Mi chiamo Diana. Mi piacciono gli uomini ma anche le donne. Forse fu proprio questa mia passione per le femmine a decretare la fine del mio matrimonio. Non sono una santa ma tutto si complicò quando ebbi un rapporto occasionale con Miriam, una ragazza che lavorava al Centro per l'impiego. Quel giorno ero particolarmente vogliosa e lei rispose al richiamo del sesso. Limonammo, ce le leccammo, usammo i dildo e lei mi scopò pure con lo strap-on. Quando mio figlio Claudio mi parlò delle sue difficoltà amorose, menzionando un'operatrice del Centro del lavoro, capì subito che si trattava di Miriam. Lei lo mollò, dato che con me aveva valorizzato la passione per le donne. Mi sentivo tremendamente in colpa e non avevo il coraggio di raccontare la verità a mio figlio. Ne parlai con le mie amiche, quando ci scambiammo i regali di Natale. Anche loro sono separate. Quando ci riuniamo, beviamo champagne e facciamo le zoccole. Quel giorno c'era anche la nipote di una di loro, una carina ma un pò mascolina alla quale piace scoparsi le donne più grandi (lo ficcò dentro a me e ad un'altra). Sostanzialmente, ci regalammo dildo e roba intima a vicenda. In quell'atmosfera torbida, spiegai il mio problema alle amiche e loro, perversamente, suggerirono che avrei potuto scopare con mio figlio per risolvere i suoi problemi di solitudine, nonchè di mancanza di passera. Non diedi troppo peso a quelle affermazioni, buttate in mezzo così, nel pieno di una sbronza collettiva colossale, senza immaginare che potessero contenere un fondo di sottile verità. Ero sempre stata contraria a certe pulsioni. Riprendevo mio figlio quando mi spiava nuda in bagno, ritenendo sbagliati certi atteggiamenti. Ma quei sensi di colpa, sapere che ero stata io la causa della sua relazione con Miriam, mi rese più fragile e anche più puttana. Gli dissi che volevo aiutarlo e lui mi tolse subito la maglia e mi leccò i capezzoli. Capì di aver innescato un meccanismo infernale. Mi chiese solo un pompino ma sapevo che non si sarebbe mai accontentato. Dopo poche succhiate, stavamo già scopando praticamente in tutte le posizioni. Lui stesso si domandava come mai ci fossi stata così agevolmente ed io mi sentì di vuotare il sacco e dire la verità. Ammisi di essere stata con Miriam. Lui non si incazzò tanto ma sostenne che dovevo rimediare io alle sue mancanze. Ci facemmo davvero una bella chiavata e lui mi sborrò copiosamente in faccia. Mi sentì davvero una sgualdrina. Ma lui era dannatamente carico, voleva godere ancora. Riprendemmo a scopare. Stavolta me lo mise pure dentro al culo, voleva possedermi totalmente. Godetti come una troia, ben conscia di quanto fosse sbagliata quella situazione. Mi venne sul collo, poi pretese che facessimo la doccia insieme. L'acqua calda e il sapone non avrebbero certo lavato i miei peccati. Spero sempre che trovi una ragazza e dimentichi di soddisfare la propria madre ma per ora non c'è nessun altra e a concedergli i buchi sono sempre e solo io!
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