giovedì 5 gennaio 2023

Lesbicando con la suocera

Mi chiamo Claudia. Sono sposata con un uomo di nome Ugo. Il matrimonio andò bene solo il primo anno dopodiché cominciò la parabola discendente. Ugo trovava maggiori stimoli con le sue giovanissime e provocanti colleghe d'ufficio. Fu così che iniziai a ricevere le corna. All'inizio abbozzai, le subivo passivamente per quieto vivere accoccontentadomi di scopare una volta al mese quasi come fosse stato un premio di consolazione. Ma ero palesemente nervosa, frustrata. A volte mi lamentavo con Silvia, sua madre, ma per vergogna, non raccontavo tutta la verità per cui lei, conoscendo la situazione solo parzialmente, tendeva a prendere le difese del figlio. Il colpo di scena, del tutto imprevisto, arrivò per caso. La casa di Silvia si allago' a causa di un'infiltrazione d'acqua trascurata e sottovalutata. Ugo, ormai quasi del tutto assente tra le mura domestiche, mi riferi' che avrei dovuto accogliere sua madre in casa a tempo indeterminato o almeno fino al ripristino dei danni presenti nella proprietà. Stizzita pensai che, stando a stretto contatto quotidiano con mia suocera, i litigi sarebbero arrivati a mille e una notte. Ma spesso le vicende evolvono in modi inaspettati. Non sapevo che Silvia, in realtà, è una gran porca. Dentro la valigia, oltre ai vestiti, teneva un grosso cazzo finto. La beccai mentre contemplava l'oggetto. Dapprima restai contrariata ed espressi tutto il mio dissenso. Poi, però, ne nacque un torbido discorso a sfondo sessuale. Silvia sosteneva che molte donne fanno uso di oggetti di questo genere per l'autoappagamento del desiderio erotico in mancanza di uomini. Cominciai ad eccitarmi, a perdere totalmente la bussola, come si suol dire. Mi resi conto che io e lei stavamo, incredibilmente, sulla medesima lunghezza d'onda. D'istinto le presi la mano facendo cenno di seguirmi. Volevo rilassarmi perbene per cui mi spogliai nuda e le chiesi di spalmarmi la crema sul corpo. Ciò durò ben poco perché lei capì al volo che desideravo molto di più, in quel frangente, e così, con estrema disinvoltura, iniziò a leccarmi un capezzolo. Accolsi con gioia estrema quell'iniziativa mentre accarezzavo spudoratamente il mio clitoride in cerca di piacere. Si spogliò rapidamente anche lei. Le leccai i capezzoli sditalinandole la fica. Poi mi concentrai con la lingua sulla spacca. La suocera gradì parecchio quelle attenzioni orali. Afferrai quel grosso dildo di cui sopra e lo utilizzai per frugarle il clitoride mentre, da gran troie, facevamo lingua a lingua. A quel punto Silvia, in preda ad irrefrenabili gemiti di piacere, se ne venne di brutto. Poi fu lei a deliziarmi usando divinamente la lingua sulla mia passera. Da navigata donna di mondo, amante di maschi e femmine, la suocera slinguazzava da paura e mi condusse, gradualmente, ad un bollentissimo orgasmo. Come potrete immaginare, quello rappresentò solo l'inizio del nostro trasgressivo rapporto. Tenendola in casa h24, ogni occasione era buona per lesbicare. Lo facevamo dappertutto: in bagno, nel letto, in cucina etc... Ci trattenevamo giusto quel paio di volte al mese in cui tornava mio marito, ignaro del tutto della tresca. Peccato che, da qualche giorno, hanno ripristinato i problemi presenti nella sua abitazione e, per non destare sospetti con il figlio, alias mio marito, è stata costretta ad andar via. Ma mi sà che andrò a trovarla piuttosto spesso. Mi sono tanto divertita in "casa", ora è lecito "giocare in trasferta".       
















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