Un saluto dalla vostra amica Marica. Un po' di tempo fa, ci eravamo lasciati con l'inizio del mio "soggiorno" dietro le sbarre e il primo incontro con Lara la bizzarra guardia carceraria dominante. Con il boss avevo ceduto per soldi, per condurre una vita agiata ma, solitamente, non amo sottomettermi. Tuttavia, la vita è imprevedibile e, in certi frangenti, non è sempre possibile scegliere ciò che si vuole. Alle volte è necessario adattarsi per poter andare avanti. Lara non si accontentò certo del nostro primo "appuntamento". La "signora dominante" decise di ammanettarmi nuda, con i soli tacchi ai piedi, alle sbarre della cella, e di farmi "assaggiare" il suo manganello. Eh già, proprio così! In effetti, conoscevo soltanto un uso di questo oggetto, quello per colpire, per sedare le risse, insomma. E invece la stronza, la "marescialla" di ferro del cazzo, me lo ficcò nella vagina senza pietà! Eh si, sembravo infilzata come un dannato spiedino! Ci mancava solo la fiamma che mi arrostisse. La guardia diceva che dovevo diventare obbediente, essendo una cattiva ragazza, una poco di buono. In realtà, prima che venissi arrestata, mi facevo scopare da quel delinquente per poter condurre una vita agiata ma non c'entravo nulla con le attività illecite legate alla prostituazione e agli stupefacenti. Lara mi impalò senza pietà e giuro che provai fastidio ma, al tempo stesso, una sensazione di torbido piacere e di totale impotenza. Lei mi offendeva, mi dava della stronza, della troia, della succhiacazzi. Ed io le risposi che lei era una frustrata, una che non aveva mai beneficiato delle gioie di un vero pisello di carne. La mia risposta ebbe l'effetto di inviperirla ancora di più. Disse che non avevo capito nulla, che lei mi difendeva da situazioni peggiori, tipo gruppi di donne morte di figa che mi avrebbero letteralmente sbranata. E così cominciai ad abbassare la testa, come si suol dire, a comportarmi da schiavetta ubbidiente e vi confesso che provai un fottuto piacere di fondo indescrivibile, mi calai nel ruolo della sottomessa. Lara mi fece succhiare il manganello sporco dei miei umori, perchè diciamocela tutta, in quel tran tran, me ne ero bella che venuta. Spompinai l'oggetto con i miei sapori intimi. Dopo di ciò, Lara mi liberò i polsi dalle manette e disse che per quella volta poteva anche bastare. Ma di giorni così ne avrei vissuti tanti altri...
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