui Marco mi chiese come si sarebbe dovuo comportare, in caso di nuova eccitazione da parte dell'amico, entrai dritta a gamba tesa e risposi che avrebbe potuto calmarlo tranquillamente con un pompino. Confessò di averci già pensato ma, evidentemente, si creava problemi nei miei confronti. Con il benestare della sottoscritta, non ebbe più dubbi. Marco e Matteo portarono la loro amicizia ad un nuovo livello ed io, ormai, vado a trovare la dottoressa direttamente a casa sua, senza passare per la clinica.
martedì 2 dicembre 2025
Infornando la cameriera matura
Mi chiamo Mario. Quando mia madre assunse Carmela come cameriera, pensai subito che fosse una gran bella gnocca. Metteva sempre tacchi, gonna, calze e vederla girare per casa mi faceva decisamente arrapare. Ma non ebbi mai il coraggio di provarci, anche perchè mia madre stava sempre nei paraggi. Un giorno, però, mia madre dovette uscire per una commissione urgente ed io rimasi da solo in casa con Carmela. Non sapeva bene cosa dovesse pulire quel giorno, io preferì invitarla a sedersi vicino a me sul divano. Nacque, d'improvviso, una confidenza che non c'era mai stata prima. Mi parlò del suo compagno che andava con le donne più giovani. Si vedeva che si sentiva trascurata. Inoltre, si tolse il reggiseno da sotto alla maglia, affermando di avere caldo. Mi mostrò pure tutti i reggiseni che si portava dietro. Io cercai di tranquillizzarla, di farla sentire a proprio agio ed, in effetti, funzionò dato che mi mostrò le sue tettone e io mi ci fiondai sopra a succhiarle. Mi tolsi i pantaloni e la invogliai ad agire oralmente. Lei mi leccò la cappella, poi spompinò magistralmente, prima che io la mettessi a pecora per scoparla. Andai proprio in estasi ad entrare in quella fica calda vogliosa e disponibile. Si mise a cavalcioni su di me e io ne approfittai per rigirarglielo pure un pò dentro al culo. Poi, la sfondai a missionaria e di fianco per tantissimo tempo e percepì il suo orgasmo. Stavo per esplodere: le piazzai il pene tra le tettone infarcendole di crema calda. Lei se lo mise in bocca e succhiò in modo che fuoriuscisse fino all'ultima goccia di sborra. Mentre mi stavo rilassando, e lei si spalmava la "crema" sui seni, arrivò a sorpresa mia madre che, vedendo la scena, la insultò senza pietà. Cercai di difendere Carmela ma non ci fu nulla da fare poichè mia madre la licenziò in tronco. Peccato, ma quella scopata la ricorderò a lungo.
lunedì 1 dicembre 2025
Pratiche d'ufficio roventi con la collega
Mi chiamo Alfredo. In Ufficio ero solito visionare materiale per adulti. Un giorno, la mia bellissima collega, di nome Giuliana, scoprì i video porno sul portatile e si arrabbiò. Pensai di aver fatto una figura di merda colossale e che, come minimo, non mi avrebbe più rivolto la parola. Invece, piano piano, riuscì ad entrare in confidenza con lei più di quanto sperassi. Mi resi conto che Giuliana era vogliosa almeno quanto me. In realtà le propose di guardare quella roba insieme ma lei, dopo un pò, si annoiò e preferì passare alla pratica. Mi leccò la cappella ed io, per pronta risposta, le slinguazzai il buco del culo mentre rovistavo con le dita nella fregna. Mai e poi mai avrei immaginato di potermi fottere una donna così bella in tutte le posizioni e di poterla innaffiare perbene in bocca e sul seno. Ma gli imprevisti sono sempre nell'aria. All'improvviso arrivò il Capo che, teoricamente, non sarebbe dovuto rientrare in ufficio. L'uomo sgridò entrambi e si sorprese soprattutto del comportamento di Giuliana, che considerava una segretaria seria e diligente. Probabilmente, il direttore avrebbe licenziato entrambi per atti osceni sul posto di lavoro ma, fortunatamente, Giuliana trovò il modo di farlo ragionare propinandogli una bella sega che portò l'uomo ad eiaculare copiosamente e a calmarsi.
Viaggio di lavoro insidioso
Direzione cuckold
Mi chiamo Maria Laura. Credevo nella relazione univoca, ossia di doverla concedere solo a Simone, il mio ragazzo. Solo che lui, dopo alcuni mesi che ci frequentavamo, cominciò ad instillare nella mia testa delle idee particolari. Sembrava che, diversamente dai partner delle mie amiche, non fosse geloso degli altri uomini che mi mi prestavano attenzioni, sguardi, etc... ma che, piuttosto, provasse un grande piacere a riguardo. Pensai che le sue fossero soltanto fantasie, come, bene o male, quasi tutti abbiamo. E invece no! L'occasione per trasgredire la fece capitare quando mi condusse, a sorpresa, a casa del suo amico. Di solito guardavano insieme le partite ma non mi portava mai da lui. Cominciammo a giocare a carte dopo aver bevuto qualcosa insieme. Capì subito che Walter era un porco. Sfortunatamente (oppure no, dipende dai punti di vista!) persi e Walter insistette affinchè mi spogliassi per "pagare pegno", come si suol dire. Mi aspettavo una reazione di Simone ma non ci fu, o meglio, si rivelò tutta a favore dell'amico. Mi ritrovai nuda, solo con i tacchi, con Walter che mi baciava il culo da dietro. Ero imbarazzatissima ma, vedendo che il mio ragazzo non si opponeva, non manifestava alcuna forma di gelosia, ci presi gusto e mi lasciai trascinare nella trasgressione. Walter era sfacciato: mi pose il suo cazzo davanti al viso, invitandomi a leccare la cappella ed io, con qualche perplessità, lo accontentai. Ormai ero calda ed il mio lato da troia, sommerso fino a quel giorno, venne fuori di colpo. Mi lasciai penetrare a pecorina dal cazzone duro di Walter, che, tra l'altro, era pure un bel ragazzo prestante. Dopo, saltai sopra di lui a cavalcioni e proseguimmo il "valzer". Simone non stava più nei panni, notai il suo cazzo duro e gocciolante nel jeans. La chiavata proseguì a missionaria, dove Walter, dopo avermi sfondata un altro pò, eiaculò direttamente nella mia bocca. Accolsi e gustai il suo seme. Mi sentì davvero una porca ma, se a Simone andava bene così, infondo poteva andar bene pure a me. Si sa che l'appetito vien mangiando. Mi presentò altri amici e conoscenti ed io feci incetta di fava. Ormai non scopavamo nemmeno più tra di noi, godeva solo a vedermi con altri. Bhè, di tanto in tanto, gli propino qualche succulento pompino, mentre parliamo dei ragazzi che mi hanno scopata.
venerdì 28 novembre 2025
L'accogliente guaina materna
Mi chiamo Mauro. Con le ragazze non mi andava molto bene, ricevevo continui rifiuti. Paradossalmente, fu l'ultima a fornirmi, involontariamente, una dritta. Nonostante i miei tentativi, la ragazza, Clelia, si negò, in più rispose in modo volgare asserendo che potevo eventualmente sfogarmi addirittura con mia madre. Sul momento la redarguì, mi arrabbiai per quelle parole. Poi, tornando a casa, ci pensai su. Per quanto fosse un'idea balorda, cominciai a riflettere sul fatto che rimanevo spesso da solo in casa con mia madre Sara e che lei, in realtà, nonostante l'età e i capelli grigi, è ancora una gran bella donna e non manca mai di indossare le autoreggenti. Le raccontai che non riuscivo facilmente con le ragazze, che non vedevo la passera e lei, quasi scherzosamente, mi lasciò dare un'occhiata al suo boschetto peloso. Iniziai ad eccitarmi e le tirai giù le mutandine, anche se ripeteva che non era il caso. Dagli e dagli, la baciai e lei ci stette. Le spalancai le cosce e leccai la patata come un forsennato. Lei si lasciò andare, godeva di quelle attenzioni intime. Il cazzo si gonfiò parecchio per l'eccitazione. Lei se ne accorse e diede una leccata lungo l'asta. A quel punto fui pronto per infilzarla a candela, di fianco e a missionaria e feci una gran sborrata sui peli della passera. Sfogai tutta la libidine che avevo in corpo alla faccia delle ragazze che dicevano di no. Devo ringraziare Clelia perchè, in un modo o nell'altro, la figa l'ho ottenuta lo stesso!
martedì 25 novembre 2025
Bodyguard della star
Mi chiamo Sonia. Ho sempre avuto una certa passione per i film polizieschi, in più, mio padre faceva parte di una squadra di sorveglianza. Tuttavia, mi misi a fare la barista per lungo tempo. Ad un certo punto, anche grazie alle raccomandazioni del mio genitore, entrai nel team della security della famosa star internazionale di colore, Tiana. A volte, nella vita, accadono cose strane e impreviste. Non pensavo che una cantante affermata del genere, esigesse me come Capo della sicurezza e bodyguard personale. Insomma, c'era gente molto più qualificata della sottoscritta. L'offerta mi lusingò, anche se non mi ritenevo all'altezza di un incarico simile. Ma, in realtà, Tiana mi scelse perchè le piacevo, per appagare i suoi caldi desideri erotici. Non sono esattamente una santarellina e, oltre agli uomini, qualcosa con le donne l'avevo già provata, con amiche e conoscenti, diciamo. Tiana volle conoscermi personalmente e scambiare quattro chiacchiere, prima di invitarmi nella sua suite privata il giorno seguente. Misi l'uniforme e andai lì. La trovai diversa, molto elegante come sempre e si era perfino tagliata i capelli a caschetto. Impiegò poco a farmi capire che le interessavo fisicamente ed io, incoraggiata ulteriormente da ricchi introiti in danaro, non rifiutai la sua "corte". E così ci baciammo e poi finimmo per lesbicare in modo soft ma piuttosto intenso. Aveva una pelle fantastica e un culo meraviglioso che leccai con gusto. Mi bastò agitare un pò le dita nella sua passera per condurla beatamente all'orgasmo. Poi, lei si mise a leccarmela da sotto, stesa sul divano. I colpi insistenti della sua lingua mi portarono presto all'amplesso. Finimmo con un bacio appassionato e reciproci ditalini. Non so se sono all'altezza della sicurezza della star ma di sicuro del suo appagamento.
lunedì 24 novembre 2025
Le avventure erotiche della ginecologa
Il mio nome è Nadia. Sono una ginecologa nonchè una donna piuttosto disinibita. Sia io che il mio ragazzo, Luke, siamo bisex. Quando faccio studio, mi piace sedurre le ragazze. Ricordo ancora con piacere la visita che feci a Lena, una tipa molto carina. Non era mia paziente, la "adescai" in un locale, ascoltando la conversazione tra lei e il suo fidanzato, Luis. Lui era geloso e non voleva che lei venisse visitata da un uomo. E così, mi intromisi nel discorso affermando di essere del settore. A quel punto, il gioco era fatto. Pochi giorni dopo, Lena si presentò al mio studio e lì entrammo decisamente in confidenza. Insomma, si parlò inevitabilmente di sesso e di trasgressioni. Quando le raccontai dei gusti del mio ragazzo, rimase colpita e, ancor di più, nel momento in cui ammisi di essere bisex. Non era mai stata con una donna ma si vedeva che aveva una certa voglia di provare cose nuove. Mi bastò baciarla ripetutamente per scuoterla. Si lasciò andare e io le potetti leccare magistralmente la fica fino a farla venire. Lei ricambiò leccandomi il seno, poi ci masturbammo stando vicine. Sapevo che poteva fare di più, così la spinsi ad osare, anche perchè avevo grande voglia di esplodere. Mi misi a pecorina e lei trovò l'estro di sditalinarmi mentre mi leccava soavemente il buco del culo. Raggiunsi un orgasmo pauroso e fui felice. Le consigliai di venirmi a trovare spesso. In più, le proposi di parlare con il suo ragazzo per organizzare una cosa a 4. Intanto, io e Luke cercavamo una nuova casa dove abitare e ci rivolgemmo a Patrick, un immobiliarista. Dopo un pò di trattative, il prezzo rimase alto. Decisi di incontrare l'uomo in compagnia del mio ragazzo per cercare di ottenere un ulteriore sconto. Cercai lo spunto sessuale ma Patrick, inizialmente, storse il naso. Pretendeva che fossi venuta sola ma il mio ragazzo seppe farlo ricredere. Gli fece subito un bel pompino. Patrick si sciolse e lo convinsi a ricambiare, a leccare insieme la fava del mio boyfriend, lui la cappella ed io l'asta. Trovammo una posizione favolosa: io e il mio ragazzo a 69, l'immobiliarista che scopava me a pecora e Luke che "lubrificava" il bastone dell'uomo mentre entrava nella fica. Mi misi a candela su Luke che, intanto, leccava la mazza dell'immobiliarista. Mi misi a candela su Patrick, per una seconda dose del suo pisello. Poi lo ciucciai all'esperto di case, prima di ricevere nuovamente il cazzo di Luke. Il mio ragazzo, intanto, non mollava l'uccello di Patrick che gli esplose copiosamente in bocca. Nel frattempo, la sborra di Luke inondò la mia figa. Dopo quella chiavata, Patrick ci concesse un ulteriore fortissimo sconto ed io e Luke riuscimmo ad acquistare la casa. Ogni tanto invitiamo Patrick per ringraziarlo, naturalmente. E, l'altro giorno, mi ha chiamato Lena, dice che anche lei e il suo compagno vogliono venire a vedere la casa nuova. Bhè, li aspetto a braccia aperte insieme a Luke, per la cena e soprattutto per il dopocena, naturalmente.
Aspirante modella ingenua
Mi chiamo Amina e dovrei etichettarmi come "la cretina". Questo perchè, a volte, sono davvero ingenua. E' proprio vero che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Aspiravo a diventare una modella famosa ma non mi rendevo conto che, spesso, le persone, volevano solo usarmi. In particolare, ricordo due episodi, uno con Roger, un fotografo furfante che promise di lanciarmi nel mondo dell'alta moda. Dopo aver posato nuda, mi convinse a fargli un pompino e doveva rimanere solo quello ma poi lui insistette e mi scopò proprio. Con Mariella,una donna bionda matura, non andò meglio. La conobbi per caso, in un locale. Fu generosa di complimenti. Detti per scontato che fosse una modella/manager e che potesse inserirmi nel cosiddetto giro che conta. Andammo a casa sua, le raccontai di Roger, lei mi fece credere di essere diversa, di potermi aiutare davvero nel coronare il mio sogno. In poche parole, mi fidai di lei. Quel giorno mi sentivo delusa e nervosa per l'esperienza precedente. Mariella ne approfittò per invitarmi ad un sano relax a base di ditalini. Precisai di non voler interagire con lei, ma di toccarci ognuna per conto proprio, da amiche. Si sa, tuttavia, che l'eccitazione cambia il mood delle persone e allenta i freni inibitori. Mi spinse a togliere pure le mutande, dopo che avevamo inziato a masturbarci passando le dita sopra gli indumenti intimi. D'improvviso, venne ad annusarmi tra le gambe. Per quanto fossi eccitata, le suggerì di fermarsi. Lei, a quel punto, modificò la strategia, spalancò le cosce e disse di aver bisogno di un aiuto tra amiche, di essere leccata. Mi sembrò sincera, non volli deluderla, considerando poi che mi avrebbe raccomandata come modella, per cui decisi di accontentarla e leccai, per la prima volta, una passera. Lei gioì e godette. Poi, intrigata dalla situazione, ripresi a toccarmi da sola perchè avevo voglia di venire ma lei insistette affinchè mi avvicinassi e così ci ritrovammo trasgressivamente a 69; io stavo sotto, lei sopra. Usammo sia la lingua che le dita per donarci reciproco piacere e devo ammettere che fu eccitantassimo, pur trattandosi della mia prima esperienza con una persona del mio stesso sesso. Mariella non si accontentò ma mi illustrò anche una pratica diversa, la forbice, ossia quando due donne se la strofinano per godere e sottolineò che così potevamo pure fare a meno degli uomini. Ovviamente, a furia di sfregare, ce ne venimmo entrambe e piuttosto intensamente. Alla fine, Mariella disse la verità frantumando il mio sogno di diventare modella in un attimo. In parole povere, mi prese in giro pure lei, esattamente come Roger.
sabato 22 novembre 2025
Generosa amica della mamma
Mi chiamo Francesca, anche se molti mi chiamano Franca. Lola è la mia migliore amica o almeno lo era. Sono molto arrabbiata con lei e non so se riuscirò a perdonarla. Simone, mio figlio, mi dava preoccupazioni. Non si accostava mai alle ragazze, che reputava infantili. In più, un giorno, uscendo dal bagno, lo beccai mentre stava ingroppando Roberto, il suo miglior amico. Stavano nudi e scopavano a candela. Turbata dalla situazione, decisi di rivolgermi alla mia amica Lola. Pensavo che lei potesse rendere Simone uomo, diciamo così, ma, alle volte, è meglio lasciar stare le cose come stanno. Volevo che Lola seducesse mio figlio naturalmente, senza ammettere che l'avevo mandata io. Finsi di uscire per poter spiare quello che facevano. Con Lola mio figlio si confidò, mentre scopavano in svariate posizioni. Le raccontò del suo amico e lei si rese, pian piano conto, che tra i ragazzi sussisteva una certa affinità, anche legata alla stessa età. La curiosità di Simone, poi, lo spinse a chiederle se tra me e Lola ci fosse qualcosa oltre l'amicizia e la mia amica fu così incauta da rivelargli di alcuni approcci Lesbo avvenuti tra me e lei, quando mi aveva sedotta con l'alcol, approfittando dei miei momenti di crisi. A quel punto, Simone si sentì forte, autorizzato a proseguire l'amicizia particolare con Roberto. Quando mi opposi alla sua storia, fatta di penetrazioni contro natura, mi ricordò che io avevo fatto lo stesso con Lola. Nonostante mio figlio abbia sfondato perbene Lola, finendo per schizzarle in bocca e sulle tettone, dubito che tale chiavata possa essere stata proficua e distoglierlo dall'amichetto. Al massimo vorrebbe tenersela come amante! Ho litigato con Lola perché non doveva rivelargli certi dettagli e, al momento, sono infuriata con lei però un po' mi manca, lo ammetto. Una cosa è certa, a volte è meglio evitare di voler cambiare il destino a tutti i costi perché, molto spesso, non c'è nulla da fare e le cose devono fluire naturalmente seguendo il loro corso.
venerdì 21 novembre 2025
Il ritorno del vecchietto arzillo
Ricordate il sig. Guido, il simpatico pensionato amante delle giovincelle? Ebbene, eccolo di nuovo in azione ma sentiamo il racconto dalla signorina Brunella, amica della biondina castigata dall'uomo. Mi chiamo Brunella. Tempo fa, insieme ad amici, aspettavo la mia amica Marianna che si perse per raggiungere il luogo dell'appuntamento. In seguito, mi spiegò di aver sbagliato autobus e di essere finita in una zona un pò sperduta. Aggiunse, inoltre, di aver incontrato una persona anziana che si era offerta di darle un passaggio ma che se l'era fatta prima di riaccompagnarla a casa. Ho sempre avuto pregiudizi sulla differenza di età e trovai inquietante il racconto della mia amica. Tuttavia, Marianna mi confidò che quell'uomo ci sapeva fare con le ragazze. Incuriosita, decisi di incontrarlo ma partì con l'idea di rimproverarlo per aver approfittato della situazione di difficoltà della mia amica. Non mi diede neanche il tempo di parlare che le sue mani palparono già le mie tette da sopra ai vestiti. Guido sembrava avere mani ovunque e il mio tono minaccioso non lo turbò per nulla. Arrivò ad aprirmi addirittura le labbra della fica con le dita e poi cominciò a leccarla con dedizione. Lì iniziai a perdere il controllo. Quel pensionato monello ci sapeva proprio fare. Eccitta, gli leccai e succhiai il cazzo. Non ce lo aveva particolarmente grosso, anzi, però, poco dopo, mi accorsì che lo sapeva usare bene, quando mi scopò a candela. Mi tirò pure i capelli, mentre mi ripassava a pecorina, prima di darmi l'ultima dose di minchia a missionaria. Arivai all'orgasmo mentre lui mi schizzava copiosamente sulla passera. Bhè, ancora non ci credo di essere stata con uno che potrebbe essere mio nonno e soprattutto mi sembra impossibile che quel porcellone di Guido si sia fatto sia me che la mia amica.
Il lavoro sconcio degli operai
Mi chiamo Roberta. Avevo commissionato una rinfrescata alla casa ad una ditta. Si trattava di togliere piccole lesioni e pittare. Il prezzo era un pò alto ma accettai lo stesso. Gli operai erano lenti. Una mattina, chiesi a che punto fossero giunti e loro garantirono di finire in giornata. Dubbiosa del loro operato, andai a sbirciare nell'ultima stanza che stavano completando senza farmi vedere e assistetti ad una scena da cinema erotico. Quei due, presi dalla passione, si stavano baciando in bocca. Incuriosita, restai a guardare. Non si fermarono al bacio. Uno dei due, quello con la carnagione più scura, si mise a spompinare l'altro. Poi, lo "spompinato", ricambiò il favore. Dopo le ciucciate a turno, il ragazzo con la carnagione meno chiara, si lasciò inculare dal collega, prima a pecora e poi a missionaria. E, alla fine, sborrarono tutti e due. Gli lasciai il tempo di rivestirsi e di raggiungermi in cucina. A quel punto, comunicarono di aver terminato il lavoro e lì io cominciai a stuzzicarli riferendomi ad un odore insolito della pittura, ossia lo sperma. Inizialmente negarono, ma poi ammisero di aver avuto un rapporto intimo dentro casa mia dopo che gli dissi di aver visto tutto. Spiegai di dover riportare, mio malgrado, l'accaduto al Capo della ditta. Ovviamente, i due si preoccupavano di perdere il posto di lavoro ma io li avrei salvaguardati in qualche modo, non sono proprio così stronza. Bussai alla porta del signor William che mi chiese se i suoi dipendenti avessero lavorato bene. E così spiegai ciò che era successo e che non intendevo sganciare tanti soldi in un contesto in cui due operai avevano fatto i loro comodi nella mia abitazione. Lui un pò se l'aspettava, dal momento che uno degli operai si era separato da poco, mentre l'altro non si era mai visto insieme alle donne. Ad ogni modo, minacciai di denunciare per atti osceni avvenuti nel mio domicilio e William ebbe paura, disse che avremmo sicuramente trovato un accordo. Gli proposi di pagare in natura e lui finì per accettare. Effettivamente, neanche la miglior puttana su piazza varrebbe tanti soldi però io non sono affatto male. Mi poiazzò subito il cazzo duro a pecorina nella patata per poi arrivare a scopare a lungo a candela. Mi piaceva il suo pisello e godevo anche all'idea di non dover sganciare un euro. D'altra parte, lui ci perdeva un botto di soldi ma si godeva la passera. Il nostro "accordo" si concluse con un ricco pompino prolungato fino all'eiaculazione. Assaporai lo sperma che uscì fuori dal randello felice di aver "rinfrescato" la casa gratis. Naturalmente, gli feci promettere di non licenziare i suoi uomini.
giovedì 20 novembre 2025
Inconfessabili rapporti intimi
Mi chiamo Clorinda. Avevo un fidanzato di nome Fulvio. La relazione procedeva in modo tranquillo finchè lui ebbe l'idea di trascorrere una giornata nei boschi. Il contatto con la natura è meraviglioso. Purtroppo, però, ci imbattemmo in dei brutti ceffi, 5 soggetti poco raccomandabili che stordirono lui per poi approfittare della sottoscritta. Mezza legata, dovetti accogliere i loro cazzoni nelle fessure: nella figa, nel culo e, ovviamente, in bocca. Fui letteralmente sommersa dai peni e obbligata a ciucciarli e svuotarli ricevendo copiose dosi di sperma in faccia e in bocca. Ma quei porci non si accontentarono di fare i loro comodi con me bensì, per umiliarci ulteriormente, decisero di affondare, a turno, i loro piselli pure dentro il culo del mio ragazzo, assicurandosi che io guardassi. Fu uno spettacolo tremendo. Quando finalmente se ne andarono fui più io che dovetti consolare lui. Fulvio non aveva nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia, non solo perchè non era stato in grado di difendermi (del resto, come avrebbe potuto contro quegli energumeni?) ma pure perchè lui stesso era stato pesantemente violato ed umiliato. La vergogna fu tale che decise di sparire, pregandomi di non scendere nei dettagli di ciò che era accaduto, nel momento in cui mi fossi trovata a parlarne con qualcuno, tipo i miei genitori. Passò diverso tempo e decisi di "riaffacciarmi" alla socialità prendendo in mano il portatile per conoscere qualcuno su internet. Mia madre Vanessa, consapevole dell'episodio del bosco, mi pregava di smettere di stare al pc. Un giorno, ci fu una svolta pesante nel nostro rapporto. In un clima di confidenze, mi raccontò di aver subito anche lei molestie, precisamente quando era più giovane, poco dopo il matrimonio, addirittura da parte del fratello di mio padre, Franco, uno zio attualmente defunto. Insomma, se l'era spassata con lei, portandosi dietro alcuni amici e mio padre non seppe mai nulla di tutto ciò, dato che Vanessa decise di tenere il segreto per quieto vivere. Quel confronto con mia madre fu intenso. Ad un certo punto, Vanessa ammise tutto l'amore che provava per la sottoscritta, il che è normale, dato il legame stretto di parentela ma, nell'aria, si avvertiva che c'era qualcosa in più. Forse fu complice anche il fatto di aver vissuto esperienze simili che ci avvicinò ancora di più, in modo quasi morboso. Sta di fatto che, alla fine, scattò il bacio, il lingua a lingua proibito che fu solo il preludio ad un rapporto lesbico intensissimo. Del resto, mia madre è una gran gnocca, fa gola a tutti i miei compagni di classe che la considerano una figa spaziale. Adorai i suoi grossi seni e le leccai pure la figa, nonostante per me fosse una pratica del tutto nuova. Poi fu lei ad occuparsi divinamente della mia. Mi confidò di aver già provato con alcune colleghe di lavoro. Finimmo in una sorta di 69, dispensandoci piacere a vicenda, un gioco intimo dove gli orgasmi non si contavano più. Dopo di ciò, lei si mise sopra di me per insegnarmi le sforbiciate, ossia la strusciata tra passere e lì fu veramente un momento estasiante di ulteriori godimenti ed amplessi. Alla fine, le spiegai il motivo per cui il mio ex era sparito, violando il segreto. Lei apparve contenta di questo, perchè vide la chiara opportunità di tenermi tutta per sè. Non so se in futuro troverò un uomo, se mi sposerò come tutte le ragazze normali. Una cosa è certa: per ora sono la calda amante di mia madre.
mercoledì 19 novembre 2025
Sedute proibite con la psicologa
Mi chiamo Fulvio. La vita sessuale con mia moglie non era tanto appagante. Giovanna si rifiutava di aprirsi alle trasgressioni per cui i rapporti intimi diventavano noiosi e scontati. Bisognoso di parlarne con qualcuno, contattai Serena Verdi, una rinomata psicologa. In realtà, i problemi ce li aveva mia moglie ma, di conseguenza diventavano pure quelli del sottoscritto. Rimasi colpito dall'avvenenza della dottoressa, una mora da urlo. Disse che mi avrebbe aiutato ma intanto si spogliò, tolse le mutandine davanti ai miei occhi mostrando la fica con orgoglio. Mi suggerì di abbassare i pantaloni e tirar fuori l'uccello. Con un leggero imbarazzo, le detti ascolto. La signora si masturbò con un dildo e mi consigliò di segarmi. Alla fine, ce ne venimmo entrambi guardandoci negli occhi. Mi sentì estasiato, uscendo dal suo studio. Ritornai la settimana seguente e la trasgressione divenne ancora più marcata. La trovai vestita da porcona con autoreggenti e stivaloni in stile mistress. Disse di aver capito che a me piace essere guidato se non addirittura dominato nel sesso. Non capì nulla, inizialmente, dato che mi tappò la bocca con la cravatta. Mi ritrovai steso a terra con lei che mi calpestava, ad arte, il petto scoperto. Provai un'autentica libidine, il cazzo si gonfiò nei pantaloni e lei lo constatò "con mano". LE leccai la fica a pecora mentre me lo menavo. Poi lei, da gran porca, si inginocchiò e mi fece un pompino. Andai veramente in estasi! Si mise a pecora per consentirmi di ammirare le sue grazie. Me lo smanettai guardando le fessure. Mi chiese cosa desiderassi davvero e mi venne in mente una cosa sulla quale mia moglie avrebeb storto di sicuro il naso, ovvero i piedi. La donna si tolse gli stivali, posando un piede sul mio petto e, successivamente, sul mio cazzo. Poi, quasi in segno autoritario, me li passò entrambi in faccia, uno sulla fronte e l'altro sul mento. Mi eccitai a mille e fui pronto a godere schizzandole copiosamente sotto le piante dei piedi con tutte le calze. Lì mi sentì davvero appagato anche se, a un certo punto, può arrivare la nota dolente ed accadde nel momento in cui lei presentò il conto. Con il sorriso sulle labbra esclamò: "Sono giusto 200 per oggi e la settimana scorsa, ho praticato anche lo sconto". Bhè, c'è sempre un prezzo da pagare per migliorare la salute fisica e, in tal caso, quella mentale.
martedì 18 novembre 2025
Vita da porcella
Chissà quante donne fanno le brave e vorrebbero condurre una vita diversa, all'insegna della trasgressione. Mi chiamo Ivana e, tempo addietro, ero una tipa molto riservata. Ma poi, a un certo punto, mi scocciai di vivere quasi come una suora. Il fidanzatino cominciò ad andarmi piuttosto stretto. Bolliva la voglia irrefrenabile di mettere in risalto il mio lato oscuro da puttana, represso per anni. Confidai alla mia miglior amica il desiderio di esplodere e lei cercò di farmi riflettere ma io ero decisa ad osare e mi regolai di conseguenza. Ho sempre sognato di fare la modella. Decisi di accettare l'invito a cena da parte di un tizio che lievitava nell'ambiente della moda e dello spettacolo, Corrado. In realtà, non mi interessava poi tanto una raccomandazione ma piuttosto scopare. Gli mostrai degli scatti, dopodichè sedemmo a tavola. Mi ero già tolta le mutande quando lui, vestito in giacca e cravatta, si avvicinò alla sottoscritta. Si trattava di un chiaro invito per passare direttamente al dessert, un'occasione che lui, di certo, non rifiutò. Dopo la leccata di cappella preliminare, mi adagiai sul suo cazzo a cavalcioni, per poi prenderlo gustosamente a pecorina. Un altro pò di bocchino e la sua sborra mi schizzò in bocca. Tornai a casa a notte fonda, soddisfatta delle mie gesta. Ai messaggi del boyfriend nemmeno risposi. La seconda avventura fu ancora più esaltante. Per un periodo di tempo, fui assunta in un'abitazione come cameriera. I padroni di casa non c'erano mai per cui rimanevo, il più delle volte, in compagnia del figlio Samuele. Il ragazzo invitava spesso a casa l'amico del cuore, Luigi. Giocavano insieme ai videogiochi e non solo. Anche se cercavano maldestramente di nasconderlo, mi accorsi che guardavano contenuti porno in compagnia. I due erano molto complici e dopo vi spiegherò perchè. Ad ogni modo, affamata di cazzo, un bel giorno, col mio bel vestitino da cameriera un pò puttana, afferrai il pisello di Samuele e glielo succhiai. Poco dopo, si aggiunse l'amico così ebbi modo di ciucciare entrambi. Diventò un bel tris sopra il divano, dove lo succhiavo maggiormente a Luigi mentre Samuele mi fotteva. Durante questo mènage a trois, proprio Samuele si lasciò scappare il segreto riguardo alle reciproche seghe con cui si intrattenevano durante la visione reiterata dei contenuti per adulti. Insomma, una fica vera non la vedevano da parecchio, figuriamoci il culo, quello che Luigi decise di spanarmi a pecora. Con le simultanee sborrate copiose che ricevetti in bocca, i due amici stretti si svuotarono pienamente i coglioni. Per il periodo in cui rimasi in quell'abitazione, li resi felici e resi felice anche me stessa, gustando i loro bei cazzoni duri e vogliosi. Dopo di ciò, o meglio, dopo un litigio col fidanzato, al quale erano arrivate alle orecchie preoccupanti voci di corna, decisi di isolarmi un pò in albergo. Proprio lì scelsi la mia terza "vittima", si fa per dire. Si trattava di un cameriere, pauroso di perdere il lavoro. Cominciai a provocarlo in tutti i modi. Diceva che un dipendente non ci può provare con una cliente per questioni di etica professionale ma so come muovermi e non ci volle poi tanto per sedurlo. Dopo una succhiata vigorosa di minchia, si rese ancor più disponibile, naturalmente, pronto a donarmi il suo incantevole uccello. Peccato che, preso dall'eccessiva emozione, schizzò la mia figa piuttosto in fretta: che romanticone! Bhè, mi piace la mia nuova vita, mi diverto un sacco e il mio fidanzato, prima o poi, se ne farà una ragione!
venerdì 14 novembre 2025
Le grazie materne
Mi chiamo Daniela. Mio figlio Manuel si rimpinzava di riviste pornografiche e contenuti digitali di simil genere. Lo rimproveravo di continuo ma lui continuava imperterrito a dilettarsi con quel materiale. Un giorno, in camera da letto, mentre lo ammonivo del suo comportamento, mi arrivò una di quelle riviste tra le mani. Rimasi turbata per le posizioni sconce che le donne assumevano e per come interagivano con gli uomini senza alcun pudore. Intanto, Manuel disse che, attingere dal porno, era il suo unico modo per andare avanti. Scivolando sempre più nel discorso, come mai era accaduto prima, affermò che io potevo dargli una mano nel vero senso della parola. Mi pregò di toccarlo sul pantaloncino jeans. Mi accorsi che era bello duro. Manuel inisteva, diceva che potevo risolvergli tutti i problemi in un colpo solo. Mi parve un'idea sconcia ma non volevo deludere mio figlio che, in ogni caso, mi convinse a spogliarmi. Ci ritrovammo entrambi nudi nella sua camera da letto. A quel punto, dagli e dagli, e gli feci un bocchino. Aveva davvero un gran cazzo! Poi, lui mi leccò la fica. Subito dopo, inaspettatamente, cominciammo a scopare. Presi la nerchia a missionaria e a cavalcioni. Mi sentì davvero troia e godetti a dismisura. Proprio a missionaria arrivai all'orgasmo. Poco dopo, lui mi spruzzò sulla patata. Fu una delle più grandi perversioni della mia vita e durò finchè mio marito non se ne accorse avviando immediatamente le pratiche del divorzio. Quel momento rappresentò uno shock per il mio coniuge ma anche per la sottoscritta, da sempre moglie devota e sottomessa, divenuta d'improvviso maiala oltre ogni confine. Bhè, inutile dire che, dopo il divorzio, io e Manuel, ristabilita la calma, proseguimmo a scopare.
giovedì 13 novembre 2025
Sotto la tenda col Capo Scout
mercoledì 12 novembre 2025
Tradimento ad alto rischio
Mi chiamo Laura. Gianni, il mio ragazzo è parecchio preso dal lavoro, quando smette è stanco e non ha quasi mai voglia di fare l'amore. Il suo amico, Walter, ci invitò a casa sua per trascorrere un weekend in quattro, dato che lì c'era anche Barbara, la compagna. Dopo la cena del sabato sera, condita da quattro chiacchiere, ognuna delle coppie si ritirò nella propria camera da letto. Mi spogliai completamente nuda ma Gianni preferì dormire. Seccata, mi alzai durante la notte. Aggirandomi per i corridoi della casa, notai che la porta dell'altra camera da letto era aperta e così ne approfittai per spiare. Walter stava castigando la bionda compagna a pecorina anche se, durante l'atto sessuale, discutevano a causa della gelosia di lei. A guardare, la figa mi si bagnò tutta e mi toccai un pò, a dir la verità. La voglia mi restò addosso fino al mattino seguente, quando mi alzai piuttosto presto per fare colazione. Manco a farlo apposta, incrociai Walter in cucina. L'uomo drizzò subito le antenne, dal momento che tenevo le tette in libertà. Dopo un breve scambio di dialogo, che confermò ciò che già sapevo, lui si diresse verso il frigorifero. Io lo seguì e gli presi il cazzo in mano mentre lui mi baciava sul collo. Ero pronta a dargliela ma prima gli succhiai palle e cazzo. Lui mi leccò velocemente la figa prima di riempirla con il suo cazzone duro. Me lo diede in tutti i modi: a pecora, a candela, di fianco, a missionaria. Mi fece sentire profondamente il suo cazzo di marmo, nonostante avesse già trombato la biondina di notte. Mi sentivo proprio una puttana a farmi ripassare dal miglior amico del mio ragazzo ma, infondo, Gianni si merita le corna, per come mi trascura. La schizzata copiosa nella fregna, ed il mio contemporaneo orgasmo, furono il fiore all'occhiello di quella mattinata di trasgressione, una colazione ricca, potremmo dire, ricca di sborra! Gianni nemmeno se ne accorse, continuava a dormire beatamente in camera da letto, mentre Barbara ci beccò sul più bello. Per la biondina fu un duro colpo, non credo che gli perdonerà le corna rifilate sotto il naso. Ma io non sono affatto pentita, anzi, rifarei l'esperienza ad occhi chiusi!
martedì 11 novembre 2025
Sedotta da una ragazzina
Mi chiamo Noemi. Nella vita non bisogna mai sottovalutare nessuno. Alexandra era una giovane vicina di casa che consideravo invadente ed impicciona, dall'alto del mio atteggiamento un pò snob. Approfittando dell'assenza di mio marito, impegnato duramente al lavoro, mi bussava di continuo. La consideravo una perditempo, non riuscivo proprio a capire cosa volesse da me, una donna sposata. Alexandra era lesbica ed io le piacevo parecchio. Mi arrovellò il cervello con i suoi discorsi sulla vita che è breve e che bisogna approfittare delle occasioni quando capitano. Ma ancora non riuscivo ad afferrare bene il concetto, ossia dove volesse andare a parare. Cominciai a capirci qualcosa in più quando elogiò la pelle morbida delle mie gambe accarezzandole. Insomma, non ero mai stata con una donna, cosa si aspettava che le dicessi subito di si? Bhè, ci pensò lei, ovviamente, a prendere l'iniziativa, senza indugi, palpandomi le tette e leccando poi i capezzoli. Poi mi stese sul letto, mi teneva fermi i polsi. Diciamo che usò un pò di forza per ottenere ciò che desiderava, almeno inzialmente. Io mi ribellavo, non volevo, anche perchè non conoscevo certe dinamiche, certe situazioni. A un certo punto, lei riuscì a togliermi le mutande e lì cominciò la parte davvero bella perchè leccava la passera da vera maestra ed io cominciai a godere sul serio. In più, si mise sopra di me e mi insegnò come ce le si struscia tra donne. Ero scettica ma mi dovetti ricredere, dal momento che godetti come una matta fino a venire. Ma lei aveva ancora voglia e mi chiese esplicitamente di provvedere. E così, gliela leccai dal basso e, a guardare il risultato, ovvero il suo orgasmo profondo, feci un ottimo lavoro. Delle visite intime di Alexandra, nessuno deve venirne a conoscenza, soprattutto mio marito.
lunedì 10 novembre 2025
Il rischio di sperimentare pagato caro
Incesto lesbo per coprire il tradimento
sabato 8 novembre 2025
Mia sorella prese il cazzo del mio ragazzo
Sono Claudia. Dopo la morte dei nostri genitori, in un tremendo incidente d'auto, mia sorella maggiore Rosaria (Rosy), si occupò di me in tutto e per tutto facendomi anche da mamma. Con gli uomini non è molto fortunata, rimane da sola per lunghi periodi. Io, invece, ad un certo punto, credevo di aver trovato il ragazzo giusto, Rocco. Sembrava avesse attenzioni solo per me e disponeva davvero di un gran bel cazzo. Mentre glielo succhiavo, in camera da letto, Rosy aprì la porta per offrire del thè. Andai in forte imbarazzo e così pure Rocco. Più tardi, in salotto, riprendemmo a stuzzicarci ma, sul più bello, arrivò di nuovo Rosaria. Compresi che non voleva essere lasciata in disparte e, ovviamente, a Rocco non poteva che andare bene perchè, se io sono carina, lei è una gran bella donna. E allora, mentre io spompinavo, Rosy si occupò di succhiargli avidamente le palle. Rocco non vedeva l'ora di fottersi una figa come lei e la impalò focosamente a candela. Tra l'affetto e l'eccitazione, le palpai le tette. Poi, Rocco mi mise a pecorina e Rosy stava sotto di me. Io e lei stavamo praticamente a contatto pelle a pelle mentre lui mi sbatteva. Godendo, le strinsi forte il seno, lei chiuse gli occhi e si rinnovò questa complicità tra di noi. Poi, divenne più forte quando Rocco impalò mia sorella a missionaria e lei, nel frattempo, su suggerimento del porcone, mi leccò la figa. Ce ne venimmo entrambe, lei a suon di cazzo ed io con i "colpetti" della sua lingua nella fica. Dopo averci sbattute perbene, Rocco ci schizzò in bocca e sui nostri volti sentendosi in diritto di darci delle troie. Lì per lì fu eccitante ma, giorni dopo, quando lui si vantò con gli amici, in tutta la Scuola, di essersi fottuto una studentessa e la sorella più grande, mi scadde e capì che non era il ragazzo giusto che sognavo. D'altra parte, Rosaria mi ripeteva che, quantomeno, c'eravamo fatte una bella chiavata. Bhè, adesso ho lei che può darmi una leccatina, quando sono vogliosa, non ho bisogno per forza dei ragazzi!
venerdì 7 novembre 2025
La nuova amica di colore
giovedì 6 novembre 2025
Horror Extasy
Mi chiamo Marilena. Strinsi amicizia con una vicina più grande di me di nome Lea. Scoprì che avevamo in comune la passione per il cinema horror. Un giorno, mi invitò a casa sua a vederne uno particolarmente splatter con scene agghiaccianti fin dai primi fotogrammi. Ci sedemmo sul divano a guardarlo. Nonostante amassi il genere, dopo 20 minuti ero già sconvolta. Marilena mi sorprese spogliandosi e tirando fuori una strana affermazione e cioè che gli horror la facevano bagnare. E intanto, a seno scoperto (due tette favolose, per la cronaca) si accarezzava da sopra alle mutandine. Disse che potevo farlo anch'io. L'imbarazzo era forte ma fui intrigata a seguire il suo suggerimento. Mi spogliai a mia volta e cominciai a toccarmi. Pensavo che sarebbe finita lì con ditalini solitari guardandoci negli occhi. Non mi aspettavo che lei si avvicinasse con disinvoltura affermando di volermi "aiutare" in modo che stessi più comoda. In poche parole, mise le dita sul mio clitoride. Mi bagnai ancora di più, oltre a provare un senso di vergogna indicibile. Lei, imperturbabile, me la massaggio, poi decise di usare la lingua. A quel punto andai in estasi. Il piacere superò di gran lunga l'imbarazzo. Mi fece girare e fu pronta a slinguazzarmi perbene il buco del culo a pecorina. Godetti come una matta e decisi di ricambiare. Le leccai dapprima la patata (la mia prima nella vita!). Poi, le slinguazzai il culetto a pecorina. Furono momenti di acuta trasgressione. Marilena mi invogliò all'adorazione dei piedi, prima lei a me, poi io a lei. Infine, ci mettemmo a 69. Io stavo sopra e venivo leccata, lei sotto. Dopo un pò disse che dovevo chinarmi anch'io in modo che le leccate fossero a vicenda e così ce ne venimmo ancora e profondamente come due troie. Dopo, mi addormentai rilassata tra le sue braccia.
mercoledì 5 novembre 2025
I retroscena torbidi della Polizia
Mi chiamo Karen. Sono una poliziotta. Un giorno, in un conflitto a fuoco, riuscimmo a fermare una banda di criminali durante una rapina. Tutta la gang riuscì a darsi alla fuga, tranne un prestante maschio di colore. Un collega, il detective Thomas, disse che si sarebbe occupato lui di interrogare il malvivente. Gli dissi semplicemente di aggiornarmi, alla fine. Passò un pò troppo tempo e così, insospettita, mi diressi verso la sala degli interrogatori. Quello che vidi attraverso la finestrella fu agghiacciante. Thomas aveva fatto spogliare completamente l'uomo e lo aveva incatenato su una sedia, non solo! Il rapinatore era costretto a succhiare il pene del mio collega e, ad un certo punto, ricevette pure una copiosa eiaculazione in bocca. Restai sconvolta sia per ciò che avevi visto, sia perchè non immaginavo che il mio collega fosse gay. Imbarazzata al massimo, ne parlai con un altro poliziotto, Martin, gli spiegai ciò che avevo osservato e lui disse che non potevamo denunciare e mettere nei guai un collega. Sembrava in qualche modo eccitato dal mio racconto e tenne a precisare di preferire le donne. A quel punto, mi saltò addosso e mi spogliò. Non me l'aspettavo proprio. In due minuti mi trovai nuda in ginocchio e, per calmare i suoi bollori, dovetti propinargli un succulento bocchino ricevendo abbondanti dosi di sperma in bocca. I mie colleghi sono dei gran maiali, non è vero?
Guidati nella trasgressione dalla corteggiata
Mi chiamo Michele. Io e Marco corteggiavamo in modo serrato la stessa donna, Emanuela. Non so se quel giorno volle vendicarsi della nostra insistenza oppure se le venne in mente di togliersi uno sfizio. Fatto sta che ci invitò a casa entrambi e chiese che fornissimo una singolare "prova d'amore". Insomma, seppur fossimo rivali, pretese una inaspettata complicità tra maschietti. Nessuno dei due voleva deluderla, nonostante l'imbarazzo della situazione. Marco iniziò a mordicchiarmi l'orecchio. Intanto, sentivo il suo pene che si induriva, sbattere contro il pantalone all'altezza del sedere. Emanuela sembrava soddisfatta e sorridente, quasi a voler pregustare ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Le mani di Marco mi palpavano il petto da dietro e lui continuava a mordicchiarmi l'orecchio per cui fui portato a lasciarmi andare. Emanuela ci mise l'uno di fronte all'altro. A Marco venne naturale ammettere che sono carino ed io ricambiai il complimento. Il contesto trasgressivo e la "spinta" di Emanuela fecero pensare ad entrambi ad un bacio ma c'era qualche evidente ritrosia. Dopo qualche minuto, fu Emanuela a spingere il viso di uno verso l'altro e le mie labbra si unirono con quelle di Marco, per la gioia della donna. Il passo per finire a letto fu davvero breve, ormai si era innescata la curiosità ad altissimo livello. Marco mi fece un pompino mentre Emanuela gli leccava la cappella. E poi accadde la trasgressione più forte: mi ritrovai ingroppato a candela dal mio presunto rivale che, in quel momento, appariva più come un amante. Non mi sarei mai sognato di prendere il cazzo nel culo davanti a Emanuela e godevo come un porco. D'altronde, Marco ci prendeva tanto gusto a ficcarmelo perbene dentro. Quando si aggiunse il pompino di Emanuela, andai proprio in estasi. Continuammo a chiavare tra maschi, di fianco. Non avrei mai immaginato di godere tanto. Emanuela, da gran porcella, calatasi perfettamente nella parte di chi guida il gioco, incitava. Venni col cazzo in culo, segato da lei. Poi, io ed Emanuela, prendemmo un fiume di sborra in faccia (lei anche sulle tettone) della venuta copiosa di Marco che si svuotò completamente i coglioni. Emanuela, conducendomi al lingua a lingua, condivideva con me una parte del seme facendomi sentire una vera puttanella. Probabilmente nessuno dei due la conquistò veramente ma, in quell'occasione, presi, per la prima volta, il cazzo in culo di un uomo.
Sognando la farfalla
Mi chiamo Loredana. Per problemi di ansia, mi rivolsi ad una terapeuta, Anna Vanali. La notte facevo un sogno ricorrente in cui vedevo una farfalla di colore nero. Quando esposi ciò alla dottoressa, dette la sua interpretazione abbinando la farfalla alla fica. Restai sorpresa dato che, nella vita, ero stata soltanto con gli uomini ma la donna era una vera porca, molto coinvolgente e mi ispirò a percorrere nuove strade del piacere, anche al fine di ottenere un miglioramento psicologico. In parole povere, ci baciammo. Tolti gli indumenti, si passò alle leccate di fica, cominciai io. Lei mi leccò e fistò da dietro portandomi a un orgasmo sopraffino. Dopodichè, ripresi a leccargliela fino a un certo punto, dato che lei continuò con un ditalino. Leccai, in ogni caso, la sua venuta. Poi riprendemmo a baciarci nude fino al termine della seduta. Bhè, dopo quell'esperienza, ogni volta che vado da lei, passiamo direttamente alla comunicazione dei corpi e i soldi li spendo ben volentieri. A proposito, la farfalla nera non la sogno più, la vivo direttamente!
martedì 4 novembre 2025
Scopate senza età
Mi chiamo Marianna. Non sono una santarellina ma, mai e poi mai, avrei pensato di abbassarmi a certi livelli. Cominciò tutto un giorno in cui presi un autobus per raggiungere una cittadina limitrofa alla mia dove avevo appuntamento con alcuni amici. Disgraziatamente, mi confusi e scesi alla fermata sbagliata, un posto mezzo sperduto, totalmente distante dal luogo dell'appuntamento. Presa un pò dall'angoscia, non sapendo cosa fare, mi avvicinai ad un'auto con a bordo un signore anziano e chiesi gentilmente un passaggio. Lui me lo offrì ma, dopo un certo tragitto, si fermò spiegando che la distanza era eccessiva. L'uomo, di nome Guido, propose di effettuare una pausa presso l'abitazione di un amico. In realtà, specificò che avremmo passato la notte lì in modo da ripartire la mattina seguente con la luce del Sole. Promise dunque di riportarmi a casa il giorno dopo. Non avevo molte chance per cui accettai. Inoltre il tipo mostrava un'aria rassicurante per cui mi sentivo abbastanza tranquilla. Non immaginavo che un vecchio ci provasse con la sottoscritta. L'appartamento era carino. Guido disse di essere un impiegato in pensione, dopodichè cominciò a toccarmi con una certa insistenza le gambe. Non si limitò a quello, si dedicò pure ai miei capezzoli, leccandoli con assiduità. L'atmosfera appariva grottesca: come potevo sottostare alle avances di un uomo che poteva essere non mio padre ma addirittura mio nonno! Eppure Guido ci sapeva fare. Cercai di distorglielo da certe idee malsane consigliandogli di approcciare donne più grandi, più vicine alla sua età ma lui espresse chiaramente la preferenza per la figa giovane e fresca, nella fattispecie, e in quell'occasione, io! Mi girò pancia sotto, abbassando il pantaloncino jeans che portavo. Dopodichè iniziò a leccare sapientemente la fica da dietro. Mi rigirò a pancia sopra e continuò senza tregua finchè arrivai all'orgasmo, il primo. Mi fece capire di voler essere ricambiato ed io gli leccai il cazzo. Non aveva certo il pisello di mandingo ma, tutto sommato, non era male. Dopo di ciò, finì impalata a candela in entrambi i versi, prima da dietro, poi davanti, a cavalcioni diciamo. Il porco mi dette una bella ripassata pure a pecorina e lì arrivai per la seconda volta. L'uomo mi porse il cazzo tra le labbra ed io lo leccai con cura finchè mi schizzò in bocca. Non avevo mai bevuto la sborra di un vecchio, mi sentì davvero troia in quella circostanza. Non oso raccontarlo alle amiche perchè mi prenderebbero in giro per un anno se sapessero che ho scopato con un uomo più grande di me di almeno 40 anni...









































