mercoledì 25 maggio 2022

La calda direttrice del carcere femminile

Mi chiamo Miriam. Un periodo ero a corto di soldi e così, insieme ad altre tre persone poco raccomandabili, presi parte ad una rapina in banca. Purtroppo andò male e ci scappò pure il morto. Non fui io a sparare all'impiegato che restò secco sul colpo ma le mie impronte si trovavano ovunque. Inoltre gli altri componenti della gang riuscirono a fuggire ed io, purtroppo, no. Mi attendevano anni di galera. L'inizio fu drammatico. Delle detenute, che stavano lì già da tempo, cercarono di violentarmi. Non amo le forzature brute e poi, prima dell'arresto, avevo solo provato cazzi di ogni tipo e dimensione. Riuscì a difendermi in qualche modo e a prendere tempo in modo tale che arrivassero le guardie. Però questo mi costò l'isolamento. Fu a quel punto che conobbi Wendy, la direttrice di colore del carcere, rigorosamente in tacchi alti. Si trattava di una bellissima donna con modi autoritari. Rimasi da sola con lei in cella. Mi fece spogliare. Voleva perquisirmi ma capì subito che desiderava ben altro. Mentre stavo faccia al muro le sue dita entrarono audacemente nella mia figa. Le piacevano le donne. Se avessi voluto soggiornare meglio in carcere, avrei dovuto sottostare ai desideri erotici della direttrice Wendy che spalancò le gambe, mostrò la fica, esigendo di essere leccata. Mi trovai a disagio, lo ammetto, ma cosa potevo fare se non cedere? E così, mio malgrado, le leccai la figa. Si vedeva che non ero troppo convinta ma lei mi seppe coinvolgere. Mi spanò la figa con le sue lunghe dita spingendomi la testa contro il suo splendido seno in modo che leccassi i capezzoli. Voleva sentirsi dire di piacere a me ma io non riuscì ad essere convincente. Tuttavia, quando mi prospettò un'alternativa in cui sarei finita in balia di quelle scalmanate delle compagne di cella, trovai il modo di essere il più carina possibile con lei e leccai la passera con dedizione. Finimmo in una posizione da 69 sul lettino di quella lurida cella. Lei stava sopra e desiderava ardentemente venire. Quando sentì le sue natiche lisce e stupende tra le mani, trovai la giusta ispirazione per leccare al meglio la vagina e condurla all'orgasmo. La sentì vibrare tutta nel bel mezzo del profondo amplesso. Sarebbe venuta a cercarmi ogni giorno, forse anche più volte al giorno. Ma pensai che, infondo, non mi sarebbe dispiaciuto affatto. Nessuno avrebbe potuto ridurre significativamente la mia condanna, ma almeno avrei tenuto a lungo tra le braccia un corpo caldo voglioso di godere.        

figa




















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