Mi chiamo Marco. Andai in depressione quando la ragazza mi lasciò ma non immaginavo che mi sarei rifatto alla grande. In quel periodo, per distrarmi, usavo il computer dell'ufficio per visionare porno di ogni genere. Ada, la mia datrice di lavoro, un giorno se ne accorse. Trovò tutto il materiale per adulti nella cronologia più me coi pantaloni sbottonati. Credevo che mi licenziasse in tronco. In effetti, al principio si adirò. Poi le spiegai del problema sentimentale e da lì nacque un'inaspettata complicità. Sapevo del suo legame con un compagno ma affermai di non essere geloso e così lei si rilassò e cominciò a succhiarmelo alla grande. Per fortuna, posso sempre contare sul mio notevole randello che invoglia le donne a scopare. Le leccai la figa, dopodichè cominciai a sfondarla perbene in tutte le posizioni in quella patata calda e accogliente. La signora godeva, trapanata dal mio cazzone duro e pure io stavo in estasi. Ne approfittai per baciarla e per proporle di diventare amanti. Mi resi conto di averlo più grosso del compagno, in effetti, per sua stessa ammissione. Ada se ne venne e io le spruzzai sulla passera. Da quel momento, passai dalla depressione all'euforia. In ufficio potevo chiavarmi una donna superfiga. Inoltre, guardavamo insieme quei bei video porno che mi piacciono tanto prima di trombare. Non potevo desiderare nulla di meglio. Il compagno, dopo un pò di tempo, venne a conoscenza della tresca e non riuscì più ad eccitarsi con lei, il cazzo gli rimaneva moscio. A quel punto, diventai io il compagno della signora Ada e potetti scoparla a piacimento, anche fuori dall'ufficio.
sabato 10 maggio 2025
La datrice di lavoro gli alza il morale
Il vero amico non delude mai
La mia vita da porcone
giovedì 8 maggio 2025
Scopata nella toilette del pub
Mi chiamo Mara. Non sono una santa, mi piace il sesso e scopo volentieri con ragazzi conosciuti su internet. Ma non mi concedo sempre e, spesso, non la dò al primo appuntamento. Mi eccitano i ragazzi decisi, quelli che sanno ciò che vogliono e che sono capaci di coinvolgermi. Odio quando mi chiedono i pompini in auto a freddo, in quei casi ho suggerito ai ragazzi il fai da te concedendo al massimo la visione delle mie belle tette mentre si smanettavano. Ma veniamo a Roger. Chattavamo da un pò sù un sito di incontri finchè decidemmo di vederci di persona. All'inizio, andò tutto a meraviglia, mi portò in un pub carino per mangiare il panino. Dopo, mi aspettavo che mi portasse a casa sua, o in un hotel. Gliel'avrei data sicuramente, in condizioni di comfort. Lui spiegò che non era possibile nessuna delle due soluzioni. A quel punto, credevo che volesse solo l'amicizia. Mi venne voglia di fare pipì e qui si verificò la svolta. Inaspettatamente, lui mi disse: "Ti accompagno". Con gesto fulmineo, chiuse la porta del cesso e cominciò a palparmi con passione da dietro. Mi sciolsi in un attimo e fui pronta ad assaggiare il suo cazzo già duro con la bocca. Poi, cominciò a fottermi da dietro, mentre tenevo le mani appoggiate sul lavandino. Continuò a candela. Non mi era mai capitato che un ragazzo mi portasse a scopare nel bagno di un locale pubblico. Mi sentì molto troia e capì che lui aveva i soldi solo per il panino. Proseguì a scoparmi a pecora e poi io glielo succhiai perbene, seduta su uno sgabello. Mi chiavò ancora da dietro, mentre mi massaggiava il seno. Intanto, gli raccontai che non la davo a tutti i ragazzi e lui si sentì privilegiato. Mi schizzò in bocca e la sborra colò abbondantemente sulle mie tettone. Non sò se lo rivedrò ma di sicuro ho qualcosa di interessante da raccontare alle amiche.
Le donne facili del locale
Mi chiamo Enzo. Andavo spesso a mangiare in quel ristorante perchè tra la cassiera e la cameriera c'era l'imbarazzo della scelta. La prima sfoggiava la minigonna e i tacchi rossi, mentre la mini della cameriera, in autoreggenti, era così corta che lasciava vedere addirittura il culetto della ragazza. Dai discorsi che sentivo, capì che, tra le due, sussisteva una certa competizione, nonchè acredine. Ad ogni modo, alla fine del pasto, seguì la cameriera in cucina mostrandole la mia eccitazione. La giovane restò un pò perplessa ma non più di tanto, dal momento che riuscì a convincerla ad inginocchiarsi e sbocchinarmi di gran gusto. E mi sarebbe andata già di lusso, in realtà. Solo che, sul più bello, arrivò la cassiera scatenando il panico. Disse che non avrebbe riportato l'episodio ai gestori ma ordinò alla cameriera di allontanarsi. Credevo che mi attaccasse una filippica sui rapporti tra clientela e personale, invece la maialina prese subito a sbocchinarmi, quasi a voler dimostrare di essere più brava dell'altra. Il cazzo era già duro per cui divenne ancora più duro, se possibile. Naturalmente, approfittai per chiavarmela sul tavolo a missionaria e pure a candela. A un tratto, arrivai all'orgasmo e le schizzai abbondantemente in bocca. Bhè, la cameriera non sarà affatto contenta di essere stata "scalzata" in malo modo dal pisello. Magari, la prossima volta, esplorerò pure la passera della cameriera.
Complicità tra boss e segretaria
mercoledì 7 maggio 2025
Le amiche opportuniste
Mi chiamo Lara. Sono la ragazza bionda al centro, nella prima foto. I soldi non mi mancano per cui sono generosa con le mie amiche, Giorgia e Simona. A loro voglio bene ma, col tempo, mi sono accorta che accettano i miei inviti a cena e allo shopping, e ad ogni altra parte, solo perchè pago sempre io. Ho anche notato che a loro i ragazzi non interessano granchè, sono lesbiche! Fu proprio ad una cena che ne ebbi la conferma. Dopo aver mangiato, ed essere uscite fuori dal locale, volevo accompagnarle a casa con la mia auto ma loro inventarono una scusa per rientrare nel ristorante, o meglio, Giorgia disse di dover andare in bagno e Simona, guarda caso, si offrì di accompagnarla. Volevo aspettarle ma Giorgia specificò che potevo andare in quanto loro avrebbero preso un taxi. Lo sò bene che sono andate a fare le troie nel lussuoso cesso del ristorante, garantito al 100%. Cavolo, eppure non hanno mai ammesso la spiccata propensione per la fica! L'istinto mi suggerisce che quelle due stanno tramando qualcosa per coinvolgermi nei loro giochetti saffici (sai che bel tris?). Da un lato vorrei essere dura, ribadire la mia eterosessualità all'infinito ma, d'altra parte, sarebbe bello sentirmi accettata pienamente e non venir frequentata soltanto perchè benestante economicamente. In altre parole, alle mie amiche, gliela devo dare oppure no?
Flirt lesbo nel ristorante esclusivo
Mi chiamo Elvira. Il mio compagno è benestante. Carlo è un imprenditore fissato con gli investimenti e le azioni. Insomma, se i titoli salgono gli si rizza il cazzo. L'ho visto più volte toccarsi mentre i collaboratori gli danno buone notizie per telefono. Quella sera, Carlo aveva prenotato una cena in un ristorante esclusivo ma fece solo in tempo a bere il vino che ci portò la cameriera, Giulia, per poi dileguarsi alla volta dei soliti impegni lavorativi. Rimasi da sola con la ragazza che, da quando ero entrata nel locale, non aveva fatto altro che osservarmi con interesse evidente. Non ero mai stata con una donna ma mi sentivo sola, trascurata. Decisi di accettare le avances della cameriera che mi condusse in una zona riservata dove potevamo stare tranquille. Una volta lì, scoprì il mio vestito per leccarmi le tettone. Giulia, una bella ragazza bionda coi capelli rasati, era una lesbicona incallita ma quella sera mi sarebbe andata benissimo. Ci baciammo, cominciammo a spogliarci, a fare conoscenza. Ero un pò titubante. Le raccontai la mia situazione sentimentale, comprese le telefonate "esaltanti" del mio partner. Lei osservò che, probabilmente, Carlo non si limitava a quello ma che forse dai "collaboratori migliori" se lo faceva mettere nel culo. In realtà, lo avevo sempre ipotizzato anch'io. Questo mi fece sentire più libera, ossia meno in colpa. Se lui viveva situazioni hot per conto suo, allora potevo farlo anche io. Giulia mi fece i ditalini a pecorina, godetti parecchio. La libidine crescente mi indusse a leccargliela. Era così eccitata che venne subito. Poi fu lei a slinguazzarmela perbene mentre stavo all'impiedi. Quello rappresentò solo l'antipasto, dal momento che andammo avanti così per buona parte della notte. Quando fummo esauste dalle godute, lei, gentilmente, mi riaccompagnò a casa.
Il mago del furto
Mi chiamo Viola. Il titolo è ironico. Chissà perchè mi scelsi un ragazzo come Dario, forse mi dava l'idea di un tipo tranquillo. Si credeva un maestro del furto e adorava sgraffignare articoli nei Centri Commerciali. Quel giorno sottrasse alcuni oggetti che nascose nello zaino, dopodichè andammo a mangiare un panino stesso lì dentro. Ad un certo punto, si alzò per andare in bagno. Vedendo che impiegava più tempo del previsto, decisi di seguirlo, anche per l'esigenza di urinare. L'orario era morto, tipo le 3 del pomeriggio. Non individuai subito il bagno delle donne ed entrai direttamente in quello maschile, anche per cercare lui. La stanza era piuttosto grande. Riconobbi la sua voce e capì che stava parlando con qualcuno. Spiai con accortezza da dietro a un muro e mi resi conto che una Guardia lo aveva beccato e Dario si stava concedendo fisicamente all'uomo in modo che l'episodio fosse messo a tacere. Quando cominciai ad osservare, la Guardia teneva già la mano tra le cosce del mio boyfriend. Dario si inginocchiò e leccò e succhiò il pene dell'uomo. Da un lato mi dette fastidio, ma dall'altro trovai la situazione eccitante. Anche l'uomo si mise a ciucciare il pene di Dario, contraccambiando le attenzioni orali. Poi gli leccò il buco del culo, in vista della penetrazione. Me la sgrillettai quando i due si misero a scopare. L'uomo glielo ficcò nel culo da dietro, poi pure davanti, scopandolo nella zona dei cessi. Alla fine, erano praticamente nudi. Il maschio maturo godette e schizzò nel culo di Dario che venne a sua volta per l'eccitazione bagnando il pavimento. Dopo di ciò, la Guardia chiese il numero di telefono a Dario per potersi rivedere e quella checca del mio ragazzo glielo diede. Mi nascosi, aspettai che la Guardia uscisse. Beccai Dario col cazzo in mano, probabilmente ancora voglioso, ripensando ai giochetti con quel tizio. Il mio fidanzato cercò di negare sostenendo di aver incontrato una Guardia sospettosa che non era riuscita a dimostrare i furti. Invece sapevo benissimo com'era andata. Il mago del furto lo prese proprio dentro al culo e gli piacque pure. Lo esortai ad uscire dal bagno per continuare la discussione fuori. Ovviamente, lo mollai. Bhè, non sarà il mago del furto, ma ha un buon futuro come mago della minchia!
martedì 6 maggio 2025
La madre sciupafemmine della mia fidanzatina
Il culetto del vicino maturo
Mi chiamo Leo, sono un ragazzo. Vi confesso che ho sempre avuto un debole per gli uomini più grandi e mia madre Virna, separata da alcuni anni, non lo sospettava affatto. Si notava in modo palese che Giacomo, il simpatico vicino, fosse gay. Mia madre è molto sexy, veste provocante, scosciata, ma lui non se l'è mai filata. Virna, preoccupata per le pulsioni del vicino, credette di mettermi in guardia pensando che quell'uomo volesse provarci col sottoscritto. In realtà, ero io che intendevo farmelo. Bastò uno sguardo per fargli capire che ci stavo. Lui cominciò a succhiarmi il cazzo fuori al giardino mentre mia madre stava per uscire di casa. Sicuro che la mia genitrice fosse andata via, me lo portai più dentro casa e lì cominciai a metterglielo nel culo da dietro. Fu stupendo metterlo nel sedere di quell'uomo. Godevamo entrambi parecchio. Sul più bello, mi accorsi che mia madre era rientrata. Temetti il peggio, qualche scenata, invece lei si dimostrò più che altro incuriosita dalla situazione. Giacomo sborrò copiosamente, a furia di prenderlo tra le chiappe. Anche io non riuscì a resistere e gli spruzzai sulle natiche. Intanto, sott'occhio, notai mia madre mezza nuda che se la sgrillettava, eccitata dalla scena, prima di andarsi a nascondere. Giacomo non si accorse della presenza di Virna e mi chiese quando potevamo rivederci. La sera, Virna, sorridendo, mi disse che se mi piaceva il vicino potevo frequentarlo liberamente, a patto di non alimentare il chiacchiericcio nel vicinato e all'oscuro di mio padre.
venerdì 2 maggio 2025
Amiche intimissime
Il caldo supporto materno
Mi chiamo Sandra. Al pari di alcune mie amiche e colleghe di lavoro, vissi un periodo di difficoltà dopo la separazione. Restai sorpresa e turbata quando un paio di loro mi rivelarono di intrattenere rapporti intimi con i figli sostenendo di aver trovato il vero appagamento rispetto ai problemi riscontrati con il coniuge. Dimenticai per un attimo queste confessioni. Intanto, mio figlio Renato, si fidanzò con una biondina pepata che io accolsi in casa come una figlia. Purtroppo, la ragazza, Mary, non amava mio figlio. E pensare che le avevo dato pure una copia delle chiavi di casa. La beccai insieme ad un altro giovanotto mentre si faceva rompere il culo. Fui costretta a raccontare a mio figlio l'amara verità e lui non la prese certo bene. Era sconvolto, all'inizio parlò addirittura di suicidio. In quel frangente capì che aveva bisogno di fare sesso e così mi spogliai. Gli feci capire che ci avrei pensato io. Mi leccò il seno, poi io glielo segai e leccai asta e cappella. Lui mi leccò la fica e poi mi mise le dita dentro. A quel punto cominciammo a scopare: a missionaria, a pecora, di fianco, a cavalcioni ed io arrivai all'orgasmo. Poco dopo, sentì gli schizzi copiosi di sborra nella fica e sul culo. Mi resi conto, in quel momento, di aver risolto tutti i problemi di mio figlio e non mi sentì affatto in colpa per aver osato tanto.
martedì 29 aprile 2025
Un massaggio indimenticabile
Sono Mafalda. Infondo, ogni persona ha i suoi segreti. In quel periodo, mio marito mi trascurava, pensava per lo più alle ragazzine. Mi sentivo molto sola. Andai in un Centro a fare un massaggio. L'addetta, Nadia, era una bella donna, anche se non avevo avuto esperienze saffiche prima di allora. Le raccontai della mia situazione e lei disse che meritavo maggiori attenzioni. La tipa massaggiava da Dio, toccava il mio corpo, tettone incluse, in modo splendido. Pensai che mantenesse una certa professionalità ma non resistette alla libidine. Mi stuzzicò la patata da dietro sgrillettandola accuratamente. Poi me la leccò, prima davanti e poi da dietro. Me ne stavo a pecorina quando presi le sue dita nella fregna ormai bagnata e ci volle davvero poco per raggiungere l'orgasmo. Alla fine limonammo intensamente. Vi starete chiedendo se tornai lì, in quel posto. Ebbene no, ebbi paura che, ripetendo l'esperienza, potessi irrimediabilmente diventare lesbica. Però ripenso spesso a quel giorno ed ogni volta mi ritrovo particolarmente bagnata.
Corteggiata dalla migliore amica saffica
Sono Katy. E' sempre rischioso avere una migliore amica lesbica. Diana era sempre stata al suo posto, mi dava consigli quando stavo in difficoltà con i ragazzi. Ma la mia ultima relazione fu devastante. Non riuscivo proprio a dimenticare Giacomo che mi aveva mollata per un'altra. Diana si offrì come al solito di consolarmi ma specificò che, in quel periodo, c'era casino a casa sua e che dovevamo vederci in un posto tranquillo per parlare. In realtà, scelse una camera d'albergo e disse di mettermi in tiro per migliorare la mia autostima. Sò che ciò avrebbe dovuto mettermi in guardia ma ero così depressa che gradivo le sue parole di conforto e, maldestramente e ingenuamente, non badai troppo alle circostanze. In quell'Hotel h24 ci andavano a scopare le coppie. Provai un forte imbarazzo giù alla reception. Poi salimmo in camera. Diana mi fece un sacco di complimenti. Alla fine mi ritrovai sul letto a cosce aperte, in autoreggenti, con lei che diceva solo di volerla annusare. Poi, mi rigirò al contrario accarezzandomi le natiche. Capì di essere caduta in una trappola, non potevo più fermarla. Iniziò a leccarmi il buco del culo e io persi la testa. Poi mi fece mettere a pancia sopra e mi leccò la patata mentre la penetrava col dildo. Ero coinvolta ormai. Diana tirò fuori un altro gingillo in modo che potessimo "infilzarci" entrambe. Dopo aver goduto, mi baciò ripetutamente. Penso di aver vissuto con lei una delle esperienze più eccitanti e trasgressive della mia vita anche se, inizialmente, mi mostrai scettica.