Mi chiamo Marta. Sono vedova. Dopo di ciò, iniziai una relazione con don Peppe. Lui era un pensionato mandrillo che aveva messo gli occhi addosso a mia nipote Martina. Quando lei e Jacopo, il suo ragazzo, vennero a casa mia, Peppe ne approfittò per provarci con lei. Gli stavo facendo un pompino ma lui andò a stuzzicarla mentre lei si stava facendo il bagno. Sembrava intenzionato ad ottenerla nonostante lì ci fosse il fidanzato (che però, in quel momento, dormiva nella camera degli ospiti). Anche Martina corrispondeva le avances del maturo. A un certo punto, uscì dalla vasca da bagno e si mise a gambe aperte per fargli osservare bene la passera mentre io spompinavo Peppe. L'uomo capì di avere una chance e corse a leccarle la fica, prima di scoparsela di santa ragione, prima a missionaria e poi a candela. Nonostante la scopata e i miei bocchini complementari, Peppe non arrivò all'orgasmo. Intanto, subentrò Jacopo, il ragazzo di Martina che, resosi conto della situazione trasgressiva, ne approfittò per piantarmi il suo cazzo tra le cosce. Peppe non si lamentò affatto, anzi, cominciò a riempire il ragazzo di complimenti, in riferimento soprattutto alla bellezza del suo viso, atteggiamento che risultò molto insolito a me e a Martina. Jacopo gradiva quei complimenti mentre mi fotteva. In pratica, i due flirtarono palesemente. Jacopo mi schizzò sulla fica. A quel punto, accadde l'incredibile. Don Peppe si mise il ragazzo sulle gambe e lo impalò a candela. Io e Martina eravamo sconvolte e assistemmo impotenti a quella insolita quanto intrigante chiavata. Finalmente, Peppe eiaculò soddisfatto nel culo del giovane. Tra i due nacque una complicità sempre maggiore per cui finirono per intrecciare una vera e propria storiella (il pensionato sapeva come accontentare Jacopo anche sul piano economico). Io e Martina restammo fregate, come si suol dire. Presa dalla disperazione, mi confidai con mio figlio. Volevo che stesse un pò vicino a Martina, in quel momento difficile, ma lui affermò chiaramente di preferire la sottoscritta. A quel punto, da vera maiala degenerata, trovai conforto nel suo cazzo e facemmo una scopata incestuosa da paura. La sua sborra mi farcì splendidamente le natiche. Così, iniziai una relazione segreta con mio figlio Paolo. Ero la sua amica, cuoca, amante e puttana e fottevamo alla grande all'oscuro della gente. E Martina? Bhè, la ragazza non volle più ricevere sorprese dagli uomini e così andò a cercare un gruppo di gay di colore e convinse alcuni di questi a fare sesso con lei. Riuscì a coinvolgere tre maschioni a darle i loro cazzoni e se li godette in tutti i buchi, prima di ricevere copiose innaffiate di sborra in faccia e in bocca. Come si suol dire, se si chiude una porta, si apre un portone.
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