Mi chiamo Giovanna. Premetto che mi piace il cazzo ed ho sempre avuto storie con uomini ma voglio raccontarvi di una giornata molto particolare. Non mi ero mai accorta, a dir la verità, delle tendenze saffiche di Marinella, la mia collega mora d'ufficio. A volte, dopo il lavoro, mi invitava a casa sua a bere qualcosa. Il clima sembrava di totale tranquillità anche se mi pareva insolito che non volesse mai parlare della sua vita privata. Non menzionava mai gli uomini o eventuali sue relazioni con qualcuno. E qui avrei dovuto mangiare la foglia ma non ci diedi troppo peso, ipotizzando che fosse semplicemente timida sull'argomento. Poi, un bel giorno di primavera, arrivò la svolta imprevista. Stavamo comodamente sedute sul divano di casa sua, dopo aver terminato da poco il lavoro in Ufficio. A bruciapelo, affermò che potevamo rilassarci, carezzando il mio petto da sopra alla camicetta. A quel punto, compresi le sue intenzioni e le risposi che eravamo due donne, teoricamente inadatte all'espletamento di certe pratiche intime. Marinella sentenziò che potevo fidarmi di lei, che oggigiorno certe situazioni vanno tanto. Ero scettica ma lei mi raccontò una torbida storiella in cui il cugino era andato a letto con due suoi amici Quel raccontò mi turbò, ispirandomi nel contempo. Ci baciammo. Lei finì per palparmi vigorosamente il seno da dietro dispensando apprezzamenti. Ovviamente non sono di legno e mi lasciai coinvolgere, pur avendo un diverso orientamento sessuale rispetto al suo. Pian piano, ci spogliammo, e lei mi chiese di leccargliela. Presa dalla curiosità, assecondai la richiesta. Trovai strano il sapore della fica ma l'eccitazione mi stimolò a leccargliela. Ci ritrovammo incredibilmente a 69! Io stavo sopra, lei sotto. Naturalmente, provammo piacere reciproco, in quel modo. Poi, lei si incollò alla mia fregna, regalandomi godimento a senso unico e mollò solo dopo avermi portata all'orgasmo. Compiaciuta, si vantò per avermi sedotta. Ammisi di aver goduto parecchio ma di essere, al tempo stesso, confusa. Lei, quasi a volermi convertire a tutti i costi, mi diede un'altra leccata, affermando che così mi sarei convinta meglio a cambiare sponda. A quel punto, dentro di me, scattò un meccanismo strano, perverso. Le chiesi se volesse essere ricambiata a dovere. Il suo viso si illuminò. Non si aspettava tanta grazia. Ma il mio atteggiamento non palesò semplice generosità. Un pò maliziosamente, pensai, tra virgolette, di punirla. L'esperienza non mi era dispiaciuta, in fin dei conti, ma un pochino volevo fargliela pagare per aver nascosto le sue pulsioni così a lungo, tirandole fuori all'improvviso cogliendomi di sorpresa. D'istinto, tirai fuori il fedele dildo dalla borsa e, da gran monella, puntai direttamente il buco del suo culo. Marinella non si aspettava affatto tanta intraprendenza. La mia mano decisa le spanò il culo facendola sbrodolare di piacere. A un tratto, però, mi fermai e spiegai che, se voleva continuare a godere, doveva cavarsela da sola. Eccitata più che mai, Marinella, messa a pecorina, si sparò l'oggetto dentro l'ano per conto proprio, mentre io la accompagnavo accarezzandole le natiche per garantirle un contatto tra di noi. Mi piaceva vederla godere come una troia, lo ammetto e restai soddisfatta quando giunse splendidamente all'orgasmo intenso. Le regalai il dildo spiegandole che le avrebbe fatto comodo, dal momento che non mi avrebbe trovata disponibile per una seconda esperienza, anche se, lei, ovviamente, ci spera sempre. Quando ci rivestimmo, mi mostrò concretamente le gesta del cugino attraverso le immagini, dal momento che teneva un video riguardante quella bollente vicenda.
Supersex #159
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*SUPERSEX #159*: *SUPERSEX E IL CARICO DI COCAINA *(14 FEBBRAIO 1985) ₤
5.000, 100 pagg.
*♚ Gabriel Pontello*
*♥ Odette Burel, Maria Lechner, Claudine F...
1 ora fa













































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