sabato 30 novembre 2024
giovedì 28 novembre 2024
Bi Sauna emotions
Mi chiamo Karen. Ronnie, il mio miglior amico, ha una notevole inclinazione verso le persone del suo sesso. Sono una ragazza molto aperta di mentalità e gli sono sempre venuta incontro. Credo di essere l'unica donna che lo intriga veramente. Lo eccita parlare di uomini e guardare film a luci rosse gay. Queste situazioni rappresentano i preliminari per poi stare fisicamente con una donna, in tal caso, la sottoscritta. Ma le fantasie sono un conto e la pratica un altro. Il suo desiderio di cazzo divenne sempre più incontenibile. Volevo renderlo felice ma non sapevo come. Quando mi assunsero in un Centro Benessere come addetta alla supervisione delle saune, Ronnie mi chiese di tenere d'occhio i maschietti. Voleva assolutamente il mio aiuto e la mia complicità per approcciare con qualcuno di loro. L'occasione non tardò ad arrivare. Ted, il cliente della sauna, non aveva mai vissuto esperienze con i maschi. Lo sciolsi mostrando il mio corpo svestito, poi però feci in modo che Ronnie si infilasse con noi nella sauna. Ted, all'inizio, era titubante all'idea di interagire con una persona del suo sesso ma io fui molto convincente. Gli spiegai che, se non avesse provato, non avrebbe mai potuto conoscere il gradimento di una situazione del genere. Accarezzai un pò il cazzo di Ted che cominciò ad eccitarsi. Ronnie fu pronto a piazzare l'uccello in bocca al cliente che sembrò subito a suo agio nello spompinare. Rotto il ghiaccio, lo presi in bocca a Ted che continuò a succhiarlo al mio amico. L'atmosfera si stava surriscaldando e non solo per la sauna. Convinsi entrambi a spostarci nel mio appartamento in modo da stare più comodi ed evitare che qualcuno ci beccasse in flagrante. Dopotutto, non mi andava di perdere il posto di lavoro per atti osceni in luogo pubblico, diciamo così. Il gioco riprese in camera da letto. Spalancai le cosce in modo che Ronnie me la leccasse. Intanto Ted, ormai gasato, slinguazzava l'ano del mio amico. Poi, lo riempì con il suo cazzo. Ronnie sollazzò di piacere, ricevendo l'uccello a pecorina. E godette ancora di più qualche istante dopo, quando finì impalato a candela sul cazzone dell'ospite. Io intanto succhiavo il pene di Ronnie in modo che raggiungesse il culmine del piacere. In tali condizioni, fu agevole per Ronnie, piazzarmi la sua asta nella figa e trombarmi mentre Ted, segandosi, ci guardava emozionato. Il cliente meritava un premio e così mi lasciai trombare da lui a pecorina. Nel frattempo, però lo ciucciava a Ronnie! Ted lo spingeva nella figa come un matto e così arrivai all'orgasmo. Poco dopo, vidi entrambi schizzare all'impazzata. Ted eiaculò sul corpo di Ronnie che esplose a sua volta. Invitammo l'ospite a ritornare nella struttura per effettuare saune. Ted ci prese in parola e si ripresentò più volte al Centro. Per evitare problemi, però, ci recavamo direttamente nel mio appartamentino per rivivere le emozioni roventi dei triangoli bisex
mercoledì 27 novembre 2024
Gli amici ambigui della comitiva
Mi chiamo Valery. Io e la mia amica Stella eravamo le uniche ragazze di una comitiva composta da sei persone. Spesso, io e lei, restavamo dubbiose dal momento che nessuno di loro ci provava con noi in modo esplicito. Ci rendemmo presto conto che quei tipi non andavano troppo dietro alle ragazze. Si creò una bella amicizia, nel gruppo. Tuttavia, quando c'erano le partite, loro non volevano mai uscire e preferivano guardarle sul divano tutti e quattro insieme. Risultava ancor più strano che non gradissero la nostra presenza femminile in quei frangenti. All'inizio supposi che tale atteggiamento fosse dovuto ad una ricerca di privacy per poter visionare in tranquillità gli eventi calcistici e tifare sfegatatamente, in una sorta di complicità sportiva al maschile. Bhè, in realtà la complicità andava ben oltre la passione per il football. Ce ne accorgemmo un giorno, quando uno di loro si pavoneggiava scattando un selfie. Dal momento che, da loro, certe proposte non arrivavano, Stella suggerì un pomeriggio di sesso. Fu a quel punto che i ragazzi rivelarono le loro pulsioni fortemente bisex, quasi gay. Eh si, quei tipi prendevano l'uccello in bocca e nel culo con grande facilità. Io e Stella non ci sorprendemmo più di tanto, dal momento che lo avevamo intuito già da un pò. Assecondare quel gioco fu tremendamente eccitante, così come vederli scopare tra maschietti, anche se una dose di cazzo in bocca e nella figa la presi pure io. Stella si dovette accontentare di spompinare, invece, ma si divertì ad incitare tre giovanotti che interagivano spudoratamente: uno lo prendeva nel culo, mentre l'altro gli succhiava il cazzo. Alla fine, i monelli trovarono l'appagamento sborrandosi addosso a vicenda. Fu un'esperienza divertente, tutto sommato, ma è evidente che quei quattro possono benissimo fare a meno delle ragazze...
martedì 26 novembre 2024
L'aiutino della professionista per sciogliere la compagna
lunedì 25 novembre 2024
Tentazioni proibite di un maturo
Mi chiamo Barbara. Ugo è un mio conoscente. Nonostante l'apparente gentilezza, a volte, sembra un tipo un pò viscido. Quando mi invitò al suo compleanno, pensai subito che intendesse provarci con la sottoscritta. Lo pensai ancor di più, nel momento in cui accennò alla mia amica Alessia, suggerendo di venire in sua compagnia. In realtà, non gli diedi il tempo di parlare a sufficienza. Negò le cattive intenzioni ed estese l'invito anche a Giada, la nipote di Alessia. Mi parve strano questo atteggiamento ma, alla fine, decisi di proporre ad Alessia di recarci, insieme a Giada, da quell'uomo. Una volta lì, ci offrì dell'ottimo spumante. Giada si attaccò letteralmente alla bottiglia, nonostante il monito di smetterla, da parte della zia. Ugo, con toni pacati, affermò che la ragazza poteva anche andare a riposare un pò nella stanza degli ospiti. Con una scusa, quel monello di Ugo, disse a me e ad Alessia di aspettare in salotto perchè lui doveva sistemare certi scatoli nel ripostiglio. In effetti, prese soltanto tempo per allontanarsi e raggiungere la cameretta degli ospiti, dove riposava Giada. Insospettite dal trascorrere inesorabile dei minuti, io e l'amica decidemmo di perlustrare casa ed entrammo nella stanza degli ospiti. Trovammo Ugo, nudo, che si toccava accarezzando il sedere della fanciulla che dormiva. La nostra reazione iniziale istintiva fu rabbiosa. Lui disse che non stava facendo nulla di male e cercò di comprare il nostro silenzio e la nostra complicità offrendo soldi. Evidentemente, voleva proprio scoparsela e ciò non andava giù ad Alessia e nemmeno a me. A quel punto, la mia amica tirò fuori una controproposta: segato davanti alla ragazza da noi mature, in cambio di un ritorno economico. Ugo accettò, specificando che, date le circostanze, avrebbe sganciato di meno. Io gli ricordai di mostrarsi generoso a prescindere, dal momento che rischiava una denuncia (per atti osceni e tentato stupro, semmai). Dopo di ciò, io e Alessia lo smanettammo, sia a turno che insieme, e intanto lo stuzzicavamo con discorsi inerenti l'attrazione che provava per le giovincelle. In effetti, nell'eccitazione, il monello palpò pure il mio sedere. Evidentemente, si sentiva più a suo agio con le ragazze, più sicuro di poterle dominare, piuttosto che beccare due di picche dalle donne mature. Tutti quei discorsi resero l'atmosfera eccitante con Giada che parlava a tratti, in modo un pò sconfusionato, e percepiva alcune sensazioni, senza avere la forza di svegliarsi del tutto. Ugo, accuratamente segato da noi signore, esplose bagnando Giada poco sotto il seno. Dopo l'orgasmo, io a Alessia lo pregammo di rivestirsi e di tornare in salotto per definire gli aspetti di natura economica. L'uomo mise mano al portafoglio e sganciò un discreto gruzzolo. Alessia specificò più volte che quella situazione non sarebbe mai accaduta di nuovo. Tuttavia, tutti i mesi ci sono spese e costi da sostenere e così, ogni tanto, ripetiamo l'esperienza. Ugo sa come comportarsi, l'importante è farsi trovare a casa munito di spumante. Poi, ad accompagnarlo in camera da letto, e a spogliarlo, ci pensiamo io e Alessia, senza che accampi inutili scuse.
venerdì 22 novembre 2024
Ristoro nel fienile
La vostra amica Alice ha una nuova storiella da narrarvi. Nei post precedenti, vi ho raccontato la situazione che ho vissuto e dalla quale fui costretta a scappare per salvare la vita. Bhè, quando è in gioco la propria pelle, non si bada troppo a sistemare i dettagli. Sparì dalla circolazione senza lasciar tracce, con la paura che il Maestro potesse, in qualche modo, rintracciarmi. Durante la fuga improvvisata, ricorsi all'autostop per scroccare passaggi da sconosciuti. Per fortuna, non incrociai nessun maniaco. I soldi non mi mancavano, prelevavo ai bancomat, di tanto in tanto. Un giorno, presa dalla stanchezza, trovai ristoro in un fienile. Manco a farlo apposta, dall'alto, scorsi una ragazza molto carina, mezza nuda, dedita a pratiche di autoerotismo. Mi avvicinai subito e lei non si dimostrò affatto ostile, nei miei confronti. Evidentemente, gradiva compagnia. Fu così che ci baciammo ed io le accarezzai la figa. Mi mostrai disponibile a toccarla e a leccargliela a pecorina. Spostai la lingua pure sul buco del culo e lo esplorai con cura portandola all'amplesso. Naturalmente, nel frattempo, ci presentammo. La tipa si chiamava Rossella. Le spiegai che stavo fuggendo da una situazione scomoda e le accennai alcuni dettagli, anche se non tutti. D'altro canto, lei si confidò a sua volta ammettendo di essere vergine. Non gradiva troppo la corte dei compagni di classe e, a quanto pare, l'unico uomo che le sbavava dietro costantemente, era un tizio inquietante non giovanissimo. La chimica tra di noi aumentò sempre più e così lei prese coraggio e mi toccò la fica, poi io mi voltai per consentirle di leccarmi. Slinguazzò la figa ma anche il buco del culo. Menzionò pure una cugina lesbica con cui, però, si era solo baciata senza andare oltre. Stavo sul punto di arrivare all'orgasmo e lo raggiunsi quando lei amplificò il mio piacere utilizzando le dita nella topa. Esplosi beatamente e abbracciai la mia nuova amica. In effetti, ce la spassammo proprio. Di certo, non potevamo immaginare che, durante i nostri approcci intimi, l'uomo da lei menzionato, tale Jim Garrison, ci stesse spiando da una finestrella, mentre si masturbava. Quel porco comparve nudo all'improvviso, all'interno del Fienile, complimentandosi per ciò che aveva appena visto e, preso dall'entusiasmo e dall'evidente eccitazione, sborrò all'impazzata davanti ai nostri occhi esterefatti. Leggi la storia dal principio
giovedì 21 novembre 2024
Pose fatali seconda parte
Un Saluto da Alice. Ormai, l'influsso "demoniaco" del Maestro mi stava contaminando irrimediabilmente. Sul momento, reputai le sue idee folli ma la curiosità mi spinse a seguirle, almeno in parte. Rientrai a casa mezza sconvolta ma provai a nascondere gli eventi recenti vissuti al mio boyfriend. Tuttavia, cercai spesso di baciarlo, anche mentre guardavamo la TV. Lui ci stette, ma mi fece notare che la mia bocca aveva un sapore strano, non proprio gradevole. Io me ne fregai ed esclamai che doveva abituarsi se mi amava davvero e, volutamente, non lavai i denti. Per un certo periodo, ogni volta che tornavo a casa, dopo aver fatto sesso col maestro e bevuto seme, riservavo la "limonata al sapore di sborra" come trattamento al mio boyfriend. Ad un tratto, Alex esclamò che la mia bocca aveva davvero un sapore di merda ma io gliela feci piacere. Lenì le sue proteste stimolandolo con una sega durante i baci. Alfredo mi chiedeva di continuo aggiornamenti e io rispondevo che Alex si stava abituando al gusto di sperma della mia bocca, non certo fresca come una rosa. Intanto, pensai di parlare al mio ragazzo della possibilità lavorativa accennata dall'Artista, menzionandola come offerta da parte di un Cliente facoltoso della ditta. La novità entusiasmò Alex al punto da spingerlo a far visita ad Alfredo, nella speranza di ottenere un guadagno a breve termine. Questa gioia si rivelò un disastro, in fin dei conti, dato che il mio compagno finì dritto nella trappola del subdolo Maestro. Con il solito drink ipnotico, Alfredo riuscì piuttosto agevolmente a condurre il mio ragazzo tra le lenzuola. Temevo l'incontro tra i due e a piena ragione! Già in precedenza, scopando con Alfredo, mi ero accorta dell'interesse dell'artista per i maschi ma non ne ero del tutto sicura. La certezza la ebbi quando mi fiondai allo Studio di Alfredo (tenevo una copia delle chiavi della porta d'ingresso). Di sicuro c'erano stati dei preliminari a base di pompini tra loro e dei discorsi che non ebbi modo di ascoltare in quanto, quando giunsi all'interno dell'abitazione, Alex lo stava già prendendo nel culo a pecorina di brutto. In quel frangente, il Maestro rivelò ad Alex che scopava anche me e che il seme di quei rapporti finiva nei baci di coppia. Per evitare di essere scoperta, andai via subito da lì e tornai sconvolta a casa. Intanto, quei due proseguirono di sicuro fino all'orgasmo. Dopo aver visto Alex prenderlo nel sedere, ero certa che si sarebbe fatto pure sborrare inesorabilmente tra le chiappe. Alex tornò a casa sconvolto. Al principio feci finta di non conoscere la situazione chiedendo ingenuamente se avesse trovato lavoro. Lui rispose di si puntualizzando però che io lo avevo tradito. Pungolandolo un pò, riuscì a fargli ammettere di essere andato a letto con Alfredo. Provocai Alex spalancando le cosce ma lui sembrava preso da ben altri pensieri inerenti il primo uomo che lo aveva soddisfatto nella sua vita. Passarono dei giorni e Clara, la mia collega, scomparve dalla circolazione. Provai a chiedere ad Alex se ne sapesse qualcosa e a quel punto accadde il patatrac. Alex ammise di aver ammazzato la povera Clara per ordine del Maestro. La mia collega stava scavando troppo in profondità, portando alla luce gli scheletri nell'armadio di quell'uomo tremendo e lui aveva deciso, insindacabilmente, di eliminarla utilizzando Alex come killer. Il mio ex compagno mi diede una sorta di ultimatum: sarei dovuta sparire per evitare di fare la stessa fine di Clara, ossia ammazzata a pugnalate. All'inizio della storia, vi ho spiegato che, probabilmente sarei morta e invece no! Lo so, il coraggio non è il mio forte ma mi resi perfettamente conto che Alex non avrebbe mai remato contro il Maestro, avendo trovato con quest'ultimo: sesso, amore e guadagni. Non avevo speranze di spuntarla con una sorta di stregone psicopatico senza scrupoli, capace di plagiare e condizionare tutti, perfino il mio ex. E così, piuttosto vigliaccamente, decisi di sparire, mollando anche l'incarico di segretaria pur di salvare la pelle. Leggi la prima parte
mercoledì 20 novembre 2024
Pose Fatali prima parte
Il mio nome è Alice. Questa storia risale ad alcuni anni fa, quando lavoravo come segretaria di uno Studio Associato. Se leggerete questo racconto, molto probabilmente io sarò passata a miglior vita. Ma andiamo per ordine. In Ufficio ci stavano diversi impiegati maschi e soltanto due donne, io e Clara. Di solito, quegli uomini arrapati, ci guardavano con la bava alla bocca. Non si può dire che, in quel contesto, io e Clara fossimo amiche. Prevaleva una certa antipatia reciproca. Lei era una tipa piuttosto lecchina, scoprì solo in seguito che dispensava pompini al direttore, Mr. Johnson per aumentare le possibilità di mantenere il posto di lavoro e ottenere massimi benefici a livello di bonus. Ci incrociavamo nei corridoi salutandoci astento, digrignavamo i denti mostrando sorrisi ipocriti. Ciò non toglie che l'ho sempre considerata una bella donna e credo che lei pensasse lo stesso di me. In realtà, avrei fatto probabilmente anch'io la troietta col direttore ma mi frenavo a causa della relazione che intrattenevo col mio compagno, Alex. Tutta la vicenda cominciò proprio mentre facevo l'amore col mio partner. Mi stava fottendo a pecorina e a missionaria. Proprio mentre mi schizzava in bocca, in un frangente poco opportuno, suonò il telefono. Andai a rispondere ancora con il seme sulla lingua. Dall'altro lato sentì la voce piuttosto alterata del Capo che spiegava la situazione. Clara, la mia collega era stata incaricata di occuparsi della contabilità di un facoltoso cliente, Alfredo Sinni, un artista a 360 gradi che si occupava principalmente di pittura e fotografia, meglio noto nell'ambiente col nome di "Maestro". Il problema è che Clara non si presentava da un paio di giorni in Ufficio. E così, Johnson mi chiese di andare a casa del cliente a verificare la situazione. Quando bussai alla porta, mi aprì un signore dall'aria strana con uno sguardo decisamente penetrante. Vidi Clara nuda. La mia collega sembrava mezza imbambolata e dedita a pratiche di autoerotismo, con l'aiuto di un giocattolo erotico. Probabilmente, Alfredo l'aveva illusa e drogata con lo specchietto delle allodole di entrare nel mondo dello spettacolo, giusto per condurla ad uno strip. Il Sinni mi offrì da bere (di sicuro c'era qualche intruglio malefico in quel drink) poi pretese che lo guardassi negli occhi. A quel punto mi sentì in balia dell'influsso di quell'uomo e cominciai a spogliarmi anch'io. Il Maestro comandava, pretese che entrambe indossassimo provocante lingerie, prima di effettuare un approccio saffico mentre lui guardava. Mi parve un contesto decisamente surreale ma una forza inspiegabile, attanagliante, mi indirizzava verso terreni e comportamenti a me sconosciuti, prima di quel giorno. Mi ritrovai dinanzi a Clara, una persona che, nel quotidiano lavorativo, mi risultava a dir poco antipatica. Ma i poteri occulti del Maestro, annessi alla robaccia che ci fece bere, ribaltarono la naturale dinamica degli eventi. Pur alimentando curiosità, non ero mai stata con una donna prima di allora. All'improvviso avvertì una forte pulsione erotica nei confronti della mia collega e sentì che lei provava le stesse identiche sensazioni. Un'interazione intima tra donne divenne, a quel punto, inevitabile. Ma il Maestro non si accontentò mica di farci solo giocare, il suo influsso ammaliante azzerò totalmente i freni inibitori di entrambe per cui, mentre approcciavamo, ci parlammo a viso aperto come mai avremmo fatto in Ufficio. Forse caratterialmente non eravamo tanto compatibili ma di sicuro, a letto, demmo vita ad un bollente siparietto saffico che il "guardone" gustò segandosi a meraviglia. Prese lei per prima l'iniziativa, portandomi ad un intenso bacio. Poi mi leccò la figa con disinvoltura e pure il buco del culo. In tutto questo, non mancarono le sue dita implacabili che esplorarono a fondo la mia vagina. Sarebbe stato impossibile non arrivare all'orgasmo. Come si suol dire, l'appetito vien mangiando e pure la curiosità. A quel punto mi fiondai spedita tra le sue cosce a leccar la mia prima figa. Clara godeva come una pazza, mi spingeva la testa affinchè io restassi incollata alla topa. Dopo averla abbondantemente deliziata con la lingua, ci andai anch'io giù pesante "infilzandola" senza pietà con le dita. Clara arrivò alla grande. Ricordo ancora la sua bocca aperta e le sue urla di piacere mentre quel porco di Sinni schizzava all'impazzata, dopo essersi masturbato freneticamente per tutto il tempo, osservando quel genere di "accoppiamenti" che, di solito, mandano i maschi in estasi. Non potetti fare a meno di notare il suo notevole "arnese", ovviamente. Dopo le venute, Sinni ci pregò di togliere il disturbo e di riferire al Capo Ufficio che la contabilità risultava in ordine. Clara insistette per restare, accecata dall'idea di diventare una star dello Spettacolo ma lui esortò entrambe ad andar via. Quando io e lei andammo via, cominciammo a parlare convenendo che, dopo quell'esperienza, magari non ci saremmo guardate così in cagnesco al lavoro, dal momento che eravamo andate a letto insieme. Si può dire che stavo quasi cambiando opinione su di lei. Tranquillizzammo il datore sulle pratiche contabili. Riflettevo ancora sul fatto di essere stata con una donna. Non raccontai nulla di tutto ciò al mio compagno. Un giorno, passeggiando per strada, venni avvicinata da un'auto. Si trattava proprio del Maestro che, con atteggiamento romantico, mi porse una rosa da annusare. Non so, forse c'era qualche essenza condizionante pure in quel fiore. Fatto sta che mi convinse con una certa facilità a seguirlo a casa sua. Disse che per me aveva dei grandi progetti, a differenza di Clara, che reputava poco adatta alle luci della ribaltà, agli scenari che contano. Mi sedusse, mi intortò e ipnotizzò alla grande ed io gliela diedi, senza pensare troppo alla relazione che intrattenevo con Alex. La scopata fu eccitante ma torbida, intrisa delle porcate che lui tirava fuori. Mi chiese il motivo, a parte il cazzo, per cui stessi col mio ragazzo, un giovane spiantato senza occupazione. Affermò che gli avrebbe trovato un lavoro, questo mi sciolse. Fu per tale motivo che lo spompinai e lasciai che mi scopasse, sperando di ricevere pure regalini, come di solito beneficiavano le mie amiche con i loro "Sugar Daddy". Il suo era un atteggiamento di sfida, di controllo verso gli altri. Si mise in testa di poter dominare pure il mio ragazzo che secondo lui avrebbe ceduto, pur di trovare lavoro. Quando mi sborrò in bocca, dopo avermi chiavata abbondantemente, suggerì di evitare di lavare i denti per far provare il suo seme al mio ragazzo durante i baci scambiati a casa. Trovai quest'idea folle e stimolante al tempo stesso. Non mi rendevo conto che quell'uomo, lentamente, stava prendendo possesso del mio corpo e della mia anima. Le sorprese non sarebbero mancate.
lunedì 18 novembre 2024
Il prof gay rischia il posto di lavoro
Sono Bill, un professore di matematica. Non nascondo le mie radicate pulsioni omosessuali e l'attrazione che provo verso alcuni dei miei studenti. A volte è difficile resistere alle tentazioni, specie se sei circondato da persone che ti attraggono fisicamente e anche mentalmente. Lo ammetto, sono caduto in tentazione, e nel contesto sbagliato, quello scolastico. Quel giorno, al termine delle lezioni, non seppi proprio resistere a Ron, il mio aitante allievo. Lo feci spogliare e gli leccai il buco del culo, prima di esplorarlo con le dita e continuare a "limonare" l'ano minuziosamente. Indurì di brutto e fui pronto a ricevere le attenzioni della sua calda bocca che mi spompinò adeguatamente, prima che glielo infilassi dietro, a missionaria, senza indugi, sopra la scrivania. La scopata andò avanti così, per un bel pò, poi proseguì a candela. Si adagiò sul mio cazzo mentre ci baciavamo con passione. Poi si girò e si sedette nuovamente sul mio pisello, stavolta dandomi le spalle. Si muoveva sù e giù, impalandosi sul pene. Poi mi baciò e leccò il petto. Stavo per scoppiare e, difatti, esplosi copiosamente sulla sua spalla sinistra a conclusione di una memorabile trombata. Di certo non potevo immaginare che Amalia Smith, la Preside, una donna di colore, insegnante di Inglese, tutto sommato mia amica, stesse lì a spiare. Purtroppo, Amalia non potette fare a meno di riferire l'accaduto ai colleghi intransigenti. Lei cercò di prendere tempo, di difendermi, in fin dei conti, ma Mina, la collega di educazione artistica, era decisa a voler punire il mio comportamento, poco consono nell'ambito di un Istituto Scolastico. Anche Walter, il prof di Italiano, chiaramente omofobo, spingeva per la denuncia. Non vi dirò come andò a finire ma gradirei conoscere l'opinione di voi lettori in merito, per cui, in un certo senso, stavolta sarete voi a decretare il finale del racconto, rispondendo al relativo sondaggio.
martedì 12 novembre 2024
Seduzione lesbo fetish sotto la doccia
Mi chiamo Maya. Sono una donna benestante a cui piacciono gli uomini più giovani. Convivevo con Robert, un aitante brunetto. Con lui c'era una buona intesa sessuale. Non mi aspettavo certo di ricevere le corna che sopraggiunsero come un fulmine a Ciel sereno. Il lavoro di imprenditrice mi costringe ad orari di lavoro piuttosto impegnativi. Per tenere in ordine la casa, decisi di assumere una cameriera, una ragazza di colore di nome Ruanda. La fanciulla è, di sicuro, attraente ma confidavo nella serietà del mio uomo, speravo che non si lasciasse travolgere da bassi istinti. E invece Robert mi pugnalò alle spalle all'improvviso. Quel porco aveva sedotto la neretta e se la scopò di brutto obbligandola a visionare materiale porno, il tutto nell'arco di tempo disponibile antecedente al mio rientro dall'Ufficio. Arrivai a casa troppo tardi, quando ormai lui le stava già sborrando copiosamente in bocca dopo essersela sbattuta pure nel culo. Di fronte alla mia reazione rabbiosa, Robert, al pari di molti uomini vigliacchi, se la diede a gambe. La vergogna lo attanagliò, insieme all'incapacità di affrontarmi. Ruanda tentò di giustificarsi ma sappiamo bene che non mancavano le sue responsabilità, in merito alle corna. Avrei potuto cacciarla fuori a calci subito, toglierle, dunque, il lavoro. Invece, pensai di girare la cattiva sorta in buona. Non ho mai fatto mistero dell'attrazione che provo per le donne e quella era l'occasione adatta per evidenziarlo. La rabbia non si placò, desideravo punirla, ma l'incazzatura folle si mescolò, torbidamente, al desiderio erotico trasgressivo. E così, decisi di portare la ragazza sotto la doccia, poi mi spogliai anch'io. La baciai. Lei credette che volessi farle del male, tremava tutta. Intanto, aprì l'acqua calda, poi mi stesi e da terra, le "infilzai" la figa con le dita dei piedi (con le quali, a tratti frugavo pure il clitoride). La neretta non si aspettava di certo un atteggiamento del genere, restò mezza sconvolta ma quel trattamento cominciò a piacerle e rimase immobile a farsi frugare e sfondare la patata dai miei piedi audaci. Mi eccitai talmente nel vederla godere che cominciai pure io a masturbarmi. La porcata andò avanti finchè lei arrivò all'orgasmo urlando come una matta ed io stessa raggiunsi un piacevolissimo e profondo amplesso dal sapore erotico-vendicativo. Il mio intento era quello di umiliarla e, infondo, riuscì piuttosto bene ma potevo trarne ulteriore vantaggio da quella situazione inizialmente scomoda. Con Robert ormai fuori dai giochi, potevo avvalermi dei servigi della neretta non solo nel ruolo di cameriera ma pure come schiavetta personale per l'appagamento sessuale. La ragazza non disponeva di grande scelta: accettare il lavoro e la sottomissione oppure andarsene via mestamente "con una mano avanti e un'altra indietro", come si suol dire. Posso affermare di averci guadagnato, dopo aver subito il tradimento, perchè adesso ho una bella puttanella servizievole tutta per me!
domenica 3 novembre 2024
Spietata Kate!
Sono Kate, la biondina infernale bisex. Non seguite i miei esempi perchè sono un'autentica stronza. Nella storia che mi accingo a narrarvi, ho usato le persone per un tornaconto personale. Partiamo dal principio. Tutto parte dal mio interesse atavico per una fotografa mora, teoricamente etero, di nome Karen. Entrambe facevamo parte di una comitiva di maschi benestanti, alcuni di questi professionisti nel mondo dello sport. Essendo le uniche due donne, ricevevamo adeguate attenzioni dai 5 uomini presenti. E per attenzioni intendo cene, vestiti, regali e, naturalmente, scopate a volontà. Non potevamo lamentarci. Ma le situazioni, nella vita, possono cambiare in fretta. Una ragazza di colore, di nome Zelda, si aggiunse alla comitiva in quanto conoscente di uno dei maschi. L'ingresso di quella tipa nel gruppo sconvolse letteralmente gli uomini. Sembravano tutti ipnotizzati da lei e non vedevano l'ora di fottersela. Io e Karen, ormai "merce usata", come si suol dire, passammo nettamente in secondo piano. Tutto l'interesse dei maschi era rivolto verso Zelda, la "new entry". Sapevo che, alla lunga, i boys se la sarebbero scopata... e gratis per giunta! E sapevo anche che gli pesava aspettare e che, dunque, accorciare i tempi, seppur pagando, sarebbe stata un'opzione gradita. Accennai a Karen l'idea di voler sfruttare economicamente la situazione convincendo la nera a prostituirsi. Ma la fotografa snobbò il mio piano. E così decisi di fregare entrambe ma vediamo come. Zelda aveva bisogno di soldi per pagarsi l'Università e altre cose. Le spiegai che ci avrebbe guadagnato un bel gruzzolo per essere "carina" almeno una volta con i ragazzi. Diventai una sorta di mediatrice. A loro chiesi la somma esagerata di 15.000 euro con l'intento di darne a Zelda soltanto 8.000. Ero presente quando la neretta finì in balia dei boys, dopo aver intascato i suddetti 8.000 euro. Quale miglior occasione per ammirare il corpo nudo di quella venere, offrirla "in pasto" ai maschi e, nel contempo, palparle le tette e il culo mentre la poverina spompinava e segava per poi lasciarsi sbattere. Bhè, in realtà, su di lei si concentrarono soprattutto in due, gli altri preferivano segarsi osservando la scena. Durante quella porcata, venne tirato inevitabilmente in mezzo l'argomento soldi e il relativo scompenso tra i 15.000 sganciati dai "richiedenti" e gli 8.000 effettivamente percepiti dalla ragazza. A quel punto, inventai la scusa di averle conservato la restante parte. I giovanotti, notando che la palpavo, mi chiesero se avessi certe tendenze (con riferimento anche ad un possibile flirt tra me e Karen) ma io risposi che lo facevo giusto per aumentare l'eccitazione maschile e nulla più. Di sicuro gongolai a palparle le tettone e ad allargare le natiche mentre prendeva il cazzo a pecorina. La conclusione fu che tutti i maschi presenti (compresi i segaioli cronici) si svuotarono i coglioni sul viso e sul corpo di Zelda, riempendola di sperma. Poi, soddisfatti, si allontanarono. A quel punto, Zelda mi chiese se fossi un pò saffica. Le risposi di si. Poi, pretese il resto dei soldi. Io la invitai a mantenere la calma e ad andare prima sotto la doccia, fingendo che glieli avrei dati dopo. Invece, mentre lei si lavava, sparì e andai direttamente da Karen, raccontandole l'accaduto. Le prospettai la possibilità di un aiuto economico per la sua attività. Naturalmente, ciò la fece vacillare e aprire ad un'esperienza di sesso con una donna. Dopo alcune toccate, finimmo per baciarci. Poi lei, da neofita, provò a leccarmi la figa da dietro. Ci riuscì in parte ma era un tantino impacciata. Preferì dedicarmi io a lei, a quella patata da sempre sognata. Mi stesi sul letto e lasciai che lei mi ponesse la passera all'altezza della bocca, dopodichè sfoderai tutta la mia "foga linguista" per farla impazzire. Andò in estasi la puttanella. Poi, si stese sul letto, spalancò le cosce e lì le diedi il "colpo di grazia" continuando a limonare il suo clitoride. E così se ne venne intensamente per la mia estrema soddisfazione. Assaporai il suo nettare, naturalmente. Preventivamente, avevo nascosto una macchina fotografica impostata sullo scatto automatico in modo da immortalare quell'incontro in ogni minimo dettaglio. Il materiale raccolto valeva oro, una volta venduto ai ragazzi, amanti delle "interazioni intime tra ladies". Karen provò a strapparmi la macchina dalle mani ma fu tutto inutile, dal momento che le foto, grazie ad una innovativa funzione, erano già state "sparate" sul cloud per una memorizzazione sicura. Bhè, da questa vicenda tirai fuori un bel mucchio di soldini ma resto tutt'ora alla larga da Zelda e Karen che, se potessero, mi spaccherebbero come minimo la faccia...