Mi chiamo Dana. Elvira è, tutt'ora, la mia migliore amica anche se il nostro rapporto, ad un certo punto, cambiò radicalmente. Ma partiamo dal principio. Non avrei mai potuto lontanamente immaginare di piacerle e ciò perché furono innumerevoli le volte in cui uscimmo insieme a quattro, in compagnia di ragazzi, con cui finivamo per avere rapporti intimi dappertutto: case, hotel e perfino in auto. Il più delle volte, lei sentiva i miei "lamenti" di piacere ed io i suoi, il tutto a pochi centimetri di distanza l'una dall'altra. Ma a lei gli uomini non sono mai interessati realmente. Ci stava soltanto per compiacere me, per apparire "normale" ai miei occhi. Quest'andazzo proseguì per parecchio tempo. La svolta, improvvisa, arrivò quando io iniziai una relazione, che credevo seria, con un ragazzo di nome Mauro. Evidentemente, la mia propensione concreta verso il matrimonio, scatenò, dentro di lei, una forma devastante di gelosia incontrollabile alimentata dalla paura concreta di perdermi o di incontrarmi meno frequentemente in un prossimo futuro. Ad ogni modo, Elvira, abilmente, non fece trasparire nulla di tutto ciò, mantenne i sorriso falso sul viso proponendosi, ovviamente, come testimone di nozze. Ero agitata non poco il giorno del matrimonio ma mi sentivo più sicura al pensiero di avere accanto Elvira. Fu proprio lei però a tirarmi un colpo basso, per così dire. Mancavano ormai meno di due ore alla Cerimonia ed io, con il vestito da sposa addosso, trepidavo per la tensione, chiusa in camera con lei. Quella pazza ebbe la brillante idea di stordirmi con un fazzoletto intriso di cloroformio. Persi un po' i sensi, permettendole di legarmi al letto con le corde come una salsiccia. Fece i suoi comodi palpando e leccando il mio seno. Avevo piedi e mani immobilizzati. Con la mano, si fece largo tra le mie cosce. Dapprima, sfruttò lo stesso filo delle mutande per masturbarmi. Poi, lo scostò lateralmente e passò un dito sul clitoride. Quando ripresi meglio i sensi, lei si era già chinata tra le mie gambe per leccare la figa. La lingua saettante sulle zone intime vinse del tutto la mia resistenza. Subì la sua iniziativa e giunsi all'orgasmo. Quella situazione mi faceva schifo, dato che non ammettevo di cimentarmi in certe pratiche con una donna, ancora meno con quella che sarebbe dovuta essere la mia best friend. D'altra parte, però, avevo goduto intensamente. Elvira, dopo avermi forzata a quel modo, pretese di essere ricambiata e pose la sua topa sulla mia faccia. Presa dall'euforia della situazione, leccai la sua bernarda. Lei era talmente carica che ebbe l'amplesso in pochissimi secondi. A quel punto, le chiesi di lasciarmi andare. Disse di si ma voleva prima mostrarmi qualcosa. Tirò fuori un oggetto vibrante stimolando prima i miei capezzoli e, poco dopo, la fessura figale. Inutile dire che arrivai di nuovo all'amplesso mentre osservavo il suo sorriso beffardo stampato in faccia. Cercai di aggiustarmi al meglio, dopo essere stata strapazzata e mi presentai, più sconvolta di prima, all'altare.
LYCRA GAY MEN.....!!!!!
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*quanta voglia di CAZZO!*
*un cazzone da ingoiare fino alle palle!*
*MASCHIO!*
*pronto per un bel pompino con ingoio!*
1 giorno fa
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