Un caldo benvenuto da Anna. È strano trascorrere tanti anni fianco a fianco con una persona e desiderarla senza mai ottenerla davvero fino in fondo. Di sicuro l'esperienza condivisa con lo stallone smosse in qualche modo le acque. Ma dovetti faticare un bel po' affinché Marina cedesse, attenuando, almeno in parte, le sue ferme convinzioni eterosessuali. Eh già, perché, dopo il triangolo con Gustavo, Marina migliorò decisamente il Mood e riprese a scopare con gli uomini, non solo quelli a pagamento. Da un lato mi eccitava spiarla ma dall'altro volevo lei, solo lei, senza maschi in mezzo. Ma, nella vita, prima o poi le occasioni giuste capitano, basta solo saper attendere il momento opportuno e giocare al meglio le proprie carte. Alla lunga si rese conto che i maschi la usavano, nessuno era realmente interessato a lei, almeno non quanto io. Quel pomeriggio la invitai a casa mia per un drink e decisi di ricorrere ad un'approccio diretto. Iniziai a spogliarmi e chiesi a lei di fare lo stesso precisando di desiderare solo uno spunto per toccarmi. Dopo qualche blanda obiezione iniziò a spogliarsi, a togliere il vestito e calare le mutandine. Mi leccai le labbra dal desiderio e per il fatto che intravidi un margine di riuscita. Usai il dildo nella mia figa mentre ammiravo le sue grazie. Si mostrò in provocante lingerie con tanto di calze e reggicalze. Ad un certo punto lei aprì del tutto la figa in modo che potessi ammirarla nei dettagli ma specificò che dovevo limitarmi ad osservare. Eccitata a mille esplosi in un favoloso orgasmo pregustando gli approcci successivi. Pensai che potesse bastare per quella volta, non intendevo forzare i tempi. Ma era evidente che si stava aprendo uno spiraglio interessante. Lasciai passare alcuni giorni senza parlare con lei di sesso. Poi mi presentai a casa sua all'improvviso con la scusa che passavo da quelle parti per una commissione. Mi fece entrare, ci sedemmo a parlare una di fronte all'altra sedute su delle comode poltroncine. Indossava delle calze intriganti con simpatici disegnini che subito notai. Ad un tratto spiegai di dover andare via ma, invece di alzarmi, infilai una mano tra le sue gambe e incominciai a toccarla con decisione senza troppa cura del suo stupore. Protestò un pò dandomi della lesbica ma io non la mollai. Alla fine si lasciò masturbare e venne gemendo e bagnandosi parecchio. Il liquido vaginale straripò attraverso le calze inzuppando la mia mano. Eccitata a mille da quella svolta hot nel nostro rapporto, le infilai le dita in bocca urlando: "Assapora la tua passera puttana!". Estasiata dalla situazione, succhiò le dita senza batter ciglio. Mi alzai ed esclamai: "Ok, adesso tolgo il disturbo!", lasciandole gustare l'orgasmo appena raggiunto". Passarono ancora altri giorni durante i quali lei non si fece sentire. Sapevo di aver forzato un pò la mano, come si suol dire. Decisi di fare io il primo passo recandomi di nuovo a casa sua. Bussai alla porta, lei aprì e disse: "Che faccia tosta! Mi hai sedotta con l'inganno e hai anche il coraggio di ripresentarti qui?". A quel punto decisi di fingere che si era trattato solo di un grosso equivoco affermando di non essere realmente attratta dalle donne. Proseguì spiegando che stavo attraversando un periodo di confusione e depressione. Sembravo convincente per cui ci credette. Bevemmo qualche alcolico per sancire la pace. Poi, continuando a fingere, proposi di guardare insieme un bel porno con protagonisti uomini dotati che si sbattevano giovani fanciulle arrapate. Sapevo che le sarebbe piaciuto e così mettemmo su un filmetto. Naturalmente comiciò ad eccitarsi e a voler condividere parei su quei grossi uccelli. Io l'assecondai egregiamente. Poi, però, come se stessi cadendo dalle nuvole esclamai: "Bhè, quelli però adesso non ci sono, tocca arrangiarsi...". Presi una sua mano, la posai tra le mie gambe e intanto io cercai la sua figa con le dita. Il supporto delle immagini la sciolse notevolmente. Avrei voluto baciarla con passione ma preferì lasciarle il beneficio del dubbio sulle mie tendenze sessuali ancora per un pò. Ma la foga con cui la sditalinai mi tradì inequivocabilmente. A quel punto comprese perfettamente che ero stata falsa per riguadagnare la sua fiducia e anche che non le avrei dato tregua. E allora, vedendomi così assatanata, esclamò: "Sò quello che vuoi!" e si passò la lingua sulle labbra. Senza risponderle una parola, spalancai le gambe per essere 'calmata' da una magnifica leccata che giunse puntuale pochi istanti dopo. Mi sentì in Paradiso e raggiunsi un orgasmo favoloso nel giro di una manciata di minuti. Poi lei, quasi a volermi punire e soddisfare al tempo stesso, esclamò decisa: "Vieni in giardino troia! Ho un regalino per te..." e lì si prese la licenza di trapanarmi con lo strap-on. Colai come una fontana e venni intensamente sotto i suoi colpi incessanti. In un modo o nell'altro, siamo finalmente diventate intime. FINE. Leggi la prima parte.
qualche giorno dopo, a casa di Marina...
ancora qualche giorno dopo...
1 commenti:
La rivincita della segretaria.
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