Mi chiamo Barbara, sono una ragazza lesbica. Ho sempre ammirato le donne mature. Persi la testa per il mio Capo, la dottoressa Dana, supervisionatrice nell'Azienda in cui lavoravo. Un giorno, spinta dall'eccitazione, tentai l'approccio diretto con lei riempendola di complimenti. Mi aspettavo un due di picche invece la signora ci stette. Fu prima lei a spogliarmi e a leccarmi. Poi, io contraccambiai degnamente prima spogliandola, poi leccandole i capezzoli e la figa pelosa. Le diedi il colpo di grazia a pecorina, con le dita nella passera e la lingua nel culo. La signora Dana, a quel punto, sbrodolò e godette come una maiala. Ma temeva che sopraggiungesse qualcuno da un momento all'altro per cui disse che dovevo sparire. Mi rivestì e spiai dalla camera accanto. Il direttore Generale, Lucio, arrivò di gran carriera e, vedendola tutta nuda, si piombò a leccarle la figa. Poi, se la scopò di brutto con quel cazzo enorme che si ritrova. Intanto, Lucio le chiese di me con interesse ma Dana rispose che sono lesbica e che, addirittura, aveva respinto delle mie avances, sostenendo che i rapporti tra donne fanno schifo. Di fronte a tale ipocrisia mi salì il sangue alla testa. Lo so, non avrei dovuto farlo ma d'impulso, entrai di colpo in quella stanza, dove lui le stava sborrando copiosamente in bocca, dopo che avevano appena finito di scopare e sputtanai lei affermando che la signora si era fatta leccare e fistare poco prima dalla sottoscritta. Feci fare a Dana una figura di merda clamorosa davanti al Direttore. E' normale che me l'avrebbe fatta pagare, infatti venni licenziata in tronco e Lucio non mosse un dito per aiutarmi. Che si fottano entrambi! Dopotutto, la dignità non ha prezzo! Meglio soli che male accompagnati. Per fortuna c'è il fai da te: mi diletto col dildo nella passera sul comodo divano di casa.
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