Mi chiamo Matilde. Da studentessa ero spesso vogliosa ma mia madre non mi permetteva di studiare in compagnia di ragazzi e così mi toccava andare tutti i giorni a casa della mia migliore amica Rosalba. Anche lei aveva lo stesso problema. Sua madre, ancora più intransigente della mia, non le permetteva la frequentazione di ragazzi, timorosa che la mettessero incinta. Quel giorno, Rosalba mi guardava in modo strano, mi sorrise e poi chiusa la porta della stanza a chiave. Mentre studiavamo, fece riferimento alla possibilità di sfogare la libidine tra donne. Ero scettica ma, come si suol dire, la fame fa uscire il lupo dal bosco. Iniziò a toccarmi il seno da dietro e mi eccitai. Disse che ci avrebbe pensato lei e mi leccò un pò la figa sul letto. Io però non fui in grado di ricambiarla, avevo ritrosia a leccare la patata e così lei suggerì di metterci una di fianco all'altra e di sditalinarci a vicenda. Quei meravigliosi tocchi reciproci portarono entrambe all'orgasmo. Subito dopo bussò alla porta sua madre, turbata perchè stavamo da oltre due ore chiuse lì dentro. Rosalba la tranquillizzò affermando che avevamo bisogno di concentrazione per studiare.
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