Il mio nome è Alice. Questa storia risale ad alcuni anni fa, quando lavoravo come segretaria di uno Studio Associato. Se leggerete questo racconto, molto probabilmente io sarò passata a miglior vita. Ma andiamo per ordine. In Ufficio ci stavano diversi impiegati maschi e soltanto due donne, io e Clara. Di solito, quegli uomini arrapati, ci guardavano con la bava alla bocca. Non si può dire che, in quel contesto, io e Clara fossimo amiche. Prevaleva una certa antipatia reciproca. Lei era una tipa piuttosto lecchina, scoprì solo in seguito che dispensava pompini al direttore, Mr. Johnson per aumentare le possibilità di mantenere il posto di lavoro e ottenere massimi benefici a livello di bonus. Ci incrociavamo nei corridoi salutandoci astento, digrignavamo i denti mostrando sorrisi ipocriti. Ciò non toglie che l'ho sempre considerata una bella donna e credo che lei pensasse lo stesso di me. In realtà, avrei fatto probabilmente anch'io la troietta col direttore ma mi frenavo a causa della relazione che intrattenevo col mio compagno, Alex. Tutta la vicenda cominciò proprio mentre facevo l'amore col mio partner. Mi stava fottendo a pecorina e a missionaria. Proprio mentre mi schizzava in bocca, in un frangente poco opportuno, suonò il telefono. Andai a rispondere ancora con il seme sulla lingua. Dall'altro lato sentì la voce piuttosto alterata del Capo che spiegava la situazione. Clara, la mia collega era stata incaricata di occuparsi della contabilità di un facoltoso cliente, Alfredo Sinni, un artista a 360 gradi che si occupava principalmente di pittura e fotografia, meglio noto nell'ambiente col nome di "Maestro". Il problema è che Clara non si presentava da un paio di giorni in Ufficio. E così, Johnson mi chiese di andare a casa del cliente a verificare la situazione. Quando bussai alla porta, mi aprì un signore dall'aria strana con uno sguardo decisamente penetrante. Vidi Clara nuda. La mia collega sembrava mezza imbambolata e dedita a pratiche di autoerotismo, con l'aiuto di un giocattolo erotico. Probabilmente, Alfredo l'aveva illusa e drogata con lo specchietto delle allodole di entrare nel mondo dello spettacolo, giusto per condurla ad uno strip. Il Sinni mi offrì da bere (di sicuro c'era qualche intruglio malefico in quel drink) poi pretese che lo guardassi negli occhi. A quel punto mi sentì in balia dell'influsso di quell'uomo e cominciai a spogliarmi anch'io. Il Maestro comandava, pretese che entrambe indossassimo provocante lingerie, prima di effettuare un approccio saffico mentre lui guardava. Mi parve un contesto decisamente surreale ma una forza inspiegabile, attanagliante, mi indirizzava verso terreni e comportamenti a me sconosciuti, prima di quel giorno. Mi ritrovai dinanzi a Clara, una persona che, nel quotidiano lavorativo, mi risultava a dir poco antipatica. Ma i poteri occulti del Maestro, annessi alla robaccia che ci fece bere, ribaltarono la naturale dinamica degli eventi. Pur alimentando curiosità, non ero mai stata con una donna prima di allora. All'improvviso avvertì una forte pulsione erotica nei confronti della mia collega e sentì che lei provava le stesse identiche sensazioni. Un'interazione intima tra donne divenne, a quel punto, inevitabile. Ma il Maestro non si accontentò mica di farci solo giocare, il suo influsso ammaliante azzerò totalmente i freni inibitori di entrambe per cui, mentre approcciavamo, ci parlammo a viso aperto come mai avremmo fatto in Ufficio. Forse caratterialmente non eravamo tanto compatibili ma di sicuro, a letto, demmo vita ad un bollente siparietto saffico che il "guardone" gustò segandosi a meraviglia. Prese lei per prima l'iniziativa, portandomi ad un intenso bacio. Poi mi leccò la figa con disinvoltura e pure il buco del culo. In tutto questo, non mancarono le sue dita implacabili che esplorarono a fondo la mia vagina. Sarebbe stato impossibile non arrivare all'orgasmo. Come si suol dire, l'appetito vien mangiando e pure la curiosità. A quel punto mi fiondai spedita tra le sue cosce a leccar la mia prima figa. Clara godeva come una pazza, mi spingeva la testa affinchè io restassi incollata alla topa. Dopo averla abbondantemente deliziata con la lingua, ci andai anch'io giù pesante "infilzandola" senza pietà con le dita. Clara arrivò alla grande. Ricordo ancora la sua bocca aperta e le sue urla di piacere mentre quel porco di Sinni schizzava all'impazzata, dopo essersi masturbato freneticamente per tutto il tempo, osservando quel genere di "accoppiamenti" che, di solito, mandano i maschi in estasi. Non potetti fare a meno di notare il suo notevole "arnese", ovviamente. Dopo le venute, Sinni ci pregò di togliere il disturbo e di riferire al Capo Ufficio che la contabilità risultava in ordine. Clara insistette per restare, accecata dall'idea di diventare una star dello Spettacolo ma lui esortò entrambe ad andar via. Quando io e lei andammo via, cominciammo a parlare convenendo che, dopo quell'esperienza, magari non ci saremmo guardate così in cagnesco al lavoro, dal momento che eravamo andate a letto insieme. Si può dire che stavo quasi cambiando opinione su di lei. Tranquillizzammo il datore sulle pratiche contabili. Riflettevo ancora sul fatto di essere stata con una donna. Non raccontai nulla di tutto ciò al mio compagno. Un giorno, passeggiando per strada, venni avvicinata da un'auto. Si trattava proprio del Maestro che, con atteggiamento romantico, mi porse una rosa da annusare. Non so, forse c'era qualche essenza condizionante pure in quel fiore. Fatto sta che mi convinse con una certa facilità a seguirlo a casa sua. Disse che per me aveva dei grandi progetti, a differenza di Clara, che reputava poco adatta alle luci della ribaltà, agli scenari che contano. Mi sedusse, mi intortò e ipnotizzò alla grande ed io gliela diedi, senza pensare troppo alla relazione che intrattenevo con Alex. La scopata fu eccitante ma torbida, intrisa delle porcate che lui tirava fuori. Mi chiese il motivo, a parte il cazzo, per cui stessi col mio ragazzo, un giovane spiantato senza occupazione. Affermò che gli avrebbe trovato un lavoro, questo mi sciolse. Fu per tale motivo che lo spompinai e lasciai che mi scopasse, sperando di ricevere pure regalini, come di solito beneficiavano le mie amiche con i loro "Sugar Daddy". Il suo era un atteggiamento di sfida, di controllo verso gli altri. Si mise in testa di poter dominare pure il mio ragazzo che secondo lui avrebbe ceduto, pur di trovare lavoro. Quando mi sborrò in bocca, dopo avermi chiavata abbondantemente, suggerì di evitare di lavare i denti per far provare il suo seme al mio ragazzo durante i baci scambiati a casa. Trovai quest'idea folle e stimolante al tempo stesso. Non mi rendevo conto che quell'uomo, lentamente, stava prendendo possesso del mio corpo e della mia anima.
mercoledì 20 novembre 2024
Pose Fatali prima parte
lunedì 18 novembre 2024
Il prof gay rischia il posto di lavoro
Sono Bill, un professore di matematica. Non nascondo le mie radicate pulsioni omosessuali e l'attrazione che provo verso alcuni dei miei studenti. A volte è difficile resistere alle tentazioni, specie se sei circondato da persone che ti attraggono fisicamente e anche mentalmente. Lo ammetto, sono caduto in tentazione, e nel contesto sbagliato, quello scolastico. Quel giorno, al termine delle lezioni, non seppi proprio resistere a Ron, il mio aitante allievo. Lo feci spogliare e gli leccai il buco del culo, prima di esplorarlo con le dita e continuare a "limonare" l'ano minuziosamente. Indurì di brutto e fui pronto a ricevere le attenzioni della sua calda bocca che mi spompinò adeguatamente, prima che glielo infilassi dietro, a missionaria, senza indugi, sopra la scrivania. La scopata andò avanti così, per un bel pò, poi proseguì a candela. Si adagiò sul mio cazzo mentre ci baciavamo con passione. Poi si girò e si sedette nuovamente sul mio pisello, stavolta dandomi le spalle. Si muoveva sù e giù, impalandosi sul pene. Poi mi baciò e leccò il petto. Stavo per scoppiare e, difatti, esplosi copiosamente sulla sua spalla sinistra a conclusione di una memorabile trombata. Di certo non potevo immaginare che Amalia Smith, la Preside, una donna di colore, insegnante di Inglese, tutto sommato mia amica, stesse lì a spiare. Purtroppo, Amalia non potette fare a meno di riferire l'accaduto ai colleghi intransigenti. Lei cercò di prendere tempo, di difendermi, in fin dei conti, ma Mina, la collega di educazione artistica, era decisa a voler punire il mio comportamento, poco consono nell'ambito di un Istituto Scolastico. Anche Walter, il prof di Italiano, chiaramente omofobo, spingeva per la denuncia. Non vi dirò come andò a finire ma gradirei conoscere l'opinione di voi lettori in merito, per cui, in un certo senso, stavolta sarete voi a decretare il finale del racconto, rispondendo al relativo sondaggio.
martedì 12 novembre 2024
Seduzione lesbo fetish sotto la doccia
Mi chiamo Maya. Sono una donna benestante a cui piacciono gli uomini più giovani. Convivevo con Robert, un aitante brunetto. Con lui c'era una buona intesa sessuale. Non mi aspettavo certo di ricevere le corna che sopraggiunsero come un fulmine a Ciel sereno. Il lavoro di imprenditrice mi costringe ad orari di lavoro piuttosto impegnativi. Per tenere in ordine la casa, decisi di assumere una cameriera, una ragazza di colore di nome Ruanda. La fanciulla è, di sicuro, attraente ma confidavo nella serietà del mio uomo, speravo che non si lasciasse travolgere da bassi istinti. E invece Robert mi pugnalò alle spalle all'improvviso. Quel porco aveva sedotto la neretta e se la scopò di brutto obbligandola a visionare materiale porno, il tutto nell'arco di tempo disponibile antecedente al mio rientro dall'Ufficio. Arrivai a casa troppo tardi, quando ormai lui le stava già sborrando copiosamente in bocca dopo essersela sbattuta pure nel culo. Di fronte alla mia reazione rabbiosa, Robert, al pari di molti uomini vigliacchi, se la diede a gambe. La vergogna lo attanagliò, insieme all'incapacità di affrontarmi. Ruanda tentò di giustificarsi ma sappiamo bene che non mancavano le sue responsabilità, in merito alle corna. Avrei potuto cacciarla fuori a calci subito, toglierle, dunque, il lavoro. Invece, pensai di girare la cattiva sorta in buona. Non ho mai fatto mistero dell'attrazione che provo per le donne e quella era l'occasione adatta per evidenziarlo. La rabbia non si placò, desideravo punirla, ma l'incazzatura folle si mescolò, torbidamente, al desiderio erotico trasgressivo. E così, decisi di portare la ragazza sotto la doccia, poi mi spogliai anch'io. La baciai. Lei credette che volessi farle del male, tremava tutta. Intanto, aprì l'acqua calda, poi mi stesi e da terra, le "infilzai" la figa con le dita dei piedi (con le quali, a tratti frugavo pure il clitoride). La neretta non si aspettava di certo un atteggiamento del genere, restò mezza sconvolta ma quel trattamento cominciò a piacerle e rimase immobile a farsi frugare e sfondare la patata dai miei piedi audaci. Mi eccitai talmente nel vederla godere che cominciai pure io a masturbarmi. La porcata andò avanti finchè lei arrivò all'orgasmo urlando come una matta ed io stessa raggiunsi un piacevolissimo e profondo amplesso dal sapore erotico-vendicativo. Il mio intento era quello di umiliarla e, infondo, riuscì piuttosto bene ma potevo trarne ulteriore vantaggio da quella situazione inizialmente scomoda. Con Robert ormai fuori dai giochi, potevo avvalermi dei servigi della neretta non solo nel ruolo di cameriera ma pure come schiavetta personale per l'appagamento sessuale. La ragazza non disponeva di grande scelta: accettare il lavoro e la sottomissione oppure andarsene via mestamente "con una mano avanti e un'altra indietro", come si suol dire. Posso affermare di averci guadagnato, dopo aver subito il tradimento, perchè adesso ho una bella puttanella servizievole tutta per me!
domenica 3 novembre 2024
Spietata Kate!
Sono Kate, la biondina infernale bisex. Non seguite i miei esempi perchè sono un'autentica stronza. Nella storia che mi accingo a narrarvi, ho usato le persone per un tornaconto personale. Partiamo dal principio. Tutto parte dal mio interesse atavico per una fotografa mora, teoricamente etero, di nome Karen. Entrambe facevamo parte di una comitiva di maschi benestanti, alcuni di questi professionisti nel mondo dello sport. Essendo le uniche due donne, ricevevamo adeguate attenzioni dai 5 uomini presenti. E per attenzioni intendo cene, vestiti, regali e, naturalmente, scopate a volontà. Non potevamo lamentarci. Ma le situazioni, nella vita, possono cambiare in fretta. Una ragazza di colore, di nome Zelda, si aggiunse alla comitiva in quanto conoscente di uno dei maschi. L'ingresso di quella tipa nel gruppo sconvolse letteralmente gli uomini. Sembravano tutti ipnotizzati da lei e non vedevano l'ora di fottersela. Io e Karen, ormai "merce usata", come si suol dire, passammo nettamente in secondo piano. Tutto l'interesse dei maschi era rivolto verso Zelda, la "new entry". Sapevo che, alla lunga, i boys se la sarebbero scopata... e gratis per giunta! E sapevo anche che gli pesava aspettare e che, dunque, accorciare i tempi, seppur pagando, sarebbe stata un'opzione gradita. Accennai a Karen l'idea di voler sfruttare economicamente la situazione convincendo la nera a prostituirsi. Ma la fotografa snobbò il mio piano. E così decisi di fregare entrambe ma vediamo come. Zelda aveva bisogno di soldi per pagarsi l'Università e altre cose. Le spiegai che ci avrebbe guadagnato un bel gruzzolo per essere "carina" almeno una volta con i ragazzi. Diventai una sorta di mediatrice. A loro chiesi la somma esagerata di 15.000 euro con l'intento di darne a Zelda soltanto 8.000. Ero presente quando la neretta finì in balia dei boys, dopo aver intascato i suddetti 8.000 euro. Quale miglior occasione per ammirare il corpo nudo di quella venere, offrirla "in pasto" ai maschi e, nel contempo, palparle le tette e il culo mentre la poverina spompinava e segava per poi lasciarsi sbattere. Bhè, in realtà, su di lei si concentrarono soprattutto in due, gli altri preferivano segarsi osservando la scena. Durante quella porcata, venne tirato inevitabilmente in mezzo l'argomento soldi e il relativo scompenso tra i 15.000 sganciati dai "richiedenti" e gli 8.000 effettivamente percepiti dalla ragazza. A quel punto, inventai la scusa di averle conservato la restante parte. I giovanotti, notando che la palpavo, mi chiesero se avessi certe tendenze (con riferimento anche ad un possibile flirt tra me e Karen) ma io risposi che lo facevo giusto per aumentare l'eccitazione maschile e nulla più. Di sicuro gongolai a palparle le tettone e ad allargare le natiche mentre prendeva il cazzo a pecorina. La conclusione fu che tutti i maschi presenti (compresi i segaioli cronici) si svuotarono i coglioni sul viso e sul corpo di Zelda, riempendola di sperma. Poi, soddisfatti, si allontanarono. A quel punto, Zelda mi chiese se fossi un pò saffica. Le risposi di si. Poi, pretese il resto dei soldi. Io la invitai a mantenere la calma e ad andare prima sotto la doccia, fingendo che glieli avrei dati dopo. Invece, mentre lei si lavava, sparì e andai direttamente da Karen, raccontandole l'accaduto. Le prospettai la possibilità di un aiuto economico per la sua attività. Naturalmente, ciò la fece vacillare e aprire ad un'esperienza di sesso con una donna. Dopo alcune toccate, finimmo per baciarci. Poi lei, da neofita, provò a leccarmi la figa da dietro. Ci riuscì in parte ma era un tantino impacciata. Preferì dedicarmi io a lei, a quella patata da sempre sognata. Mi stesi sul letto e lasciai che lei mi ponesse la passera all'altezza della bocca, dopodichè sfoderai tutta la mia "foga linguista" per farla impazzire. Andò in estasi la puttanella. Poi, si stese sul letto, spalancò le cosce e lì le diedi il "colpo di grazia" continuando a limonare il suo clitoride. E così se ne venne intensamente per la mia estrema soddisfazione. Assaporai il suo nettare, naturalmente. Preventivamente, avevo nascosto una macchina fotografica impostata sullo scatto automatico in modo da immortalare quell'incontro in ogni minimo dettaglio. Il materiale raccolto valeva oro, una volta venduto ai ragazzi, amanti delle "interazioni intime tra ladies". Karen provò a strapparmi la macchina dalle mani ma fu tutto inutile, dal momento che le foto, grazie ad una innovativa funzione, erano già state "sparate" sul cloud per una memorizzazione sicura. Bhè, da questa vicenda tirai fuori un bel mucchio di soldini ma resto tutt'ora alla larga da Zelda e Karen che, se potessero, mi spaccherebbero come minimo la faccia...
mercoledì 30 ottobre 2024
L'allegra casa di riposo
martedì 29 ottobre 2024
lunedì 28 ottobre 2024
La madre formosa del mio amico
venerdì 25 ottobre 2024
La sorella maggiore dell'amico di colore
Mi chiamo Tommy. Questa storia risale ad alcuni anni fa, ai tempi della Scuola. Avevo un compagno di classe di colore di nome Jacob. Eravamo migliori amici e, per nulla al mondo, avrei voluto minare il nostro legame. Ma si sa che, quando ci sono di mezzo le donne, tutto viene inevitabilmente rimesso in discussione. I miei turbamenti cominciarono quando, un bel giorno, in classe, Jacob mostrò una foto di sua sorella maggiore. Pensai subito che fosse una grandissima gnocca ma cercai di contenere l'entusiasmo evitando espressioni inopportune dettate dall'enfasi del momento. Commentai solo, in modo pacato: "Bella ragazza". Trascorse qualche settimana e la foto di quella ragazza continuava a rimanere nella mia testa. In realtà, con le compagne non avevo quasi mai concluso nulla a parte bacetti e palpatine. Sapevo di disporre di un notevole cazzo, per quell'età, ma la timidezza, alle volte, mi bloccava. Inoltre, quelle tipe sdolcinate non facevano proprio per me. La sorella di Jacob divenne il mio principale obiettivo ma come fare per conoscerla? Approfittai di un giorno di festa a Scuola. Jacob mi disse che ne avrebbe approfittato per sbrigare delle commissioni. Così, presi coraggio e bussai alla porta dell'abitazione di Jacob. La gnocca stellare, sorella del mio amico, venne ad aprire. Finsi di cercare Jacob. Quando lei spiegò che stava alle Poste, finsi di cadere dalle nuvole. La ragazza si accorse dell'interesse con cui la guardavo e allora continuai a fare ciò che mi riesce meglio, ossia fingere. Spiegai di voler diventare un fotografo professionista. Lei, incuriosita, chiese se fosse adatta per il ruolo di modella. Ovviamente io risposi di si e spiegai che, per essere più preciso, per affermare con certezza che fosse tagliata per quello, avrei dovuto osservarla un pò svestita. Non so se la tipa credette alle mie parole oppure se si sentisse particolarmente in vena di provocare: fatto sta che tolse la gonna e lì cominciai a sbavare sul serio. Aveva un fisico incredibile, porca puttana! In realtà, per far colpo, le dissi pure di aver avuto varie fidanzate e di averle lasciate ma non penso che lei prese queste affermazioni per oro colato. Ad ogni modo, prese la mia mano ponendola tra le sue gambe. Chiese se mi fosse mai capitata una vera donna, una tipa col fuoco tra le gambe, una che può essere soddisfatta solo da un vero macho. Ed io, chiaramente, entrai nella parte del macho. Mi emozionai, lo ammetto. Lei si inginocchiò, sbottonò i miei pantaloni con una certa disinvoltura. Dopo di ciò, mi succhiò il cazzo sorprendendosi per quanto fosse grosso. Il pisello divenne di marmo. Anche lei desiderava provare piacere e così si girò appoggiando le mani sul piano cottura. In tal modo, offrì una visione paradisiaca del suo invidiabile lato B. Le leccai la figa da dietro con passione afferrandola per quel sedere sodo meraviglioso e continuai così per un pò. Ad un certo punto, lei sollevò la gamba per cui io riuscì a slinguazzare ancora meglio la patata nera bollente. Ormai la situazione era favorevole per penetrarla. Cominciai a fotterla su una sorta di oggetto ibrido tra una sedia e uno sgabello (valla a capire l'arte moderna!). In quel momento ci presentammo ufficialmente e conobbi finalmente il suo nome, Thelma. La stantuffai prima da dietro, poi davanti. Lei spalancò sempre più le cosce accogliendo il tarello e il piacere. Poi mi stesi sul pavimento in modo che lei si impalasse completamente, a candela, sull'asta durissima (anche in tal caso lei assunse entrambe le posizioni, prima schiena contro il mio viso, per intenderci, poi viso contro viso: nel secondo frangente l'afferrai bene per le chiappe mentre andava sù e giù). La trombata proseguì inesorabile, di fianco, sul pavimento. Nella foga sessuale, le proposi di mettterci insieme ma lei rispose di no. La tipa non voleva essere mal considerata dal fratello. Inoltre, mi riteneva piccolo di età, rispetto a lei. A me, onestamente, di fronte alla possibilità di stare insieme ad una figa del genere, non fregava tanto nè della differenza di età, nè delle eventuali e prevedibili incazzature di Jacob. Lei gemeva come una gatta in calore, io aumentai il ritmo delle stantuffate fino ad esplodere: le schizzai copiosamente sulla passera. Stavo godendo il momento paradisiaco che però venne bruscamente interrotto dalla voce squillante del mio amico che, appena rientrato a casa, chiamava la ragazza a gran voce. Thelma fu brava a prendere tempo inventando la scusa del pavimento bagnato, per evitare che lui entrasse in cucina e ci sorprendesse. La signorina suggerì al fratello di passare prima per il bagno a lavarsi le mani. In tal modo, guadagnammo almeno 5 minuti. Rischiando, usai i primi 2 per affondare di nuovo il cazzo nella topa spruzzata per incorniciare quel momento magico e beneficiare di un'ultima indimenticabile "inzuppata". Dopodichè, alla velocità della luce, mi rivestì e uscì di corsa dalla porta di servizio, pienamente appagato. Ma un altro incredibile colpo di scena sarebbe capitato di lì a poco.
mercoledì 23 ottobre 2024
La selezione della segretaria aggiunta
Salve da Jasmine. Se non avessi trovato, in tempi brevi, una segretaria in più per l'azienda, Roger sarebbe andato su tutte le furie. Per trovarla non usai il metodo convenzionale dei colloqui Ufficiali in Ufficio. Preferì piuttosto girare per la città, accompagnata da Steven, in cerca del soggetto adatto. Verso l'ora di pranzo, nei pressi di un ristorante, adocchiai una biondina interessante. Scambiandoci quattro chiacchiere, affermò di essere in cerca di un lavoro. Decisi così di invitarla a pranzo per discutere i dettagli. In realtà, mi resi subito conto che la ragazza era totalmente a digiuno di adeguate conoscenze informatiche. Per tale motivo, Steven voleva liquidarla immediatamente. L'attributo principale, nel nostro lavoro, non è solo la dimestichezza nell'uso del pacchetto Office. Ciò che incide maggiormente, a livello qualitativo, è la capacità di un'impiegata di dispensare pompini alla clientela, oltre a scopare, naturalmente. La ragazza si chiamava Katy. Quella porcellina avrebbe fatto di tutto per assicurarsi il lavoro. Per cominciare, allungò la mano sotto il tavolo accarezzando la mia gamba. Steven fece esattamente la stessa cosa ma di lui, ovviamente, non me ne fregava un cazzo. Dopo pranzo, lasciai a Steven il conto del locale da pagare e affermai di voler "testare" la candidata in privato. Condussi la biondina nel mio appartamento. Lì potevamo essere libere di lasciarci andare, in tutti i sensi. La porcellina mi succhiò subito le tettone. Le spiegai che l'arte spompinatoria rappresentava un requisito indispensabile per essere assunta. Katy affermò di preferire le donne ma anche di poter ciucciare la fava al momento giusto. La sua intraprendenza mi colpì. Più la conoscevo e più sentivo di voler conoscere meglio me stessa. Le spiegai di nutrire un debole per il Capo, non per Steven, ovviamente. Lei ci rimase un pò male. Sentivo di piacerle parecchio al punto da desiderare addirittura una storia saffica con la sottoscritta. Presi la palla al balzo, in qualche modo, e le confidai di aver avuto, da sbronza, un'esperienza lesbica, da più giovane, con una compagna del College e di voler comprendere meglio certe pulsioni. Lei si dimostrò estremamente disponibile a riguardo. Mi sfilò le mutande e diede sfoggio delle sue notevoli capacità di leccare la patata. Vi confesso che andai in estasi, ancor più quando proseguimmo splendidamente a 69 (io sotto e lei sopra). Non avevo mai leccato la passera prima d'allora. Fu un'esperienza estasiante che portò entrambe a profondi orgasmi. Naturalmente, lei leccava decisamente meglio della sottoscritta. Katy fu assunta e succhia bene i cazzi dei clienti. Ovviamente, il suo obiettivo è conquistare me. Coglie ogni occasione, ogni pausa dal lavoro per leccarmela. Spesso ci ritroviamo pure nei cessi dell'Azienda, a dir la verità. Se continuerà a offrirmi, in modo impeccabile, tutte queste attenzioni, non so quanto a lungo potrò restare etero, nonostante straveda per il Direttore... Leggi la prima parte del racconto, clicca qui
Confidenze hot tra segretaria e Boss
Mi chiamo Jasmine. Svolgo l'incarico di segretaria d'Azienda. Sono fidanzata con un collega di nome Steven ma vado matta per il boss, Mr. Roger Watson. In realtà per Steven non provo quasi nulla, i miei pensieri sono rivolti sempre al direttore generale con cui intrattengo rapporti sessuali occasionali nel suo Ufficio. In realtà, scopavamo in maniera discreta e fugace, senza parlare troppo. Ma, un giorno, la nostra confidenza aumentò decisamente. Mi convocò d'improvviso nel suo ufficio pregando di chiudere la porta a chiave. Disse che doveva affidarmi un incarico importante. Io ero già in vena di succhiargli lo splendido cazzo, lui pronto a ricambiare leccando le mie fessure da dietro. Ma veniamo all'incarico. Gli occorreva una nuova segretaria. Inizialmente presi male questa richiesta. A cosa gli serviva un'altra segretaria? Allora io che ci stavo a fare? Solite gelosie femminili, lo ammetto! In realtà, mentre scopavamo beatamente, mi spiegò che, per gestire il pacchetto clienti al meglio, bisognava disporre di segretarie aggiuntive. Non è un mistero che, parecchi affari, si chiudevano con "l'intervento mirato" della segretaria, capace di addolcire la controparte a suon di pompini (e in questo sono una maestra) e scopate. Solo che, giustamente, anche una "leonessa" come me avrebbe difficoltà a gestire 10-15 persone arrapate e pervertite. Non sono tutti gentlemen come Roger e con tanta gente mi sarei potuta trovare in difficoltà e con le aperture sfondate a sangue, semmai, o peggio. Intelligentemente, mister Watson intendeva ripartire il "carico" di clienti in modo tale che ogni segretaria dovesse occuparsi di un massimo di 3 persone contemporaneamente, che già è impegnativo. Tali motivazioni, peraltro plausibili, placarono la mia gelosia. Intanto, mr. Roger mi chiavava di brutto sulla scrivania. Ad un tratto, mi pose una domanda intima, chiese se mi piacessero le donne. L'argomento mi imbarazzò e, istintivamente risposi di no. Ma lui insistette, chiese di riflettere accuratamente, prima di rispondere. E così menzionai un episodio che mi era accaduto ai tempi del College, all'età di 18 anni, con una compagna di stanza. In realtà, avevo cercato di rimuoverlo, forse per la paura che mi potessero piacere sul serio le femmine. Ad ogni modo, vuotai il sacco e gli spiegai che, durante una sbronza a base di birrette, questa tipa mi aveva baciata e sditalinata. Secondo il capo, una persona si conosce appieno soltanto nell'intimità e questo chiarì il motivo della domanda. Roger esigeva che selezionassi la nuova segretaria approfondendo poi la conoscenza a letto. Mi parev un'idea un pò folle e, d'stinto, gli risposi: "Vorrei vedere lei con un uomo!". Ma restai spiazzata quando lui, confidandosi a sua volta, mi raccontò di un particolare periodo trascorso in Giappone, alcuni anni prima. In tale occasione, per favorire la definizione di un importante contratto di lavoro, era sceso a compromessi finendo per scopare un dirigente dopo essersi lasciato spompinare, il tutto davanti al plastico inerente un progetto edilizio. Insomma, una scopata d'affari, più o meno, in cui il mio amato capo aveva messo un asiatico a pecora montandolo fino all'eiaculazione. Dopo queste confidenze bollenti, Watson mi schizzò in bocca e la sborra abbondante colò allagando le tettone. A quel punto, mi ricordò di portare a conclusione l'incarico assegnato. Un tantino preoccupata per le modalità (che prevedevano pure un rapporto lesbo) assicurai all'uomo di provare a fare del mio meglio.