lunedì 7 febbraio 2022

Scopai con il collega sposato

Salve, dove eravamo rimasti? Al mio desiderio di sedurre il biondino. Provocavo praticamente ogni giorno Tommaso, il mio collega di lavoro sposato: accavallavo le gambe, mi leccavo le labbra, parlavo spesso e volentieri con cadenza da troia a bassa voce. Era da tempo che volevo farmelo ma, come già accennato precedentemente, trovavo un grande ostacolo nelle sue convinzioni moraliste. Tuttavia, lui non si sentiva affatto appagato intimamente con la moglie. Non c'era passione, coinvolgimento, inoltre anche la frequenza dei rapporti lasciava molto a desiderare (1 o 2 al mese non è certo il massimo!). Un giorno lo convinsi a venire a casa mia per un drink e quattro chiacchiere ma, ovviamente, l'invito nascondeva ben altre finalità. Tolti i sobri indumenti da lavoro, indossai per l'occasione uno sgargiante vestito rosso e delle scarpe con i tacchi leopardate. Eh si, anche l'occhio vuole la sua parte, si sà! Mi sedetti sul divano mentre lui sorseggiava un drink all'impiedi. Gli chiesi la cortesia di versare da bere pure a me e poi gli suggerì di venire a sedersi accanto alla sottoscritta. Finalmente arrivò l'occasione che attendevo da tempo: ritrovarmelo accanto senza altre persone nei dintorni, come spesso accadeva inevitabilmente sul luogo di lavoro. Tommaso aveva mille freni inibitori e quelle sue dannate convinzioni un pò bigotte ma il mio look, con la complicità del vino appena bevuto, cominciarono decisamente a farlo sciogliere. All'istinto animale si può resistere poco. Con quel vestitino corto mi fu facile allargare le gambe ed offrirgli una "prima visione" delle mutandine già piuttosto bagnate. Tommaso, evidentemente arrapato, cominciò a sditalinarmi da sopra agli slip ed io, ovviamente, lo lasciai fare... Ma, sul più bello, i suoi sensi di colpa tornarono ad imperversare. Ripeteva di avere una moglie a casa, di doversi fermare. "Eh no Carino!" gli dissi. La donna eccitata non và mai lasciata con la figa bagnata! E così lo afferrai per la cravatta invogliandolo ad osservare un mio strip. Il biondino tirò fuori anche una battuta che mi fece sorridere, affermò: "Vestita così di rosso, non puoi che essere il Diavolo tentatore!". Bhè, non sò se sono una diavolessa, onestamente, ma tentatrice di sicuro! Scherzi a parte, lui rimase a bocca aperta quando vide il mio corpo nudo invitante e, nella fattispecie, il gran culo, modestamente. Fu a quel punto che, finalmente, Tommaso perse il controllo e cominciò a leccarmi le mutande ormai bagnate. Ero pronta a provare piacere e a far godere! Dal divano al letto il passo è breve. E così gli saltai sopra munita delle sole scarpe coi tacchi leopardate e delle calze  autoreggenti. Conducevo io la "danza sul pisello" in una meravigliosa altalena di goduria a candela. Al principio stavamo con i visi uno di fonte all'atro per cui colsi tutto il piacere sul suo volto, oltre ai gemiti. Poi, mi girai al contrario, spalle contro il suo viso, per intenderci, e anche lì proseguì la cavalcata che andava avanti a rimti sempre più impetuosi. Tirai fuori, in un colpo solo, tutta la voglia repressa che avevo accumulato in mesi e la sfogai su di lui chiavandolo a fondo, senza tregua, il tutto condito da deliziosi movimenti di bacino che regalarono brividi di intenso piacere ad entrambi. Ormai coinvolto totalmente, il biondino volle prendere l'iniziativa, diciamo così, infilandomi l'uccello dentro la passera di fianco. Ma esternò meglio le sue emozioni nella scopata finale a pecorina, durante la quale ammise di non essere rimasto affatto insensibile alle mie provocazioni in ufficio. Nell'eccitazione profonda, si concesse anche la licenza di spostare il cazzo duro dalla fica al culo! Ed io fui ben lieta di essere castigata anche nel secondo canale. In quel frangente arrivai magnificamente all'orgasmo. Lui vi giunse poco dopo, quando mi dilettai a leccargli la cappella: pochi colpi suadenti di lingua gli procurarono un bollente amplesso. Urlando di piacere, come mai avrebbe fatto con la consorte, toccò il Cielo con un dito schizzando a fiume sul viso e sulla bocca della sottoscritta diavoletta. Essere stata io ad orchestrare il gioco mi fece sentire una gran seduttrice porca. Sapevo che, dopo quell'esperienza, appagante anche per lui, gli appuntamenti a casa mia con Tommaso sarebbero diventati una costante. Alla moglie mentiva spudoratamente raccontando di dover effettuare turni di lavoro straordinario, naturalmente. Infondo non si trattava di una vera e propria bugia dato che con me gli straordinari doveva farli sul serio ma dentro il letto, piuttosto che dietro la scrivania... Ehehe! Un saluto da Laura, la signora in rosso.

lady




















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